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Mi sento a casa

di sr. Anna Maria Melzani dal Congo

Mi sento a Casa

Lettera di Sr. Anna Maria Melzani

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TESTIMONI DELLA CARITA' PROVOCAZIONI DI P.ALEX 

 

 

Kinshasa, 19 gennaio 2004

Carissimi Mosè, Dario, Claudio e Gimmini,

il mio saluto di pace vi raggiunga tutti e ognuno in particolare, ovunque siete. Poichè la preghiera ha la capacità di accorciare le distanze, il mio saluto di pace vi raggiungerà ad una velocità supersonica. Il primo di voi che lo riceve è pregato di farlo rimbalzare, di riflesso, fino a Korogocho da Daniele che ricordo con affetto e simpatia. Ogni persona che è passata nella mia vita vi ha lasciato un segno, non posso dimenticare il bene ricevuto, fosse anche solo uno sguardo o un gesto di simpatia.

Chiedo scusa per il mio lungo silenzio, non eravamo d’accordo cosi, vero Mosè? Questi mesi sono stati molto intensi per me: riimmersione nella nuova realtà congolese, cosi diversa da quella che avevo lasciato più di sei anni fa. Riappropriazione della lingua che non avevo affatto dimenticato. Animazione missionaria in preparazione alla canonizzazione di Comboni. Visite e impegni con gli sfollati di guerra e altre attività, hanno assorbito gran parte del mio tempo.

Come mi sento? “Il cuore è come un albero, cresce bene solo nel luogo in cui si sente a casa”, dice De Mello... per questo mi sento a casa ! Contenta di essere arrivata nella “mia terra promessa”, quella che il Padre, nella sua bontà, mi aveva preparato da sempre.

Mi ritengo fortunata per essere tornata e non mi basterà tutto il resto della mia vita per ringraziare il Signore di questo grande dono. In questo contesto sento particolarmente rivolte a me le parole del Deut.8, 7-20... “Ricordati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto compiere in questi anni nel deserto... Ti ha dissetato e nutrito, guardati dal dire in cuor tuo, la mia forza e la potenza della mia mano mi ha acquistato queste ricchezze”. Gratuitamente ho ricevuto la vita come dono e gratuitamente la voglio donare, senza riserve, con gioia e totalmente.

Ho trovato una dura realtà da affrontare con rispetto, accoglienza, amore, umiltà, ascolto e soprattutto con misericordia e perdono. Una capacità di avvicinarsi alle persone in punta di piedi, camminare con loro, con delicatezza e rispetto per non far sanguinare maggiormente le profonde ferite che si portano dentro. Tutto questo richiede da parte nostra  la capacità di diminuire perchè altri crescano ed abbiano la vita piena. Comboni parlava della pietra nascosta...

Le conseguenze e le ferite di una lunga e interminabile guerra sono visibili ovunque, sui volti delle persone e nelle varie istituzioni. Malattie, fame, miseria, mancanza di lavoro, di istruzione, solo pochi fortunati possono studiare, come sono altrettanto pochi coloro che possono curarsi quando sono ammalati... la lista potrebbe continuare all’infinito.

In mezzo a questo scenario oscuro ci sono anche tante luci che brillano, tanti segni di vita e un forte desiderio di rinascita”. E’ importante purificare i nostri occhi e aguzzare la vista per contemplare l’aurora che sorge all’orizzonte.

A Kinshasa la situazione sembra tranquilla, almeno esternamente, anche se l’insicurezza è tanta e la tensione resta alta. Domani inizierà lo sciopero degli insegnanti. Non sono pagati da anni. La situazione è insostenibile. E’ una continua lotta per la sopravvivenza.

Anche i genitori  sono stanchi perchè oltre a dover pagare tutto per mandare a scuola i figli, devono anche pensare agli stipendi degli insegnanti se vogliono che la scuola continui. Tutto è sulle loro spalle. Purtroppo c’è chi non ha voglia di studiare ed è obbligato a farlo e chi vorrebbe studiare e non ne ha i mezzi necessari per farlo. Chi deve stare a dieta perchè mangia troppo e chi dovrebbe mangiare per stare in piedi e non ha cibo.

