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Tempo di Scelte, dare una sterzata alla propria vita

Gim Padova (dicembre 2001)

Tempo di scelte
dare una sterzata alla propria vita

Catechesi del II G.I.M. Padova
dicembre 2001

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secondo Gim Padova, 1 - 2 dicembre 2001

Contenuti
Ripartire dalle Crisi
Spunti:
"un fuoco ardeva in me"
I miei occhi guardano in fuori
Fuori dai castelli
Brano per la preghiera personale

 

Ripartire dalle Crisi

Giovanni il Battista predicava un battesimo di conversione, con il rigore esigente di chi sta nel deserto (Mt 3). Venne Gesù, che mangia e beve insieme a pubblicani e peccatori (Lc 7,33) e che chiede a Giovanni che lo battezzi. E’ crisi, che si unisce a persecuzione. Giovanni, arrestato, non è più sicuro della verità e cerca da Gesù una conferma. Sei tu il messia o ci siamo sbagliati? (Mt 11,2)

Saulo era accanito: perseguitava fieramente la chiesa e la devastava (Gal 1,13). Ma fece esperienza forte di Dio, una rivelazione. Accompagnato da una comunità, recupera la vista e comincia a donarla agli altri (At 9).

Pietro più volte è stato messo in crisi da Gesù: rispondeva con entusiasmo ma senza coraggio e fedeltà (Lc 22,61). E così, alla fine, deluso stava per andarsene. Ma Gesù torna a chiamarlo (Gv 21,3) e continua a chiedergli prima di tutto amore (Gv 21,15).

Giuseppe aveva un piano molto chiaro e giusto in testa. Un progetto di vita che riguardava anche Maria. Ma l’annunciatore (l’angelo) sconvolse l’intreccio dei giorni nella sua normalità. Un uomo accetta di cambiare la sua storia, e la Storia dell’umanità cambia per sempre (Mt 1,18).

E così per Maria, per Zaccaria, per il giovane ricco, Zaccheo, Nicodemo… tanti cammini personali nella Bibbia sono segnati dalle crisi. Crollano le sicurezze, le idee-immagini granitiche di Dio, i progetti, la visione del mondo e della vita. Il Signore passa e ci brucia e ci purifica. Rimane l’essenziale, da cui può rinascere qualcosa di nuovo.

 

      EÂ’ la crisi.

La crisi è il punto decisivo, la soglia determinante, la linea di cambiamento di una situazione.

-         dal greco, krisis significa forza distintiva, separazione, e quindi scelta, giudizio, decisione. Non è necessariamente un termine negativo. EÂ’ sicuramente, però, risolutivo.

-         un altro termine greco, peiro, significa ‘attraversare da parte a parte con una puntaÂ’. Una bella immagine di ciò che si prova in tempi di crisi. E da peiro derivano tanti termini diversi, tante prospettive, positive e negative, per una crisi:

·         tentazione (dal greco peira)

·         esperienza, perito

·         pericolo

·         perire

Finchè non la capiamo e non la accettiamo, ci può sembrare assurda o una volontà beffarda di Dio. Ma a volte, se è crisi vera, viene proprio da lui.

Mesters dice: “Chi da lontano vede una macchina fare continue curve sulla strada può concludere: ‘In quella strada devono esserci molte buche’, oppure ‘Strada pericolosa! Quante curve!’; niente di tutto questo: quel guidatore faceva sbandare la macchina per svegliare il compagno che dormiva sul sedile posteriore!”

Nel Vangelo di Marco (Mc 1,28) un uomo dice a Gesù: “Cosa c’entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci?”. Possiamo anche invertire la frase e sentirci chiedere da Gesù: “Cosa c’entro con voi? Sono venuto a rovinarvi!”.

 

Ciascuno di noi sta percorrendo cammini diversi. C’è chi deve fermarsi sulla crisi. Forse addirittura cercarla, perché troppo sicuro di sé, e quindi soddisfatto, rilassato, poco inquieto, seduto ai margini della strada pur vedendo un’umanità esiliata in cammino in cerca di vita.

 

C’è chi, invece, ha bisogno di trovare lo spunto per ripartire, una luce pur lontana che faccia da faro, un germoglio in un ramo da cui le foglie stanno cadendo.

