A seguito di un viaggio in Turchia, Cecilia e Francesca, due gimmine di Padova, hanno chiesto alle suore di Konya di poter ricevere alcuni pensieri e riflessioni sull'essere cristiani in Turchia. Riportiamo di seguito quanto ricevuto.

"Prima di tutto la presenza cristiana in Turchia è una realtà molto piccola. Questo vale in modo particolare per la città in cui viviamo noi, Konya: dei suoi due milioni di abitanti. quelli cristiani ora si contano sulle dita di una mano. Anche nelle città in cui sono presenti sacerdoti, religiosi e piccole Comunità Parrocchiali, - Istanbul, Izmir, Ankara, Iskenderun, Mersin, Antiochia di Siria e qualcun'altra ancora – noi cristiani siamo sempre “un granellino di senapa”, “un po' di lievito”. La parola di Gesù, cui fa eco quella di Papa Francesco, però, non ci lascia nè scoraggiare nè abbandonare alla pigrizia. Infatti noi che abbiamo avuto la grazia inestimabile di conoscere Gesù vivente, il suo amore, la sua salvezza di cui ogni giorno godiamo, ci sentiamo “in dovere” di darne
testimonianza. Ne abbiamo occasione tutti i giorni. Quando ci rechiamo, per delle commissioni, in qualche punto lontano della città, spesso sentiamo sussurrarci dietro: “Sono le suore della chiesa!” e non di rado incontriamo qualcuno che ci saluta amichevolmente: “Vi abbiamo visto in chiesa!”. Ci accorgiamo che anche il semplice saluto di accoglienza e accomiato di gruppi, sulla porta della chiesa, suscita interesse in chi passa o lavora qui vicino: sono colpiti dalla comunione che vedono tra noi! La consapevolezza di essere una delle rare presenze cristiane qui, ci fa sentire molto responsabili, nello stesso tempo il desiderio di dare buona testimonianza a Gesù diventa una forza grande, che ci aiuta a superare le difficoltà che incontriamo ogni giorno. Sappiamo che anche gli altri discepoli di Gesù, sparsi in Turchia, condividono lo stesso desiderio e la stessa fatica. Spesso essi sono più di noi a contatto con la gente ed hanno così più occasioni per riversare su di loro la carità, dono dello Spirito Santo: ora con un atto di pazienza o di perdono, ora donando parole di una sapienza nuova.

Questo bel compito, qui a Konya, lo condividono anche studenti e lavoratori cristiani africani. Talvolta qualcuno di loro viene anche con qualche amico musulmano del luogo. Molti di loro per venire a pregare in chiesa devono fare un'ora di tram. In particolare la domenica devono cercare di trovare il tempo fra gli altri impegni che la scuola e il lavoro impongono loro anche la domenica. Per poter celebrare, poi, le grandi feste, come Natale, Tutti i Santi, la Settimana Santa, essendo qui giorni lavorativi normali, devono cercare di prendere permesso e non sempre ci riescono. Per questo, per quanto possibile, spostiamo alla domenica alcune celebrazioni. Spesso anche il giorno di Pasqua cade come giorno di esame per i poveri studenti! Qui a Konya, come anche in altre cittadine, il sacerdote viene una volta al mese. Qui la comunità cristiana ha il dono del passaggio dei pellegrinaggi sulle orme di s.Paolo e quindi ha la possibilità di partecipare alla messa più spesso, anche se non nella propria lingua. Qui
comunque ogni domenica ci riuniamo per la Liturgia della Parola. E' anche questo un modo bello e fruttuoso di celebrare il Giorno del Signore: la Parola nutre la fede e tiene unita la comunità. Il ritrovarci settimanalmente nel Nome di Gesù ci aiuta a esser poi testimoni durante la settimana.
Noi siamo contenti di poter prendere esempio dal nostro Padre Vescovo, che ha sempre uno sguardo positivo sulla realtà in cui viviamo: pronto a valorizzare ogni piccolo segno di accoglienza, di collaborazione, che, ringraziando il Signore, non manca, e a rendersi disponibile ad ogni richiesta.

Nelle lunghe ore che trascorriamo in chiesa, e che riserviamo per i “visitatori” musulmani, cerchiamo di guardarli tutti con l'amore con cui li guarda Gesù, affidandoci allo Spirito Santo per le risposte o per qualche parola di conforto da dare: facciamo esperienza del donare gratuitamente, e ne godiamo la beatitudine. Abbiamo anche occasione di vivere solo di fede: di quei frutti che noi aspetteremmo, ne vediamo pochi, cerchiamo, così, di impegnarci di più a vivere vicino a Gesù, tenendo nel cuore la sua Parola: “Chi rimane in me porta molto frutto” e confidando in lui.

Una realtà positiva che vediamo è questa: nelle nostre Comunità cristiane spesso si vive una vera comunione coi Fratelli delle varie Confessioni Ortodosse: Caldei, Siriaci, Greco-Ortodossi, Copti. Le nostre chiese cattoliche sono disponibili, quando essi ne possono aver bisogno per qualche celebrazione, ed è sempre una gioia incontrarci, quando ne abbiamo occasione. Pensate che in tutta la Chiesa Armena e in quella Siriaca di Turchia, vi sono solo due suore: il Padre celeste ci ha dato la grazia di incontrale e di essere in amicizia con loro!

Qui passano molti visitatori e pensiamo che il loro/il vostro compito, nella vostra Comunità, sia del tutto simile al nostro qui. Anche voi, e più di noi, probabilmente, avete la gioia e la responsabilità di donare Gesù! Sono davvero tanti i nostri vicini che, anche senza saperlo, lo attendono molto. Fanno infatti esperienza che, senza di lui, non vivono la vera vita, quella che gode la gioia di essere amata e di poter amare, quella che non finisce mai!

Buona testimonianza, allora, e lavoriamo insieme, con gioia! Gesù sia con voi!"

Con affetto Lidia e Serena