“MA
POICHÉ SEI TIEPIDO, NON SEI CIOÈ NÉ FREDDO NÉ CALDO, STO PER
VOMITARTI DALLA MIA BOCCA” (Ap 3,16)
LA
REALTÀ IN CUI VIVIAMO
“Viviamo
in un mondo rotto”.
Con
questa frase, qualche anno fa, si concludeva un rapporto
effettuato da una commissione interculturale di religiosi a
proposito della situazione ambientale
planetaria.
Allargando
gli orizzonti, non possiamo certo esultare e tantomeno esaltare
questa fase storica:
-
Combattiamo circa quaranta guerre
nei cinque continenti;
-
Viviamo in un sistema economico che
è assassino;
-
Milioni di famiglie vivono in modo assai precario;
-
Si assiste ad un’autentica proliferazione di “chiese
indipendenti cristiane”, chiamate anche sette, che molte volte
allontanano la gente dai veri problemi quotidiani;
-
Si propongono e si attuano politiche
pesantemente discriminatorie;
-
Apparteniamo ad una chiesa che è assai
poco missionaria.
Alcuni
degli esseri umani accettano - non si sa bene come - di porre una
sorta di data di scadenza al pianeta Terra ed alla stessa
sopravvivenza del genere umano.
Tantissimi
altri si comportano come se non esistesse questa situazione.
Sostengono che a loro non interessa comprendere a fondo la realtÃ
dell’umanità ; desiderano concentrarsi unicamente sull’istante
presente tralasciando totalmente il passato e non pensano di
progettarsi minimamente nel futuro a medio o lungo termine. Molte
di queste persone “vivono alla giornata”, basandosi sul
criterio - piuttosto ambiguo - che la spontaneità sia sempre
positiva e debba avere lÂ’ultima parola.
Grazie
a Dio esistono milioni di donne e uomini che non ci stanno, che
non sono per niente sazi, che non considerano perpetuo il
giocattolo (il sistema vigente), ma che si lasciano provocare
profondamente e che credono con speranza illimitata nella
collaborazione alla costruzione del regno di Dio.
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LA
PAROLA DI DIO CHIEDE DI PRENDERE UNA SCELTA POLITICA
La
Parola di Dio denuncia in modo chiaro quelle mezze misure tipiche
di chi accetta di avere un “piede in due scarpe”, di chi
desidera semplicemente essere massa ma non fermento e lievito, di
chi vede il mezzo morto e decide di “passare oltre”, di chi
osserva puntigliosamente le leggi ma prende distanze chilometriche
dal povero e da chi è sfruttato.
Nella
chiesa di Laodicèa ci fu proprio quella situazione di apparente
completo appagamento e soddisfazione “Sono ricco, mi sono
arricchito; non ho bisogno di nulla” (Ap 3,17a). Non si
prendono in considerazione neanche i propri limiti e ciò è ancor
più grave perché ci si crea un mondo fittizio che prima o poi
crolla con gravi danni: “…ma non sai di essere un infelice,
un miserabile, un povero, cieco e nudo” (Ap 3,17b).
Il
Signore non si lascia passare lÂ’occasione per proclamare e
proporre con lucida veemenza la sua radicalità di fronte alle
circostanze ed alle persone reali: “Magari tu fossi freddo o
caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo,
sto per vomitarti dalla mia bocca” (Ap 3,15b-16).
In
altre parole, il Signore dinanzi a situazioni concrete della vita
- personali e comunitarie - ci chiede di prendere posizione, di
schierarci con decisione dalla parte della vita, di non essere
banderuole al vento, di non “vivacchiare sbiaditamente” e di
fare scelte politiche (che NON vuol dire necessariamente
partitiche).
Il
cosiddetto “tiepido” sta per essere vomitato. Quindi
chi non si schiera non può rimanere nelle viscere di Dio, perché
ha rotto la comunione con gli altri esseri umani, con Dio e quindi
anche con se stesso.
La
stessa Parola di Dio diviene il criterio ulteriore di comprensione
della realtà e domanda di fare delle scelte non ambigue.
Proprio
l’indifferenza e la fredda neutralità sono le grandi lacune ed
i grandi peccati della nostra tanto osannata società postmoderna,
che ama definirsi non più amante (com'era stato nell’era
moderna) del “freddo” raziocinio.
Si
tratta in pratica di quel fenomeno in cui una persona rimane
impermeabile ed insensibile al dolore ed alle gioie del fratello e
della sorella che il Signore permette incontrare. Colpisce la
reazione di molti individui che di fronte ad una tragedia o ad un
evento drammatico, sollevano semplicemente le spalle, un tipico
gesto che simbolizza il completo o enorme disinteresse verso
lÂ’altro/a.
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ALLA
PRESA DI POSIZIONE DEVE SEGUIRE LÂ’AZIONE
Ogni
essere umano non è assolutamente un ente separato dal resto
dell’umanità ma ne è a pieno titolo responsabile. Già nei
primissimi capitoli della Bibbia, il Signore richiamò Caino alla
corresponsabilità : “Dov’è Abele tuo fratello?” (Gn
4,9).
Oggi
come allora continua ininterrottamente il richiamo al
coinvolgimento, allÂ’interesse, al prendersi cura, al
decentramento e allÂ’impegno a favore di chi si trova a vivere di
più nei gravi bisogni e nelle peggiori difficoltà .
Solo
così si potrà realizzare il sogno di Gesù di Nazareth:
promuovere comunità cristiane, in altre parole comunità di
fratelli e sorelle!!!
È
davvero ammirevole ed incessante la perseveranza del Signore nel
suo profondo desiderio di collaborazione ed allo stesso tempo di
totale rispetto della libertà che Lui stesso ci ha affidato: “Ecco,
sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre
la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me”
(Ap 3,20).
LÂ’instancabile
iniziativa convocatrice rimane di Dio. Ma la nostra libertà gioca
un grande ruolo: non è la fonte ma è la condizione in funzione
della quale può realizzarsi il piano di Dio; Lui, infatti, resta
nell’attesa di una risposta affermativa, poi vi sarà profonda
comunione, si cenerà e non vi sarà più vomito. Ciò rimane
anche come modello pedagogico. Infatti, io non posso forzare o
costringere l’altra persona alla corresponsabilità ma sono
chiamato ad offrirle opportunità per camminare concretamente
parti di cammino insieme.
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POTENZIALI
CONTRIBUTI PER LA CONDIVISIONE
-
In che modo convivo con la piaga subdola ed ingannatrice
dell’indifferenza e, a volte, persino del “menefreghismo” più
totale?
-
Sono disposto a lasciarmi provocare profondamente dal Dio
della Vita che si manifesta anche attraverso la storia quotidiana?
-
Il Signore chiama a prendere posizione, non sopporta i
“budini molli”; che sentieri apre nella mia vita la Parola di
Dio?
-
Vivo la corresponsabilità come un elemento determinante
del mio cammino di discepola/o di Cristo, oppure seguo un
itinerario esclusivamente personale senza ripercussioni sui
fratelli e sorelle?
-
Che risposte offro al Signore che sta alla porta del mio
cuore e bussa, attendendo con pazienza che io gli apra? |
<<Non
ho paura delle parole dei violenti ma del silenzio degli
onesti>>
Martin
Luther King
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