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Scrutare i tempi, prendere coscienza

E' tempo di prendere coscienza delle nostre azioni irrazionali e ri-orientare le nostre scelte verso la costruzione di un mondo migliore per tutti e tutte. Questo è il tempo di un nuovo umanesimo! Solo stabilendo relazioni di nuova alleanza con il Creato e gli altri esseri umani avremo la possibilità di sopravvivere. Siamo a un bivio, l'umanità ha due possibilità: amare o scomparire.

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Questo è un tempo di crisi globale! Non possiamo far finta di niente, non ci è lecito rimanere indifferenti. Il coronavirus è il sintomo, una specie di campanello d'allarme, di un disordine specifico provocato dall'essere umano; è una sorta di segnale preoccupante... ma anche una grande opportunità per fare gioco di squadra e operare un cambio di stile di vita

Dice un testo cantato da un gruppo musicale chiamato"United" e formato da più persone provenienti da culture, lingue e cammini spirituali diversi:

"I wonna see the world united and learn to live as one,

we have to bring the world together and learn to live as one,

we have to bring the world together, we shall overcome.

It's time to say, we are all one heart.This song is of all of us,

so let's sing it together in one big voice".

Anch'io spero di vedere un giorno il mondo unito, imparando a vivere l'uno per l'altro, come se fosse un cuor solo battendo all'unisono, perché il coronavirus è solo la punta dell'iceberg-virale che come ombra sinistra, da tempo, si aggira in mezzo  noi. Ecco alcuni dati:

  • secondo l'ANSA (2019), nel mondo ogni 40 secondi qualcuno nel mondo si toglie la vita (circa 800mila suicidi l'anno);
  • il Global Digital Report ci rivela che nel 2019 erano più di 4 miliardi gli utenti di internet, e che  ogni utente aveva trascorso online mediamente 6 ore e mezza al giorno, pari a 100 giorni di tempo online ogni anno, una attività che secondo gli esperti provoca "infobesità", detta anche "technostress";
  • l'UNHCR (2019), segnala che ogni 2 secondi una persona nel mondo è costretta ad abbandonare la propria casa, famiglia, Paese a causa di conflitti, disastri ambientali o persecuzioni; attualmente sono in movimento più di 80 milioni di persone;
  • è opinione comune tra noi europei che quello attuale sia il periodo di pace più lungo nella storia umana; ma non è vero, anzi gli esperti in  materia ci dicono che le guerre sono in drammatico aumento e si producono nei cosiddetti Paesi in via di sviluppo, spesso reduci da lunghi decenni di dominazione coloniale e oppressi da dittature, corruzione e sfruttamento economico. Nel 2017 sono stati registrati 378 conflitti, di cui 186 per crisi violente e 20 guerre ad alta intensità. Naturalmente, ignoriamo volutamente questa realtà giacché siamo noi occidentali che le approvvigioniamo con la vendita delle armi. La maggior parte di queste attività violente avvengono in Africa e in Medio Oriente, e avvengono per la conquista delle risorse che ancora questo continente ha nel sottosuolo e in superficie. Riprendendo le parole di San Giovanni Paolo II, Papa Francesco è nuovamente ricordato ai governanti che l'industria della guerra è la più grande struttura di peccato. E ha aggiunto. ogni anno, il mondo perde “miliardi di dollari in armamenti e violenza, somme che porrebbero fine alla povertà e all'analfabetismo se si potessero ri-destinare” e, come predisse Isaia, trasformare le spade in vomeri e le lance in falci (Vatican News, 2020). Solo in Siria, dall'inizio della guerra civile si contano più di mezzo milioni di morti; 
  • inoltre, è bene ricordare che 1 miliardo di esseri umani sopravvive con l'equivalente di 1 euro al giorno; 822 milioni di persone soffre la fame; 24 mila persone muoiono ogni giorno per fame; 11 milioni di bambini sotto i 5 anni ogni anno muoiono di fame, mentre è stato stimato che un bambino statunitense ha a disposizione quanto hanno a disposizione 424 bambini etiopi; 1 miliardo e duecento milioni di persone vivono senza acqua corrente, con le implicazioni di carattere sanitario e alimentare che possiamo immaginare. 
  • e infine, non possiamo ignorare il tema del cambiamento climatico; è sotto gli occhi di tutti, e gli scienziati ce lo confermano, che il pianeta si sta riscaldando; che sono le attività umane, mediante la combustione di carbone, gas e petrolio, la causa principale; che i cosiddetti eventi estremi - alluvioni, siccità, ondate di calore - si stanno intensificando in diverse parti del mondo; e che tutto ciò provoca distruzione e morte.

