Ciao a tutti,
era ora di scrivervi...
Ultimamente non ho avuto tanto tempo, Da quando sono tornata
dal Niger e da quando ho iniziato la scuola sono stata molto
impegnata a recuperare il lavoro scolastico nel quale sono
rimasta indietro.
Voglio raccontarvi un
po’ del mio viaggio... visto che non ho ancora finito di
raccontarvi del Niger.
Non so se vi ricordate
del progetto del pozzo che mia mamma ha fatto (con l'aiuto
di una piccola ONG, Incontro fra i Popoli) nel nord del
paese. Quest'anno il pozzo è stato finalmente completato.
E' profondo 100m e contiene circa 5m d'acqua durante la
stagione secca. Quest'anno mia mamma ha voluto tornare per
raccogliere testimonianze sul pozzo e per iniziare i lavori
per la costruzione di una scuola per i bambini Wadabe e
Tuareg. Se non fosse per il progetto di mia mamma non penso
che saremmo tornati in Niger quest'anno.
Siamo arrivati
all'aeroporto di Niamey verso le 24:30. Mentre scendevo
dall'aereo sentivo un'aria calda in faccia e con un sorriso
pensavo fra me "Niger....finalmente". Già, era
bello tornare dopo tanto tempo.
Qui in Niger è
iniziata la stagione delle piogge e il caldo si sente ancora
di più essendo molto umido. Sicuramente il Niger non sarà
mai così umido come il Congo però abbastanza...
La cosa più pericolosa
di questa stagione è la malaria. Quest'anno in particolare
ha piovuto tanto e così tutti i giorni all'ospedale di
Niamey muoiono circa 10 persone a causa della malaria. Per
fortuna ho preso il "Lariam", un medicinale molto
forte, però è meglio prenderlo che avere la malaria (chissà,
forse proprio quando sono in viaggio, centinaia di km dal
prossimo ospedale).
A parte questo, il
Niger sta passando un buon periodo, i pozzi sono pieni,
quest'anno si trovano ovunque pascoli verdi per gli animali
e anche il miglio costa meno. L'anno scorso la siccità ha
portato carestie e danneggiato l'agricoltura... è un grande
problema perché la gente qui vive soltanto di pastorizia e
di agricoltura.
Anche la situazione
politica è un po’ migliorata con il nuovo presidente
(Tanja). Ultimamente gli insegnanti vengono pagati e così
le scuole sono di nuovo aperte per gli studenti. Non ci sono
più problemi gravi come quando abitavo ancora qui.
Quest'anno sono state
anche riparate diverse strade che sono in pessime
condizioni. La strada verso Agadez è stata asfaltata e
anche alcune piccole strade di Niamey. E' stato aperto un
aeroporto ad Agadez; ciò porterà più turismo e aiuto per
i Tuareg.
Durante i nostri primi
giorni a Niamey ho cercato di scoprire chi dei miei vecchi
amici è ancora rimasto in Niger. Sono andata a vedere la
mia vecchia scuola, dove ho mantenuto ricordi bellissimi, ma
mi sono sentita come se mi trovassi lì per la prima volta.
Si vedevano tutte facce nuove, la maggioranza dei ragazzi e
dei professori che conoscevo sono partiti. Già, il Niger è
un paese di transito per molte persone...la gente viene e
va.
Gli unici che
conosciamo che sono rimasti è la gente locale come i Wadabe
e i Tuareg, loro non si spostano dal Niger.
Il 6 Settembre io e mia
mamma siamo andate a nord nella zona di Cintabaradene (600km
da Niamey), dove abitano tanti dei nostri amici. E' in
questa zona molto secca, di sahel, che abbiamo fatto
costruire il pozzo. Abbiamo passato tre giorni dans la
"brousse" ed è stata un'esperienza veramente
indimenticabile.
I wadabe essendo
nomadi, non vivono in case o capanne, raramente hanno delle
tende come i Tuareg, loro vivono all'aperto e dormono sotto
le stelle. Sono molto in contatto con gli animali e con
la natura; è incredibile vedere come riescono ad
orientarsi in questi immensi spazi che a noi sembrano tutti
uguali. A volte incontravamo qualcuno, decine di chilometri
lontano da tutto, che andava da qualche parte. Sono persone
veramente dolci, hanno una vita così semplice, sono così
umili...come bambini.
