CAMINANDO
Santiago, 14 maggio 2005
XIII
settimana
"Non c'è in un'intera vita cosa più
importante che chinarsi perchè un altro,
cingendoti il collo, possa rialzarsi"
(L.Pintor)
2 aprile 2005. Ora peruviana
15:37. Riceviamo la notizia della morte di
Giovanni Paolo II° mentre stiamo percorrendo
la pampa di Junin in direzione Huánuco per
l’ordinazione episcopale di p.Jaime
Rodriguez. Restiamo in silenzio e preghiamo
mentre pensiamo a questo lungo papato. Il
potere multimediatico si è concentrato sul
Vaticano. Il mondo si è fermato per
accompagnare il pastore di Roma ed è in
attesa del futuro pontefice. Giornate di
attesa, di silenzio, di stupore per le
centinaia di persone che corrono alla
basilica di San Pietro. I programmi
televisivi offrono il meglio dei loro
servizi preparati con anticipo e le
multinazionali dell’informazione “giocano”
con il tempo per gli aggiornamenti e le
notizie di grido… l’esclusiva. I piú
semplici, la gente del popolo piange e
prega.
In questo clima mondialmente “di
attesa” partecipiamo all’ordinazione
episcopale del missionario comboniano
messicano p.Jaime Rodriguez. Con la presenza
di 24 vescovi e 108 sacerdoti la nuova
diocesi di Huánuco festeggia il nuovo
pastore: l’ultimo regalo di papa Giovanni
Paolo II alla terra peruviana. Lo
accompagniamo sapendo che il lavoro che lo
attenderá sará arduo e abbondante, ma il
caro Comboni è stato un buon esempio di
assiduo impegno di donazione e consacrazione
pastorale senza risparmi di energie e di
lavoro. Auguri, monsignore!
La settimana è segnata
dall’incontro con i superiori di comunitá
della provincia. Un tempo opportuno per
condividere le inquietudini e le speranze
che caratterizzano il nostro servizio
missionario. Alla luce della riflessione
comboniana continentale “Sentinella, cosa
vedi nella notte” rivediamo e cerchiamo
di cogliere i segni dei tempi. Sembra che le
“notti” che attanagliano il mondo siano
molte e a volte cambiare, trasformare e
riconfermare il nostro impegno per i piú
“abbandonati e oppressi” richieda una
conferma reale dell’opzione preferenziale.
Siamo pochi e il lavoro è molto, ma
l’amore non ha limiti se abbiamo il
coraggio di inserirci nella storia del
popolo al quale siamo inviati.
“Sentinella, quanto manca al
mattino?”… a volte sembra che questa
lunga notte non finisca mai… come la notte
della piccola Miriam terrorizzata del
possibile ritorno del suo aggressore.
“Sentinella, quanto manca al mattino?”. A
quel mattino di pace che desidereremmo, ma
che, a quanto pare, nonostante il
mondo si sia fermato per rispettare la morte
del papa, il mercato delle armi continua
instancabilmente il suo percorso. Nel “Il
Sole 24 Ore del 6 d’aprile si legge la “La
relazione della Presidenza del consiglio al
Parlamento”: nel 2004 in crescita del
16% le esportazioni autorizzate di armi a
circa 1,49 miliardi di euro, rispetto a 1,28
miliardi del 2003. Tra i Paesi destinatari
delle esportazioni autorizzate, al primo
posto la Gran Bretagna con il 15,5% del
valore ( 231 milioni), seguita da Norvegia
(13,4%) e Polonia (8,9%). Gli Usa sono al
quinto posto ( 6,5%) con poco più della
Malesia ( 5 per cento). Nel documento si
sottolinea inoltre che «tra le iniziative
che sono state sviluppate nel 2004 e
perfezionate a inizio 2005, tre riguardano
il gruppo Finmeccanica e possono definirsi
cruciali per il futuro dell'industria
italiana dell'aerospazio e della difesa:
l'accordo con Bae Systems nel settore
dell'elettronica per la difesa che
consentirà a Finmeccanica di divenire il
sesto gruppo al mondo in questo settore, la
costituzione di due joint venture nel
settore aerospaziale tra Alcatel e
Finmeccanica che ha determinato la creazione
del primo gruppo spaziale in Europa e
l'assegnazione della gara per la fornitura
da parte di Agusta Westland dell'elicottero
utilizzato dal Presidente degli Stati Uniti»
(per aggiornamenti consulta
www.disarmo.org ).
