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Danzando la Vita

di p. Fernando e di Filippo dal Perù

Danzando la Vita

Lettere dal Perù

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TESTIMONI DELLA CARITA' PROVOCAZIONI DI P.ALEX 
 

"Sei l'ospite d'onore del ballo che per te suoniamo,
posa la falce e danza tondo a tondo
il giro di una danza e poi un altro ancora
e tu del tempo non sei più signora"

(A. Branduardi, Ballo in fa diesis minore)

 

Quando si percorrono le vie di quel cimitero immenso che è "Nueva Esperanza" è come accompagnare Gesù nel suo tragitto dalla croce alla risurrezione: si ferma il tempo, si annullano le distanze, si annulla la morte, si danza la vita!

Noi viviamo in una società che teme la morte, la vuole dimenticare, far finta che non ci sia .... la vecchiaia ci ricorda la morte, per cui temiamo le rughe - meglio un bel lifting -, rinchiudiamo sempre più i vecchi in quei purgatori che si chiamano case di riposo, o tentiamo di annullarla rendendola fiction attraverso la televisione.

I poveri hanno un altro cammino, molto più efficace, molto più maturo. Ce ne parlano P. Fernando e Filippo, al ritorno dal cimitero di Nueva Esperanza, in occasione del 1 novembre, il cimitero dei poveri di Lima, tra i più grandi del mondo e, per quest'occasione, tra i più colorati e movimentati.

 

Riportiamo qui di seguito 2 lettere scritte da dei nostri amici missionari, che camminano con la gente del Perù:

  • Danzando la Vita: ci scrive p. Fernando che ha accompagnato per alcuni9 anni i giovani del GIM di Venegono e di Napoli e che ora cammina con i giovani comboniani in formazione nello scolasticato di Lima.

  • Danzare la Vita per sempre: è una lettera di Filippo, scolastico (studente di teologia) comboniano, e dei suoi compagni di formazione. Filippo, dopo gli anni passati in Italia (a Padova e a Venegono) ora sta completando la sua formazione a Lima.

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Il 1 Novembre, FESTA di TUTTI i SANTI, sono stato con alcuni giovani della comunità, al cimitero di NUEVA ESPERANZA, uno dei più grandi del mondo, che si trova nella periferia sud della grande LIMA( 10 milioni di abitanti). Sono colline di sabbia piene di tombe, appena segnalate da un recinto di pietre, dipinte di svariati colori(verde, celeste, rosa e bianco) che esprimono allegria e vita. I cimiteri dei ricchi( sì, qui a Lima ci sono quelli dei ricchi e dei poveri), sono custoditi da polizziotti privati, con prato inglese, musica classica di fondo, tutto ordinatissimo, tombe di marmo e statue di bronzo, però non respiri e vivi il mistero della VITA, come nei cimiteri dei poveri. Qui la visita è fugace e personale. Là è prolungata, fraterna e vivace.

Dalla parrocchia dista una decina di Km. Lì abbiamo incontrato tanta gente ed intere famiglie che stavano visitando i loro cari. Arrivano al cimitero verso le 10 -11 del mattino e si fermano fino notte inoltrata. Portano il loro cibo preparato (di preferenza quello che al morto piaceva di più), birra e bibite, mangiando e bevendo seduti per terra, intorno alla tomba, accompagnati dalla musica. Per loro è una grande festa: è un momento per incontrarsi, ricordare e celebrare.

Abbiamo pregato sulle loro tombe per i loro defunti, ricordando anche i nostri e sentendoci in profonda comunione con voi. Sopra una tomba, come in tantissime altre, c’era un lenzuolo bianco pieno di cibo: patate, granoturco bollito, riso, carne, pesce, tantawawa(pupazzi di pane), frutta in abbondanza, biscotti, caramelle, bibite, birra, chicha de jora (bibita tipica delle Ande fatta con frumento fermentato) e una foto della defunta: doña Julia.

Vedendo questo mi venne alla mente il testo del profeta Isaia: “Il Signore preparerà su questo monte, un banchetto di grasse vivande, per tutti i popoli, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre che copriva tutte le genti. Eliminerà la morte per sempre; il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto; la condizione disonorevole del suo popolo farà scomparire da tutto il paese, poiché il Signore ha parlato. E si dirà in quel giorno: Ecco il nostro Dio, in lui abbiamo sperato perché ci salvasse; questi è il giorno in cui abbiamo sperato, rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza. Poiché la mano del Signore si poserà su questo monte”. (Isaia 25, 6-10) E qui il banchetto è veramente pronto, le lacrime sono asciugate dai tanti gesti di affetto e solidarietà, e la morte è vinta, perché la vita si sprigiona con gioia.

