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di fr. Simone Bauce dalla Colombia

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Lettera di Fr. Simone Bauce

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TESTIMONI DELLA CARITA' PROVOCAZIONI DI P.ALEX

 

Fr. Simone è da poco più di sei mesi a Bogotà, in Colombia, dove sta terminando la sua formazione come fratello missionario comboniano; nel maggio 2003 dopo i due anni di noviziato ha fatto la sua prima professione religiosa ad Arzignano ( VI - suo paese natale) assieme a Gianluca e Giacomo.

Siamo già nel 2004...colgo l’occasione per mandarvi mie notizie,

soprattutto in merito all’ultimo mese.

 

Sì, è stato molto intenso, forte e ricco di esperienze per me. Vi dico subito che San Vicente de Chucurí è un paese di 25000 abitanti circa, dei quali la metà nel centro e gli altri distribuiti nelle 80 frazioni di cui è composto il suo territorio comunale. Tale comune occupa un’estensione paragonabile a quella di una grande provincia italiana.

In particolare i miei due compagni ed io siamo stati destinati a lavorare in una zona chiamata Lisama – Juan Pablo II, forse la più lontana dal centro e la più difficile come situazione ambientale. Fino a Natale abbiamo vissuto e lavorato separatamente in tre frazioni (veredas) distinte. Dal 26 in poi abbiamo potuto continuare in comunità, abitando nel centro chiamato CENPROCIC – centro di promozione e capacitazione integrale comunitario. È un centro voluto fortemente dal parroco precedente, ma con una forte impronta laica, partecipazione del comune e della società petrolifera ECOPETROL. Nacque soprattutto per esigenze educativo – formative e vi si trova anche un centro di salute per la zona.

Vi chiederete perché ha contribuito una società petrolifera (la più grande della Colombia)

La zona è estremamente ricca di petrolio e gas naturale. Inoltre ha enormi coltivazioni di cacao, caffè, banane, ananas, yuca; senza contare l’allevamento bovino e la importante risorsa dell’acqua. Insomma una terra che sulla carta possiede tutti i vantaggi. Esiste però l’altra faccia della medaglia: le strade sono in condizioni pessime, non esiste trasporto pubblico e il poco che c’è non è molto affidabile, mancano i servizi primari, come la luce, l’acquedotto e la fognatura che non arrivano in tutte le famiglie, o per lo meno non sempre. Inoltre le distanze sono notevoli: da una casa all’atra si può contare un km e da una vereda all’altra una decina, sempre con strade pessime.

Ma veniamo più da vicino alla mia esperienza. Mi veniva chiesto un contatto umano con le famiglie per farmi un po’ tramite della parrocchia (a due ore di macchina con strada sterrata) e un accompagnamento pastorale nel tempo di Avvento. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, la novità per me è stata la novena, in Colombia estremamente importante, più dello stesso giorno di Natale. È l’occasione perché le famiglie si ritrovino unite quotidianamente per nove giorni a pregare in attesa della venuta del Bambino Gesù.

La cosa più sorprendente è stata l’accoglienza della gente in tutte le case....sempre ho incontrato la porta aperta, anche dove vivevano evangelici, avventisti o persone di altre sette protestanti. Mi presentavo con un saluto e sempre la risposta era “Venga pure!”. Non importava chi fossi, ero una persona qualsiasi che bussava alla porta. Il secondo trattamento che ricevevo era sempre una bibita: una limonata, una bibita gasata, un masato (bibita ottenuta dalla fermentazione del riso). Una bevanda rinfrescante è quello che ci vuole per un pellegrino che cammina sotto quel sole (la temperatura di giorno approssimativamente oscilla tra i 35 e i 38 gradi), senza dubbio è molto evangelico.

Cercavo di approfittare delle prime ore del giorno, le più fresche per la visita alle famiglie. Non potevo usare il tardo pomeriggio, perché qui, vicini all’equatore, il tramonto è molto veloce (in 15 minuti, dalla luce al buio, e buio totale).

E’ stato molto arricchente confrontarmi e cercare di entrare nella cultura locale. Una cosa incredibile è la musica: è occasione di festa, di evasione, di compagnia, ed è l’emblema della quotidianità. Dall’alba al tramonto le stesse canzoni, le stesse melodie tra il romantico e il malinconico (musiche ballabili come il "vallenato" e la musica "ranchera").

Potrei aggiungere la mia prima cavalcata, i viaggi avventurosi in moto o camioncino, le amicizie fatte, la presenza di esercito e paramilitari,....ma rischierei di annoiarvi troppo; la lettera è già abbastanza lunga.

Vi auguro di iniziare in piena serenità questo nuovo anno, sicuramente ricco di frutti abbondanti per ciascuno di voi.

Un ringraziamento al Dios de la Vida che ogni giorno continua a sorprendermi, e alla vostra vicinanza

Sempre.                                                                                              

  Con cariño, fr. Simone

 

Puoi contattare fr. Simone all'indirizzo:

H.no Simone Bauce

Misioneros Combonianos

Cra 48 N° 75 A -21

 Apdo. Aéreo 52343

Santafè di Bogotà D. C. -9

Colombia

hsimonebau@yahoo.it 

Leggi le altre lettere dalla Colombia di due fratelli  Comboniani:

Fr. Alberto Degan:

 

- Nella terra del Vichada

 

- Non era un indigente

 

Fr. Antonio Soffientini:

 

- La cuna vacìa

 

- I pubblicani e le prostitute vi precederanno

 

 

 


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