Diacono del pueblo
di Daniele Zarantonello dal Perù
Lettera di Daniele Zarantonello |
||||
|
torna alla pagina Lettere dalla missione |
|
DIACONO
DEL PUEBLO
Un saluto di cuore a tutti voi,
alla mia famiglia, i miei parenti, i miei amici e
amiche, a tutta la parrocchia di san Andrea.
Mi da una grande gioia sapervi riuniti in preghiera
per accompagnarmi in questo giorno per me così speciale. La
ordinazione diaconale é una meta in piú nel mio cammino di
continua ricerca di Dio e della sua volontà su di me.
Parlare di meta é probabilmente equivocato: meglio
parlare di una tappa in più, una ulteriore conferma della
grandezza dell'amore di Dio.
Mi sento felice. A poche ore dalla mia ordinazione la
emozione é forte, però sono sereno.
Dopo tredici anni di formazione di base con i missionari
comboniani, anni in cui ne son passate di tutti i colori, anni
di grazia, di purificazione, di chiarificazione delle mie
motivazioni e dei miei ideali, posso dire con certezza e con gioia
che Dio mi ha accompagnato sempre. Mi si é manifestato in tante
persone che mi hanno voluto e mi vogliono bene, e un po' alla
volta mi ha condotto perché la scopra soprattutto tra i più
poveri e abbandonati. La grazia più grande é stata sicuramente
quella di poter venire a Lima:
l’esperienza di vivere alla periferia del mondo, di camminare
tra i più poveri, di lottare con loro per un pezzo di terra o per
un minimo di dignità mi ha aperto gli occhi per conoscermi
meglio, per riconoscere le sfide che il mondo di oggi mi lancia,
ha dato profondità alla mia esperienza di Dio, al mio modo di
avvicinarmi alle persone e di accettarle così come sono.
Mi ordino diacono: significa "servo". "Io sono in
mezzo a voi come colui che serve"; "non sono venuto per
essere servito ma per servire" diceva Gesù, e la sua
condotta di vita, le sue scelte fondamentali, la sua causa, sono
oggi modello per me e per tutta la Chiesa. Quante volte avevo
meditato su queste frasi del Vangelo e quante volte solo mi
avevano sfiorato appena; prendere in serio a Gesù é molto
esigente, il suo stile scandalizza. Difficile pensare a un Dio che
si fa servo dell'umanità, un Dio che nella liturgia molte volte
(forse troppe) chiamiamo "onnipotente ed eterno" che si
mette in ginocchio davanti all'umanità per lavargli i piedi. Un
Dio che ti guarda con tenerezza e ti dice: "fa lo
stesso". Non é facile accettare un Dio così: meglio il dio
lontano, impassibile, spirituale: per lo meno lascia in pace, non
scomoda.
Ordinarmi diacono significa per me lasciare tanti
idoli e mettermi il grembiule come Gesù. L'altro giorno una
bambina della mia comunità (era il giorno del suo compleanno ed
ero passato per casa sua per salutarla) mi disse: "E' vero
che voi, quando vi ordinate, non avete poi più tempo per visitare
le case, per rimanere con noi? Perché ho visto che quasi
tutti i preti vengono per celebrare la Messa e dopo se ne vanno
correndo, perché dicono che hanno molti impegni, hanno un'altra
Messa, o la catechesi.... Se é vero questo, allora é meglio che
non ti ordini, che rimani "hermano" (così ci chiamano a
noi: "fratelli"). Servire significa per me darmi il
tempo per rimanere con i più poveri, compartire fino in fondo la
mia vita. Il mio sogno é vivere con loro, per camminare spalla a
spalla nel vero senso della parola, "incarnarmi". Un
sogno che si fa realtà un po' alla volta, con le scelte che
faccio tutti i giorni, nonostante la difficoltà delle strutture
pesanti che purtroppo manteniamo ancora come Chiesa.
Il vangelo della Messa di ordinazione sarà il Buon
Samaritano (Lc 10).
Mi piace la immagine di quest'uomo che scende dalla
cavalcatura per farsi prossimo del povero che giace "mezzo
morto". Il sacerdote e il levita lo avevano considerato già
morto, per questo non si erano avvicinati, per non contaminarsi.
Non era ancora morto, però dentro di loro lo avevano già
ammazzato. Il Samaritano valorizza la poca speranza di vita del
malcapitato, si avvicina per dargli soccorso, risuscita la
speranza. Come i tanti poveri di questo pianeta ingiusto, già
condannati a morte quando ancora "respirano". Il
sacerdote e il Levita servivano a un altro dio.
Scendere dalla cavalcatura per caricare al povero é
il gesto del vero servizio.
Un'altra bambina, di quelle terribili che sempre
criticano tutto, domenica scorsa mi disse: "Ti ricordi quello
che ti ho detto l'altro giorno a casa mia?" Io gli dissi che
no, perché non le avevo prestato attenzione. La sua risposta fu:
"Se non sai prestare attenzione quando le altre persone ti
parlano allora non servi a niente come prete". Parole un po'
forti forse, però che mi hanno fatto pensare: prestare
attenzione, soprattutto alle persone che la società considera
come insignificanti, ascoltare, dar voce, amplificare il grido dei
poveri, di coloro che sono silenziati dal rumore assordante del
caos globalizzato é un altro degli impegni che mi aspettano.
Come il Samaritano, che non solo soccorre al povero ma anche si
ricorda di lui e al ritorno del suo viaggio ritorna alla taverna
per vedere se il ferito sta bene.
Rimaniamo uniti nella preghiera. Accompagnatemi,
perché il cammino é ancora
molto largo e ...sono appena agli inizi.
Ringrazio Dio per il dono della mia vocazione, e
ringrazio a cada uno di voi per starmi vicino, per camminare con
me, per compartire la mia gioia.
C'è bisogno di missionari e missionarie, lì in
Italia come in tutto il mondo; c'é bisogno di persone che, contro
la logica del usa e getta e del "carpe diem" accettano
di assumere scelte radicali per tutta la vita. Io prego per voi, perché siate sempre di più missionari e missionarie,
aperti/e al mondo e disposti/e a scommettere la vita al lato dei
poveri, come fece Gesù.
A tutti, vi voglio un mondo di bene e vi sono vicino.
Presto ci vedremo, fra qualche mese credo.
Festeggeremo insieme l'ordinazione sacerdotale, spero lì a San Andrea, nella
mitica FAVARO.
Vi lascio, prima che mi venga nostalgia.
Un abbraccio fraterno.
Daniele Zarantonello
|
|
|
|
Leggi anche l'altra lettera che Daniele ci ha scritto!!! |
|
Dal Perù altri ci scrivono e raccontano le loro storie... |
|
|
|
Per conoscere meglio il Perù contatta alcuni siti sull'America Latina | |
|
torna alla Home Page