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CONVEGNO GIM & GIOVANIEMISSIONE, 30 aprile - 1 maggio 2011

Resoconto del convegno, contributi, approfondimenti

CONVEGNO GIM & Giovaniemissione 2011

DAL GRUPPO VIRTUALE ALLA COMUNITA' CON I POVERI

Siamo stati benedetti da un ricchissimo fine settimana di Convegno GIM.
Grazie di cuore a tutti voi che avete partecipato, per la bellezza della vostra presenza, per la sincerità della vostra ricerca di Vita Piena, per la speranza con cui leggete la Storia e volete affrontarla.
Il cammino continua attraverso lo strumento del sito www.giovaniemissione.it, che dopo più di 10 anni continua a dare voce al GIM e a quanti condividono la spiritualità missionaria comboniana.


Di seguito pubblichiamo alcuni testi redatti dai giovani che vi hanno partecipato attivamente.

 

 

 

CONTRIBUTI DEI GIOVANI:

  1. Come è andato il convegno? Il racconto con gli occhi di una amica di Palermo.

  2. Forgiare le spade in aratri, una riflessione da un giovane del GIM di Padova.

  3. Il mio convegno Gim.

I LABORATORI:



Un fine settimana scoppiettante.

Sulle orme di Giovani e Missione che compie 10 anni.


Ho qui davanti ai miei occhi il titolo del libro “Camminando s’apre cammino” di Arturo Paoli: ecco la chiave di lettura del convegno sul sito web di Giovani e Missione, vale a dire l’incontro con persone che percorrono la stessa strada e che insieme vanno ad annunciare la speranza di un mondo nuovo, bello e pulito.
Vorrei aggiungere anche il sottotitolo “Soltanto se si cammina insieme si cammina con Gesù” che non è tratto da alcun libro ma scaturisce dalla constatazione che quando si condivide il pane, ci si confronta con persone diverse, si scambiano sorrisi, si balla e si canta e si ascolta la Parola Gesù è presente, anzi, E’ VIVO! È l’incontro con l’altro che rende le Sue opere e le Sue parole vive e vere!
Gimmini di tutta Italia, stiamo arrivando!

Siamo partite in sette dalla Sicilia alla volta di Padova. Sette donne, tutte pronte a farsi accogliere e ad abbracciare l’imprevisto e le sorprese che Dio stava serbandoci. Chi ci avrebbe ospitato? Quanti e da dove saremmo convenuti? Come avremmo gestito la Contradanza? Oltre che interessante, opinione riscontrabile rispetto a qualsiasi altro convegno che abbia a che fare con i gusti personali, si è trattato questa volta di un incontro diverso, partecipato e partecipante, scandito da alcuni momenti di preghiera, altri di formazione, altri ancora di divertimento.
Ad aprirci le porte (e le bocche!) è stata innanzitutto la famiglia Zarantonello i cui numerosi componenti hanno lavorato sodo per riempire le pance con cibo succulento, accompagnarci nella leggendaria Limone e tenerci compagnia attraverso una sana follia tipica, appunto, della loro genealogia.

In quei due giorni abbiamo ascoltato le voci del sud del mondo portatrici ciascuna del messaggio evangelico secondo cui SI PUO’! Si può sconfiggere quella fetta di mondo individualista e razzista, si può educare alla concordia senza inutili astrazioni e si può abbattere il muro dell’indifferenza! Suor Mariolina, fratel Claudio, Karen e Carlos grazie per il coraggio con cui affrontate la vostra missione, per la perseveranza con cui portate avanti il compito che Dio vi ha affidato e per il calore che emana il vostro corpo forte e instancabile: siate voi da esempio per la nostra vita, soprattutto nei momenti di sconforto e sfiducia, insieme a tutte le altre persone che si sacrificano in nome dell’umanità intera.
Come da copione ogni gruppo Gim ha presentato la propria realtà di provenienza mettendo in evidenza i protagonisti dell’emarginazione sociale come i senza tetto, gli immigrati, i Rom, i profughi di Lampedusa, ognuno secondo la modalità preferita (un video, alcune foto e anche una scenetta). A questo momento di “scoperta della verità” è seguito quello dei laboratori durante i quali sono stati affrontati i temi dell’Immigrazione e della Missione attraverso l’elaborazione di un articolo, di un’intervista e attraverso la lettura biblica: una vera e propria condivisione non soltanto di idee ma soprattutto dei sentimenti che il cuore di ciascuno suggeriva affinché penetrasse in quello dell’altro. Sempre in quei due giorni abbiamo fatto una grande festa con giochi, canzoni, danza afro e contradanza! Abbiamo ballato tutti e ottanta…questo sì che è un miracolo!

