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Gim Roma (ottobre 2004): Tocca la Parola di Vita

Tocca la Parola di Vita

Gim Roma, ottobre 2004

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Veglie e preghiere                                Teologia  della missione                         Sfide per crescere

 

 

 Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita (poiché la vita si è fatta visibile, noi lÂ’abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi), quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta.

1 Giovanni 1,1-4; (vedi anche 1 Gv 2,12-14)

 

 

Una missione giovane perché vinca la vita. Non è un programma da poco e nemmeno un programma troppo pacifico. Se la vita deve vincere è perché è in corso una battaglia. Non basta nascere per essere vivi. La vita è sicuramente qualcosa che possiedi ma che anche cerchi. E non è raro che questa vita possa mancarti. 11.000 persone in Germania, ogni anno, soprattutto adolescenti e giovani si uccidono. In Giappone vi sono siti per cercare insieme la morte. Ora capisci che quando il Vangelo parla del nemico della natura umana come di un omicida ed un bugiardo fin dall’inizio non sta usando una metafora vaga. E’ un fatto che la vita per vincere deve lottare. Nel libro di Lewis – il grande divorzio, coloro che cercano la vita eterna sono descritti come degli inconsistenti che vengono sono fondamentalmente incapaci di accogliere la vita. Anzi la vita stessa nella misura in cui si avvicina a loro sembra ferirli. La pioggia li ferisce, un frutto da raccogliere da un albero è pesantissimo, qualsiasi passo verso la meta è difficilissimo … non riescono ad accogliere la vita di cui peraltro hanno bisogno… eppure nella misura in cui accettano la fatica e la lotta diventano sempre più consistenti, visibili, luminosi. Così vuole essere il nostro cammino. Vogliamo diventare un po’ più consistenti, un po’ più capaci di sperimentare la vita, un po’ più materiali in modo da poter dire: questa vita che abbiamo toccato con le nostre mani, che i nostri occhi hanno contemplato, che le nostre orecchie hanno ascoltato…

 

Vuoi davvero lottare per la vita?

 

Perché c’è un inganno sottile che può illuderti che tu la vita ce l’hai già e che quindi non c’è nessuna lotta da fare.

 

Dove cerchi la vita e che cosa trovi in quello che cerchi?

 

È possibile che ciò che doveva darti la vita ti abbia deluso – un ragazzo a scuola alla domanda su che cosa sia la vita ha risposto: una rottura.

Ebbene se sei deluso questo è il posto giusto. Se ti sei accorto, finalmente, che non vedi e non tocchi ancora la vita piena, allora sei la persona adatta per ascoltare questo vangelo di Giovanni che vuole condurti a vedere. A riconoscere dei “segni”, ad interpretare la vita nei fatti della storia.

Vogliamo raccontarti questo Vangelo a partire da una lettera dello stesso Giovanni. Chi ti scrive, infatti, ti ama.  La lettera è un mezzo privilegiato per comunicare amore. Molto più dei messaggini al cellulare, che sono un espediente per evitare il peso della parola scritta vincolata allÂ’amore. Se sei consapevole dellÂ’amore che è veicolato dalla Parola diventa più spontaneo  aderire allÂ’annuncio della vita di Cristo. Anzi Giovanni non parla semplicemente della vita ma del logos della vita. DellÂ’ordine della vita. Tu non sai usare la vita. Hai bisogno di una “password” perché nella vita possa entrarci veramente, perché possa giocartela fino al rischio estremo. Perché possa gustarla e gustarla mentre la doni agli altri. Scoprire la password, il logos della vita, significa imparare ad usare questa vita perché vinca, perché fiorisca e maturi.

 

Se non c’è ordine nella vita, se il frutto non è preceduto dal semino e dal fiore, se non sai vivere i tempi della tua crescita, se non sai aspettare, se non sai accogliere la giusta successione delle cose, come la gioia e preceduta dalla fatica, la pace dal dolore, la saggezza dall’umiliazione, l’intimità dalla rinuncia e dall’attesa… se lo sviluppo del tuo modo di capire le cose, di decidere ed agire, e soprattutto di amare non è ordinato tu non vivi.

