Primissima
approssimazione
Carico della
mia storia personale e di quella dell’umanità mi accosto
alla Parola di Dio che mi parla direttamente e cÂ’illumina.
Leggo e rileggo più volte il testo Ap
7,9-14
<<Dopo
ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva
contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti
stavano in piedi davanti al trono e davanti allÂ’Agnello,
avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani. E
gridavano a gran voce:
“La
salvezza appartiene al nostro Dio seduto sul trono e
all’Agnello”.
Allora
tutti gli angeli che stavano intorno al trono e i vegliardi
e i quattro esseri viventi, si inchinarono profondamente con
la faccia davanti al trono e adorarono Dio dicendo:
“Amen!
Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e
forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen”.
Uno
dei vegliardi allora si rivolse a me e disse: “Quelli che
sono vestiti di bianco, chi sono e donde vengono? ”. Gli
risposi: “Signore mio, tu lo sai”. E lui: “Essi sono
coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e
hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue
dellÂ’Agnello>>.
Mi addentro sempre più nel testo
Gradualmente
mi apro al testo, infatti è necessario ubicarsi, capire
dov’è inserita la Parola che è stata proposta.
È opportuno
prendere una piccola rincorsa prima di tuffarsi. Ecco che
allora, risulta quasi necessario fare un breve riferimento
ai sigilli aperti narrati nei capitoli precedenti.
Nei primi
quattro sigilli (cap. 5) si fece riferimento a dei cavalli
colorati a cui corrispondeva degli effetti politici ben
precisi;
http://www.giovaniemissione.it/spiritualita/darcatgim1gen.htm
il quinto
sigillo mostrò “le anime di coloro che furono immolati
a causa della Parola di Dio e della testimonianza che gli
avevano resa” (6,9); poi il sesto sigillo in cui si
aprì il velo che separava il cielo dalla terra.
Finalmente
si giunge al testo scelto per la catechesi di oggi.
Dopo il
riferimento alle 12 tribù d’Israele, appare una “moltitudine
immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza,
popolo e lingua” (7,9a). Secondo l’esperienza di Dio
della comunità di Giovanni,
non esistono più le categorie rigide e distinte:
Israele e resto del mondo. L’infinità di persone e di
nazioni sono il nuovo Israele. Il popolo eletto, non
si basa più su di una questione squisitamente linguistica o
di sangue: da adesso in poi risulterà essere un popolo
sempre più interculturale ed interetnico. Anche noi oggi ne
siamo, a tutti gli effetti, membri. Siamo dunque convocati
ad essere il Popolo di Dio.
<<Tutti
stavano in piedi davanti allÂ’Agnello, avvolti in veste
candide, e portavano palme nelle mani. E gridavano a gran
voce:
“la
salvezza appartiene al nostro Dio seduto sul trono e
all’Agnello”.
Allora
tutti gli angeli che stavano intorno al trono e i vegliardi
e i quattro esseri viventi, si inchinarono profondamente con
la faccia davanti al trono e adorarono Dio dicendo:
“Amen!
Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e
forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen >>
(7,9b-12).
Le vesti
candide - come si comprenderà più avanti in 7,14 - sono
state lavate con il sangue dellÂ’Agnello. Mentre le foglie
di palma tra le mani simboleggiavano lÂ’accoglienza
trionfale, che si riservava ai grandi monarchi.
Viene
capovolta anche la comprensione di salvezza. Da ciò che
veniva considerata essere caratteristica peculiare
dell’imperatore, ossia, il risultato finale della “Pax
Romana”; si sperimentò la nonviolenza dell’Agnello come
portatrice di salvezza. Risultano allora più comprensibili
tutti i riconoscimenti reali attribuiti allÂ’Agnello nel
versetto 12.
<<Uno
dei vegliardi allora si rivolse a me e disse: “Quelli che
sono vestiti di bianco, chi sono e donde vengono?”. Gli
risposi: “Signore mio, tu lo sai”. E lui: “Essi sono
coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e
hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue
dellÂ’Agnello >>.
