Quello che oggi ci
aspetta è un brano lungo e complesso: pieno di personaggi, di frasi
provocatorie, di contraddizioni, di domande lasciate in sospeso. La
sfida nell’ascoltarlo è capire cosa voleva dire la comunitÃ
di Giovanni quando ha scritto questo testo. Per questo
cominciamo col riprendere in mano il cammino fatto finora. “Vita piena per
tutti!”: il sogno di Dio in sette
segni, così si potrebbe riassumere il Vangelo di Giovanni
per come lo stiamo leggendo noi. Vita piena è:
-
la
festa a Cana di Galilea
-
la
guarigione che raggiunge anche i lontani e i potenti (il figlio
del funzionario regale)
-
alzarsi
e venire fuori dalle proprie paralisi (alla piscina di
Betesda)
-
condividere
tra tutti (la divisione dei pani)
-
guadagnare
la vista (il cieco nato)
-
...
e ora Lazzaro
-
...
e poi Gesù, che muore e risorge!
Lazzaro ci porta al
cuore: il mistero della vita e della morte. Un mistero che poi il
Vangelo affronta nel lungo racconto della Passione di Gesù. Siamo
quindi ad un passaggio molto importante: prima ci eravamo fermati a
dei segni ‘parziali’, legati alla gioia, all’incontro, alla salute,
alla vista; ora ci vengono rivolte le domande più grosse, sul senso
della tua vita, su come affrontare la morte. Il brano su Lazzaro
comincia a metterci in crisi: è un passaggio in cui si parla di vita
e di morte, di questioni assolute. Dopo i primi capitoli del suo
Vangelo, ora Giovanni ci prende a quattr’occhi e ci chiede,
all’improvviso: “ma tu finora perchè cerchi Gesù? Chi è Dio per
te?”. Dio è uno che chiami in causa per le emergenze o è il
centro della tua vita? Con i sette segni che fa nel Vangelo, Gesù
non intende rispondere e risolvere i limiti dell’umanità . Gesù non è
venuto a mettere una pezza sui nostri vuoti esistenziali, quasi come
un “integratore
dietetico” dei nostri squilibri!
Leggiamo allora il
brano: dal Vangelo di Giovanni al capitolo 11, versetti 1-44. è il
testo che racconta il segno della Resurrezione di Lazzaro. È pieno
di personaggi e sarà importante notare come il segno vero e proprio
occuperà solo l’ultima parte del racconto. Prima Gesù vuol far
camminare tutte le persone che incontra: li libera dalla paura della
morte per portarli a credere nella Vita.
La comunitÃ
(vv.1-24)
·
Betania: è una cittadina che però qui occupa un
ruolo simbolico: è il luogo dove Gesù si ritira e dove crea la sua
comunità (Gv 10,40-42). Si trova “dall’altra parte del Giordano” ad
indicare una rottura con Gerusalemme, una novità rispetto al sistema
di allora (che abbiamo visto essere opprimente con le sue
leggi).
·
Sorelle… fratello: così che si chiamavano i primi cristiani.
Ciò che conta, più che la parentela carnale, è la comune
appartenenza alla comunità di Gesù. Una comunità che ha come vincolo
l’amore, fondato sull’Amore stesso di Cristo.
·
Signore: in questa comunità Gesù è il Signore.
Affermare questo ai tempi delle prime comunità cristiane era
pericoloso: il signore era l’imperatore. Gesù viene e presenta una
nuova comunità non più fondata sulla
violenza e la disuguaglianza (come quella dell’impero), ma
sull’amore, sul servizio e sul dono di sé.
·
La Gloria di Dio: è la finalità di questa
comunità . La morte non deve più fare paura, non è un limite ma è un
passaggio che Gesù infatti non è venuto a eliminare. Chi aderisce a
Cristo sa che non deve più avere timore della morte, perché non è la
sua fine e tanto meno il suo fine: la nostra esistenza ha come fine
la Gloria di Dio, che è l’Uomo vivente, secondo S.Ireneo. Mette però
in guardia riguardo alla morte causata dal peccato.
La professione
di fede di Marta (vv. 25-27)
·
Se tu fossi stato qui…: questa espressione di
sfiducia indica come la comunità ha ancora un cammino da fare. La
morte è vista ancora come la fine di tutto, se ne ha ancora paura: i
giudei, legati al sistema, vanno a fare le condoglianze alle sorelle
(v. 19); Maria seduta in casa non ha la forza di rialzarsi (v. 20);
il ‘rimprovero’ di Marta a Gesù (v. 21); il non vedere in Gesù la
Vita, già presente (vv. 23-24).