Nell'accampamento
wadabe ho conosciuto tante persone nuove e ho passato il mio
tempo con loro bevendo latte di cammello e disegnando. Ho
portato con me fogli da disegno e matite. Loro si
divertivano vedermi fare i loro ritratti, come ridevano...
In quei giorni ho imparato un po’ di Fufuldè. Ruda, un
mio amico, diceva che dovevo restare lì un mese così avrei
imparato perfettamente la lingua. Tra i wadabe avevo sempre
molta attenzione, sopratutto dai bambini...volevano sempre
giocare con me e tenermi la mano, erano in tanti, così per
non farli litigare ho dovuto dare un dito a ciascuno.
Il 9 Settembre siamo
partiti per Agadez, la famosa città dei Tuareg, che si
trova a circa 500 km da Cintabaradene. All'inizio del
viaggio ci siamo un po’ spaventati. I wadabe ci avevano
fatti accompagnare da una guida per mostrarci come arrivare
alla strada asfaltata. il problema era che la guida non
conosceva affatto la strada e ci ripeteva continuamente
"Tout droit, tout droit..." Noi viaggiavamo per
ore nella brousse senza vedere nemmeno una pista.
Fortunatamente infine abbiamo incontrato un wadabe che
conosceva questa strada così siamo riusciti ad arrivare ad
Agadez. Ismahil, un nostro amico Tuareg ci ha accolti con
braccia aperte e ci ha preparato una cena squisita.
Il giorno dopo siamo
andati a visitare un po’ la città. Abbiamo incontrato un
marabù (prete mussulmano) che scriveva su una tavoletta di
legno frasi del corano in Arabo. Era molto gentile ed infine
ha scritto una frase del corano per mia mamma che tiene come
gri-gri (talismano).
Dopo aver passato un
po’ di tempo con la famiglia di Ismahil, abbiamo deciso di
visitare Tinghirghit, una zona di deserto con delle dune
bellissime fuori d'Agadez. Eravamo un po’ preoccupati del
forte vento e delle nuvole che si avvicinavano però
fortunatamente non ha piovuto e abbiamo potuto passare la
serata tranquillamente vicino al falò e dormire all'aperto
sotto le stelle...sotto le itran (stelle in Tamashek). Il
Tamashek, la lingua dei Tuareg, mi sembra molto difficile,
ha un suono un po’ come l'Arabo, è tutta un'altra cosa
dal Fufuldè.
Nel deserto ho passato
delle bellissime giornate, ho anche imparato a cavalcare il
cammello. Ho ancora un po’ paura quando si mette a correre
forte, però me la cavo.
Il 15 siamo tornati a
Niamey, dovevamo prendere il nostro volo per l'Italia.
Abbiamo preso il pullman, era un viaggio un po’ stancante
da Agadez a Niamey (1000 km). L'autista guidava velocissimo
e a volte, quando attraversava la strada una mucca, un asino
o un cammello, faceva certe frenate allucinanti... ci siamo
spaventati diverse volte. Comunque dopo aver viaggiato tutto
il giorno verso le 22:30 siamo arrivati finalmente a Niamey.
Non volevo per niente
partire... non volevo tornare in Italia a rivedere la mia
scuola, i miei compagni di classe... Non ero più abituata a
trovarmi tra persone così diverse... dopo essere stata al
Campo del GIM, in Niger,....
Già l'impatto con
l'Italia mi ha sconvolta un po’... sono stati difficili
sopratutto i primi giorni di scuola, ero veramente depressa,
poi ho cercato di vedere le cose in modo un po’ diverso
pensando a tutte le belle cose che ho imparato al campo dei comboniani...
mi avete dato così tanto, ho imparato tanto da
voi, in momenti come questi cerco di vedere le cose
diversamente, cerco di vedere il bello e il positivo...
grazie.
Non ho mai dimenticato
l'esperienza che ho fatto con voi, è stata veramente
importante per me.
Un abbraccio forte
forte a ciascuno di voi....
ciao,
Karuna
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