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Mc 15, 40 - 16, 18: Contemplare la croce "davanti"... "dietro" e "ai lati" ... in pienezza!

Gim Padova (marzo 2003)

CONTEMPLARE LA CROCE 

“DAVANTI”…

“ DIETRO” E “ AI LATI”…

IN PIENEZZA!

Catechesi del II Gim Padova-marzo 2003

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Leggiamo il brano scelto Mc 15, 40 – 16, 18...

 

 ...C'erano anche alcune donne, che stavano ad osservare da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, 41che lo seguivano e servivano quando era ancora in Galilea, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.42Sopraggiunta ormai la sera, poiché era la Parascève, cioè la vigilia del sabato, 43Giuseppe d'Arimatéa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. 44Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, lo interrogò se fosse morto da tempo. 45Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. 46Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l'entrata del sepolcro. 47Intanto Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano ad osservare dove veniva deposto. 1Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù. 2Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole. 3Esse dicevano tra loro: "Chi ci rotolerà via il masso dall'ingresso del sepolcro?".4Ma, guardando, videro che il masso era già stato rotolato via, benché fosse molto grande. 5Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. 6Ma egli disse loro: "Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano deposto. 7Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto". 8Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro perché erano piene di timore e di spavento. E non dissero niente a nessuno, perché avevano paura.9Risuscitato al mattino nel primo giorno dopo il sabato, apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva cacciato sette demòni. 10Questa andò ad annunziarlo ai suoi seguaci che erano in lutto e in pianto. 11Ma essi, udito che era vivo ed era stato visto da lei, non vollero credere.

12Dopo ciò, apparve a due di loro sotto altro aspetto, mentre erano in cammino verso la campagna. 13Anch'essi ritornarono ad annunziarlo agli altri; ma neanche a loro vollero credere.14Alla fine apparve agli undici, mentre stavano a mensa, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risuscitato. 15Gesù disse loro: "Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. 16Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. 17E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, 18prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno"...

 

 

...ed ora cerchiamoa di comprendere insieme....

 

Alla morte di Gesù assistono, tra la folla, solo le donne del suo seguito, di tre di loro si fa il nome, ma il Vangelo dice “ molte altre…”

Chi erano queste donne?

Il testo ci dice con chiarezza che queste donne “ seguivano e servivano Gesù quando era ancora in Galilea”. Ciò significa che lo hanno accompagnato nel suo cammino e sono salite con lui a Gerusalemme. Esse erano con lui dall’inizio, la Galilea infatti è il luogo dell’inizio del ministero di Gesù. Lo avevano seguito, passo dopo passo, condividendo con lui le fatiche del viaggio, le sue scelte, le sue gioie e le sue sofferenze! Erano state con lui quando compiva prodigi… ma anche quando aveva incontrato il rifiuto! Stavano con lui!

Lo servivanoÂ… il servizio era ciò a cui la donna era chiamata a quel tempoÂ… ma qui indica anche che esse avevano capito che seguire Gesù significa diventare come lui che era venuto per servire e dare la vita per tutti! Il servire esprime amore concreto, non con parole, ma con i fatti e nella verità. Lo avevano seguito e servito e allora perché non chiamarle con il nome che si addice a chiunque agisce in questo modo? Sì,  erano discepole!

E proprio perché discepole erano “ salite con lui”… dove? Sul monte, quel monte stesso dove Gesù era salito e dal quale chiama: il Calvario.

In quanto discepole erano chiamate ad “ essere con lui” anche quando il cammino in salita  si stava facendo faticosoÂ… anche quando non capivano ciò che stava succedendo. Ci sono andate, non sono fuggite lasciandolo solo!

Le donne stavano lì… anche se lontane!

Chi è la donna?   La donna rappresenta   la verità  profonda   dellÂ’uomo    proprio   per le sue qualità “ deboli”. ( Il sesso debole) Ma sono queste sue qualità “ deboli” che la rendono simile a Dio: amore umile, accogliente, servizievole, premuroso, intuitivo, compassionevole, paziente, fecondo, maternoÂ…

Le cosiddette qualità “ forti” portano al fallimento dell’uomo! Infatti l’egoismo, l’orgoglio, il potere, il dominio, la durezza chiudono nella sterilità della solitudine!

Cosa stavano facendo le donne?