·
Risurrezione… Vita: Gesù invita Marta a credere
che lui ora è la Risurrezione e la Vita. La vita a cui
suo fratello è chiamato non è quella dell’ultimo giorno a cui Marta,
come altri, era ancora legata (v. 24). Si tratta della Vita piena per tutti…
adesso, non domani. La Vita che Gesù
comunica è la vittoria sulla morte e sulla paura che gli uomini
hanno di lei.
·
Chi crede in me…: credere in Cristo è entrare
nella nuova logica, quella del risorto. Non è la logica
dell’oppressore, del più forte, del più grande: è una logica di
servizio, di dono di sé. Chi accetta, chi crede che Dio stesso s’è
messo a servizio dell’umanità , dando loro la sua stessa Vita non può
morire. La Vita di Dio entra nell’uomo e la morte non ha su di lui
alcun potere. E a colo4o che credono, Gesù promette il dono dello
Spirito.
·
Si, Signore, io credo...: è la stessa formula
della prima conclusione che Giovanni usa alla fine del suo vangelo.
Se prima Marta era legata alla concezione antica di Dio, del messia
stesso, ora lei sa qual è il vero oggetto della sua speranza: il
Messia, figlio di Dio che da a tutti coloro che credono in lui la
Vita che non conosce morte; crede ora nell’amore senza limiti del
Padre.
Dal dolore alla
speranza di Maria
(vv.
28-32)
·
Il Maestro è qui e ti chiama: in realtà Gesù
non ha detto nulla a Marta, ma lei sa che la Parola di Vita che Gesù
le ha trasmesso non la può tenere per sé. Va dalla sorella che,
ricordiamolo, è chiusa in casa e non si da pace per la morte del
fratello. In casa ha solo il ‘conforto’ dei giudei che sanno solo
presentargli delle condoglianze sterili. Gesù le darà la Vita.
·
Si alzò in fretta…: Maria riconosce la chiamata
di Gesù, è il Buon Pastore che chiama le pecore ad uscire dal
recinto del dolore, della morte per seguirlo sui sentieri e sui
prati di Vita.
·
… pensando che andasse al sepolcro per
piangere: i giudei che sono con Maria, non comprendono la
chiamata di Gesù e tanto meno la risposta di Maria. Per loro va
al sepolcro, per spargere nuove lacrime e la seguono. Ma fuori
saranno messi a confronto con una realtà , la Vita, che li obbligherÃ
a scegliere
·
Se tu fossi stato qui…: sono le stesse parole
di sua sorella. Ripetute in pochi versetti, indicano che sono
importanti: al di là del rimprovero, indicano comunque una grande
fiducia in Gesù. Gesù non da risposta a voce: la sua risposta è la
Vita.
La com-passione
di Gesù (vv. 33-38a)
·
Il Pianto di Maria e dei giudei: la loro fede
nelle parole di Gesù non è ancora ben salda e per questo Gesù prova
compassione. Prova compassione per quell’umanità che non ha ancora
fiducia piena nella Vita, ma si lascia scoraggiare dai segni di
morte.
·
Dove l’avete posto?: di chi parla Gesù qui? Di
Lazzaro o della speranza, della Vita, della gioia che a volte sembra
scomparsa dalle nostre vita?
·
Gesù scoppiò in pianto: il pianto di Gesù non è
di sconforto, di disperazione. Attraverso quel pianto, egli
manifesta tutto il suo amore per l’amico Lazzaro; attraverso quelle
lacrime, Gesù solidarizza col dolore, ma non con la
disperazione. La gente se ne accorge, anche se però notiamo che la
gente dice: “Vedi come lo amava”, al passato e non si rende conto
che Gesù sta amando OGGI, come aveva amato ieri e come amerÃ
domani.
·
Si diresse al sepolcro: l’affetto di Gesù per
Lazzaro lo spinge ad andare verso l’uomo rinchiuso nel sepolcro,
vuole ridargli Vita, dignità , speranza, gioia di vivere. È lì che
egli manifesterà la gloria di Dio (l’uomo vivente)
La nuova Vita di
Lazzaro (vv. 38b-44)
·
Grotta… pietra: termini che richiamano il modo
di seppellire i morti nella tradizione ebraica; nella grotta erano
stati sepolti i padri e ancora la gente vi viene sepolta. Diverso il
sepolcro di Gesù, nel quale nessuno era stato ancora posto. La
pietra che da un’idea di pesantezza enorme è come la parola FINE che
viene attribuita alla morte. La pietra separa, non lascia entrare la
speranza, la Vita e non lascia uscire che vi viene rinchiuso per
vari motivi.
