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Natale 2006: p. Paolo Latorre da Korogocho

Korogocho 23 Novembre 2006

Jambo!!

  Ciao a tutti, come state? spero che questo mio scritto raggiungendovi vi trovi in forma, con i piedi preparati a camminare e il cuore pronto ad accogliere la vita di ogni giorno.
In questa giornata di pioggia torrenziale…posso fermarmi un po’ a scrivere. Abbiamo dovuto annullare un incontro del KUTOKA NETWORK (una rete di parrocchie che lavorano negli slum di Nairobi…) poiché le piogge di questi giorni hanno provocato allagamenti e reso molte strade impraticabili. Questa sosta forzata, questo inaspettato cambiamento di programma mi ha invitato a prendermi il tempo per scrivervi e per andare a visitare Miss Kenya, una donna di nome Grace, che vive presso le suore di Madre Teresa.

So che siete tanto desiderosi di sapere di un po’ della vita in questo Slum dove vivo e lavoro insieme a p.Daniele e gli altri che già conoscete. Da due mesi vive e sta con noi anche un altro p. Comboniano keniano di nome John. Raccontarvi della vita di qui per me non è facile…ogni giorno è un giorno nuovo con forti emozioni e incontri e sorprese di Dio, e sue benedizioni attraverso i tanti ospiti che ci vengono a trovare.  Raccontare mi è difficile perché  a volte raccontando mi sembra di sciupare la profondità e il senso di quello che vivo e che sopratutto la gente vive…un senso che molto spesso si capisce solo dopo.

Per esempio Miss Kenya….

Un anno fa avere a che fare con Grace, questa donna girovaga, sola, che veniva spesso da noi, dalle suore di Madre Teresa e altrove a chiedere, a parlare, a comunicarci, in un perfetto inglese, le sue fantasie, i suoi pensieri, i suoi sogni… avere a che fare con lei mi sembrava di perdere tempo, non è facile parlare con persone cosi bisognose di affetto e che si riducono a vivere miseramente e sragionando a volte…come faceva Miss Kenya.

Insomma dopo tante peripezie e un collasso della sua salute abbiamo deciso di farla ammettere dalle suore di M. Teresa affinché vivesse più dignitosamente.

Ora, ad una anno di distanza Grace vive lì, sta bene, è serena e non sembra più quella che era un anno fa. Ma questo non è tutto! Il perfetto Inglese di Grace si giustifica dal fatto che lei è una infermiera professionale che ha lavorato in uno dei maggiori ospedali di Nairobi e che faceva bene.

Nella sua permanenza dalle suore Grace ha aiutato le suore a far partorire una donna!

Questa storia come tante altre sono quotidiane e non solo in queste latitudini del mondo.

Ad un anno di distanza vi condivido questo per testimoniare che l’amore e l’accoglienza, il dare tempo e fiducia all’altro fa Miracoli, i veri Miracoli che possiamo compiere con Gesù. Le attenzioni e la prossimità alle persone accanto a noi le fa cambiare, cambia anche noi. Tale cambiamento sta avvenendo anche nei bambini di strada che sono nel centro di riabilitazione di Ngong dove sono stato per un mese e mezzo con loro, una esperienza intensa e bella.

Non è questa la via che il Signore Dio sceglie ogni giorno ed ha scelto donandoci Suo Figlio per farci sentire amati? Non è questo il senso del Natale? Dio che si dona a noi donandoci tempo e fiducia e amore in Suo Figlio Gesù, L’Emanuele.

In un mondo così veloce, la cui velocità aumenta in progressione geometrica, dove ci si tocca spalla a spalla nelle affollate vie delle nostre fredde città, quello che manca è proprio la prossimità, l’accorgersi che in questo mondo non siamo soli, che gli altri non sono una decorazione per la nostra vita…L’ALTRO è un DONO DI DIO donatoci per vivere con dignità e senso di appartenenza in questo mondo. L’ALTRO è immagine del VOLTO DI DIO che si fa storia nella nostra QUOTIDIANITA’.

Questo è l’augurio che faccio per questo Natale: sentirci prossimi gli uni degli altri, accoglierci come un Dono. Auguro di non accontentarci delle relazioni superficiali fatte di pacche sulla spalla e via e poi tornare nelle nostre monadi di orgoglio e arroganze.