 

LÂ’ordine della vita è Cristo. Egli è da principio. Non lo costruisci tu. Non puoi inventartelo e nemmeno ritagliartene la parte che ti piace.. Egli ti rivela lÂ’ordine della vita come un dono da accogliere e rispettare. Egli è lÂ’ordine della vita ed è vita eterna. Non nel senso semplicemente che non finisce mai ma nel senso che è vita sorgiva. La vita per essere vera vita non deve mai succhiare altra vita. Deve poterla dare senza esaurirsi in se stessa. Allora è sorgiva. Questo tipo di vita è in Cristo. Tu potrai dare la tua vita, fare missione, solo se ce lÂ’hai eterna. Perché ieri hai tolto un pezzetto di vita a qualcuno? Magari solo per difendere i tuoi diritti, o per fargli capire le cose, o perché era lui che ti toglieva la vitaÂ…  Tutto ciò in fondo rivela che non hai vita eterna in te. Hai solo unÂ’ombra di vita. Noi vi annunciamo la vita eterna che è in Cristo e che egli ha reso disponibile per noi come un dono. Ecco lo annunciamo a voi affinché anche voi abbiate comunione con noi. Si tratta di lasciarsi strappare da una dimensione ridotta, da un pensiero debole, da un orizzonte soffocante. La nostra comunione è con il Padre e il Figlio e con lo Spirito Santo.  Nelle cronache di Narnia il protagonista fa notare che mentre normalmente la magia funzione per cambiare in modo facile le cose di questa terra, nella loro avventura avviene il contrario. Sono trasportati in un mondo magico per cambiarlo a partire dalla loro umanità. Sentire la dolcezza di questo annuncio. Accogliere lÂ’ordine della vita significa entrare in una logica di comunione che supera gli orizzonti umani. Non perché la magia ti risolve la vita ma perché la tua vita diventa più vera. Viene in un certo senso collocata in una dimensione superiore che la rende veramente utile, fruttuosa. Accogliere lÂ’ordine della vita, allora, significa imparare ad amare.

 Come il pane spezzato in una capanna africana. Un poÂ’ di focaccia cotta sulla pietra, un poÂ’ di latte acido che passa in unÂ’unica tazza da una bocca allÂ’altra. Seduti intorno ad un debole fuoco. La gioia della donna che prepara il cibo. La gravità del capofamiglia che regola lÂ’ospitalità. I piccoli silenziosi che guardano ammirati ogni piccolo gesto. I vitellini e le pecore insieme a noi nella capanna. La preghiera prima di mangiare. E gustare quel momento come vita piena.

Questa tua vita terrena, dice lÂ’Abbé Pierre, è un pezzetto di tempo a te affidato perché tu possa imparare ad amare in questa logica di comunione. In questa dimensione di relazioni semplici, genuine, profonde. Non credere di esserne capace spontaneamente. Saper amare non significa semplicemente essere buoni, generosi, gentili perché ti sforzi o perché ci riesci anche. Amare significa dare la vita allÂ’altro, dare una vita che non hai più bisogno di trattenere perché passa attraverso di te ma origina da una sorgente altra da te. “Se avessi cento viteÂ… il più felice dei miei giorni sarà quello in cui potrò dare la mia vita per voi.” (Comboni).  Dio è venuto nel mondo in Cristo per fare di noi generatori di vita: persone che fanno dello scopo di ogni attimo della loro esistenza quello di rendere lÂ’altro felice. Così la lettera di Giovanni: noi vogliamo che la vostra gioia sia piena. Giunga a compimento. Non è una banalità…. e vissero felici e contenti. LÂ’uomo non cerca la gioia, cerca il piacere, la comodità, la soddisfazioneÂ… e diventa facilmente vittima di una tristezza spesso invincibile. La gioia è unÂ’altra cosa. Non devi cercarla. Scoppia da sola quando c’è la vita, lÂ’ordine della vita. Devi scoprire allora questa vita.

Ed ecco il Vangelo: la vita si è manifestata e noi l’abbiamo veduta, ne diamo testimonianza e la annunciamo a voi. Vogliamo imparare insieme a vedere la vita: nell’incontro con Cristo, nella Parola, nella liturgia, nella preghiera, nel servizio.