·
Togliete la pietra: ecco allora il comando di
Gesù. Chiede di fare un grande sforzo: togliere dall’esistenza di
ognuno ciò che impedisce alla Vita, alla Gloria di Dio di
manifestarsi. È entrare in una nuova logica, quella di Gesù che è
venuto perché l’umanità abbia la Vita e l’abbia in
abbondanza (Gv 10,10-11).
·
Signore, già manda cattivo odore: puzza, è
marcio… Ancora una volta Marta, simbolo della comunità , si trova a
dovere mettere a confronto ciò in cui aveva creduto fino ad allora
(che la morte aveva l’ultima parola) e ciò che le propone Gesù (Vita
piena ora). La realtà del sepolcro e della pietra non sono
incoraggianti, anzi tagliano le gambe non danno spazio di Vita e ci
si scoraggia.
·
Se credi, vedrai: l’azione di Gesù ha come
finalità quella di manifestare la Gloria di Dio: Lazzaro è già amato
da Dio, ma Marta non se ne accorge perché la pietra le ostacola
ancora il cuore. La
fede diventa così la condizione per vedere la Gloria di Dio
Tolsero allora la
pietra (vv. 41-42)
·
Grazie Padre: in questi versetti (41-42)
traspare tutta l’intima relazione che esiste tra il Padre e Gesù: i
2 operano insieme, in loro c’è lo stesso amore, la stessa Vita che
Gesù vuole ora condividere con l’umanità . Questa
sua preghiera mette anche in chiaro che ciò che lui compie non è
un suo pallino, ma è il piano stesso del Padre che si sta attuando.
Tra i giudei presenti qualcuno l’avrà accusato di bestemmia
precedentemente: ora però davanti a questa intima relazione col
Padre non può restare indifferente e deve schierarsi.
·
Lazzaro, vieni fuori: il sepolcro non è
l’ultima dimora dell’uomo: dovesse essere anche morto fisicamente,
la sua vita continua. Il defunto non è morto, la sua vita si
rinnova. È il significato dell’Albero della Vita, presente in tante
culture africane. Gesù, Buon Pastore, chiama la sua pecora per nome
e la invita ad uscire.
·
Legato, bende e sudario: era veramente morto.
Esce ma è ancora imbrigliato e ha bisogno di qualcuno che lo liberi:
la Vita che Gesù da e che oltrepassa il muro di pietra non è
pienamente ristabilita finché gli uomini non sciolgono i legacci con
cui hanno imprigionato gli altri.
In
sintesi
Giovanni
ci chiede di “guardare con l’olfatto”, è l’unica volta che si
fanno riferimenti agli odori. Vediamo un po’ dove la morte
emana il suo fetore e dove invece la Vita inebria coi suoi
profumi:
Ø
C’è puzza di morte:
-
nel
lutto senza speranza: i professionisti del lutto, venuti da
Gerusalemme, non sono capaci di consolare Marta e Maria, che
ad un certo punto li abbandonano
-
nelle
minacce a Gesù, lungo tutto il capitolo
-
nel
complotto dei sacerdoti-assassini: “è meglio che muoia un
uomo solo per tutto il popolo” e negli interessi dei
potenti: salviamo gli equilibri della nostra nazione, non
infastidiamo Roma! (vv. 45-53)
Ø
C’è profumo di vita:
-
nell’amicizia
tra Marta, Maria, Lazzaro e Gesù
-
in quei due
verbi come scintille di liberazione: “Scioglietelo e
lasciatelo andare”... lasciate che torni come amico a stare
con me
-
nel
gesto di Marta, che si mette a servire a cena, e in quello
di Maria, che si butta ai piedi di Gesù per profumarlo.
Chiediti,
allora: nella tua vita di adesso, nel tentativo di camminare
da discepolo...
-
dove c’è puzza di morte?
-
dove c’è profumo di vita?
-
qual’è la pietra che c’imprigiona?
-
sei pronto/a come amico/a di Gesù a donare la vita
fino in fondo con lui? Per chi vuoi vivere? Vuoi vivere di
piccoli segni come quelli realizzati finora, oppure ti decidi
a vivere in tutto e per tutto con Gesù?
|