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Ap 3: Dall'indifferenza alla Comunione

Gim Padova (ottobre 2002)

Dall'indifferenza
alla Comunione

Catechesi Ottobre 2002
Primo GIM Padova

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“MA POICHÉ SEI TIEPIDO, NON SEI CIOÈ NÉ FREDDO NÉ CALDO, STO PER VOMITARTI DALLA MIA BOCCA” (Ap 3,16) 

 

LA REALTÀ IN CUI VIVIAMO

 

“Viviamo in un mondo rotto”.

Con questa frase, qualche anno fa, si concludeva un rapporto effettuato da una commissione interculturale di religiosi a proposito della situazione ambientale planetaria.

Allargando gli orizzonti, non possiamo certo esultare e tantomeno esaltare questa fase storica:

-         Combattiamo circa quaranta guerre nei cinque continenti; 

-         Viviamo in un sistema economico che è assassino; 

-         Milioni di famiglie vivono in modo assai precario;

-         Si assiste ad unÂ’autentica proliferazione di “chiese indipendenti cristiane”, chiamate anche sette, che molte volte allontanano la gente dai veri problemi quotidiani;

-         Si propongono e si attuano politiche pesantemente discriminatorie

-         Apparteniamo ad una chiesa che è assai poco missionaria.

 

Alcuni degli esseri umani accettano - non si sa bene come - di porre una sorta di data di scadenza al pianeta Terra ed alla stessa sopravvivenza del genere umano.

Tantissimi altri si comportano come se non esistesse questa situazione. Sostengono che a loro non interessa comprendere a fondo la realtà dell’umanità; desiderano concentrarsi unicamente sull’istante presente tralasciando totalmente il passato e non pensano di progettarsi minimamente nel futuro a medio o lungo termine. Molte di queste persone “vivono alla giornata”, basandosi sul criterio - piuttosto ambiguo - che la spontaneità sia sempre positiva e debba avere l’ultima parola.

 

Grazie a Dio esistono milioni di donne e uomini che non ci stanno, che non sono per niente sazi, che non considerano perpetuo il giocattolo (il sistema vigente), ma che si lasciano provocare profondamente e che credono con speranza illimitata nella collaborazione alla costruzione del regno di Dio.

 

 

LA PAROLA DI DIO CHIEDE DI PRENDERE UNA SCELTA POLITICA

La Parola di Dio denuncia in modo chiaro quelle mezze misure tipiche di chi accetta di avere un “piede in due scarpe”, di chi desidera semplicemente essere massa ma non fermento e lievito, di chi vede il mezzo morto e decide di “passare oltre”, di chi osserva puntigliosamente le leggi ma prende distanze chilometriche dal povero e da chi è sfruttato.

Nella chiesa di Laodicèa ci fu proprio quella situazione di apparente completo appagamento e soddisfazione “Sono ricco, mi sono arricchito; non ho bisogno di nulla” (Ap 3,17a). Non si prendono in considerazione neanche i propri limiti e ciò è ancor più grave perché ci si crea un mondo fittizio che prima o poi crolla con gravi danni: “…ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo” (Ap 3,17b).

Il Signore non si lascia passare l’occasione per proclamare e proporre con lucida veemenza la sua radicalità di fronte alle circostanze ed alle persone reali: “Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca” (Ap 3,15b-16).

 

In altre parole, il Signore dinanzi a situazioni concrete della vita - personali e comunitarie - ci chiede di prendere posizione, di schierarci con decisione dalla parte della vita, di non essere banderuole al vento, di non “vivacchiare sbiaditamente” e di fare scelte politiche (che NON vuol dire necessariamente partitiche).

Il cosiddetto “tiepido” sta per essere vomitato. Quindi chi non si schiera non può rimanere nelle viscere di Dio, perché ha rotto la comunione con gli altri esseri umani, con Dio e quindi anche con se stesso.

La stessa Parola di Dio diviene il criterio ulteriore di comprensione della realtà e domanda di fare delle scelte non ambigue.