“Sentinella, quanto manca al
mattino?”. Per me è giunto il tempo di
cambiare rotta e partire per Santiago de
Chile. Resta la domanda aperta… e
sicuramente nelle prossime settimane il
cuore è chiamato a saper ascoltare e amare
con particolare attenzione.
XIV settimana
“Solo per oggi cercheró
di vivere alla giornata, senza voler
risolvere il problema della mia vita in una
volta sola; non criticheró nessuno;
non alzeró la voce; saró
felice nella certezza che sono stato creato
per essere felice non solo nell’altro mondo,
ma anche in questo; mi adatteró alle
circostanze, senza pretendere che le
circostanze si adattino tutte ai miei
desideri; compiró una buona azione e
non lo diró a nessuno; mi faró un programma:
forse non lo seguiró a puntino, ma lo faró.
E mi guarderó dai due malanni: la fretta e
l’indecisione; non avró timori. I
particolare non avró paura di godere di ció
che è bello e di credere alla bontá; posso
ben fare, per dodici ore, ció che mi
sgomenterebbe se pensassi di doverlo fare
per tutta la vita! “Basta a ciascun giorno
il suo affanno” –
papa Giovanni XXIII°
15 Aprile ore 24.00 (ora
cilena). Esco dall’aeroporto e inizia una
nuova tappa, una nuova comunitá, un nuovo
cammino con un popolo. La data del mio
arrivo coincide con il ricordo della morte
di p. Antonio Vignato (nato a
Gambellara – VI il 1878-1954) missionario in
Sudan meridionale e in Uganda. Nel VI°
Capitolo generale della Congregazione del
1937, venne eletto Superiore Generale. Mandò
i missionari in Inghilterra, in Mozambico e
in Eritrea, aprì le case di Firenze, di
Napoli, di Pesaro, di Como, di Bologna. Un
campione della metodologia missionaria
attingendo dall'esperienza sua, dei
missionari del proprio Istituto e di altri
istituti che operavano in Africa. Insistette
sull'importanza dello studio della lingua
dei diversi popoli, sulla
comprensione delle culture locali,
sull'attenzione alle persone.
E’ bello cercare di leggere il
significato degli eventi storici, è come
cercare la continuità o la prolungazione
della storia. Ma la piú bella sorpresa è
stata incontrare una lettera dell’amico
Russo Gaspare che vive in uno dei
“conventi di clausura forzata” che la
carovana della pace dell’anno scorso ha
potuto visitare: la casa circondariale
“Sant’Anna” di Modena. È bello sapere che la
libertá precede i luoghi e i tempi, e ancor
piú umano sapere che gli amici stanno
camminando nel prezioso cammino di
riscoperta della propria umanitá. È
l’augurio che faccio a Gaspare, in attesa di
poterlo incontrare o qui o lá… ma l’amicizia
non ha confini.
La notizia del nuovo papa ci
trova fisicamente presenti nella casa
parroquiale di Renca. La gente si ferma
davanti ai negozi di televisori per vedere
in diretta l’evento; sessioni di governo
vengono interrotte, la gente applaude e
piange emozionata… ancora una volta tutto il
mondo è concentrato sulla finestra centrale
del Vaticano. Valanghe di commenti intasano
gli email con commenti pro o contro e tra i
tanti che ho ricevuto mi piace proponevi il
commento sulla Teologia della Liberazione di
un noto padre gesuita, p.Chamberlain,
che attualmente lavora in Perú.
“Molto spesso, nel fare il riassunto del
lungo pontificato di Giovanni Paolo II°, si
è citata la Teologia della Liberazione. In
Perú, come in molti altri paesi del mondo,
questa teologia è legata al nome di p.Gustavo
Gutiérrez. Si sono sentite, ultimamente
sufficienti inesattezze. Un giornale locale
di Lima, riporta il dialogo che il Papa ebbe
con un giornalista nel suo viaggio al Perú
nel 1985. Alla domanda esplicita sulla
Teologia della Liberazione, Giovanni Paolo
II° avrebbe risposto che “non gli piaceva la
Teologia della Liberazione perché il Vangelo
è sufficiente come scritto liberatore”. La
conversazione venne registrata e dopo 20
anni si presenta come dichiarazione in
esclusiva. É interessante, a mio semplice
parere, come un parere personale condiviso
in un viaggio d’aereo e chissà accompagnato
pure da un caldo caffè, possa diventare ed
essere considerato magistero della Chiesa.