Anche la situazione degli sfollati non è certamente delle migliori. Lo stato non fa nulla per loro. Vivono un migliaio di persone in un enorme capannone. Era stato costruito per un grande allevamento di porci. Durante la guerra i maiali si sono “volatilizzati”... e nello stesso capannone vi hanno messo gli sfollati dalla guerra dell’Est Congo. Quando piove fa acqua da tutte le parti.

Con l’aiuto di una cooperazione italiana e di un gruppo di giovani svizzeri lo hanno sistemato un po’, ma rimane pur sempre un porcile! Dovrebbero tornare a casa loro, ma le autorità non hanno ancora aperto loro la strada per il ritorno. Questa situazione di sofferenza e di disagio è una grande sfida par noi e un invito ad essere persone di speranza, con vasti orizzonti e una grande capacità di coniugare il verbo “ricominciare” all’infinito e senza stancarsi; per dare alle persone la capacità di rifarsi sempre e comunque e per riuscire a cogliere i segni di speranza e la vita che sboccia in una realtà di morte. Non è una contraddizione, vita e morte convivono insieme.

Faccio mia la preghiera di S. Francesco: là dove la discordia aumenta che io costruisca l’unità. Là dove regna la tristezza che faccia cantare la gioia. Sulle strade della disperazione che io faccia fiorire la speranza.

Insieme invochiamo il dono della pace per il mondo, per l’Africa e anche per questo angolo di terra congolese già troppo impregnato di sangue innocente.

Il nuovo anno è da poco iniziato, anche se un po’ in ritardo auguro a tutti BUON ANNO 2004. “E’ venuto a visitarci dall’alto un sole che sorge... per guidare i nostri passi sulla via della pace”... Lasciamoci avvolgere e illuminare dalla sua luce e che il suo amore riscaldi la nostra realtà umana, piena di conflitti, di disuguaglianze, di violenze e di ingiustizie.

Ricordo tutti con tanto affatto e amicizia, riconoscente per quanto ho ricevuto da tutti. Chiedo una preghiera anche per me, perchè sia sempre seminatrice di speranza, costruttrice di pace, generatrice di vita. Un grazie sincero e un carissimo saluto a tutti voi. La vita è bella e vale la spesa di essere donata! Il Dio della pace e della gioia faccia fiorire pace, tenerezza e gioia sui vostri passi.

Ciao a tutti. Un caloroso abbraccio...caloroso in tutti i sensi. Qui fa molto caldo!

 

Sr. ANNA MARIA MELZANI

Sr. Anna Maria è nata a Bagolino in provincia di Brescia il 05/02/1944. Ha fatto la sua prima professione religiosa il 29/09/1967. E' stata due anni in Eritrea per motivi di studio e poi 21 anni in Zaire (ex Congo) interotti da due anni di studio a Roma per migliorare il suo servizio nella chiesa Zairese (catechesi missionaria). In Zaire ha svolto un'attività di pastorale: formazione dei catechisti e catecumenato. E' ritornata in Italia in seguito alla drammatica situazione dello Zaire nel natale 1996/97 e qui ha prestato un servizio di animazione e promozione vocazionale per circa 6 anni, in particolare era impegnata al Gim di Padova e Verona. Nel luglio '03 è tornata in Congo nella capitale Kinshasa.

Se vuoi scrivere a

Sr. Anna Maria:

Soeurs Comboniennes 

13 Rue, 67/A BP.724

LIMETE KINSHASA

(RDCOGNO)

 

 

Leggi le altre le lettere dal Congo

 

P. Matteo Merletto

- Il ritorno dal padre

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- Lettera alla gioventù italiana

P. Corrado

- Dall'Italia al Congo

 

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