Nairobi, 21
aprile 2003
Carissime amiche ed amici, HABARI!
Sì,
HABARI a tutti, perché la vita continua! Qui in Kenya, Habari,
è un saluto denso di significato: con esso si chiede che
notizie mi porti e sempre e comunque la risposta è
positiva: Nzuri, le notizie sono buone! Questa
è l’Africa che sto conoscendo, nella quale sono immerso e che
vedo mi sta conquistando e cambiando. Un
Africa che non perde mai la speranza,
che ogni mattina si rimette in cammino per vivere con dignità le
tante sue sfide.
Ieri abbiamo cantato con gioia Cristo è
risorto, è vivo, Alleluia! Cristo è ancora con noi, e con
Lui risorgeremo! E lo abbiamo cantato a Korogocho, una delle
baraccopoli di Nairobi, dove padre Daniele
sta continuando l’esperienza di inserzione
nello slum iniziata 12 anni fa da padre
Alex Zanotelli. Lo abbiamo cantato durante la messa del
mattino, e poi alla sera, nella comunità di lebbrosi che hanno
trovato spazio, sempre a Korogocho, per fissare la loro residenza.
Lo abbiamo cantato anche a casa di Fabian, un amico che mi ha
invitato nella sua baracca per condividere il “pranzo pasquale”
con tutta la sua famiglia. Cristo è risorto, Alleluia!
È il ritornello che ci ha accompagnato per tutta la
giornata di ieri ed è l’augurio che oggi faccio a voi: BUONA
PASQUA, Risorgiamo con Lui, e avanti con speranza!
Non pensatemi fuori del mondo se non mi riferisco
alla guerra di quest’ultimo mese che sta ingarbugliando il mondo
intero! Le notizie sono arrivate ed anche gli effetti
socio-economici di paura e confusione si vedono e stanno sacrificando la già debole economia africana. In
questo momento però, qui siamo più coinvolti a seguire le mille
sfide che il Kenya
sta
vivendo dopo le ultime elezioni di
dicembre. Veramente si scorge un “arcobaleno” all’orizzonte.
Rainbow
è, infatti, il nome della nuova coalizione attualmente al governo
e che sembra mettere le basi per la costruzione di un nuovo paese.
Grazie comunque per le belle testimonianze di impegno che
avete dimostrando scendendo in piazza e per le vostre
bandire
della pace appese dappertutto per difendere valori
importanti di pace e giustizia. I fatti
della guerra non spazzeranno via decenni di riflessioni
che comunque tristi ed assurdi, non spazzeranno via i decenni di
riflessioni, impegno e passi in avanti in creare coscienze nuove
ed aperte alla Pace. Sono certo che le nuove e giovani
generazioni saranno capaci di creare un mondo nuovo, e voi,
scendendo in piazza lo avete dimostrato, facendo sentire la vostra
voce.
Anche qui abbiamo pregato, marciato e protestato, magari
in modo più silenzioso forse, ma ci siamo sentiti uniti al Popolo
della Pace. Lasciando
questi fatti complessi al loro corso, preferisco parlarvi ora di
storie semplici, incontri e piccole lotte che qui fanno parte
della quotidianità per molti. Ma vorrei anche raccontarvi di
tanti piccoli miracoli e segni di vita di cui l’Africa è piena.
C’eravamo
lasciati a Natale annunciandovi il
viaggio in Uganda per visitare suor
Rosalucia. Beh, ci sono andato e veramente è stato un
grande l’incontrarla; è stato come ricevere una consegna
importante per il mio futuro missionario. Non che Rosalucia sia in
pensione o si voglia ritirare dal fronte, assolutamente! Anzi, l’ho
trovata più attiva che mai, con un vero ruolo di animatrice per
tutta la comunità di Kangole. C’è gente che va da lei per
consigli, ha il suo turno in cucina e per altri servizi, continua
il suo ruolo di supervisore nel dispensario e ad assistere le
bambine malate nella scuola gestita dalle suore. Quando gli
impegni non la trattengono, è la prima a recarsi in chiesa per la
preghiera e mantenere ponti con i missionari e gli altri gruppi e
congregazioni presenti in parrocchia. Veramente abbiamo una
presenza importante in Karamoja con la nostra
Rosalucia. Mi ha trasmesso anche tutta la sua passione ed
esperienza per i malati di lebbra che sto scoprendo come una
realtà ancora presente in Africa, anche se non se ne parla molto.
