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Febbre suina e altre febbri

di Lorena, dal Messico

  

Lorena Martinello da circa un anno è volontaria in Messico tra gli indios raramuri a Sisoguichi. Conseguita la laurea in antropologia a Bologna ha deciso di vivere alcuni anni della sua vita tra gli indios dove si è inserita bene grazie al suo ottimismo e alla sua capacità di scoprire il bello in ogni persona e situazione.

Di fronte al fenomeno della febbre suina abbiamo pensato di chiederle una sua opinione che ci è giunta puntuale. Ringraziamo Lorena per la sua capacità di analisi e di riflessione ma, soprattutto, perché ci aiuta a leggere la realtà dal di dentro a partire da difficili situazioni che rischiano di emarginare sempre di più coloro che più sono emarginati, i paesi del Sud del mondo.

 

Vi scrivo per tranquillizzarvi riguardo alla psicosi che si sta diffondendo a macchia d’olio in questo Messico lindo y querido, pregandovi di diffondere il messaggio di speranza. Viviamo in cima ad un canyon, fa ancora molto freddo e i virus non arrivano... quindi non preoccupatevi, stiamo tutti bene quassù a Sisoguichi!

A Città del Messico la situazione è grave, ma non più del solito: ogni mese malattie respiratorie dovute allo smog uccidono decine di persone. Come se non bastasse, la terra si è messa a tremare: come dicono qui, “le pulci si attaccano sempre sul cane più magro”.

Per precauzione hanno chiuso tutte le scuole e sospeso qualsiasi evento di massa, ma davvero credo sia una mossa esagerata... forse per distogliere l’attenzione dai veri problemi, quali il narcotraffico, la violenza, la corruzione.

Qui nella missione dal 30 aprile al 3 maggio era programmata l’annuale assemblea diocesana con tutti gli agenti di pastorale, tutte le persone che lavorano a servizio dei raramuri e dei mestizos. È l’occasione che tutti aspettano per rivedersi, per sentire che siamo in tanti, anche se sparsi tra le montagne, a lottare e sperare con questi popoli. Purtroppo anche questa riunione è stata rimandata per paura di un contagio... speriamo che la tv smetta di usare toni tanto apocalittici che influenzano la visione della realtà. Qui non si muore per un’influenza. Qui si muore di freddo, di fame, di fatica. Uccide la droga (tanto il consumo come la produzione, con le sue fasi di ricatti e vendette), uccide la violenza umana, uccide l’alcol. Abbiamo accompagnato al camposanto un mio coetaneo, cirrosi epatica, 22 anni. Non credevo alla diagnosi, come si può avere la cirrosi a 22 anni? Poi incontro, troppo spesso, alcuni miei alunni di seconda media ubriachi fradici in mezzo alla strada e sì, capisco che qui si può morire di cirrosi a 22 anni, se si inizia così. Questa è la realtà della Sierra, di questi monti incantati che nascondono storie disperate.

Ci sono, però, anche attimi di felicità: a scuola sono stati contentissimi di queste vacanze inaspettate. Le lezioni sono sospese ma alcuni alunni che vengono da lontano, non avendo i soldi per pagare la corriera per tornare a casa (NB! 10-15 euro), rimarranno in convitto. Con il direttore David abbiamo organizzato attività diverse per questi giorni di stasi: andremo a ripulire il ruscello ed i boschi dall’immondizia e ne approfitteremo per fare una pulizia di primavera nel convitto con disinfestazione pulci nei dormitori. Il lavoro di squadra piace molto ai ragazzini e stare all’aria aperta li fa sentire un po’ più a casa, in attesa che la paura vada scemando e si possa tornare in classe con la vivacità di sempre.

Scusate per la mia brevità ma... come sempre la connessione internet è un lusso di pochi minuti!

Vi ringrazio per la vicinanza che mi state dimostrando e vi abbraccio forte

Lorena lorenasmart@hotmail.com


Ci auguriamo che tra i lettori de “Il nuovo amico” non manchi chi si metta in contatto con Lorena e, attraverso di lei, con il popolo “dei monti incantati che nascondo storie disperate” ma anche storie di solidarietà che fanno sognare futuro.

Ottavio Raimondo, missionario comboniano

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