 

Ad entrambi lasciamo alcuni spunti:

L'incontro con Dio e con i suoi prediletti, gli esclusi e gli oppressi, mette in crisi, anche se sei un vescovo sessantenne, un "topo di biblioteca"...

leggi la storia di un santo dell'America latina, il vescovo Romero

Leggi le lettere che ci ha scritto Silvia
Lasciamoci mettere in crisi dall'incontro con l'altro
leggi la lettera di p.Saverio
La tormentata ricerca nelle notti del mondoÂ…da Mosè, uomo che cerca,incontra la crisi,  fugge ed alla fine accoglie il messaggio di liberazione per il suo popolo...
fatti guidare nella preghiera dal l'esperienza di Mosé

Per la preghiera personale  dal  Siracide


“Un fuoco ardeva in me”

Ciò che dà senso e direzione alla vita, alla fine, nel profondo, è l’intensità di amore, relazione piena e continua tra noi e Dio. Non è una situazione che riusciamo a vivere sempre, ma che a volte abbiamo sperimentato con pienezza e stupore.

Occorre ripartire da lì. Non dimenticare che tra noi e Dio è possibile un rapporto di questo tipo. E se ancora non ne abbiamo fatto esperienza, chiederlo con insistenza, disporci ad accoglierlo, perché è questo incontro che cambia la vita e dà la forza per ripartire.

Se anche stiamo attraversando un periodo di buio e di silenzio vuoto, “Manteniamo il nostro spirito agli inferi e non disperiamo” (Silvano, monaco del monte Athos), nella memoria di questo incontro che c’è stato o nella speranza che avvenga.

Fidiamoci di Dio, in poche parole, perché non ci abbandona in queste condizioni!

I miei occhi guardano in fuori

Il segreto di tutte le crisi è quello di smontare completamente i modelli prestabiliti, ribaltando i punti di vista.

Immaginatevi lo shock nel capire che la terra non era quadrata e piatta, ma più o meno sferica.

Oppure nel capire che non è il sole che gira attorno alla terra, ma il contrario.

O nellÂ’avere, per la prima volta, unÂ’immagine della Terra vista dal di fuori di essaÂ…

Nello sviluppo umano, la prima crisi è la stessa nascita. Crisi violentissima. Nuova vita.

E poi, per il bimbo, percepire che il seno che l’allatta non gli appartiene, che la madre è una creatura altra da lui. E, in sequenza, tantissime altre, che costruiscono a poco a poco la nostra identità, il nostro carattere, la nostra storia.

Così, riguardo alla nostra vita, occorre farci provocare dalle crisi giuste. Abbiamo già accennato a ciò che riguarda la relazione con Dio. A proposito della relazione con le persone, un primo grande passo è crescere dal funzionalismo, dalla logica dell’efficienza nei miei rapporti… verso l’umanità della relazione.

Ma quando parliamo di umanità ci stiamo di nuovo guardando addosso! Siamo preoccupati di maturare le qualità più umane che ci sono in noi. Invece la vera crisi ci sbilancia dall’altra parte e ci costringe a ripartire con l’altro.

Mettere al centro l’altro, essere ‘altrocentrici’, in parole povere. E’ la vera rivoluzione copernicana, essenziale per noi cristiani. Finché non sarà fatto questo passo… aspettatevene molte di crisi, anzi, chiedetele, perché questo passaggio è fondamentale e senza di esso non si costruisce nessuna vocazione.

 

Fuori dai castelli

Dobbiamo anche abituarci a non fuggire dalle crisi. Considerarci, cioè, continuamente in discussione. Anche quando crederemo di esserci identificati, di trovarci al punto giusto, di aver capito, con la benedizione di Dio… saremo sempre persone in viaggio e in relazione.

Lo stesso Dio già da tanto non lo si chiama più ‘motore immobile’: abbiamo capito che il nostro Dio si coinvolge nella storia a tal punto… da rimanerne modificato lui stesso, perché in cammino-dialogo di amore con l’umanità. A volte siamo più cristallizzati noi di Dio stesso.

‘Una stanza a tre pareti’, ecco l’immagine sulla identità che è bene costruire: definiti, con una certa stabilità, ma anche aperti all’incontro, al cambiamento, alla relazione… alla crisi.

 

“Sempre sul ciglio di due abissi

tu devi camminare e non sapere

quale seduzione

se del Nulla o del Tutto

ti abbatterà”

 

Da questa immagine di precarietà che Turoldo ci lascia, lui stesso sembra passare, negli ultimi anni, a un’idea che relativizza il Nulla e il Tutto e rende assoluta, invece, la nostra determinazione: ‘Per nulla’ e ‘Del tutto’.

L’apparenza è che la crisi ci precipiti nel ‘nulla’.

L’illusione è che un giorno nella nostra vita arriveremo al ‘tutto’.

L’unica strada, invece, è quella del ‘per nulla’, ‘del tutto’, che è vivere in pienezza ciò che la vita ci chiede oggi, giocando le nostre energie nel camminare a fianco di Dio e non perderci, perché solo di lui possiamo fidarci.

 

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