 

Proprio l’indifferenza e la fredda neutralità sono le grandi lacune ed i grandi peccati della nostra tanto osannata società postmoderna, che ama definirsi non più amante (com'era stato nell’era moderna) del “freddo” raziocinio.

 

Si tratta in pratica di quel fenomeno in cui una persona rimane impermeabile ed insensibile al dolore ed alle gioie del fratello e della sorella che il Signore permette incontrare. Colpisce la reazione di molti individui che di fronte ad una tragedia o ad un evento drammatico, sollevano semplicemente le spalle, un tipico gesto che simbolizza il completo o enorme disinteresse verso lÂ’altro/a.

 

ALLA PRESA DI POSIZIONE DEVE SEGUIRE LÂ’AZIONE

Ogni essere umano non è assolutamente un ente separato dal resto dell’umanità ma ne è a pieno titolo responsabile. Già nei primissimi capitoli della Bibbia, il Signore richiamò Caino alla corresponsabilità: “Dov’è Abele tuo fratello?” (Gn 4,9).

Oggi come allora continua ininterrottamente il richiamo al coinvolgimento, all’interesse, al prendersi cura, al decentramento e all’impegno a favore di chi si trova a vivere di più nei gravi bisogni e nelle peggiori difficoltà.

Solo così si potrà realizzare il sogno di Gesù di Nazareth: promuovere comunità cristiane, in altre parole comunità di fratelli e sorelle!!!

È davvero ammirevole ed incessante la perseveranza del Signore nel suo profondo desiderio di collaborazione ed allo stesso tempo di totale rispetto della libertà che Lui stesso ci ha affidato: “Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20).

L’instancabile iniziativa convocatrice rimane di Dio. Ma la nostra libertà gioca un grande ruolo: non è la fonte ma è la condizione in funzione della quale può realizzarsi il piano di Dio; Lui, infatti, resta nell’attesa di una risposta affermativa, poi vi sarà profonda comunione, si cenerà e non vi sarà più vomito. Ciò rimane anche come modello pedagogico. Infatti, io non posso forzare o costringere l’altra persona alla corresponsabilità ma sono chiamato ad offrirle opportunità per camminare concretamente parti di cammino insieme.

POTENZIALI CONTRIBUTI PER LA CONDIVISIONE

-         In che modo convivo con la piaga subdola ed ingannatrice dellÂ’indifferenza e, a volte, persino del “menefreghismo” più totale?

-         Sono disposto a lasciarmi provocare profondamente dal Dio della Vita che si manifesta anche attraverso la storia quotidiana?

-         Il Signore chiama a prendere posizione, non sopporta i “budini molli”; che sentieri apre nella mia vita la Parola di Dio?

-         Vivo la corresponsabilità come un elemento determinante del mio cammino di discepola/o di Cristo, oppure seguo un itinerario esclusivamente personale senza ripercussioni sui fratelli e sorelle?

-          Che risposte offro al Signore che sta alla porta del mio cuore e bussa, attendendo con pazienza che io gli apra?

<<Non ho paura delle parole dei violenti ma del silenzio degli onesti>>

Martin Luther King

 

Per Approfondire
Sulla Questione Ambientale, leggi lo speciale dedicato al Summit sullo Sviluppo Sostenibile di Johannesburg

Sui temi dell'impegno per la Pace, proponiamo la videocassetta:

Facciamo Pace
dalla pace delle coscienze
alla coscienza della pace

Un' interessante analisi del Sistema Economico Mondiale la trovo nella pagina delle Sfide
La vocazione Missionaria della Chiesa proponiamo un testo di Bruno Maggioni: "Chiesa Locale e Missione ad Gentes"
Cosa vuol dire Costruire il Regno di Dio? Uno spunto viene da questo testo di Enrico Chiavacci "In nome del dio profitto"
"Chiesa italiana, coraggio! La chiesa dei poveri ti saluta e prega per te": una lettera di p. Alex Zanotelli da Korogocho

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