Canto d’inizio
Preghiamo:
“Noi non comprendiamo più nulla, noi non
sappiamo cosa ci
giovi e ci salvi; abbiamo perso perfino la nozione di bene e di male,
di quanto può essere utile alla nostra pace e alla nostra
salute. Donaci la grazia di tornare ad essere disposti e docili al
tuo disegno e la ragione finalmente sia placata, soddisfatta da
questa infallibile certezza che Tu, e Tu soltanto, sai quanto ci
conviene per non fallire nella nostra irripetibile e singolare
esistenza. Non è passività la nostra e nemmeno
quietismo: è la riduzione attiva di tutto il nostro essere
alla tua azione; e queste parole del tuo Figlio e salvatore nostro ci
rendano concreti ed efficienti, diano esse senso e figura alla nostra
stessa disponibilità di creature libere.” (p. David Maria
Turoldo, dal libro Pregare)
Acclamazione alla Parola.
Dal libro del profeta Geremia
Mi fu rivolta la parola del Signore: «Prima di
formarti
nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce, ti
avevo consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni».
Risposi: «Ahimè, Signore
Dio, ecco,
io non so parlare, perchè sono giovane».
Ma il Signore mi disse: «Non
dire: Sono
giovane, ma va’ da coloro a cui ti manderò. Non temerli,
perchè io sono con te per proteggerti».
Il Signore stese la mano, mi
toccò la
bocca e il Signore mi disse: «Ecco, ti metto le mie parole
sulla bocca.
Ecco, oggi ti costituisco sopra i
popoli e sopra
i regni per sradicare e demolire, per distruggere e abbattere, per
edificare e piantare».
Testimonianza
Suor Wiborada Duft, missionaria europea
nel
Transkei, Sudafrica nella seconda metà degli anni settanta, si
trova sotto il “fuoco incrociato” dei bianchi e dei neri
nella
lotta di questi ultimi contro l’apartheid.
Anche se già esisteva la
segregazione e la
discriminazione razziale, il governo imposto dalla minoranza europea
(di razza bianca) adottò la discriminazione come propria
politica ufficiale solo nel 1948.
A partire da quella data furono
approvate leggi che
controllavano ogni aspetto della vita. Era proibito sposarsi con una
persona di razza diversa dalla propria, scegliere dove abitare,
viaggiare dove si desiderava.
Ai bianchi, il 14% della popolazione, fu
assegnato l'87% della terra - la parte migliore e più fertile.
Essi
godevano di un livello di vita fra i più alti nel mondo,
perché il Sudafrica è un paese ricco di miniere d'oro e
di diamanti, e i Neri (i non-bianchi) erano costretti a servire i
bianchi.
Dobbiamo fare memoria del massacro di
Sharpeville
del 1960, in cui vengono uccisi 56 africani:
“Il sole invernale si è
appena alzato
dietro le montagne spoglie. La nostra residenza missionaria è
deserta, immersa in un silenzio inquietante. Gli alunni della scuola
secondaria sono in vacanza presso le loro famiglie a Soweto,
Guguleto, Uitenhagen, Langa, nelle periferie semidistrutte delle
grandi città. Perchè i missionari tengono duro e non
vanno a respirare arie più sane nei loro paesi d’origine?
In tempi di decisioni radicali, noi ci sentiamo tutti solidali con
loro, nonostante il crescente astio verso la gente dalla pelle
bianca. Possiamo noi rifugiarci in un’esistenza più
sicura,
anche se per aver scelto coscientemente il Vangelo, siamo tacciati di
follia o di sovversione? La situazione è grave.
Le nostre suore sono spesso costrette
a
difendersi dalle grandinate di sassi o dai gas lacrimogeni. Oggi non
possiamo più permettere che ci identifichino con i
colonizzatori del passato o con l’attuale governo minoritario dei
bianchi. Un giorno un giovanotto nero mi ha obiettato durante la
lezione di religione:” sorella, io non riesco più a
pregare
un Dio il cui Figlio si è fatto uomo con la pelle bianca”.
Sono più che convinta che Dio non vuole più le nostre
grandi opere del passato, ma la nostra disponibilità al
servizio, la nostra solidarietà con la gente di tutte le
razze.
A questa povera gente che vive nei
villaggi
distrutti noi dobbiamo offrire, oggi, la gioia e la speranza della
Pasqua.
La nostra vita quotidiana si fa sempre più
difficile, ma
ora noi ci sentiamo più libere per l’unica cosa
necessaria:
una vita cristianamente vissuta e l’annuncio della Buona
Notizia”.
Silenzio e condivisione
Spunti per la
riflessione:
-
Geremia sperimenta l’amore e
la grazia di Dio, che lo raggiungono prima ancora della nascita e gli
propongono la via che è chiamato a seguire.
Ti accorgi
e sai
accogliere questo amore profondo e gratuito?
-
Davanti alla chiamata di Dio,
Geremia mostra paura, poiché si sente inadeguato. Dio
però lo rassicura: “Io sarò con te”.
Ti fidi di
un Dio che ha
un sogno grande per te, che trasforma le tue difficoltà, paure
e resistenze?
-
P. Turoldo e sr. Wiborada
interpretano l’affidamento alla volontà-progetto di Dio
come espressione della loro piena libertà.
Tu che
libertà
cerchi?
Quanto sei
disposto a
condividerla?
Preghiera
Oh! Signore, fa di me uno strumento
della tua pace:
dove è odio, fa ch'io porti amore,
dove è
offesa, ch'io porti il perdono,
dove è discordia, ch'io
porti la fede,
dove è l'errore, ch'io porti la Verità,
dove
è la disperazione, ch'io porti la speranza.
Dove è tristezza, ch'io porti la
gioia,
dove
sono le tenebre, ch'io porti la luce.
Oh! Maestro, fa che io non cerchi tanto:
Ad
essere compreso, quanto a comprendere.
Ad essere amato, quanto ad
amare
Poichè:
Sì è: Dando, che si
riceve:
Perdonando che si è perdonati;
Morendo che si risuscita
a Vita Eterna.
Amen.
(S. Francesco
d'Assisi)
Canto finale
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