Missione giovane allora è appunto questo imparare a vedere….

Vuoi davvero imparare questo? Fuori da una capanna in Malawi dopo che una frana aveva distrutto il villaggio vi era la pagina di un vangelo messa ad asciugare, trattenuta da una pietra perché il vento non la portasse via. Certo quellÂ’uomo ci vedeva. Vedeva dove si trova la vita, anche nella contraddizione e nella sofferenza.  Vuoi imparare ad accogliere la Parola e vedere i segni.

Missione giovane è imparare a dare testimonianza.

A vivere ciò che hai visto. Ad incarnarlo. Soprattutto in relazioni di comunione. In un villaggio si fa un piccolo processo per un furto. Nessuno crede all’accusa ma l’accusatore mette le cose in modo tale che lentamente la piccola assemblea cambia opinione e tutti incominciano ad inveire contro l’accusato anche senza prove. Solo un vecchietto rimane zitto ad ascoltare e alla fine si alza irritato e se ne va. Io non partecipo a questa menzogna. E’ lui che testimoniando perché vinca la vita e non per condannare e ferire un innocente. Vuoi imparare testimoniare la vita. A creare relazioni generatrici di vita. Anche in questo piccolo gruppo che vuole diventare cenacolo di apostoli.

 

Missione giovane è imparare l’annuncio.

Nel servizio e nell’evangelizzazione. Vogliamo diventare testimoni della vita. Annunciatore di una vita che hai visto, che hai imparato a vedere. Come Chikondi del Malawi che ha vinto la paura del malocchio nell’ascolto della Parola e si è fatto guida verso la libertà per la sua comunità cristiana bloccata da quella stessa paura. Quello cha ha liberato me – diceva – può liberare anche altri.

C’è però una lotta da vivere. Giovanni dice: scrivo a voi figli, a voi padri, a voi giovani. Il figlio è colui che ha fatto esperienza di perdono, che ha cioè ricevuto la vita nellÂ’amore di Cristo. Il padre è colui che è diventato capace di generare vita per gli altri. Nel passaggio dalla figliolanza alla paternità c’è la gioventù. Voi giovani avete vinto il maligno. La gioventù è il momento della lotta perché vinca la vita. Frecce di eroe i figli della giovinezzaÂ… è nella giovinezza che ti alleni a vincere. Che prepari il tuo futuro. EÂ’ vitale esercitarsi nellÂ’amore evangelico durante la giovinezza per diventare padri. Se non combatti non sarai mai generatore di vita. Non è uno scherzo. Vi è un omicida che vuole toglierti la vita con lÂ’inganno. Ogni tristezza non superata, ogni egoismo non combattuto, ogni falsa ideologia che ti porta a fare scelte che sono solo di comodo, ogni concessione alla falsità, allÂ’ipocrisia, allÂ’ingiustizia ti impediscono di diventare padre, di dare la vita ad altri  e quindi di essere pienamente felice.

 

 

 

Domande per i gruppi:

•Cosa riconosco in me come mancanza di vita?

•Cosa sento di poter testimoniare nel mio  ambiente e come      concretamente?

 

 

 

Visita la pagina Lettere dalla missione.

Nelle parole dei tanti missionari scoprirai come la loro forza derivi da una vita in estrema coerenza con il messaggio di amore di Cristo.

 

 

Nella pagina G.I.M

troverai la proposta rivolta a tutti i giovani che stanno cercando come vivere la loro vita in pienezza ora e non domani.

 

 

Se anche tu credi che "la vita per essere vita non deve mai succhiare altra vita", allora leggi il comunicato dello staff del sito

"O Dio o la bomba. Chiesa-Esercito-Missione: c'è qualcosa che non quadra..."

 

 

"Imparare ad amare",

è il motto che ha animato ed impregnato la vita di padre Maria Turoldo e di molti altri testimoni.

 

 

"La gioventù è il momento della lotta perchè vinca la vita",

nelle pagine della Carovana della pace 2004, troverai come molti giovani hanno reso realtà questo sogno.

 

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