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IL TUO CONSUMO... IL LORO GUADAGNO

Perché arricchire ancora gli sfruttatori del mondo?

Proposte concrete per una nuova economia

 

                 “ Sradicare la povertà in ogni luogo del mondo

                  è più che un imperativo morale,

                  è una possibilità pratica “          

                Desidero riprendere alcune informazioni importanti che, oltre a ricollegarci con l’incontro passato “Impoveriti... da chi?”, ci permetterà pure di orientarci a prendere decisioni concrete di cambio. Ogni cambio è un rischio, è una scelta che ‘costa’. E’ giunta l’ora, e urge sempre più, di iniziare ad agire con azioni concrete che evidenzino uno stile di vita più umano e  attento ad uno sviluppo che permetta vita a tutti.

 SAPER VEDERE : alcune cifre dello squilibrio Nord/Sud :

                 *  l’ 80% dei prodotti importati in Europa dai paesi del Sud sono materie prime: petrolio,                   uranio, legname, caucciù, minerali di ferro;

                *  il 20% della popolazione mondiale (i ricchi) consuma l’ 84,2% delle risorse planetarie e             produce l’ 84,7% del prodotto interno lordo ( = valore globale dei beni e servizi prodotti in               un anno sul territorio nazionale);

                * 1 miliardo e 150 milioni di esseri umani vivono con meno di 1$ al giorno;

                * 4,3 di miliari di persone vivono con una media di 750$ l’anno, cioè un poco di più di 2$ al              giorno;

                * l’ 80% della popolazione mondiale possiede il 15% delle ricchezze, mentre il 20% più                                  povero ne possiede l’1,1%;

                * oggi la ricchezza netta dei 10 maggiori miliardari è di 133 miliardi di $: più di una volta e              mezza il reddito complessivo di tutti i paesi meno avanzati.

                 Secondo l’organizzazione che si occupa dei programmi di sviluppo delle Nazioni Unite, basterebbero 80 miliardi di $ l’anno per garantire a tutti gli abitanti del pianeta i servizi fondamentali. Tale cifra corrisponde a meno dell’ 1% della ricchezza globale.

                 Teniamo presente che 1.300 miliardi di dollari vengono scambiati ogni giorno sui mercati valutari e che il 75% del commercio mondiale è controllato dalle società multinazionali e dalle loro affiliate.

 SAPER GIUDICARE : domandiamoci: “Che tipo di uomo/donna ci propone il sistema?”

                 In sintesi possiamo dire che ci troviamo in un sistema economico il cui motore principale è il lucro, dove l’uomo si vede subordinato al capitale, convertendosi in un pezzo della stessa macchina in balia delle oscillazioni della legge della domanda e dell’offerta. E’ il nuovo impero del denaro che propone un ECONOMICISMO MATERIALISTA che si basa su 3P e che agisce con dei comandamenti ben precisi che definiamo “i dieci comandamenti del dio-quattrino” (ricordo che il nostro Dio, il Dio di Gesù di Nazaret è trino!). Questa è la legge aurea dell’ ‘uomo economico ‘.

                 Le tre P sono: PROFITTO, PRODIGIO, POTERE.        

                I nuovi comandamenti sono:

                 1) Produrre senza fermarsi

                2) Possedere sempre più

                3) Consumare il più possibile

                4) Apparire, non essere

                5) Fare carriera

                6) Divertirsi

                7) Pensare solo a se stessi

                8) Evitare ogni sacrificio e rinuncia

                9) Dominare gli altri

                10) Violentare la natura per i propri interessi.

 

SAPER ATTUARE : “.... tante gocce formano un oceano”.

                 Consapevoli della mentalità capitalista che struttura non solo i nostri desideri, ma anche le nostre attitudini, il saper attuare non è un fare fine a se stesso, un ‘continuare a fare’ sulla logica del lavorare...lavorare...lavorare. C’è bisogno di recuperare il valore portante, l’idea-forza della nostra azione e scoprire l’importanza di rimanere fedeli a tali valori con scelte concrete. Ecco allora che il mezzo che si sceglie (l’azione che ai fa) contiene in se il fine. Un esempio. Se sono convinto che la pace è un valore che deve esistere nella vita di ogni uomo e quindi in tutta l’umanità, allora ciò che faccio, ciò che scelgo, ciò che vivo dovrà trasmettere ‘in piccolo’, in modo condensato, se si vuole, il valore grande. E allo stesso tempo, mentre siamo occupati nel costruire la pace, scopriamo che essa non può esistere senza giustizia e libertà. Vediamo allora insieme alcune idee portanti, idee-forza che caratterizzano la crescita spirituale del cristiano... è la prolungazione della prassi di Gesù.

                 1)  L’indignazione etica.

                 Domandiamoci se riusciamo ad indignarci, se ci riusciamo ancora. Sappiamo bene che quando vogliamo una cosa e ci teniamo ad essa, riusciamo ad ottenerla a qualsiasi costo (un artefatto, un elettrodomestico, un vestito lussuoso, una capigliatura particolare...). Se riesci ad indignarti di fronte alle enormi contraddizioni dell’oggi, vuol dire che TI STA A CUORE (il famoso I CARE - MI STA A CUORE - di Don Milani... giusto l’opposto al ME NE FREGO), TI IMPORTA e per tanto desideri che tutto te stesso o te stessa possa occuparsi per una azione di liberazione e di trasformazione.

                2)  Creare Speranza, ossia: CREARE PRIMAVERA.

                 Alimentare in noi un atteggiamento concreto di SPERANZA, certi che anche il più piccolo gesto o impegno può contribuire al raggiungimento della giustizia, alla quale ogni uomo ha diritto.