Eppure la tertullia o “il chiacchiericcio da
salotto” è diventata opinione e convinzione
per molti. Benedetta ignoranza! Altri
commenti si riferiscono alla condanna della
Teologia della Liberazione, peró non
specificano né quando né in quale documento
sia stata dichiarata. La veritá è che la
Teologia della Liberazione non è mai stata
condannata. È viva e vegeta, gode di buona
salute ed è un contributo alla Chiesa e al
mondo. Ci sono state due Istruzioni
(documenti) del Vaticano sulla Teologia
della Liberazione. Il primo richiamava sulle
possibili deviazioni, come se la teologia
della Liberazione incontrasse la sua fonte
di liberazione, non nel Vangelo, ma nei
“catechismi” dell’Unione Sovietica; peró il
primo documento annunciava il secondo sullo
stesso tema, che risaltó gli aspetti
positivi di questa teologia. Coloro che
commentano che la teologia della iberazione
è stata condannata, han letto questi
documenti? Si sono accorti di ció che
dichiaró Giovanni Paolo II° l’anno
successivo nel suo viaggio in Brasile, ossia
di come la teologia fosse necessaria e
opportuna? Per ultimo qualcuno dice che p.Gustavo
è stato relegato al silenzio forzato. La
veritá é che p.Gustavo continua a parlare e
con ritmo vertiginoso. L’anno scorso diede
una conferenza magistrale nell’Alma Mater di
Chicago; successivamente ha ricevuto il
premio di Principe de Asturias, poi quello
di Saint Andrews (Scozia), di Buenos Aires e
di Notre Dame in USA e attualmente insegna
anche all’Angelicum di Roma. Coloro che
dichiarano del presunto silenzio forzato di
p.Gustavo sono coloro che desidererebbero
che il padre si pronunciasse continuamente
sui pettegolezzi di partitismo o
“chiacchiericcio ecclesiastico”. Ma non è
proprio il suo stile visto che desidera una
Chiesa fedele alla causa del Vangelo e
capace di confermare la sua opzione
preferenziale per i poveri di questo mondo.
E in questa opzione continua oggi. Chi ha
orecchi per intendere intenda!”.
Il commento di p.Chamberlain fa
capire come dal Sudamerica le attese e le
analisi sono diverse e frutto di un cammino
storico che non si puó semplicemente
nascondere con analisi superficiali. Siamo
in una passaggio delicato e allo stesso
tempo la Chiesa dei poveri non si è mai
fermata. Attediamo, come dice il teologo
Küng, i 100 giorni necessari per capire
verso dove la forza dello Spirito ci
spingerá a impegnarci con maggior intensità
e passione. E la bella sorpresa fu quella di
riunirmi con il gruppo dei 20 ministri
straordinari dell’eucarestia: un gruppo di
papá e di mamme che con il loro servizio
prolungano e costruiscono il corpo di Cristo
in questo mondo. La chiesa ministeriale ha
una vitalitá e giovinezza invidiabile… l’ho
sentito come un caloroso BENVENUTO a
Santiago.
XV
settimana
Santiago si è trasformata in una
megalopoli con piú di 5,2 milioni di
abitanti (un terzo del Chile).
Geograficamente situata in una vallata, la
cittá occupa 9.300 kmq. Con un serio
problema di mancanza di lavoro, un terzo
della popolazione vive nella povertá.
Santiago si è convertita in una cittá
eterogenea e “diversa”, sono arrivati molti
“stranieri”: 50.000 peruviani oltre ai molti
ecuatoriani, colombiani, cubani, argentini,
zingari della Romania, africani e senza
calcolare la presenza storica degli europei
in particolare spagnoli, italiani e
tedeschi.