Erano lì, lontane dalla croce, non so se perché non era permesso loro di avvicinarsi, e credo sia ben possibile ciò, o se perché avevano paura di farloÂ… Erano lì ed osservavano. Osservavano, guardavano. Quindi non facevano niente di particolare secondo la nostra mentalità di oggi! Non producevano niente, guardavanoÂ… osservavano tutto ciò che stava succedendo. Ma non osservavano con gli occhi fisici, se fosse stato così, davanti a tanto orrore se ne sarebbero andate inorridite!  Osservavano con gli occhi del cuore, quegli occhi che ti muovono a compassione, che ti portano a compatire, a “ patire con” colui che soffre.

La compassione è la qualità del debole di cui spesso e sovente noi ci difendiamo con cura perché se essa è vera ti coinvolge nella situazione dell’altro! Non ci lascia mai indifferenti la compassione… ci fa sporcare le mani!

La compassione è quindi la forza più grande che esista perché supera qualsiasi soglia invalicabile, anche quella della solitudine: non abbandona l’amato neanche quando questo sembra immerso nell’impotenza della morte. Neanche quando sembra che tutto sia finito.

Lo sguardo porta le donne al Crocifisso, e lo stesso sguardo porta il Crocifisso nel loro cuore, lo imprime in loro. Lo sguardo fa entrare l’amato nell’amante! ( “ Guarderanno a colui che hanno trafitto”, “ Quando sarò innalzato da terra attirerò tutti a me”)

 

Guardando Gesù sulla croce esse sono entrate in empatia con lui in un modo completo e nuovo!

Osservano da lontano… Il cammino di queste donne è iniziato da lontano, ma il loro sguardo le ha portate sempre più vicino, fino a toccare il suo corpo… fino ad entrare poi nel suo stesso sepolcro.

Queste donne che avevano condiviso tanto con Gesù, contemplano Gesù crocifisso e si avvicinano a lui in una maniera nuova, più vera!

Infatti non se ne vanno! La sera è arrivata ed esse attendono… Che cosa?

 

Nel frattempo Giuseppe d’Arimatea trova il coraggio di andare da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. Ce n’è voluto di coraggio perché ciò significava esporsi pubblicamente!

Giuseppe d’Arimatea va a chiedere il corpo di Gesù! Si espone! Fino ad allora aveva incontrato Gesù di nascosto, la notte, perché lui era un membro autorevole del sinedrio e gli sarebbe costato caro se qualcuno fosse venuto a conoscenza che s’incontrava con Gesù. Inoltre Giuseppe faceva parte dello stesso sinedrio che aveva condannato Gesù! Forse lui avrebbe voluto salvarlo, ma non l’aveva fatto, perché? Paura di esporsi? Paura di fare la stessa fine di Gesù? Paura di essere tagliato fuori per sempre dalla sua vita al sinedrio? Perché? Forse anche lui si era sentito impotente davanti a ciò che stava succedendo quindi aveva rinunciato ad agire, a reagire!

Ma ora va e chiede il corpo! Viene spontaneo dire… bella cosa, interviene solo ora che è bello e morto! Ma non è mai troppo tardi, anche questo suo gesto fa parte del misterioso piano di Dio Padre!

Gli viene concesso, lo cala dalla croce, lo avvolge nel lenzuolo… lo toglie dagli occhi, dalla vista, lo nasconde! Si, nasconde quell’uomo che ha fatto una morte orribile… quel Volto sfigurato dal patire! Gesto di pietà? Gesto di rispetto? O tentativo di dimenticare ciò che è successo? Di nascondere la paura della morte che l’uomo porta dentro il suo cuore?

Lo depone in un sepolcro scavato nella roccia e fa rotolare davanti all’apertura un masso! Il masso è una gran pietra, molto grande, che sotto di sé racchiude il tutto!

Ecco, tutto è finito!!! Con quel masso davanti al sepolcro ora non c’è più nulla da guardare, da vedere. Quell’uomo che era passato tra la gente facendo del bene, che aveva consolato, accolto, amato… ora non c’è più! Tutto è finito! Ora che è deposto e chiuso nel sepolcro la vita può riprendere il suo corso normale.

Forse Giuseppe si sentiva apposto ora, almeno gli aveva dato una sepoltura dignitosa!

E i suoi discepoli dov’erano? Sono spariti… dal rinnegamento di Pietro non c’è più una parola riguardo a loro. Beh, non ci sono i discepoli, ma ci sono le discepole!