Per concludere questo incontro dinamico, breve ma intenso, lo staff del sito si è occupato della presentazione dello stesso invitando quanti avrebbero voluto cogliere l’opportunità di entrarvi a far parte e considerando che si sarebbe trattato di un impegno con la “I” maiuscola, di un patto stipulato  con “l’anello dell’alleanza”. Dulcis in fundo, padre Alex ha celebrato la messa domenicale rendendo anche questo un momento molto forte: alcuni sedevamo gli uni accanto all’altro attorno all’altare e proprio lì mi sono sentita partecipe della mensa di Gesù. E’ lì che ho ringraziato il Padre per essersi manifestato così concretamente da scacciare la malinconia e da risvegliare le coscienze di noi piccole creature che non potremmo andare da nessuna parte senza di Lui:
«Grazie Papà, perché nel disordine dei nostri ragionamenti volti alla spiegazione di quanto accade nel mondo ci fai incontrare qualcuno che usa parole diverse da quelle che udiamo quotidianamente finché scopriamo che non siamo stati mai soli e che non è dovuto sapere quando verresti a tenerci compagnia perché è nel vedere e nel toccare che sperimentiamo la Tua presenza ».
La luce degli occhi dei nostri fratelli, la gioia condivisa e il desiderio di vivere con impegno cristiano sono la più grande manifestazione della Sua presenza!
Tuttavia i ringraziamenti non finiscono qui. Alcuni di essi vanno ai ragazzi dei Gim di Padova, Venegono, Napoli e Pesaro e ai novelli sposi ex gimmini che hanno messo a disposizione la loro casa e con cui abbiamo condiviso le rispettive esperienze di Vita e di Amore che in alcuni casi si sono rivelate vita a tutti gli effetti attraverso la nascita di un bimbo o una bimba belli come il sole. Grazie agli accompagnatori dei vari Gim che ci sostengono lungo il cammino con la stessa pazienza di Dio, il quale ha affidato loro questo difficile compito di guidare delle piccole donne e dei piccoli uomini che sono alla ricerca di sé stessi e che si sforzano di praticare il buon senso per veder realizzata la Gerusalemme che sognano. Infine, vorrei dedicare alcune parole per un ringraziamento speciale a chi si è mostrato entusiasta dell’esperienza e, con grande mia sorpresa, ha saputo far emergere i doni di cui dispone: a Silvia, per il suo grande cuore che non ha smesso mai di parlarle e di suggerirle che tanto si soffre tanto più si è capaci di amare; a Maria Iride, per la sua dolcezza e i suoi silenzi che sanno infondere calma e serenità; a Tiziana, per il suo splendido sorriso e il bisogno di abbracciare, di sentire il proprio vicino; a Mariele, mia sorella e compagna di vita, per la sua capacità di aprirsi al nuovo e di veder Gesù concretizzarsi in mezzo a noi; a Giulia, per il desiderio di scoprire ancora più in profondità il fascino di un Padre che ha saputo regalarle la bellezza. Queste sono le mie amiche, le mie sorelle, le mie donne con cui sto camminando: sì, abbiamo braccia forti e cuore ardente e siamo pronte a metterci al lavoro per la creazione del POPOLO NUOVO!  


“FORGIARE SPADE IN ARATRI”
 