Nelle linee pastorali dell’archidiocesi di
Santiago, “Evangelizziamo il cuore della
Grande Cittá”, emergono alcune sfide
decisive:
“Siamo una società che lavora
e che, nonostante gli sforzi e gli obiettivi
realizzati, deve lavorare con maggior
decisione e coraggio per creare strutture
che incorporino amabilmente e senza
discriminazioni tutti gli abitanti di questa
terra e a coloro che arrivano chiedendo di
essere accolti; viviamo in una societá
desiderosa di crescere per aprire nuovi
cammini in America Latina; tutto ció avrá
significato solo se riusciremo a consolidare
un paese pi´solidale che superi le minacce
dell’individualismo, al corruzione, la
discriminazione o l’indifferenza; viviamo in
una societá vertiginosamente entusiasmata
dalle nuove tecniche di comunicazione, ma ci
farebbe molto bene recuperare la memoria
storica dei nostri nonni capaci di
“prendersi il tempo” per migliorare i
rapporti di amicizia, relazioni piú profonde
e il tempo per contemplare; siamo una
societá che a volte è inospitale e molti dei
suoi abitanti sono caduti nell’uso della
droga e hanno aperto la loro mentalità al
consumismo… Ma nonostante tutto crediamo
nella Speranza che la luce di Gesú possa
orientare cammini di autentica umanitá”.
La descrizione presentata l’ho
potuta vivere osservando le persone che
camminano per le strade della nuova
parrocchia “Maria Misionera de Renca”.
C’è un mondo di colori etnici e di disagio
sociale che si mescolano: giovani fumati
dalla droga che occupano gli angoli dei
crocicchi stradali, madri “precoci” che con
ritmo frenetico cercano di guadagnarsi
qualcosa vendendo il riclicato trovato per
strada, tra i rifiuti o vestiti usati; un
mondo formato da un sub-mondo di mentalità
delle varie zone del paese, di lotta per la
sopravvivenza e di sofferenza ristretta nei
pochi metri quadrati di un piccolo
appartamento definito “casa” che almeno
protegge dal freddo che qui non perdona. È
la storia di Jakline e dei suoi 4 figli che
sacappano dalla violenza di un padre
trasformato in uomo violento e malato; la
storia di Paula di origine Mapuche e dei
suoi 7 figli che dormono per terra e stretti
per riscaldarsi; la storia di Mario
inchiodato al letto e che riconoscendo il
sacerdote si fa un segno di croce e
incomincia a pregare… “Dios te salve Maria…”
(Ave Maria). Tutti questi volti li ritrovo
mentre con p.Nelson facciamo una rilettura
storica del popolo Mapuche attraverso la
mostra “Lacrime di luna”. È una
popolazione che ha resistito molto alla
colonizzazione e all’usurpazione straniera
per difendere le proprie tradizioni. La
cosmovisione Mapuche ruota attorno alla
notte. La luna è la madre e la donna è la
portatrice dei segreti ancestrali
rappresentati dalle collane d’argento (color
della luna) e dal vestito nero (il segreto
della notte, dell’oscuritá); mentre l’uomo è
rappresentato dai colori biano-rosso del
giorno e dall’oro (il calore del sole). La
vita umana si sprigiona dall’incontro della
luna con il sole e da qui nasce la vita e la
continuità dei segreti famigliari trasmessi
nei silenziosi balli della notte e nei
monili in argento che rappresentano la
memoria. “Sentinella, quanto manca al
mattino?”… Quanta ricchezza culturale e
che profonda capacitá di saper leggere e
attendere il ciclo della natura… mi
ricordava un famoso albero al quale solevo
tornare come momento di riposo per “saper
guardare lontano”.. quella bellissima
betulla che rifletteva di giorno i colori
caldi del sole e di notte il luccichio
argentato della luna. Tutto torna e tutto si
incontra…
XVI
settimana
Ci attende una settimana
intensa. Oltre alle varie visite agli
ammalati e famiglie in situazione di
indigenza, entriamo in punta dei piedi nel
ritmo della parroquia. Una moltitudine di
attivitá e di servizi che continuano
indipendentemente della presenza di un
sacerdote. Per il momento è presente p.
Jesús, spagnolo, che fa le veci di vicario
amministratore fino al 3 luglio (giorno
della consegna ufficiale della parrocchia).
