"Ripartire
dopo i traumi della guerra" è un progetto del GIM
(Giovani Impegno Missionario).
ARRICCHIMENTO
RECIPROCO
Ogni
anno il percorso GIM prevede un progetto da
sostenere: la spiritualità della
condivisione fraterna ci spinge a portare con noi
nel cammino anche comunità e persone solo
apparentemente lontane.
Non si tratta solo di beneficenza, pur positiva ma parziale: è profonda solidarietà,
che porta a conoscere meglio la gente, ad amarla e
ad amare di più la nostra stessa vita, nel dono.
E così impareremo a:
-
mantenere gli orizzonti aperti sull'intera umanità;
- sentirci
in comunione concreta con chi vive grandi difficoltà;
-
farci provocare alla ricerca di nuovi
stili di vita, decisamente più sobri;
-
non ammuffire, non fossilizzare la preghiera solo sulle nostre problematiche;
-
sporcarci le mani;
-
comprendere cos’è veramente importante nella
vita di un essere umano;
IL PROGETTO
APPOGGIO
ALL’EDUCAZIONE DEI FIGLI DELLE VITTIME DELLA
GUERRA NEL NORD UGANDA
INTRODUZIONE
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L’Uganda
è un paese situato nella zona equatoriale
dell’Africa Orientale.
Secondo
l’ultimo censimento, realizzato nel 2002, conta 24
milioni di abitanti. Il 50% ha meno di 15 anni.
L’indice di sviluppo è nell’ordine del 0,489 (147°
posto). La speranza di vita si stima sui 45 anni e
l’indice di mortalità infantile del 91º%.
Durante l’epoca coloniale, l’Uganda fu protettorato britannico. Le
autorità britanniche utilizzarono un sistema di
governo indiretto, favorendo le etnie del sud su
quelle del nord, le quali si trovarono al margine di
tutto lo sviluppo e furono utilizzate soprattutto come
riserva per l’esercito e la polizia. Dopo
l’indipendenza nel 1962, il paese entrò in una
spirale di violenza politica, che causò
l’installarsi di un sistema di conquista del potere
politico per mezzo degli eserciti di provenienza
etnica. Dopo i regimi di Milton Obote (1966-1971 e poi
1980-1985) e di Idi Amin (1971-1979), entrambi del
nord del paese, l’attuale presidente Yoweri Museveni
conquistò il potere nel 1986 al termine di una guerra
di guerriglie che durò cinque anni. Il nuovo regime,
con base maggioritaria tra le etnie bantú del sud,
riuscì a stabilizzare il paese ed iniziare una fase
di crescita economica, risvegliando grandi speranze.
La politica di apertura nel tema del AIDS riuscì a
ridurre il tasso di infezione dal 20% al 6% attuali
LA
GUERRA DEL NORD
Senza
dubbio, ampie zone del nord del paese si son trovate
al margine della storia, particolarmente la regione
Acholi, dovuto alla guerra che incominciò
nell’agosto del 1986 e che continua ancora. Ciò che
cominciò come una ribellione, motivata dalla vendetta
e da un sentimento di emarginazione, è passato per
diverse fasi. A partire dal 1989 la guerriglia perse
l’appoggio tra la popolazione e fu al punto di
scomparire.
Dal 1993
il conflitto ha assunto una dimensione internazionale
con l’appogio al governo fondamentalista-islamico
del Sudan da parte dei ribelli acholi di Joseph Kony,
conosciuti come Lord’s Resistance Army (LRA),
rappresaglia per l’appoggio dell’esercito ugandese
(conosciuto come UPDF) ai ribelli sudanesi sudisti di
John Garang (SPLA). Da allora, l’LRA si è
contraddistinta per una crudeltà impensabile contro
la popolazione, particolarmente per il sequestro di
decine di migliaia di bambini per obbligarli a
combattere tra le loro fila.
Dal
1996, l’esercito (UPDF) ha adottato una politica di
raggruppamento della popolazione in campi di profughi.
Le cifre sono aumentate in modo galoppante: nel 1998 i
profughi erano 400.000. Nel marzo del 2002
l’esercito lanciò una dura operazione militare
(conosciuta come “Pugno di Ferro”) contro le basi
dell’LRA in Sudan, che riuscì solo a provocare una
rappresaglia dei ribelli su gran scala contro la
popolazione civile, entrando massicciamente nel nord
Uganda. In ottobre di quell’anno
la cifra dei profughi ha raggiunto gli 800.000, un anno dopo superò i due
milioni.
Nel
novembre del 2004, il coordinatore generale delle
Nazioni Unite per questioni umanitarie, Jan Egeland,
descrisse la situazione come “la crisi umanitaria più
grave e più dimenticata nel nostro mondo”.
Sebbene
il numero di profughi è diminuito di poco, fino a
stabilizzarsi a 1.700.000 (dati dell’UN-OCHA del
giugno 2005), la situazione continua ad essere
drammatica. Un recente studio del Governo
dell’Uganda dava la cifra di una media di mille
morti alla settimana in questi campi, dove la gente
vive ammucchiata in condizioni insalubri. C’è
oziosità, manca un’alimentazione adeguata e molte
volte le condizioni sono quasi di cattività, con
strette proibizioni di uscita dal campo a certe ore,
senza potersi allontanare più di uno o due
chilometri.