Sono questi i segni di speranza sul quale noi giovani dobbiamo ripartire: l’informazione critica, cioè la lettura critica della nostra storia e la selezione delle informazioni che ci vengono proposte dai mass-media. Viviamo in un periodo in cui il “fare” è più importante dello “stare”, il “dio-risultato” è più importante del “dio-stare accanto” a chi soffre, senza aspettarsi nulla in cambio.
Viviamo in questa società capitalista che vede in ciascuno di noi non una risorsa umana da tutelare, portatrice di diritti, ma una opportunità di consumo.
E’ ora di ribellarsi!, non con le armi, non con la violenza verbale o fisica, nemmeno contrapponendosi semplicemente. Per i giovani italiani e non solo ma soprattutto di tutti i sud del mondo, è ora di mettersi in un atteggiamento di ascolto delle cronache e degli avvenimenti e rileggerli con il Vangelo in mano, o meglio rileggerli alla luce della vita di Gesù di Nazaret ,nei giorni nostri, e sentire come e dove ci sta parlando. Sono tempi questi nei quali è necessario mettersi in ascolto della parole e della realtà, è necessario un lavoro lento e silenzioso con un atteggiamento contemplativo per capire e comprendere il mondo che ci circonda. In questi mesi i popoli nord africani ci hanno dato una lezione di non-violenza, pagando molte volte di prima persona la scelta di mettersi nelle piazze a protestare. I frutti di questa non-violenza si vedranno lentamente, ma saranno ricchi perché chiameranno la società, il pianeta tutto ad una scelta di cambiamento.
L’informazione oggi gioca un ruolo fondamentale per gli interessi delle grandi lobby internazionali, gioco un ruolo determinante manipolare le menti e veicolarle verso i fini di pochi.
C’è bisogno di un riscatto per tutti gli impoveriti e gli oppressi del mondo, non possiamo accettare che per gli interessi di pochi, molte popolazioni siano schiacciate e ricattate. Dobbiamo rimetterci in ascolto, riappropriarci dei libri e di una coscienza critica, e dobbiamo farlo organizzandoci in comunità che si verificano continuamente sulla storia e nelle storia.
E la nostra storia ora parla di Acqua! Manca poco tempo al referendum sull’acqua, sul nucleare e sul legittimo impedimento e chi ne sta parlando? La tv e i giornali stanno mettendo a tacere delle questioni importanti sul nostro futuro e il tutto passa con una leggerezza e una indifferenza incredibile. Fanno ancora notizia le vicende personali dei nostri primi ministri europei e i gossip dei “potenti”, piuttosto che i temi sul quale il mondo si sta giocando la vita.
Non dobbiamo arrenderci, dobbiamo ripartire a testa alta mettendoci in cammino con la gente, nelle strade, nei quartieri e essere testimoni attivi nelle comunità e nelle città. I nostri silenzi se non verranno “spezzati” ci costeranno caro, per cui è tempo di ricominciare dalla lotta non-violenta, che parta e si radichi dal basso per diramarsi nella nostra società.
Ho un sogno da condividere che non so se vedrò realizzato ma che mi sento chiamato a perseguire in maniera ostinata, sogno un giorno di “forgiare spade in aratri” e quel giorno ci guarderemo negli occhi riconoscendoci fratelli.
Per un cammino nella non-violenza.

 

IL MIO CONVEGNO GIM.

Da giovane ragazzo che sono partecipare al convegno nazionale GIM è stato davvero una tappa importante per il mio cammino personale. Mi sono avvicinato alla realtà della Famiglia  comboniana da pochi mesi. Se non fosse stato per loro non avrei mai intrapreso questa strada che mi porta ad analizzare la fede scambiando opinioni e punti di vista con ragazzi che condividono in maniera piena tutti i miei valori.
Il convegno è stato sicuramente una passo decisivo per la mia vita, difatti mi ha portato a scegliere in maniera definitiva di intraprendere il cammino GIM1 all´inizio del prossimo anno scolastico.
Ho sempre nascosto dentro al mio cuore la voglia di stare dalla parte dei poveri, di combattere per la giustizia e per la pace: ma non ero mai riuscito a dar sbocco completamente a tale desiderio che provavo nel mio intimo. È soltanto grazie a questa famiglia missionaria che ho “conosciuto” il Dio dei poveri riuscendo ad approfondire la mia fede, la mia spiritualità.
Partecipare al convegno è stato per me motivo di grande speranza, origine di una nuova forza per continuare o re-iniziare a combattere in maniera più coerente e decisiva. Vedere che così tanti ragazzi sparsi un po´per tutta Italia cerchino di intrecciare le loro idee, le loro capacità per far nascere il popolo nuovo è davvero un gran simbolo che fa sperare.
Sicuramente durante i due giorni è stato seminato molto e ognuno di noi ha donato un pezzo di sé stesso: ecco perché tutti quanti siamo tornati a casa con un sorriso di una o più persone o con una frase che di continuo ci spingono a dare il massimo nella vita.
Forse ero il ragazzo più giovane al convegno, solamente diciassettenne, ma mi sono sentito davvero a mio agio e fortunato di aver avuto la possibilità di partecipare a questo convegno, evento fondamentale per continuare a resistere.
La strada che percorro con gli scout, viste le diverse sensibilità delle persone all´interno del gruppo, non mi ha mai permesso di approfondire la mia fede, sono quindi felice di aver trovato questa possibilità con i comboniani. Da questa esperienza ho anche capito come sia importante far conoscere alle persone il Dio dei poveri che, come e capitato nel mio caso, ho scoperto molto più avvincente, concreto, veritiero che il Dio che ci viene proposto dalla chiesa tradizionale che sembra quasi fiacco e senza energie. Io credo nel Dio della vita! È lui che voglio seguire!  

Federico


 

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