E’ interessante, ora che tutto è finito Maria di Magdala e l’altra Maria sono ancora lì, e stanno ad osservare dove veniva deposto! Non si sono mosse, hanno continuato a guardare. Erano così riempite di quel Crocifisso che non potevano staccare il loro sguardo da lui. Erano prese fino in fondo!

Non c’è Salome, la terza donna di cui il Vangelo indica il nome! Non c’è perché è andata a comprare gli oli aromatici prima che iniziasse il sabato! Nel loro cuore avevano già deciso che passato il sabato sarebbero subito ritornate da lui!

 

E così fanno! Prima avevano osservato, ora entrano in azione! Loro scopo è di compiere il rituale dei defunti… non era stato possibile farlo subito perché era l’inizio del sabato… ma era importante farlo! Non potevano lasciare il loro Signore così! Lo amano, è a loro caro e quindi al levar del sole partono con gli oli aromatici per onorare il suo corpo! E’ morto, vanno a cercare un morto. Tutto è finito, non resta loro che compiere quest’ultimo gesto di compassione verso Gesù che le aveva amate, stimate e aveva ridato loro dignità! E’ il loro modo di ringraziarlo, di dirgli il loro affetto.

Ci vanno decise, senza nemmeno pensare di chiamare qualcuno che potesse aiutarle a spostare il gran masso davanti all’entrata del sepolcro! E’ per via che si rendono conto che loro non hanno la forza di spostarlo! Ma invece di tornare indietro a chiamare qualcuno per aiutarle, continuano il loro cammino! Strano… ma è il modo di agire del cuore che ama veramente e sinceramente!

“ Chi ci rotolerà via il masso?” si chiedono, ma continuano il loro cammino! Con loro gran sorpresa il masso è già stato rotolato via… non esitano ad entrare nel sepolcro, vogliono vedere il loro Signore, piangerlo ed onorarne il suo corpo! Ma non trovano nessun morto! Vi è invece un giovane, seduto sulla destra, vestito di una veste bianca… cercano un morto e trovano un vivo! Chi è questo giovane?

Provano paura… perché? Credo che iniziano ad intuire, c’è una novità, e le novità fanno sempre un po’ paura all’inizio! Proprio per questo il giovane dice loro: “ Non abbiate paura”. La paura è la prima reazione della persona davanti a Dio, davanti alla novità di Dio perché ci si sente piccoli, poveri, indegni… e perché non si sa dove Dio ci porterà!!! Quante volte nella Bibbia viene ripetuto “ Non temere” all’uomo che s’incontra con la novità di Dio!

 

“ Voi cercate Gesù il Nazareno, il crocifisso. E’ risorto, non è qui.” E’ come se dicesse: “ Il Crocifisso è ora la nuova identità di Gesù il Nazareno che voi avete seguito fin qui! Ma non è rimasto alla Croce è andato oltre, non è qui, è risorto! Guardate, era deposto qui… il suo corpo non c’è più!”

Immaginiamoci queste donne che cercavano un morto, che piene di gioia davanti al masso rotolato via si sono precipitate nel sepolcro per compiere il rituale dei defunti… che non solo non trovano il corpo di Gesù, ma trovano un “ vivo” che annuncia loro che il Crocifisso Gesù è risorto!

E ricevono quest’annuncio nel sepolcro, dentro, immerse nel mistero! Iniziano ad intuire che la morte è stata sconfitta. L’assenza del corpo di Gesù è un’assenza inspiegabile… che mai avrebbe preso il corpo di un crocifisso, di uno morto in modo così ignobile? Le donne lo sanno bene che ciò non poteva succedere!!!

E questo giovane vestito di bianco va più lontano: “ Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto.” Cosa dice loro questo giovane vivente?

“ Non state qui cercare il Crocifisso morto, è risorto, andate a dirlo ai suoi, a Pietro, a coloro che lo hanno abbandonato e sono fuggiti per paura! Il Vivente vi precede in Galilea.” 
Come Gesù poteva precederli in Galilea da morto? E’ risorto, è il Vivente! E le donne questo lo afferrano per bene “ chi precede… cammina perciò è vivo!” Inoltre ha detto loro il nome di Pietro… chi parla sa bene cosa sta dicendo!