Pur
sapendo che in Uganda la percentuale di infezioni di
AIDS è diminuita, durante gli ultimi anni è
aumentato nel nord paese: si calcola del 14%.
DESCRIZIONE
DEL PROGETTO
Tra le
vittime più vulnerabili di questo conflitto ci sono i
bambini ed i giovani sequestrati da parte dell’ LRA.
Essi sono riusciti a scappare dopo vari anni in cui
furono obbligati
a realizzare atti di violenza contro la loro volontà.
Questi giovani (di entrambi i sessi, ritornano nelle
loro comunità, dove frequentemente s’imbattono nel
rifiuto dei loro familiari e senza prospettive di
futuro. Il dramma è ancor più grave per le ragazze
che sono state usate come schiave dei comandanti
guerriglieri e che solitamente ritornano con uno o più
piccoli figli. Le sfide che devono affrontare sono
enormi: senza mezzi economici, senza educazione, senza
una comunità dove reintegrarsi e con traumi profondi
da cui molto probabilmente non si recupereranno mai
del tutto.
La
nostra Commissione Giustizia e Pace della Arcidiocesi
di Gulu è un organismo della Chiesa che si dedica a
lavorare in temi di pace e diritti umani, aiuta due
gruppi di ex–guerriglieri (o antichi sequestrati), formati da loro
stessi per darsi appoggio reciproco. Fino ad oggi, il
nostro aiuto ha inciso in quattro aspetti principali:
- Piccoli
aiuti monetari a mamme giovani, per incominciare
qualche piccola attività. Preferiamo dare questi
aiuti non in forma di prestiti; poiché
l’esperienza ci dimostra che, date le enormi
necessità primarie, non è realista sperare che
lo possano restituire.
- Installazione
di una panetteria, che serva a loro per avere
qualche piccola entrata che suddividono tra i
membri.
- Organizzazione
di laboratori di risoluzione di problemi e terapie
per superare i traumi.
- Organizzazione
di laboratori sul tema della riconciliazione.
Alcuni di questi ex-guerriglieri, con l’aiuto
della nostra commissione, fanno piccole conferenze
di sensibilizzazione nei campi profughi.
- Appoggio
all’educazione infantile dei figli delle madri
(e padri) giovani. Il progetto presentato cerca
finanziamenti per questa attività.
La
maggior parte di questi giovani scappati dalla
guerriglia dell’ LRA ritornano con bambini piccoli
nati nella selva, nel seno del movimento ribelle. Dato
il rifiuto della comunità verso la guerriglia, in
molte occasioni questi bambini sono discriminati. I
loro genitori hanno pochi mezzi economici e ciò rende
molto difficile poterli mandare ad una scuola di
educazione infantile.
In
Uganda, l’educazione elementare è gratuita. È vero
però che le scuole di educazione infantile (per
bambini tra i 3 e i 6 anni) sono tutte private e
generalmente care per persone con pochi mezzi per
sopravvivere
La
Commissione Giustizia e Pace, come parte
dell’accordo di collaborazione che abbiamo con
questi gruppi di ex-ribelli, paga la scuola infantile
a tutti i loro bambini in età scolare di queste
caratteristiche.
Oltre
ad offrire un’opportunità a questi bambini affinché
ricevano un’educazione pre-scolare di qualità, le
loro madri hanno l’opportunità di avere la giornata
libera per poter accudire e realizzare studi, o
occuparsi i qualche piccola attività, generalmente
vendita nel mercato locale.
COSTO
DEL PROGETTO
Il numero
di bambini inclusi in questo progetto è di ottanta
(80).
Il
costo di ogni trimestre di educazione infantile è di
80.000 scellini (circa 40 euro); ovvero, il costo
annuale è di 120 euro per bambino.
Pertanto,
il costo totale per pagare la scuola infantile a tutti
i bambini inclusi nel progetto si aggira sui 9.600
euro. Aggiungendo alcune spese contingenti, il costo
totale del progetto durante un anno si situa sui
10.000 euro.
Il
personale della Commissione Giustizia e Pace si occupa
di realizzare il pagamento direttamente alle scuole
dove sono seguiti questi bambini e di conservare le
ricevute, dando una fotocopia delle stesse a gruppi di
ex-ribellli.
Chi
figura come titolare del progetto si fa responsabile
di:
- Notificare
immediatamente appena giunge il denaro al conto
bancario.
- Inviare
regolarmente le ricevute delle spese realizzate,
aggiornamenti sull’andamento del progetto e
fotografie dello stesso, con una memoria
dettagliata e controllata a fine anno.
Responsabile
del progetto:
José Carlos Rodríguez Soto, Segretario della
Commissione Giustizia e Pace della arcidiocesi di Gulu.
Per informazioni:
p.
Dàrio e fr. Claudio – GIM Padova
tel.
049 – 8751506
gimpadova@giovaniemissione.it
Per contributi:
c.c.p.
149351
intestato a:
Collegio
Missioni Africane - Via S. Giovanni di Verdara 139 -
Padova
oppure
Conto
corrente bancario (Banca Etica)
C/C
3210
CAB 12101 ABI
5018 CIN
W
intestato
a:
Collegio
Missioni Africane – Via S.G.
di Verdara, 139 – 35137 Padova
causale:
Progetto GIM
2005-'06 -
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