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Per un Natale vero

di p. Franco Masserdotti dal Brasile

Per un Natale vero
di p. Franco Masserdotti
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TESTIMONI DELLA CARITA'

               PROVOCAZIONI DI P. ALEX

         

BALSAS, NATALE- 2001

 Cari amici, vi spero bene.
In questi mesi ho ricevuto da voi notizie liete di buona salute, di matrimoni, di nascite, di felici conclusioni degli studio, di sogni realizzati.
Desidero esprimere la mia partecipazione cordiale in queste occasioni di gioia.
Ho ricevuto purtroppo anche notizie di morte, di malattie, di dure sofferenze: in modo ancora più intenso esprimo la mia solidarietà e assicuro la mia preghiera in queste situazioni difficili.
Anche se ad enorme distanza, sento vicina la vostra amicizia che si concretizza in tanti modi, in tante iniziative di collaborazione, in brevi periodi di visita, che sempre fanno molto piacere.
Io vi sono molto grato e chiedo al Signore che vi ricompensi e vi benedica con abbondanza di grazie.

NOTIZIE DI BALSAS
Ed ora, alcune notizie della nostra diocesi.
Degli otto sacerdoti diocesani locali, uno, padre Luis, è morto il giorno 23 agosto scorso, colpito da un male incurabile che lo ha falciato in poco tempo.
Avevamo molti progetti su di lui che si preparava attraverso lo studio di psicologia (a Roma, presso l’Università Salesiana) a lavorare nella formazione dei seminaristi.
Padre Luis è morto con 32 anni di età. Ha lasciato in noi un vuoto profondo ed un’eredità spirituale da accogliere  e coltivare. Ha lasciato scritto nel suo testamento spirituale poco prima di morire:

“In vita ho vissuto la pienezza dei mie giorni.
In morte desidero vivere la pienezza dell’eternità, e che Dio salvi la mia anima.
Ho desiderato amare tutti… voglio donare la mia vita… voglio vita nuova…”

Nonostante questa grave perdita, ci sentiamo benedetti dal Signore perché in luglio è stato ordinato il primo diacono permanente; pochi giorni fa è stato ordinato sacerdote un giovane venuto tra noi dal sud; e, il prossimo anno, se tutto andrà bene, avremo quattro nuovi sacerdoti.
È giunto pure un sacerdote diocesano da Siena, e ne attendiamo nel prossimo anno altri due, della diocesi di Brescia. Queste nuove forze al servizio della missione, non ci devono distogliere dall’impegno di investire molte energie nella formazione dei laici, soprattutto dal punto di vista biblico e nel campo sociale.
Il nostro progetto non è di avere una chiesa clericale, ma una chiesa ministeriale, dove il battesimo sia stimolo per l’impegno nella comunità e nella costruzione di una nuova società.
È un cammino difficile che esige pazienze, perseveranza e creatività. Per questo, anche per commemorare cinquantenni di presenza comboniana in questa terra, stiamo portando avanti, con la collaborazione dell’Università Cattolica di Brasilia, una ricerca che ci aiuti a rispondere in modo lucido ed efficace, alle nuove sfide che la realtà ci presenta, Dio ci aiuti.

LA REALTA’ UFFICIALE
Vi scrivo da Campo Grande, nel Mato Grosso del Sud, dove abbiamo terminato oggi l’Assemblea del Consiglio Indigenista  Missionario, organismo che presiedo per il coordinamento del lavoro missionario tra gli indios. Oggi inizio il viaggio di ritorno a Balsas.
Qui a Campo Grande ho trovato missionari stanchi e un po’ scoraggiati a causa della situazione di questo stato della Federazione brasiliana che non accenna a migliorare, soprattutto a causa della situazione di sofferenza dei numerosi indios che qui vivono.
Ci sono in questo stato 2 milioni di abitanti e, nonostante ci siano 39 milioni di capi di bestiame (naturalmente di proprietà di grandi fazendeiros), c’è molta gente che vive nella miseria e fa la fame.
Gli indios, di cui il 60% dei bambini soffrono di denutrizione, non riescono ad avere le loro terre tradizionali perché occupate dai grandi latifondisti.
Per gli indios la terra non è solo mezzo di sopravvivenza. Essa è madre, è spazio di cultura, di relazioni sociali, di rapporto con l’Assoluto.
Perdere la terra è perdere la propria identità. Ed è questa una ragione che spiega il moltiplicarsi di suicidi tra i giovani, soprattutto degli indios Daiowà.
Pensando a questa situazione del Mato Grosso del Sud, mi viene spontaneo l’accostamento con il Maranhao, lo stato brasiliano che comprende la mia diocesi si Balsas. Sono lontano da là più di 3000 km, ma la realtà è molto simile. Basta pensare che il 64% della nostra gente non arriva a disporre dell’equivalente di 70 mila lire al mese. C’è molta miseria, molta fame, molta violenza.
Un aspetto particolarmente raccapricciante che sta venendo alla luce in questi giorni in Maranhao è lo sfruttamento dei bambini per turismo sessuale e per commercio e contrabbando di organi. Per questa terribile ragione sono stati rinvenuti in questi ultimi tempi i corpi di venti bambini uccisi e mutilati.
Sono le conseguenze di questo mondo sbagliato ove in atto di tragico terrorismo del dominio del Dio-denaro, del Dio-mercato che genera morte, esclusione, disuguaglianza, e ingiustizia a tutti i livelli.
Per questo ogni anno, 14 milioni di bambini muoiono di fame nei Paesi dell’esclusione.
Per questo oggi il 20% della popolazione più ricca del mondo consuma l’86% dei beni prodotti e dei servizi, mentre il 20% più povero ne consuma solo l’1,3%. Quattro cittadini americani (Bill Gates, Paul Allen, Warren Buffet e Larry Ellison) posseggono da soli una fortuna equivalente al prodotto interno di 42 Paesi poveri con 600 milioni di abitanti.
Alla base di tutto c’è una concezione dell’essere umano che riduce la sua grandezza alla capacità di produrre reddito, che esaspera la competizione, l’individualismo e la corsa al guadagno e al possesso, scatena l’avidità, la corruzione, la violenza.

AUGURI DI BUON NATALE
Per questo abbiamo bisogno di un Natale vero. Che il Bambino Gesù, Amore incarnato ci dia la forza di credere che, nonostante tutto, il mondo può essere migliore e rinnovi in noi il desiderio di sognare insieme il grande progetto della globalizzazione, dell’amore e della solidarietà.
Che il Natale ci offra lo spazio per riflettere sui veri valori della vita e della convivenza sociale e ci convochi a partecipare alla pace che il Salvatore ci ha portato e che è contro ogni tipo di violenza, di ingiustizia, si terrorismo e di guerra.

Tanti auguri di bene per Natale e Anno Nuovo.
Vi saluto con affetto fraterno.

Pe. Franco Masserdotti

 

Mons. Franco Masserdotti, vescovo e missionario comboniano, da anni vive in Brasile . Come vescovo ha cura in particolare la causa indigena e i più esclusi.

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