C’è una ricchezza profonda di motivazione e
di semplicitá nelle persone che accompagnano
il cammino delle 4 piccole comunitá:
Cristo Resucitado, Maria Misionera,
San José e Nuestra Señora del
Carmen e la recente zona Tucapel
Jiménez II°. Si sente il desiderio di
costruire, di impegnarsi e di trovare
alternative a certe situazioni di estrema
difficoltà. Ascolto e mi piace vedere
come Carlos, il diacono permanente padre di
5 figli, anima il cammino dei coordinatori,
condivide la sua esperienza di diacono e di
padre con le nuove coppie di giovani sposi
ai quali amministrerá il sacramento del
matrimonio, come si emoziona mentre parla
della sua storia d’amore e di impegno… in
questo sub-mondo, il seme di Gesú sta
crescendo e sta rigenerando vite. Noi,
assetati di ascolto e di docilità allo
Spirito (che ci permette di vivere questo
momento come dono e grazia), ci diamo da
fare anche per risistemare la casa
parrocchiale. I lavori richiederanno un po’
di tempo, ma l’idea è di essere semplice
porta di ascolto, speranza e condivisione.
Una casa aperta e finalmente… al piano
terra. È bastato poco per rendersene conto:
ogni 20 minuti il campanello suona: ragazzi
drogati che hanno fame; famiglie che non ce
la fanno; la vicina che si sente sola e cha
ha voglia di fare due chiacchiere; la
nonnina che racconta la sofferenza di suo
marito; ex alcolisti che vendono oggetti
fabbricati con le proprie mani per mangiare
qualcosa… resisterá il cuore? Sará aperto
sufficientemente il cuore per essere sempre
accogliente e teneramente amico? Riusciremo
a trovare insieme alla comunitá parroquiale
una soluzione capace di dare dignitá,
accoglienza, sostegno e resurrezione?
“Sentinella, quando manca al mattino?”…
XVII settimana
“Vogliamo compiere la missione del Chile,
ci sacrificheremo per questo. I nostri Padri
ci donarono una Patria libera, a noi tocca
renderla grande, bella umana, fraterna. Se
loro furono grandi nel campo di battaglia, a
noi tocca esserlo nello sforzo costruttore”
- (p.Alberto
Hurtado, 1948)
In questo sforzo vedo la vita
del signor Mario… il Padre l’ha chiamato a
se con serenitá dopo molti mesi di
sofferenza. Ogni giorno è unico e intenso e
senza rendercene conto per alcuni la vita
“finisce” per essere continuata nella
contemplazione del volto del Padre. La vita
della zona periferica è oppressiva e
caotica. Veramente sembra di cogliere il
ritmo di Babele: carrettini cigolanti che si
incamminano per i mercati popolari, studenti
uniformati che corrono per giungere puntuali
a lezione, gente che cerca tra l’immondizia…
famiglie che camminano. La parrocchia non è
molto amplia (2Km per 1) e vi sono
concentrati piú di 40.000 persone. Una zona
che con il passare degli anni è cresciuta ed
in particolare dopo il terremoto del 1985.
Ci siamo incontrati con suor Carolina, di
origine tedesca, che fu una delle prime
religiose che 30 anni fa inizió ad
accompagnare queste zone… si impegnó a
formare le piccole comunitá ecclesiali di
base e soprattutto a dare casa ai senza
casa. Cosí inizió la costruzione di piú di
150 case per le famiglie bisognose. Abbiamo
passato un pomeriggio con lei… instancabile
nel raccontare tutti i dettagli del
percorso. Mi ricorda la forza di
Ester e la tenacia insistente di Rut: “Non
insistere con me perché ti abbandoni e torni
indietro senza di te; perché dove andrai tu
andró anch’io; dove ti fermerai mi fermeró;
il tuo popolo sará il mio e il tuo Dio sará
il mio. Dove morirai tu moriró anch’io e vi
saró sepolta” (1,16-17)
XVIII
settimana
“Sentinella, s’avvicina l’aurora.
Gioiamo!”.