                3)  Globalizzazione della solidarietà

                 Riappropriarci dei valori dell’accoglienza, della solidarietà e condivisione. Come risposta valorativa alla globalizzazione dell’economia che trasmette l’immagine di uomo e donna schiavizzato dall’impero del prodigio, possesso e profitto, proporre segni globalizzanti di solidarietà. E’ una proposta concreta per dire che all’economicismo materialista, opponiamo l’UMANESIMO MATERIALISTA il quale, illuminato della prassi cristiana, ci dice che:

                                                               a) L’unico bene in sé desiderabile è il Signore e il suo Regno, per tanto                                                    NON CERCARE DI  ARRICCHIRTI;

                                                               b) Siamo chiamati a soddisfare i bisogni reali della comunità e non la                                                                   massimizzazione del  profitto, quindi SE HAI, HAI PER DARE.

                4) Impegnarsi nella conoscenza dell’Altro:

 

                                                               - dialogo e contatto con i poveri ed emarginati;

                                                               - leggere riviste e libri in-form-attivi: quando la voce arriva dal Sud del                                                                  mondo e ci invita a prendere una posizione chiara e coerente;

                                                               - collaborare o appoggiare le iniziative dei gruppi e associazioni del                                                    volontariato e le campagne di pressione (anche una tua semplice firma                                                        è importante);

                5) Scegliere un NUOVO STILE di VITA negli acquisti, nei bilanci di giustizia familiari-                   comunitari e nel risparmio giusto & equo attraverso:

                                a) Il COMMERCIO EQUO e SOLIDALE : per una solidarietà concreta.

 

                Quanto costiamo vestiti? Da dove vengono i prodotti che utilizziamo? Chi li produce, coltiva o confeziona? Lo scopo del Commercio Equo Solidale (= CES) è di liberare i poveri del Sud (che producono per il Nord) dal giogo dello sfruttamento e della speculazione dei commercianti locali e internazionali. Per tale fine si fornisce direttamente dai piccoli contadini generalmente organizzati  in cooperative in modo che il commercio sia giusto e i lavoratori siano pagati in base al lavoro realizzato.

                I prodotti non sono acquistati solo in base al prezzo, ma si considerano anche i seguenti aspetti:

 

                                - evitare lo sfruttamento minorile;

                                - condizioni di lavoro umane;

                                - rispetto dell’ambiente;

                                - trasparenza nel calcolo dei prezzi;

                                - nessuna intermediazione orientata al profitto (si pagano i contadini prima di ricevere                   la merce).

 

                Che cosa faccio?

                              

                *  Contatto la Bottega del Commercio Equo più vicina a casa;

                *  Informo, prendo coscienza;

                *  Acquisto i prodotti nell’economia familiare

 

 

                                b) La BANCA ETICA: un’utopia concreta

 

                E’ la possibilità concreta di cambiare le regole e le logiche dell’attuale sistema economico-finanziario. Come avviene la suddivisione dei risparmi:

 

                * una parte dei finanziamenti è destinata alle importazioni permettendo così ad artigiani e            agricoltori del Sud del mondo di vendere direttamente i loro prodotti;

                * una parte è destinata alle Botteghe CES;

                * una parte per i crediti agevolati;

                * una parte per la promozione umana in Italia: - cooperazione sociale

                                                                                                                - salvaguardia della natura

                                                                                                                - promozione culturale

 

                Il depositante ha la possibilità di scegliere la possibilità di scegliere il settore verso cui il suo risparmio può essere indirizzato.

 

                Cosa faccio?

 

                Posso regale quote di Capitale Sociale, diventare socio di Banca Etica e informarmi scrivendo direttamente alla sede : Cooperativa verso la Banca Etica - Piazzetta Forzatè  2 - 35137 PADOVA - tel. 049/8771111 - fax 049/664922

c) I BOICOTTAGGI : la rinuncia oggi

 

                Il termine Boicottaggio risale al cognome di un ricco proprietario inglese di grandi estensioni

di nome Charles Boycott. Nel 1880 il reverendo protestante O’Halley si oppose alla sfrenata conquista capitalistica del famoso lord, dicendo: “Sotto la legge, ciascuno ha il diritto di vendere, ma si è anche liberi di non comprare”. A livello storico sono famosi pure i boicottaggi di M.L.King contro la segregazione razziale; in Sudafrica contro lo sfruttamento della Polaroid o in Guatemala ricordiamo la lotta del sindacato dei lavoratori della Coca Cola.

                Quando facciamo la spesa, facciamo politica. Scegliendo un prodotto favoriamo una compagnia aziendale piuttosto che un’altra. Con il boicottaggio manifestiamo il nostro diritto democratico di non accettare prodotti che non siano frutto dell’onesta e della giustizia. Con il boicottaggio diciamo no alle imprese che hanno comportamenti antietici, ingiusti o oppressivi.

 

                Cosa faccio ?

 

               

                Mi informo leggendo “Guida al consumo critico” o “Lettera ad un consumatore del Nord”. Entrambi i libri sono stati pubblicati dall’Editrice Missionaria, e sono frutto del lavoro del Nuovo Centro di Sviluppo - via Della Barra, 32 - 56019 VECCHIANO (PI) - e-mail : coord@cnms.it

                Altro sussidio più tascabile è la Mini-guida proposta dal Movimento Gocce di Giustizia di Vicenza. Su Internet, al Sito Web: Http://www.vip.it/gocce  o all’e-mail: gocce@lycosmail.com

 

                 A voi la scelta e la possibilità di credere che al posto di maledire le tenebre... è meglio accendere un fiammifero. Buona crisi e buona scelta.

                                                                                                             p. Mosè