Non vi sto scrivendo da un mondo altro!!! Qui a Nairobi si respira questa vita frenetica, imitazione perfetta di un mondo occidentale di cui sono sempre meno fiero!!! Eppure molti giovani di qui darebbero chissà che cosa per vivere questo mondo occidentale fatto di luci che brillano ma che non indicano nessuna via, una vita di conforts e comodità che ci rendono sempre più staccati dalla vita, in un mondo dove prevale la logica binaria del si-no, bianco-nero, sinistra-destra, bello-brutto, con noi-contro di noi, ricco-povero, che conta-che non conta…insomma una logica dell’ aut-aut che priva dello spazio molti uomini e donne che pagano seriamente con la loro vita la schizofrenia di questa logica binaria. Forse Grace si è trovata fuori dall’ospedale per cui lavorava per il fatto che era se stessa, originale, e non rientrava in questa logica binaria; come Grace, quanti ne conosciamo che sono per strada, abbandonati, rifugiati, sardinizzati nei tanti slums del mondo soprattutto del sud, dell’Africa.

Cosa fare? Quale risposta dare per vivere questo mondo, questa vita con più dignità, rispetto e giustizia per tutti? come realizzare con serietà e impegno lo slogan del Social Forum Mondiale “un altro mondo è possibile” la cui sesta edizione si terrà qui a Nairobi dal 20 al 25 Gennaio 2007?

Come mobilitarsi, mettersi in cammino per non lasciarsi portare dalla corrente dell’egoismo globalizzato e allargare il campo visuale mettendo sullo sfondo il Volto dell’Altro, di Dio di noi stessi?

Non ho la risposta….forse la dobbiamo cercare insieme, con pazienza e perseveranza.

La pazienza e la perseveranza sono due compagne molto importanti per noi qui a Korogocho, per viverci, per poter vedere quello che altrimenti passa solo come una confusione (significato della parola ‘Korogocho’, in kikuyu). Per esempio la pazienza di un gruppo di giovani che tutte le mattine, mentre mi reco in cappella per la preghiera, espongono le loro bancarelle con cura e gusto…e quello che espongono è tutta roba riciclata dalla discarica, dai barattoli di plastica alle tastiere dei computers.

Oppure la pazienza e perseveranza di un gruppo di pastori di Dandora, tra cui noi di St. John Catholic Church in Korogocho, che da un anno sta ripresentando le varie problematiche di salute, insicurezza e ecomafia legate alla discarica, tale pazienza, perseveranza abitata da insuccessi e piccoli passi in avanti sta portando a dei risultati che speriamo concreti e non solo promesse elettorale per le prossime Elezioni di fine 2007.

In questa discarica di Nairobi come in tante altre discariche mi sembra di ritrovare come rottami tanti uomini e donne, tanti sentimenti che la logica binaria del mondo crea ogni giorno. Forse è arrivato il tempo di recuperare in queste discariche quello che abbiamo buttato: l’essere noi stessi per esempio, originali e capaci di utopia che fa camminare, l’essere felici di quel che siamo e abbiamo senza cadere nella frustrazione dell’avere di più, dell’essere ciò che il mercato vuole! Recuperare la semplicità di vita e la tenerezza verso gli altri e verso il creato…quanti tesori abbiamo da recuperare, ritrovare, far rinascere in noi!

La pioggia torrenziale sta continuando…speriamo che smetta presto, non perché possa concludere questa lettera…ma soprattutto per tante famiglie che altrimenti si ritrovano con la baracca divelta dalla pioggia e le loro essenziali ricchezze ridotte a nulla. Questa pioggia fuori stagione è frutto di un cambiamento climatico che sta provocando danni all’ecosistema del mondo. Un altro mondo è possibile, recuperare dignità per l’umanità e il creato è possibile e la prova è che ancora quest’anno possiamo accogliere ancora, farci scomodare e metterci in cammino da Dio che con pazienza e perseveranza continua a darci VITA donandoci suo FIGLIO, il SUO.

Buon Natale

Con grande stima e affetto


                                                                            Paolo Latorre

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