Ecco perché le donne uscite dal sepolcro fuggono via, sono piene di timore e spavento, si rendono conto di essere coinvolte in qualcosa, in una missione più grande di loro! Si rendono conto che sono delle inviate, delle testimoni di Dio! La donna non poteva essere testimone nella cultura ebraica. E qui, Il Crocifisso Risorto, il Vivente, le ha elette  sue testimoni! Si rendono conto che la Croce che hanno contemplato sul calvario porta alla Risurrezione, ma loro sono donne e non possono dirlo a voce alta senza rischiare di essere fraintese. Sarebbero prese per povere pazze e visionarie!

Scelgono di tacere, di non dire niente a nessuno, ciò che è stato loro annunciato è troppo grande per loro… si, grande come il masso che dovevano spostare per entrare nel sepolcro e che ora nella confusione – stupore si è richiuso su di loro. Questo è il masso dell’incredulità che ti blocca davanti alla novità di Dio! Il masso della paura che ti impedisce di lasciarti coinvolgere pienamente.

Ma passata la confusione iniziale Maria di Magdala va e annuncia ai suoi ciò che è successoÂ… ma essi erano in lutto e in pianto.  Piangevano un morto e avevano un masso ben grande sullÂ’entrata del loro cuore... il masso dellÂ’incredulità che impedisce di cogliere la novità di Dio anche nella Croce! Che impedisce di cogliere la VITA che sgorga dalla CROCE: fallimento di Dio!

Non credono a Maria di Magdala, non credono ai due discepoli che lo avevano incontrato sul loro cammino.

La Croce per loro era stata il fallimento completo di Gesù! Tutto era finito! Non dimentichiamo che erano fuggiti… e vi era anche questa vergogna da superare! Avevano abbandonato il loro maestro, lo avevano lasciato solo dopo avergli promesso fedeltà! No, era morto e non volevano saperne più, avevano sprecato tempo stando con lui… perché riaprire le ferite del passato?

Ma Gesù, il Crocifisso Risorto non si ferma davanti al masso della loro incredulità, va oltre… VIENE A LORO!

Viene e rida loro di nuovo fiducia, li rimette in piedi, da loro ogni potere… li libera dalla vergogna della loro infedeltà inviandoli a predicare il Vangelo ad ogni creatura!

Il fallimento dei discepoli non ha fatto venir meno l’amore e la fiducia che Gesù nutriva per loro! Proprio qui si rivela ancora con più forza l’amore totale e gratuito di Gesù… grazie a questo nuovo “ invio” dove Gesù pone tutta la sua missione nelle loro mani, i discepoli scoprono e capiscono che la croce è la sorgente di vita, di una vita che non verrà mai meno! Grazie a questo continuo donarsi a loro del Risorto essi colgono tutta la novità della CROCE, che da strumento di supplizio e castigo è diventata espressione più vera dell’amore infinito di Dio per l’umanità! Di questo Dio che si è fatto uno di noi e ha scelto di camminare sulle nostre strade facendosi mendicante del nostro amore e aiuto!

Qui, ora capiscono che la Croce non va sfuggita, ma va CONTEMPLATA ( ABBRACCIATA) davanti, dietro, ai lati… cioè nella sua completezza perché non è albero di morte ma di VITA PIENA…

Qui capiscono che sono chiamati a:

Seguire – servire – salire – stare – guardare – contemplare:  CROCE –  SEPOLCRO VUOTO perché il gran masso della loro incredulità lasci posto alla sorgente della VITA che è il CROCIFISSO RISORTOÂ…

Qui capiscono che sono chiamati a ricalcare le stesse orme di Cristo venuto a servirci per amore e in modo totalmente gratuito!

 

 

Non spaventarti quindi della croce,

non deviare il tuo percorso se la incrociÂ…

Il Risorto ti accompagna e

ti porterà tra le sue braccia spalancate

in ogni istante della tua vita...

A te non resta che

guardare la sua CroceÂ….

per agire nel tuo quotidiano,

nella storia di questo nostro mondo...

e il tutto con uno sguardo di compassione.

 

Contemplare la Croce significa

lasciarsi penetrare da lei

e assumere gli stessi sentimenti di Cristo.

Forse non ci hai mai pensato,

contemplare la Croce è:

avere lo sguardo di Cristo

avere la mente di Cristo,

avere il cuore di CristoÂ…

per essere “ Lui” lì dove sei

e là dove ti vuole,

perché coinvolti nel dolore dei fratelli

si costruisca un mondo nuovo e più vero!

Padova, 16  marzo  2003

 

 

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