Ciao a tutte/i,
Il tempo per scrivere é sempre troppo poco per poter
raccontare tutto quello che sta succedendo qui, ma proverò
a fare un poco di sintesi. Mi spiace molto di aver
interrotto le comunicazioni con tutti voi per un po' di
tempo e di non rispondere sempre alla vostre mail, ma qui
riesco solamente a leggerle e solo poche volte ho anche la
possibilità di scrivere la risposta.
Qui é più di una settimana che piove ininterrottamente,
"quasi come ai tempi del Mitch", dice la gente
scherzando. Fa freddo, anche se credo mai come per qualcuno
tra voi, le strade nella comunità sono piene di fango, non
ho più vestiti puliti e spero che spunti un poco di sole
per poter lavare la roba. La pioggia rende abbastanza
difficili gli spostamenti dentro e fuori la Guadalupe, ma
Thomas e io siamo sempre in movimento, saltando tra una
pozzanghera e l'altra e da una riunione all'altra. Sono
giorni bollenti in cui si stanno decidendo cose molto
importanti per il futuro del movimento, dalla proposta di
ricominciare le azioni di recupero della terra ai
possibili cambi nelle principali strutture dell' Movimiento
Campesino dell'Aguan (MCA). Siamo
inseriti in varie commissioni il cui scopo è quello di
cercare di rinsaldare i legami tra la base del movimeto e la
dirigenza, accusata in questi mesi di inefficienza e di non
aver coinvolto la base nelle decisioni più importanti.
Alcune delle persone maggiormente impegnate nella comunità
sono riuscite ad organizzare un'inchiesta, una specie di
sondaggio, nella base per raccogliere impressioni, lamentele
e proposte. Noi abbiamo partecipato a questo lavoro, andando
a visitare le diverse empresas sparse nelle vicinanze. Da
alcune sono uscite proposte interessanti, da altre
incazzature bibliche contro dirigenti e tecnici della
cooperazione.
Il danno maggiore che la mancanza di comunicazione tra la
dirigenza ed il pueblo ha generato, credo, la perdita di
unità che sta indebolendo fortemente la forza dell'azione
rivendicativa del movimento. Mancano ancora molte terre da
recuperare, alcune di importanza strategica, ed il rischio
è che ciascuno cerchi una strada personale per ottenere il
suo pezzo di terra, fregandosene dell'altra gente. Inoltre
non tutta la base ha chiaro quali siano i diritti e doveri
come campesinos sin tierra e questo alimenta la confusione e
genera false informazioni che poi circolano e si diffondono
nella comunità fino a diventare "verità": il
compito di informare sull'avanzamento del processo di
riforma agraria spetterebbe alla direzione generale, che è
però rimasta ferma, occupandosi di questioni di poco conto.
Il rischio è che la base spinga inconsapevolmente in una
direzione contraria ai suoi interessi, a tutto vantaggio di
coloro che speculano sul destino del MCA, ganaderos e
terratenientes in testa, completamente coperti dalla
"ingenua" inefficienza dell'INA. Quello di cui si
ha bisogno per far avanzare lo sviluppo è che la gente
lavori nella terre che già sono recuperate e che si
continui il recupero affinché tutti abbiano una terra
su cui incominciare ad organizzare il lavoro. Già esiste
l'idea di un progetto di cassa rurale che potrebbe aiutare
la gente a gestire i prestiti ed i guadagli delle loro
attività. Il tutto verrebbe gestito dai membri stessi della
comunità senza speculazioni esterne.
La gente ha fame di terra, dopo tre anni passati nel
fango e milioni di dollari piovuti qui grazie alla
cooperazione "post-Mitch" sono arrabbiati e
stanchi per non aver visto realizzate le tante promesse di
coloro che si sono alternati qui spacciandosi per salvatori.
Molta gente, soprattutto europei, si sono fatti belli agli
occhi dei connazionali usando le sofferenze di questa gente,
dando più attenzione al "fare in tempi brevi" e
sborsando ingenuamente un sacco di soldi senza avere una
visione ampia di quello che è il processo in cui le
comunità sono inserite. L'incompetenza di molti dei tecnici
da loro finanziati e che qui operano ha fatto il resto. I
campesinos hanno poi abboccato all'esca dell'incasso rapido,
ma sono stati spesso incapaci di gestire le somme ricevute.
Occorre credo maggiore attenzione e maggior pazienza per
poter essere efficaci in questo difficile contesto; appoggiare senza pensare di avere le soluzioni in tasca e
rispettando il pueblo anche con le sue fragilità e
contraddizioni perché sono sempre e comunque loro i
soggetti e gli autori del cambiamento. Credo il nostro
compito sia quello di portare una voce critica, di osservare
e saper cogliere le opportunità e le intuizioni per poi
socializzare le nostre idee con le persone, magari creando
occasioni di dialogo. Con Thomas ci confrontiamo spesso sul
nostro stile di presenza qui e in particolare sulla
necessità di essere propositivi, di saper seguire con
attenzione la rapida evoluzione delle situazioni per
proporre e dare stimoli costruttivi. Detto così sembra
facile... ma se vogliamo che la pace e lo sviluppo nascano
"dal basso" occorre chinarsi e osservare molto da
vicino.
Il lavoro fatto con la base ha ottenuto la convocazione
di una Assembla Generale, la prima dopo quasi 3 mesi.
Trecento persone radunate sotto una tettoia, con i vestiti
inzuppati ma con la voglia di far sentire la loro voce. La
discussione si è svolta con ordine e tutte le diverse anime
del movimento si sono energicamente espresse. Ci sono ancora
forti contrasti tra i vari gruppi e molte questioni
rimangono aperte, ma è bene che adesso finalmente ci si riunisca per parlare. Alla fine l'accordo è stato quello di formare le commissioni per organizzare il recupero
delle terre mancanti... le terre di Miguel Facussè, uno
degli uomini più potenti del Centro America... ma questa è
un'altra storia.
In questi giorni saremo impegnati ad organizzare
il recupero, per capire come "agarrar los huevos del
lion" come dicono alcuni qui e, se riusciamo, pensavamo
di andare a trovare Alba, la volontaria di Caritas che
lavora al COPINH per visitare la comunità di Montaña Verde
recentemente colpita da una violenta incursione di agenti
Cobras dei corpi speciali della polizia di Stato che hanno
sequestrato e torturato due attivisti che da anni lottano
per veder rispettati i diritti degli indios. La denuncia
pubblica si trova anche su www.peacelink.it nella sezione
dedicata all'America Latina.
Nel frattempo un invito a tenere duro ed avere la mente
acuta del serpente e il cuore tenero della colomba. In
questo difficile momento in cui i potenti stanno trascinando
il mondo nel buio orrore delle loro guerre private, restiamo
più che mai fedeli al nostro impegno in difesa degli
oppressi ed impoveriti.
Un abbraccio felipo
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