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2 GIM Padova: Lasciati trasportare dall'amore

marzo 2004

2° GIM di Padova

 marzo 2004

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CANTO:


Morirò in   piedi

Come gli alberi.

Mi uccideranno in piedi.

Il sole come

Un testimone ufficiale,

sigillerà il mio corpo

unto due volte.

E i fiumi e il mare

Diventeranno il cammino

Di tutti i miei desideri,

mentre l'amato bosco

scuoterà di gioia

le sue chiome.

E io dirò le mie parole:

- Non mentivo gridandovi.

Dio dirà ai miei amici:

- Certifico

che ha vissuto con voi

aspettando

questo giorno.

All'improvviso, con la morte,

la mia vita si farà verità.

Finalmente avrò amato!


P.Casaldaliga

DAL VANGELO DI MARCO

Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Gesù disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». Poi, andato un pò innanzi, si gettò a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui quell'ora. E diceva: «Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu».

Pilato replicò: «Che farò dunque di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Ma Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Allora essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce. Condussero dunque Gesù al luogo del Gòlgota, che significa luogo del cranio, e gli offrirono vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.

Gesù, dando un forte grido, spirò.

Il velo del tempio si squarciò in due, dall'alto in basso.

Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: «Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!».

  C'erano anche alcune donne, che stavano ad osservare da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Joses, e Salome, che lo seguivano e servivano quando era ancora in Galilea, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.

PREGHIERA A IGNACIO ELLACURIA

Ellacu, ti spaccarono   la testa. La tua testa brizzolata rimase sull'erba. Rimase senza pensieri, come una stanza senza luce. I tuoi nemici ti odiavano e vollero distruggere la tua intelligenza, ti consideravano il cervello della sovversione dell'UCA e nella Chiesa: non sanno che le tue idee sono intatte e stanno lavorando in mille cuori dentro El Salvador e nel mondo intero.

Ellacu, fecero tacere la tua parola. Ti misero per bavaglio l'umida terra dell'alba. Troppe volte ti sentirono dalla Cattedra della Realtà Nazionale dell'UCA e dai notiziari della televisione.

La tua parola era incisiva e spietata contro l'ingiustizia. La tua parola strappava la maschera dei loro più sottili inganniÂ… Adesso, dal punto più alto della tua Università, come da un monte Calvario, continuerai a parlare con maggior forza. Forse ora potrai ottenere ciò che mai potesti in vita: la conversione dei tuoi nemici.

Perdonali perché veramente non sanno quello che fanno.

Ellacu, ti lasciarono bocconi. Sei disperato? Non vuoi più guardare le stelle di novembre? Eri davvero utopista: pensavi ad una terza forza, volevi il negoziato, tentasti troppe volte di essere mediatore, cercavi la pace in mezzo a questa tormenta di odio; dall'Università cercavi di aprire una strada diversa e per questo ascoltavi politici di tutte le parti, interrogavi gli ambasciatori, prestavi la cattedra ad accademici, accorrevi ad appuntamenti lontani.

Eri davvero utopista, ma un utopista che non incrociava mai le braccia. Eri disperato? Hai gettato la spugna? Â…Cominciamo a capire che il negoziato non è cedimento, che la critica ai rivoluzionari non è ostacolo alla liberazione, che i tuoi colloqui con il presidente non sono tradimento ai poveri. Adesso la tua utopia, adesso che non l'ai raggiunta comincia a illuminarci il cammino.

            Ellacu,ti lasciarono per sempre sdraiato vicino ai tuoi fratelli. Fosti il loro leader, li trascinasti fino alla morte. Lì hai i tuoi, sempre fedeli. Lì li hai docili ti seguono fino in fondo, disposti a non lasciarti mai, anche se a volte eri molto esigente da loro. Non sei morto solo: sei morto in comunità. I nemici non si sono sbagliati: tu non sei solo, sei con i tuoiÂ… senza di loro non sei nessuno.

Ellacu, ti rubarono il premio Comin; lo presero dalla tua camera, mentre altri ti massacravano. Dove sono questi 5.000 dollari? Il tuo maestro lo vendettero per 30 denari; per te pagarono di piùÂ…i lavoratori della finca di Opico sono rimasti senza casa. I tuoi nemici hanno rubato il premioÂ…

Ellacu, ti hanno colpito il cuore? Hai alcune ferite nella spalla. Qualcuna raggiunse il tuo cuore? Era difficile giungere al tuo cuore, a volte sembravi solo testa, sembravi solo giustizia senza misericordia. Ma, a modo tuo, eri tenero, eri affettuoso, avevi bisogno di sfogarti. Ti mancavano dei figli volevi pazzamente una discendenza; rimaneva in te un vuoto e un ombra ti accompagnava.

Ellacu, perché ti sei lasciato uccidere? Tanto intelligente come eri, non hai capito che la perquisizione di lunedì era un avvertimentoÂ…Confidasti nella ragione; non hai riconosciuto l'ora delle tenebre. Due volte, in altri anni, ti allontanasti da El Salvador, come il tuo maestro quando attraversava il Giordano; adesso, questa volta eri ritornato dall'Europa troppo euforico, colmo di piani e di progetti. Sei caduto nella trappola che da tempo stavano preparando0Â…o forse eri già pronto ad accettare la tua ora e a segnare con il sangue la tua parola.

Ellacu, non hai avuto paura nella tua ultima ora? Non sentisti la scarica di adrenalina quando dopo la mezzanotte, i colpi dell'arma da fuoco ruppero i vetri della finestra? Eri tremendamente sereno! Tuttavia ti vestisti, ti mettesti i sandali per non ferirti i piediÂ…

Ellacu, pregasti prima di morire? Ti vediamo quando celebravi la messa, sacerdote universitario; però ci è difficile immaginarti mentre chiedi aiuto. La tua ultima posizione è quella di Gesù nell'orto degli ulivi con il volto supino sulla terra, in segno di adorazione estrema. Ellacu, ricordati di noi adesso che sei nel REGNO; parla al Padre, usa la tua dialettica non mettervi sofismi, questi non valgono più, ormai. Digli   che ascolti i lamenti di questo popolo: il tuo migliore argomento, adesso, è il tuo sangue. Prima, qualcuno di noi, non ti credeva molto, dicevamo che parlavi dall'aria condizionata dell'UCA: adesso ti sei sporcato, ti sei ridotto come il tuo maestro, hai gettato le tue forze ed i resti del tuo orgoglio nella stessa terra di tutti. Tuo Padre, in questi momenti ascolterà la tua orazione sacerdotale (Gv.17).

 

 

 

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