LÂ’originale
esperienza di lavare le vesti nel sangue (dopo aver vissuto
gravi tribolazioni, intimidazioni, derisioni, avversità e
persecuzioni) e di ritrovarle bianche rilancia direttamente
al completo rovesciamento di una pratica giudea che
riguardava esplicitamente chi ritornava dalle guerre ed
aveva ucciso <<Â… chiunque ha ucciso qualcuno e
chiunque ha toccato un cadavere si purifichi il terzo e il
settimo giorno; questo per voi e per i vostri prigionieri.
Purificherete anche ogni veste, ogni oggetto di pelle, ogni
lavoro di pelo di capra e ogni oggetto di legno.>>
(Nm 31,19-20). La purificazione non avverrà mai più, per
nessun motivo, con il sangue del nemico ma succederÃ
condividendo con fatica il sangue dellÂ’Agnello.
Nelle Chiese
primitive dei primi secoli - almeno fino allÂ’anno 313 con
lÂ’editto di Milano di Costantino - il martirio fino al
sangue fu un fenomeno relativamente frequente, dapprima da
parte di alcuni giudei e poi direttamente dallÂ’impero
romano. In questi ultimi decenni, nei cinque continenti, si
è verificato un gran aumento di martiri. Centinaia di
laici, laiche, religiose, religiosi e sacerdoti hanno
offerto la loro vita versando così il loro sangue con
quello dellÂ’Agnello.
A questo
proposito una delle tante testimonianze che si potrebbero
menzionare riguarda quella del vescovo di Orano (Algeria)
Claverie.
Soprattutto
negli anni Â’90 i popoli algerini hanno conosciuto massacri
a cadenze quasi settimanali compiute da gruppi di
fondamentalisti dÂ’ispirazione islamica. Nella primavera
dell’anno 1996 la situazione precipitò ed incominciarono
ad essere più frequenti le minacce di morte a monsignor
Pierre Claverie vescovo di Orano. Si era impegnato a fondo
per essere ponte tra le parti in conflitto e la povera
gente; anche in Europa denunciò con regolarità i massacri
che avvenivano. In un giorno del mese di luglio, il suo
segretario personale gli fece presente lÂ’insistenza e la
consistenza di tali minacce. Claverie rispose: “non
saranno i criminali a togliermi la vita ma sono io che
lÂ’ho consacrata a Dio attraverso la mia totale dedizione
al popolo algerino”.
Il primo agosto di quellÂ’anno
unÂ’autobomba esplose fuori dalla residenza vescovile e lo
uccise brutalmente. Due giorni dopo, ai funerali, la
cattedrale contava la presenza di diverse centinaia di
persone cattoliche, protestanti e soprattutto mussulmane.
Nella storia
della chiesa, disgraziatamente, si sono ripetute situazioni
incredibili. In tempo di persecuzioni e di gravi
tribolazioni il numero di “cristiani impegnati” è
rimasto costante se no addirittura aumentato; mentre in
tempi di relativa pace si è verificato un annacquamento
generale. Ovviamente non sono da invocare le persecuzioni,
ma non rimaniamo ingenui davanti ai fenomeni di
"raffreddamento cristiano”.
Ma a me cosa rimane?
- Mi sento
parte attiva dellÂ’immenso Popolo di Dio, senza dovermi
inventare tante categorie?
- Mi sento
interpellato profondamente dalla nonviolenza dellÂ’Agnello
che convoca a solidarizzare, prendendo le nette distanze da
chi chiede il sangue dellÂ’avversario?
http://www.giovaniemissione.it/pacennmani/pnmoperpax.htm
- Sembra così
lontana la persecuzione, invece il numero di martiri è in
costante aumentoÂ… la Vita, scomoda sempre chi progetta
morte. Da quale parte ti schieri??
http://www.giovaniemissione.it/testimoni/testimoni.htm
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