Sono stati giorni belli che mi hanno dato la possibilità di stare
con lei e di conoscere anche altre realtà dell’Africa come
quella dei Karamojon, questo popolo pastoralista, disperso nel
nord dell’Uganda, impegnato ad accudire il bestiame (il loro
conto in banca) e difenderlo con tanto di fucile da attacchi di
altre tribù vicine. I Pokot del Kenya, di cui vi ho parlato l’anno
scorso, rappresentano infatti i loro più temuti nemici. Ho avuto
modo poi di ammirare il grande lavoro fatto dai nostri missionari
che da più di 60 anni sono presenti in quelle terre in diverse
comunità, con parrocchie, scuole e dispensari. Sono stato colpito
nel vedere l’ospedale
di Matany, a 15 Km da Kangole, dove anche Rosalucia ha
lavorato e percepire così la complessità del gestire una
struttura del genere in pieno deserto e garantire assistenza per
circa 250 malati, più altrettanti che si rivolgono direttamente
al dispensario. Sono stato colpito nel vedere un nostro giovane
fratello comboniano infermiere e una nostra sorella anch’essa
infermiera, prendersi cura dell’intera struttura e della scuola
infermieri, preparando personale locale per il futuro dell’ospedale.
É stato bello trovare là anche un gruppetto di laici missionari,
medici, infermieri, operai ecc, provenienti da diversi paesi che
dedicano da pochi mesi a qualche anno di volontariato per aiutare
nella gestione dell’ospedale. Uno di loro, un medico padovano,
ogni anno offre il suo mese di ferie per scendere a Matany e
rendersi disponibile per alcune operazioni. Un’altra volontaria
israeliana da una mano nell’amministrazione, un medico congolese
ed uno americano garantiscono il funzionamento della chirurgia e
un coppia di bresciani erano impegnati come infermieri in diversi
reparti. È stato per me un bel esempio il vedere come il miracolo
dell’integrazione tra ospiti e locali, laici e missionari è
possibile per contribuire al bene degli altri.
(Per chi fosse interessato c’è un artigianale video con le
immagini del viaggio in Uganda che potete chiederlo a papà
Danilo.)
Poi a gennaio sono tornato a Nairobi e
questi mesi mi hanno lasciato senza fiato per la scuola
(...ecco perché mi riduco a Pasquetta a
scrivervi gli auguri di Pasqua!) Ma anche qui è successo un
piccolo miracolo. Il primo semestre, infatti, mi sentivo reattivo
nei confronti della scuola perché veramente era stata una grande
sofferenza, tornare sui banchi di scuola. Non so cosa è successo,
ma dopo le vacanze di Natale, sono tornato a scuola con più
entusiasmo, forse perché ho iniziando a comprendere l’importanza
del corso e poi perché mi sono inserito di più con i compagni di
scuola ed ho iniziato a coinvolgermi in altre attività più
pratiche comunque collegate con il corso stesso. Il miracolo è
che mentre prima scappavo via al suono dell’ultima campana,
adesso mi fermo spontaneamente anche al pomeriggio per lavori di
gruppo, discussioni, studiare nella biblioteca, o per partecipare
ad attività sportive e di intrattenimento. Insieme con un altro
confratello, faccio parte della commissione Giustizia e Pace della
scuola e con un gruppo di studenti laici, stiamo organizzando una maratona
per raccogliere fondi per la scuola, perchè più laici possano
frequentare il corso di Social Ministry. Veramente sto scoprendo l’importanza
di questo corso anche se frequentarlo richiede sacrifici e
rinunce. I frutti si vedranno un giorno in missione, spero, con un
nuovo stile di fare ed essere missionari. Adesso stiamo entrando
nel periodo degli esami
che ci accompagnerà fino a metà maggio e poi si parte!
Si, infatti, con la scuola è previsto che i due mesi di vacanza
si spendano sul campo, in missione, per applicare le conoscenze
acquisite e preparare poi una relazione scritta sull’esperienza
fatta. Sembra che ci sia un altro dono in arrivo: infatti, il mio
tirocinio sarà in un ospedale da campo, nella nostra missione di
Mapuordit,
nel Sud del Sudan, diocesi di Rumbek. Li mi aspetta
un nostro fratello medico, di Napoli, che sta organizzando una
semplice struttura sanitaria, che diventerebbe il centro di
assistenza per tutta quella zona. Vedremo, ma sono già emozionato
per questa possibilità che mi è stata proposta dai formatori.
Stavo già pensando al Sudan, per il mio futuro
missionario, questa terra così cara al Comboni, ma non pensavo di
arrivarci così presto, e poi proprio quest’anno, che il Comboni
verrà canonizzato.
