GIM Verona: Missione, sprigionare la vita
giugno 2005
veglia GIM Verona, 4-5 giugno 2005
Vieni Spirito di Sapienza
l’infinita pace che ci viene dal rispondere alla sua vocazione,
alla chiamata che lui ha scritto nei nostri cuori.
Vieni Spirito dell’Intelletto
donaci di saper guardare la nostra vita
per scoprire in essa la Tua presenza,
che è amore che chiama ad amare.
Vieni Spirito di Scienza
rendici capaci di conoscere e seguire Cristo
nel cammino della vita che ci viene svelato e proposto da Te
giorno dopo giorno.
Vieni Spirito di Fortezza
irrobustisci la nostra fede,
rendi docile e mite il nostro cuore
nell’ascolto della volontà del Padre.
Vieni Spirito di Consiglio
suggerisci ciò che conviene domandare al Signore
e fa che ci comportiamo in maniera degna
della vocazione che abbiamo ricevuto.
Vieni Spirito di Pietà
crea in noi una coscienza di figli amati infinitamente dal Padre,
fatti ad immagine del Figlio Gesu’,
ricolmi della gioia dello Spirito.
Vieni Spirito di Timore,
donaci la vera fiducia nel Padre
e rendici attenti ai segni che lui pone nel nostro cammino.
××××××××××××××××××
Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla. Quando già era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi la sopravveste, poiché era spogliato, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po' del pesce che avete preso or ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», poiché sapevano bene che era il Signore.
Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.
××××××××××××××××××
Ero tranquillo quel giorno nella mia baracca, dopo 20 anni di parroco a S. Ninfa nel Belice. Era una giornata come le altre, quando venni chiamato con urgenza dal mio Vescovo. Quella chiamata mi turbò subito perché non riuscivo a capire cosa volesse ora Dio da me. Quando fui dal Vescovo, mi porse una lettera robusta che giungeva, ben sigillata dalla Santa Sede. Mi invitò a pregare lo Spirito Santo e quei minuti di preghiera furono pieni di timore, non sapendo a cosa andavo incontro. Aprendo la lettera lessi: "Sua Santità Paolo Sesto designa il Rev.do Antonio Riboldi, dell'Istituto della carità, alla Chiesa Cattedrale di Acerra. Tanto per sua norma e conoscenza". Firmato Paolo VI. Non nascosi la mia confusione. Mi sentivo Pietro che scendeva dalla barca a reti vuote ed invitato a gettarle oltre. Si affacciava la mia debolezza, la mia povertà che erano una tentazione a dire "no". Ricordo che in risposta alla mia confusione, mi venne in mente proprio questo brano del Vangelo: "Antonio mi ami tu?" E io non potevo che risponderGli: "Tu sai che ti amo". E Gesù: "Pasci le mie pecorelle". Ma come era duro dire: "tu sai che ti amo...ma più difficile accettare: "Pasci le mie pecorelle". Rimasi per un mese chiuso nel segreto, affidando tutto a quelle parole: "Tu sai che io ti voglio bene, solo questo ti so dire...il resto sia come vuoi tu".
E su questo pensiero che mi è dolorosamente caro, guardandovi un'altra volta mi pare di potervi in un altro momento dirvi l’AMEN a colui che ritorna, e nel medesimo tempo dirvi: fratelli non abbiamo mai pregato insieme quando ci lasciavamo.
…io non oso rivolgermi al Padre da solo: è un momento universale. Direi che è proprio a questo punto che si prepara la comunione: e voi sapete che cosa vuol dire comunione: vuol dire un Cristo che si dona, perché i suoi fratelli insieme ritrovino le strade che portano al Padre.
RIFLESSIONI
Non c’è nulla di più bello di una comunità in cui si cominci ad amarsi realmente e ad avere fiducia gli uni degli altri.
Se avessimo permesso a Cristo di penetrare tutto il nostro essere, se avessimo sufficientemente purificato il nostro sguardo, il mondo non sarebbe più per noi un ostacolo, sarebbe un invito costante a lavorare per il Padre, perché nel Cristo, venga il suo regno come in terra così in cielo. Bisogna chiedere a Dio la Fede per guardare la vita.
Se sapessimo guardare la vita con gli occhi di Dio, tutta la vita diventerebbe segno, innumerabili atti del Creatore in cerca dell’amore della Sua creatura. Il Padre ci ha posti nel mondo, non per camminarvi con gli occhi bassi ma per seguire la sua traccia attraverso le cose, gli avvenimenti, le persone. Non occorrono lunghe preghiere per sorridere al Cristo nei più piccoli particolari della vita quotidiana.
Se sapessimo ascoltare Dio, se sapessimo guardare la vita, tutta la vita diventerebbe preghiera. Perché tutta la vita si svolge sotto lo sguardo di Dio e nulla deve essere vissuto senza essergli liberamente offerto. La preghiera silenziosa che si sprigiona dalle parole non deve mai rinunciare alla vita, perché la vita di ogni giorno è la materia prima della nostra preghiera.
Padre Nostro
××××××××××××××××××
" Ridete in faccia a tutti coloro ..."
BUON CAMMINO!