 Queste poche considerazioni, tra le tante che potremmo esaminare, esigono da parte nostra un esercizio di responsabilità, di auto-indignazione e di coerenza. E' tempo di prendere coscienza delle nostre azioni irrazionali e ri-orientare le nostre scelte verso la costruzione di un mondo migliore per tutti e tutte. 

Questo è il tempo di un nuovo umanesimo! 

Mi sono molto care le parole di Haruki Murakami, scrittore giapponese, che dice. "Quando la tempesta sarà finita (...) non sarai lo stessa persona che vi è entrata". Verissimo; già da oggi, e nonostante il coronavirus, la vita ci impone un cambiamento radicale: di fronte al dilagare del virus della globalizzazione dell'indifferenza bisogna privilegiare la globalizzazione della fratellanza universale; al posto del virus-sfruttamento della madre terra, ci viene richiesto di prendercene cura e coltivarla; contro il virus dell'accaparramento, siamo fortemente sollecitati a ritornare alla logica della condivisione.  Oggi più che mai ci sentiamo parte di questa umanità attaccata da un nemico invisibile che vinceremo stando uniti, lavorando insieme e custodendo la madre terra a cui siamo legati in modo indissolubile.Solo stabilendo relazioni di nuova alleanza con il Creato e gli altri esseri umani avremo la possibilità di sopravvivere. Siamo a un bivio, l'umanità ha due possibilità: amare o scomparire. Il cardinale peruviano Pedro Barreto, facendo eco all'invito incessante di Papa Francesco, incoraggia i cristiani e tutte le persone di buona volontà a una rinnovata spiritualità di vita, e lo fa impiegando dei neologismi pregni di significato che ricordano gli ultimi documenti papali: 'amazzonizziamo' la Chiesa e 'laudatosifichiamo' le nostre relazioni; cioè, apriamoci a nuove relazioni con tutto ciò che ha vita in sé, abbandoniamo il modello capitalista disumanizzante che divora l’ambiente e le vite di tantissime persone, ritorniamo a dare significato alle cose che veramente contano; diversamente, come specie umana, non ci resta che soccombere e scomparire.

Facciamo nostre, allora, le bellissime aspirazioni che Francesco ci consegna nell'ultima esortazione apostolica "Querida Amazonia" (Amata Amazzonia), che possono diventare linee guida per un nuovo umanesimo. Scrive il Papa: “Sogno un’Amazzonia che lotti per i diritti dei più poveri, dei popoli originari, degli ultimi, dove la loro voce sia ascoltata e la loro dignità sia promossa. Sogno un’Amazzonia che difenda la ricchezza culturale che la distingue, dove risplende in forme tanto varie la bellezza umana. Sogno un’Amazzonia che custodisca gelosamente l’irresistibile bellezza naturale che l’adorna, la vita traboccante che riempie i suoi fiumi e le sue foreste. Sogno comunità cristiane capaci di impegnarsi e di incarnarsi in Amazzonia, fino al punto di donare alla Chiesa nuovi volti con tratti amazzonici” (QA7). 

Concludo questa breve riflessione con la poesia di Kitty O'Meara, una scrittrice irlandese vissuta nell'800:

E la gente rimase a casae lesse librie ascoltò

e si riposò

e fece esercizi

e fece arte

e giocò

e imparò nuovi modi di essere

e si fermò

e ascoltò più in profondità

qualcuno meditava

qualcuno pregava

qualcuno ballava

qualcuno incontrò la propria ombra

e la gente cominciò a pensare in modo differente

e la gente guarì.

E nell’assenza di gente

che viveva in modi ignoranti pericolosi

senza senso e senza cuore,

anche la terra cominciò a guarire

e quando il pericolo finìe la gente si ritrovò

si addolorarono per i morti

e fecero nuove scelte

e sognarono nuove visioni

e crearono nuovi modi di vivere

e guarirono completamente la terra

così come erano guariti loro. 

 

P. Antonio D'Agostino, mccj

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