- Canto iniziale: El profeta
- Saluto: Nel nome del PadreÂ…
“La vita ha un valore soltanto se le si pone
unÂ’esigenza infinita:
tutto o nulla;
attendere lÂ’inaspettato,
credere non già in ‘ciò che non esiste sulla terra’
ma in ciò che deve esistere sulla terra,
anche se non esiste ancora
e non esisterà per lungo tempo…”
(Aleksandr Blok, 1918)
“Come cristiani dobbiamo essere in prima linea
nello sforzo comune per la paceÂ…
Davanti per vocazione, non per paura.”
(don Primo
Mazzolari)
“LA FIONDA di DAVIDE”
LÂ’economia a servizio della persona
Oggi è l’economia in fondo che decide tutto.
EÂ’ soprattutto il primato dellÂ’economico finanziario: sono i
soldi, il denaro, la finanzaÂ… sono questi enormi spostamenti di
denaro che fanno soldi. EÂ’ il mondo del virtuale non del reale.
Molto di questo passa attraverso i cosiddetti processi bancari.
Sappiamo molto bene che sono le banche che sostengono tra
lÂ’altro il riciclaggio di denaro sporco, le mafie, le tangenti a
politici e amministratori, il traffico di armi e droga, i governi
antidemocratici, lo sfruttamento dei paesi impoveriti. (Â…)
Davanti a tutto questo ognuno di noi potrebbe
sentirsi impotente. Dopo il peccato dellÂ’idolatria, penso che il
peccato più grave per tutti noi sia quello dell’impotenza, di
sentirsi impotenti davanti a un Golia economico. EÂ’ vero che ci
si può sentire come il giovane Davide che lottava contro il
gigante Golia eppure, come Davide ha sfidato Golia e lo ha vinto,
così anche noi, ne sono profondamente convinto, possiamo sfidare
con la fionda di Davide il Golia imperiale e finanziario.
Coniugando il valore in cui crediamo con le scelte quotidiane e se
siamo credenti coniugando i valori evangelici con le nostre
scelte.
Guai a noi se questo esperimento dovesse
fallire.
Il senso della vita: essere come Dio / Con-creare con Dio
“Il senso della vita è l’autoaffermazione
reciproca degli uomini e del creato, è realizzare appieno
lÂ’essere figli di Dio, riconciliarsi con Lui e con il suo sogno
per noi. E’ terminare con Dio la creazione perché siamo simili
a lui. E’ con-creare con Dio…”
FILI LILLIPUZIANI
Ritornando in Italia la cosa che ho notato è
che si respira nellÂ’aria questo fenomeno sociale
dellÂ’atomizzazione, dove ognuno fa per se, si rinchiude nel
proprio buco e vive la sua vita, generando disgregazione nella
propria comunità e nella società . Non riusciamo neanche più ad
esprimerci, a sentire la bellezza dellÂ’essere insieme, del
toccarci, di un cammino comune verso una meta. Ma l’umanità può
esistere solo se la si coniuga al plurale: io ho bisogno degli
altri, ho bisogno della verità degli altri, della loro esperienza
culturale, di altre culture e di altre esperienze religiose. (Â…)
Alla globalizzazione economica, noi dobbiamo rispondere con una
globalizzazione dal basso in chiave di resistenza. Si tratta di
mettere in atto una strategia lillipuziana: i minuscoli
lillipuziani alti appena qualche centimetro catturano Gulliver il
gigante predone, legandolo nel sonno con centinaia di fili. Di
fronte alle soverchianti forze e istituzioni globali, la gente può
in modo analogo, utilizzare le modeste fonti di potere che ha in
mano e combinarle con quelle in possesso di altri, partecipanti ad
altri movimenti e in altri luoghi.
La strategia lillipuziana intreccia molte
azioni particolari, pensate per ostacolare il livellamento verso
il basso - lÂ’economia tende a spostare gli investimenti dove i
costi sono minori, e spingere invece il livellamento verso
l’alto, per permettere cioè ai poveri di elevarsi.
- Momento di silenzio
- Piste per la riflessione
- Condivisione / Segno
Verso un mondo nuovo: dallÂ’utopia
al progetto:
“gli utopisti, allora, sono coloro che, come
sentinelle della notte stanno in questi anni lavorando la speranza
per praticare la risurrezione per sé, per il prossimo, per i
popoli del mondo e per la natura, perché anch’essa attende di
“essere liberata dalla schiavitù e dalla corruzione”.
L’utopista è un contempl-attivo, sta cioè con lo sguardo nel
futuro e con i piedi a terra, per trasformare lÂ’utopia in
progetto. Sa perfettamente che, se vuole fare un solco diritto,
deve puntare l’aratro verso una stella (proverbio arabo)…”
(Giuliana
Martirani)
Grida, grida, grida per la vita
Per i vivi, per i morti
Per il deserto, per il mare
Per i pesci avvelenati
Per gli uccelli con le ali spezzate
Poeti senza parole
Cantautori senza un canto
Grida, grida, grida per la vita
Per i bambini che combattono per le strade,
che giocano con giocattoli, con fucili, con le granate
per le madri afroamerindie
che urlano per il dolore
e che si domandano che cosa sarÃ
del futuro dei loro figli
grida, grida, grida per la vita
per il coraggio
per la speranza
per la foresta
per il fiume
i corpi possono morire lo Spirito non muore
e la nostra lotta
aspettando che un nuovo giorno
incominci ad arrivare
che lÂ’alba arrivi
e mentre aspettiamo per questo nuovo giorno
noi canteremo nella gioia
Grida, grida, grida per la vita!”
(Proclama finale dellÂ’associazione ecumenica
dei teologi del Terzo Mondo, Nairobi 1992)
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