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Essere con amore in Mozambico

di p. Francesco Antonini dal Mozambico

Essere con amore in Mozambico

Lettera di p. Francesco Antonini

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TESTIMONI DELLA CARITA' PROVOCAZIONI DI P.ALEX 

 

 

P. Francesco è partito da qualche mese per il suo amato Mozambico. Dopo aver passato un bel po' di anni in Italia, prima come Padre Maestro dei novizi comboniani (giovani in formazione per diventare missionari comboniani) e poi come Padre Provinciale (responsabile e coordinatore dei comboniani in Italia), dopo la Pasqua di quest'anno è ritornato in Mozambico. Lì vi era stato già parecchi anni, in periodi anche non facili per il paese e per le missioni stesse.

Da Parte nostra ci sentiamo di dirgli il nostro grande grazie per l'appoggio che ci ha sempre dato e per aver creduto nei giovani, testimoniando il suo grande amore per Dio e per i fratelli e sorelle.

 

Buona missione, Francesco!!!

 

 

 

Carissimi,
qui sta arrivando il grande caldo su una terra già molto secca. Il vento solleva tanta polvere e le mosche sono l’unico animale in salute: ti entrano dappertutto e ogni persona che cammina ne trasporta un nugolo. Manca acqua e i bambini, soprattutto, in questo tempo prendono un color terra che perdono solo con le prime piogge quando possono lavarsi abbondantemente. Scabbia e congiuntiviti sono tipiche di questo tempo di polvere e mancanza d’acqua, oltre alle malattie di sempre come tubercolosi, morbillo, malaria ecc. Anche l’AIDS ...ma in questi boschi non ci sono laboratori per fare il test HIV e si muore in maniera anonima.

Sono qui e penso spesso se questi sono i più poveri e abbandonati. Forse nel mondo c’è di peggio, anzi rivado con la memoria a certe situazioni che ho visto e concludo che forse non sono i più poveri e abbandonati... ma sono molto poveri e lontanissimi da qualunque possibilità di accesso ai beni essenziali che il mondo di oggi offre. L’antifona che sento in ogni visita alle comunità sono le malattie, la fame, la mancanza d’acqua ecc.

Io (assieme agli altri missionari) mi sento impotente dinanzi a questi grandi problemi, tanto più che ormai il paese è indipendente ed ha anche il normale orgoglio di avere il diritto di gestire le cose secondo i propri ritmi e schemi. Ma c’è anche il fatto che noi missionari abbiamo veramente pochi mezzi per affrontare problemi molto grossi. Ci sono varie ONG che dovrebbero creare sviluppo; ma vivono troppo nelle città e, quando concludono un progetto, lo lasciano senza le garanzie di continuità.

Cosa faccio io? Sono ancora in fase di ricognizione, ma mi sento già abbastanza inserito. Sto facendo soprattutto il Prete. Mi muovo per visitare le 50 comunità di Mueria e per dare un part-time alle 70 comunità di Namahaca che da due anni sono senza Prete. Faccio tanti chilometri per arrivare nelle comunità, poi tante confessioni, Eucaristia, catechesi. E spesso corsi di formazione nel centro-missione. I filoni portanti della mia vita qui sono:

  • annunciare Gesù Cristo e la sua proposta di vita
  • celebrare i Sacramenti
  • accogliere la gente ascoltandone i problemi
  • pregare e intercedere
  • approfondire la comprensione della Parola per poi condividerla con la gente.

Sento che queste cose sono valide perché danno consolazione, forza e dignità alla gente e fanno loro sentire che Dio non li ha dimenticati anche se sono al margine di tutto, che sono importanti anche se al mondo non interessano.

Per la Missione è un momento delicato. Avremmo bisogno di maggiori forze per sostenere la fede, veramente stupenda, di queste comunità, e dare loro consistenza e capacità di testimoniare. Ma alcune hanno l’Eucaristia solo qualche volta all’anno.

Arrivando in tanti posti e incontrando la gente riunita, venuta da lontano (naturalmente a piedi e sotto il sole) mi viene in mente quello che varie volte ripete il Vangelo: che Gesù aveva compassione delle folle miserabili e ammalate che erano come pecore senza pastore... e allora LUI si metteva a insegnare e a curare.

Ma c’è il problema anche di una Chiesa piuttosto incerta nella sua proposta e poco capace di raggiungere la gioventù e la classe dirigente. Queste classi vivono di un pessimo impasto di paganesimo antico e di paganesimo moderno. A volte sono cristiane di nome, ma la vita scorre su altri binari. È il momento in cui ci vorrebbero cristiani capaci di incidere per la formazione di una umanità nuova, capace di resistere alla tendenza di considerare il denaro come valore massimo, mentre invece l’amore per il denaro è la causa di tutti i mali.

Mi ricordo di una lettera di qualche anno fa diretta ai giovani e intitolata ESSERCI CON AMORE. È già molto essere qui, è un dono fatto a me...e cerco di esserci con amore. A Voi chiedo di pregare per me e per questo pezzo di mondo popolato e di continuare a sostenermi perché possa ESSERCI CON AMORE. Saluti cari

P. FRANCO ANTONINI

 

Ecco alcuni altri interventi di p. Francesco:

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