Il giudizio finale (Matteo 25, 31 - 46)
Rilettura dei giovani partecipanti al Convegno GIM-www.giovaniemissione.it
Quando la presenza del Dio fatto uomo, Gesù, si manifesterà attraverso i suoi testimoni e invaderà ogni realtà, noi – di popoli diversi – saremo tutti davanti a Lui come fratelli e sorelle: tunisini, italiani, albanesi, asiatici e americani… E tutti saremo giudicati in base alla fecondità della nostra vita, a quanto frutto avrà dato, nella misura in cui abbiamo reso felici gli altri, facendo della nostra vita un dono.
Allora Dio ci chiederà conto di quante volte saremo stati luce per gli altri, e quante volte invece in noi sarà prevalsa l’indifferenza, nonostante i segni di speranza che illuminavano le nostre città e le nostre vite.
Forse noi non capiremo, e Dio scenderà nel concreto:
Quante volte non avete visto il bisogno del vostro fratello migrante, sentendolo lontano dalla vostra farisaica quotidianità?
Quante volte avete ridotto la vostra fede ai cinquanta minuti della messa della domenica, senza preoccuparvi poi dei bisogni dei fratelli e delle sorelle che vi erano stati affidati da Dio?
Quante volte avete lamentato l’invasione degli stranieri sulle vostre coste, oppure li avete tollerati, quasi per “dovere di cristiani”, senza invece riconoscere in loro il volto del Figlio di Dio?
Quante volte non vi siete interessati al loro vissuto, alle loro culture e ai loro diversi paesi d’origine, perché eravate troppo preoccupati di quanto vi portassero via il lavoro nelle fabbriche o i loro figli occupassero troppi posti negli asili e nelle scuole?
Quante volte avete reso loro la vita difficile con leggi e restrizioni poco umane, tranne per eccezioni opportunistiche, quando la loro manodopera vi era veramente e concretamente necessaria, ad esempio come badanti o come braccianti agricoli?
Quante volte avete difeso urlando i crocefissi di legno sui muri delle vostre scuole, e non avete visto i volti sofferenti dei crocefissi della Storia?
In verità vi dico: ogni volta che vi siete comportati così nei confronti dei vostri fratelli e sorelle più bisognosi, è stato come se lo aveste fatto a me.
Invece ogni volta che – anche senza riconoscermi consapevolmente in loro - avete teso la vostra mano, in questo modo vi siete avvicinati a me.
Quando avete sentito in voi, con i vostri piccoli gesti quotidiani, la capacità di poter cambiare la realtà delle cose, io ero vicino a voi. Quando avete fatto sentire la vostra voce, anche controcorrente, a difesa degli emarginati, io ero con voi.
E noi confidiamo che la misericordia del Padre sarà più grande delle nostre indifferenze.