In questa settimana che ci
prepara alla Pentecoste, siamo accompagnati
da molti “angeli custodi”. Sono i
coordinatori delle comunitá che ci
consigliano, condividono le loro
inquietudini, aprono la nostra mente ai veri
bisogni della parrocchia… e il lavoro che ci
attende sará molto e molte situazioni
richiederanno non solo cautela, ma anche
attenzione e misericordia per ridare lo
spirito comunitario e un’opportunitá
propositiva a coloro che hanno perso la
fiducia nel lavoro degli altri o hanno
approfittato della situazione per sbarcare
la giornata. Ma ogni giorno la sua pena. Uno
degli “angeli” che ha bussato alla nostra
casa è Gladis. Cinque anni fa suo
marito l’ha lasciata. Ora vive con i sette
figli di cui il maggiore è giá sposato con
prole. Era da due giorni che non mangiavano…
l’unico “alimento” era una ‘buona’ – cosí mi
disse - tazza di thé. Il piccolo Javier è
anemico (ha 10 anni e pesa 19 kg) e la
sorella maggiore, Carolina, soffre spesso di
svenimenti (sará la fame?) oltre ad essere
sottoalimentata per i suoi 18 anni… “Mi
piacerebbe studiare infermeria – mi dice
arrossendo – perché potrei aiutare gli altri
a guarire”. Il motivo per cui han bussato
alla nostra porta è per l’acqua. Non han
potuto pagarla e quindi gliel’hanno
tagliata. La sua pensione sociale mensile è
di 67 dollari… ed è dura passare la
giornata. Si aspetta la sera, cosí la notte
toglie i crampi della fame. “Sentinella,
quanto manca al mattino?”. Siamo andati
a fare la spesa, almeno qualcosa da mangiare
c’é.. ma ora ci attende il compito di
incontrare come comunitá cristiana il modo
concreto per dare dignitá a queste
situazione estreme… un compito non facile
quello consegnatoci da San Daniele Comboni:
“Salvare Africa con Africa”, ma piú
che necessario visto che non possiamo
celebrare degnamente l’eucarestia (il pane
che si fa corpo di Gesú) se non viviamo l’eucarestia
del povero. Ancora una domanda assilla il
mio cuore mentre in nottata ritorno alla
casa del ‘centro’ dove attualmente vivo…
resistirá il cuore a non chiudersi alla
caritá? Saremo capaci di assumere il
processo di liberazione costruttiva capace
di dare l’opportunitá di rialzarsi a coloro
che sono schiacciati dal “fango”
dell’indigenza? “Sentinella, quando manca
al mattino?”
Una luce all’orizzonte illumina
il cammino e l’aurora, nonostante cercheremo
di forzarla, giá avanza. Celebreremo la
vigilia di pentecoste tutta la notte con 100
giovani della parrocchia. Moisés,
l’assessore della pastorale giovane, ha un
carisma particolare e una capacitá di
speranza bellissima. Sará una notte di
gioia, di canti e di riflessione attorno al
tema: “Giovane, assumi il tuo impegno
sociale come cristiano con la forza dello
Spirito”. Nella nottata si svilupperanno i
temi di analisi della realtà,
opzione personale a Cristo e ascolto
del testimone p. Alberto Hurtado
sacerdote gesuita (1901-1952). Fu una delle
figure più rappresentative della Chiesa
cattolica del Cile che dovrebbe essere
canonizzato il 23 ottobre prossimo, se Papa
Benedetto XVI confermerà quella data.
Giovane avvocato, decise di entrare nella
Compagnia di Gesù. Si formò in Argentina,
Spagna e Belgio. Si laureò in Pedagogia e
Psicologia. Ordinato sacerdote tornò in
Cile, dedicandosi all’apostolato tra i
giovani e all’insegnamento. Fu anche
assistente dell’Azione Cattolica. Si dedicò
soprattutto al servizio degli emarginati
della società e fondò “El Hogar de Cristo”
(“La Casa di Cristo”) per aiutare i poveri
senza tetto e la ASICH. Padre Hurtado è
stato beatificato da Giovanni Paolo II nel
1994. Fino ad ora, la sua memoria si celebra
il 18 agosto, giornata Nazionale della
Solidarietà in Cile, come riconoscimento
della sua opera e del suo esempio.
[Per
ulteriori informazioni:
www.canonizacion.cl]
E cosí camminando con
il popolo di Dio costruiamo il passaggio da
Babele a Pentecoste: l’utopia della cittá
umanizzata che celebra l avita in abbondanza
di tutti!
Un forte abbraccio p.moisés
Misioneros
Combonianos -
Calle
Compañia, 2229 - casilla 25010 c.25 –
SANTIAGO – Chile - Tel. 0056 – 2 – 67.25.792
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