Sarà questo il mio modo di celebrare San
Daniele Comboni: ha senso infatti il suo salire sugli
altari se altri, oggi, continuano la sua oper E voi, vi state già organizzando per il vostro pellegrinaggio
comboniano? La Casa Madre di Verona con la Cappella Comboni,
il Museo Africano, le riviste ecc, Limone sul Garda, la sua casa
natale, oggi trasformata in centro di spiritualità missionaria e
poi Roma il 5 di ottobre, saranno i luoghi privilegiati per
riscoprire la figura del nostro fondatore. Spero che vi siate già
messi in cammino per questo evento. Come comboniani non si stanno
organizzando grandi cose per il prima canonizzazione; si
vuole arrivare a quella data approfondendo il carisma di Comboni,
per poi vivere più intensamente il dopo evento, sul campo e
sfidati dalle nuove realtà di missione, in questo mondo che
cambia. Noi, in comunità, ci stiamo preparando rileggendo “a
puntate” il suo Piano per la Rigenerazione dell’Africa,
documento che meglio di altri fa trasparire la sua idea di
missione. Insieme poi si riflette su come attualizzarlo alle sfide
di oggi. Penso che una bella biografia del Comboni (e ce ne sono
molte a disposizione, ma vi consiglio Il Nilo Scorre Ancora,
di Angelo Montonati, o altre che verranno pubblicate per l’occasione) potrebbero
aiutare anche voi ad avvicinarvi un po’ di più a lui e capire
come vivere il suo profetico carisma nella chiesa di oggi. I
Missionari Comboniani in Italia, padri, fratelli suore e laici
sono pronti per venire in parrocchia se volete, e condividere la
loro esperienza: non preoccupatevi di disturbarli, chiamateli!
Come vi dicevo quando
vi parlavo della scuola, qui ci stiamo preparando per questa
maratona il 27 settembre
prossimo. Anche questa iniziativa
potrebbe rappresentare un pellegrinaggio
missionario, e sentitevi
invitati a parteciparvi. Lo slogan che abbiamo scelto è: TOGETHER
FOR TRANSFORMATION e la marcia si snoderà tra le strade di
Nairobi, attraversando lo slum di Kibera e raggiungendo il Tangaza,
la nostra scuola, per la conclusione del programma. Mi piacerebbe
l’idea che una piccola rappresentanza di voi potesse scendere e
correre con noi e magari li da voi organizzarne un altra in
contemporanea. Veramente, mi sto accorgendo come la scuola è
importante per formare nuovi Ministri Sociali per il futuro dell’Africa
e come i laici potrebbero giocare un ruolo importante, in questa
sfida che cerca di coniugare i valori cristiani con quelli sociali
di sviluppo e promozione umana Saranno
solo 15 Km di marcia e
di certo
non si cambierà il mondo, ma si cercherà di lanciare una sfida
per la chiesa e la società africana di oggi. Pensateci e fatemi
sapere, e per il momento, scaldate i muscoli che i
keniani non scherzano quando si tratta di correre...
Se siete
interessati all’iniziativa o avete altre idee su come potersi
coinvolgere, o coinvolgere altre comunità lì da voi, fatemelo
sapere ed insieme verrà qualcosa di bello. Da giugno sarà in
Italia anche padre Francesco Pierli, l’ideatore e
direttore del corso: sarà ben felice di essere invitato nelle
vostre parrocchie per condividere questa esperienza.
Concludo
questa lettera ringraziando con voi il Signore per questa
esperienza di fede e vita che sto vivendo insieme a tanti amici
africani dai quali sto imparando molto, soprattutto a vivere una
vita più semplice e serena. Sono tante le storie ed incontri che
vi vorrei
raccontare e condividere con voi, ma prometto di raccoglierle e
raccontarvele la prossima volta insieme all’esperienza del
Sudan. Ora vi saluto di cuore, tutti. Portate pazienza se mi sono
dilungato anche questa volta ma il Diario di Bordo
doveva essere aggiornato.
Ora aspetto il vostro! Ricevo
con piacere, infatti, i vostri saluti, notizie e brevi
aggiornamenti sui fatti della vostra vita. In
questo modo resteremo uniti e chissà che non ci si veda presto,
da queste parti in Kenya per la maratona o magari a Roma
in ottobre per la canonizzazione del Comboni.
Si sta pensando,
infatti, ad una rappresentanza della comunità che desidererebbe
essere presente per questo momento unico per la storia del nostro
istituto. Vedremo cosa la Provvidenza provvederà. Allora,
ancora Buona Pasqua di Resurrezione a tutti, anche
da parte della Comunità e Buon Cammino anche a voi!
A risentirci...
a presto,
con amicizia, vostro fratel Damiano
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In questa sezione ci sono alcuni
importanti riferimenti a Comboni
e al suo carisma. Puoi consultare
la pagina con i suoi scritti, e gustarne lo
spirito profetico:
Vita
di Comboni
Scritti
di Comboni
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Per approfondire il
tema della pace visita lo speciale
"Giornata Mondiale della pace", dove troverai il
messaggio di Papa Giovanni II, il testo integrale
dell'enciclica Pacem in Terris con le riflessioni
di fr.Joel.
Non
dimenticarti di visitare anche la pagina dedicata agli "Operatori
di pace"!
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Leggi
il documento di presentazione ed il programma
delle tappe della
Carovana
della pace
"Osare un tempo nuovo",
che dal 4
al 15 settembre 2003,
si rimette nuovamente in cammino per ascoltare
ed incontrare le attese della gente, le speranze
dei poveri e raccogliere i tanti semi di impegno
attivo che testimoniano che il nuovo è
possibile.
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