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Lc 10, 25-37: Un dottore della legge...

Gim Padova (maggio 2003)

Un dottore della legge, Gesù di Nazareth,

“un uomo scendeva…”,

un sacerdote, un levita,

un Samaritano,

un albergatore

eÂ… io

 

Catechesi convivenza II GIM Padova

Maggio 2003

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Leggi un'altra catechesi su questo brano, preparata con i giovani di Bologna

Un dottore della legge, Gesù di Nazareth,

“un uomo scendeva…”,

un sacerdote, un levita,

un Samaritano,

un albergatore

eÂ… io

 

Breve introduzione

 

Giungiamo ora, ad una parte del capitolo 10 di Luca che già abbiamo ascoltato e pregato un sacco di volte, quel brano chiamato normalmente del “buon samaritano”.

Chiedo a tutti, e quindi anche a me, di non essere prevenuti, di non sapere già tutto su quel Vangelo, di aprirci e lasciarci trasformare da questa parte di Vangelo di Luca: solo così potremo trasformare i vari contesti in cui viviamo.

A questo proposito è stimolante leggere ciò che papa Giovanni XXIII disse sul letto di morte:

“ora più che mai, certo più che nei secoli passati, siamo intesi a servire l’uomo in quanto tale e non solo i cattolici; a difendere anzitutto e dovunque i diritti della persona umana e non solamente quelli della Chiesa cattolica. Non è il Vangelo che cambia: siamo noi che incominciamo a comprenderlo meglio… È giunto il momento di riconoscere i segni dei tempi, di coglierne l’opportunità e di guardare lontano.”

Certo non è il Vangelo che cambia, perché Gesù è lo stesso ieri, oggi e sempre; così ci dice l’autore della lettera agli Ebrei (13,8). Siamo noi che non sempre lo comprendiamo bene; e ognuno può vederne le conseguenze ogni giorno nel rapporto concreto che abbiamo tra di noi, in quello che i nostri gruppi, associazioni, movimenti, o comunità vivono tra di loro ed al loro interno, e infine nelle relazioni in campo internazionale…

 

Leggiamo più volte il Vangelo di 

Luca 10, 25-37

Entriamo nel testo

S’incomincia con un dialogo tra un dottore della legge e Gesù.

Luca esplicita la cattiva intenzione del primo, che infatti vuole “mettere alla prova” Gesù; il quale rilancia la domanda al dottore.

Gesù di Nazareth poche volte ha risposto in modo diretto, ha spesso cercato di far camminare le persone, che esse stesse facessero esperienza.

Così accadde anche con la seconda domanda: “E chi è il mio prossimo?”

La “parabola del buon samaritano” è sorta come una risposta di Gesù a questa domanda. Meglio: con questa parabola crea le condizioni affinché il dottore della legge possa ricavare da sé una risposta.

Per molta gente benestante di Gerusalemme, Gerico era luogo di villeggiatura. È quindi probabile che quellÂ’uomo portasse con sé alcuni beni, comunque è evidente che quellÂ’uomo avesse una meta. 

Non solo è scippato, ma è tanto malmenato da essere definito “mezzo morto.”

“Per caso, un sacerdote…”. Il sacerdote senza meta, s’imbatté per quella stessa strada “lo vide e passò oltre…”, prese visione di quanto era successo, ma decise di “passare oltre dall’altra parte”. Il levita fece lo stesso. “Passare oltre” è esattamente l’opposto di ciò che faceva Gesù di Nazareth quando passava per le strade: lui ha avuto attenzione per tutti. “Passare oltre” può rappresentare anche quel parzialmente positivo “non ho fatto nulla di grave o di male”, che non è l’amore chiesto Gesù.

Il Samaritano, che aveva uno scopo, “era in viaggio”, lo vide (come il levita ed il sacerdote) ma a differenza di loro “n’ebbe compassione”. Si prende a cuore così tanto la situazione del “mezzo morto” che manda all’aria i suoi piani. Vengono poi descritte le azioni concrete che compie: “Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi caricatolo sopra i su giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui”. L’opzione per gli impoveriti diventa un’opzione CON gli stessi impoveriti ed allora non c’è più risparmio. Ecco la spiritualità dalle mani sporche. Questa passa dal servizio concreto all’altro - che è mio fratello o sorella - persino con estrema delicatezza. La carità non ha confini: il samaritano si prende cura anche per l’immediato futuro e coinvolge anche altri (l’albergatore)

La domanda di Gesù è tanto chiara quanto disarmante, per quel dottore della legge così malizioso: “Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?”. Per essere fedele alla realtà e alla legge deve rispondere “Chi ha avuto compassione di lui”.

Gesù conclude il dialogo con l’invito-invio missionario: “Và e anche tu fa lo stesso”.

 

Lasciamoci interpellare dai personaggi 

del Vangelo scelto

 

-         Il dottore della legge;

-         Gesù di Nazareth;

-         “Un uomo scendeva…”, il “mezzo morto”;

-         Un sacerdote;

-         Un levita;

-         Un Samaritano;

-         LÂ’albergatore.

 

Ø      Dov’è presente Gesù nella parabola?

-         Nella grande tradizione di santa madre Chiesa Gesù è il buon samaritano;

-         È comunque evangelico credere che Gesù sia anche il “mezzo morto” (“In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me” Mt 25,40);

-         Gesù è però anche lÂ’albergatore che accoglie chiunque (“Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime.” Mt 11,28-29);

 

Ø      Dove sono presente io nel Vangelo scelto?

-         Sono forse il dottore della legge malintenzionato?

-         Sono come Gesù, incapace di offrire risposte preconfezionate ma in grado di offrire possibilità affinché i miei fratelli e sorelle possano crescere con me?

-         Sono io che, scendendo verso Gerico, mi ritrovo assalito e “mezzo morto”?

-         Sono come il sacerdote ed il levita che, pur vedendo il “mezzo morto”, decisero di “passare oltre”?

-         Sono come il Samaritano che, nonostante i programmi fissati, “ebbe compassione” e si prese cura del “mezzo morto”?

-         Sono come lÂ’albergatore, in grado di partecipare alla solidarietà incominciata da altre persone?

 

Verso una conclusioneÂ…

 

È impossibile giungere ad una categorica conclusione della parabola, però...

 

-        Di chi sono prossimo?

-        Chi è il mio prossimo?

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