Dopo aver pregato, abbiamo ballato intorno alla tomba, accompagnati dalla musica di una banda. Erano molte le musiche che facevano da sottofondo, con suoni di svariati strumenti: arpe andine, flauti di pann, chitarre, violini e orchestre, che accompagnavano le distinte famiglie, sedute intorno alle tombe dei loro cari. Le bande suonano quello che la gente chiede e cantano 3 canti per 10 soles(2 euro e mezzo). Ballando, sotto i miei piedi pieni di polvere , nei volti delle persone, nelle mani che si stringevano e nel profondo del mio cuore, sentivo battere la vita. Il sole bruciava sopra la mia testa(qui siamo a primavera inoltrata) e la polvere si alzava per il passo delle migliaia e miglia di visitanti e dai tanti moto-taxi che a gara si rubano clienti. Dopo aver ballato abbiamo bevuto con loro. Prima di sorseggiare, versi sulla tomba un po’ di birra o di chica de jora, come segno di comunione con il defunto.

È stata un’esperienza forte il poter DANZARE LA VITA e viviere con i poveri, i preferiti del Signore, il mistero grande della VITA che non finisce mai. Quanta SAPIENZA e TEOLOGIA (non quella delle facoltà di teología o dei dicasteri romani) in questo modo gioioso e allegro di celebrare la festa di tutti i Santi e ricordare i nostri cari defunti. Loro che già partecipano dell’allegria della risurrezione e contemplano il VOLTO GLORIOSO del Dio della vita.

Per mezzo di questo popolo, anche il 1 Novembre Dio è passato nella mia vita. Auguro a tutti voi, che passi ogni giorno anche nella vostra.

Vi abbraccio forte e prego per tutti,

p. Fernando Madaschi

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“Preparera’ il Signore degli eserciti

per tutti i popoli, su questo monte,

un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti,

 di cibi succulenti, di vini raffinati.

Egli strappera’ su questo monte

il velo che copriva la faccia di tutti i popoli

 e la coltre che copriva tutte le genti”.

Is 25, 6-8

Chissa’ quante volte queste parole di Isaia hanno preso carne nella storia!

Certo e’ che ne siamo oggi testimoni qui in terra peruana, nell’immenso cimitero dei poveri dal nome che evoca vita : “Nuova Speranza”.

Dal primo mattino una folla impressionante ha invaso il “cerro”, la collina sterminata alla periferia sud di Lima, in un clima di festa che ricorda la promessa del Dio che regala vita e gioia per sempre.

Famiglie intere cariche di fiori, bevande e cibo si sono arrampicate con fatica sulla collina in cerca dei loro cari, per stare con loro, danzare, gioire, sentirli presenti!

La famiglia di Julia, anziana originaria di Puno, ci invita a pregare. La sua tomba e’ carica di ogni genere di cibo e bevande, sembra il banchetto eterno: pane, biscotti, frutta, vino, dolci e bibite. Sono esattamente tutte le cose che le piacevano di piu’ e che continuano ad accompagnarla ora che la sentiamo cosi’ vicina.

La preghiera e’ intensa e gioiosa, certi che Julia vive e guarda dritto negli occhi buoni del Padre. Cantiamo la resurrezione e condividiamo con la famiglia i doni che hanno portato.

La tomba e’ a terra circondata da pietre coloratissime su cui famigliari e amici si siedono per chiaccherare, riposare, cantare, contemplare il trascorrere continuo di una vita che non finisce quando si allontana dalla nostra vista.

Dalla cima della collina alzando lo sguardo e’ uno spettacolo bellissimo riconoscere i colori vivi e fiammeggianti delle tombe circondate dai loro cari che sorridono e brindano alla vita.

La morte qui e’ una festa, perche’ i poveri sentono forte la presenza di un Dio che e‘ Vita e ci insegnano a riconoscerlo e celebrarlo. Si’, qui e‘ proprio una celebrazione senza fine, con le bande musicali che rallegrano il clima, un banchetto che continua, il Regno di Dio che gia’ si tocca con mano.

In quanti cimiteri ricchi e ben curati del mondo si raccolgono solo lacrime, fiori di plastica e pochi minuti in piedi per compiere un dovere!

Ci invitano a ballare e non ci tiriamo indietro. Che bello danzare la vita e mettere sotto terra la parola morte! E che bello incontrare volti amici della nostra parrocchia, mentre un vecchietto alle nostre spalle sta cantando in quechua una preghiera alla sua cara.

Grazie popolo peruano

che ci insegni a vivere la resurrezione e seppellire la morte!

Grazie fratelli e sorelle peruani

che ci convertite e tramettete la gioia di vivere!

Grazie Padre della vita che ci fai toccare con mano le parole del tuo profeta e ci regali la liberta’ di camminare e dire a tutti con la vita, che non ha fine quel dono immenso che ci hai fatto quando ci hai creati.

 Un gruppo di compagni in cammino


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