Chiamati a generare libertà !
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SIAMO
TUTTI CHIAMATI A GENERARE LIBERTA'!! In
un mondo dove tutto sembra libero è molto difficile captare, comprendere ed
accogliere il grido degli oppressi; Tutto
è categorizzato, “mercificabile” e “consumabile”.. Eppure
il grido dei poveri e degli esclusi sale a Dio incessantemente…ed è Dio che
ci provoca a tal punto da permetterci di prendere coscienza della situazione di
oppressione in cui molti sono costretti a vivere… “Ho
osservato la miseria del mio popolo…” Siamo
chiamati a generare libertà ! Ad
“andare” senza remore, ad uscire dal nostro piccolo orticello di sicurezze
borghesi…senza temere perché “Io sarò
con te…” Vogliamo
generare libertà …a partire da noi stessi! Solo un uomo libero, difficilmente omologabile nel sistema,
raramente allineato alla maggioranza e “introvabile” nelle sicure stanze del
“Tempio”, potrà essere a sua volta “liberatore”. Solo chi ha il
coraggio di compiere il suo Esodo, chi ha il coraggio di affidarsi e “gurdare il cielo” sarà strumento di liberazione…fino in fondo. Fino
in fondo come i Martiri di ottobre ci hanno dimostrato: Padre Raffaele Di Bari. Fratel Antonio Bargiggia. Suor Gina Simionato.
Suor Floriana Tirelli. Don Arnoldo Gomez Ramirez. Attraverso
di voi vediamo la Luce. Canto: CANZONE DI MARIA CHIARA Ascoltiamo
la ParolaÂ… Es
3, 1-22 Breve
silenzio Nel silenzio vogliamo incontrarci con il Soffio Liberatore dello
Spirito…e scoprire le nostre schiavitù. Vogliamo mettere al centro la Forza
Liberatrice della Parola e chiedere… “Le provocazioni di Dio”
Gli ebrei hanno camminato quarant’anni nel deserto prima di raggiungere la Terra Promessa. Ogni impresa di liberazione è sempre lunga, faticosa. Un uomo, come un popolo, non finisce mai di essere libero, di lasciarsi liberare. La schiavitù, infatti, più che una condizione sociale è una mentalità , un atteggiamento dello spirito. Gli Israeliti, nel deserto, dovevano appunto acquisire la mentalità di popolo libero. È difficile rendere un uomo libero. Proprio perché la libertà non è qualcosa che possa venire regalato, che arrivi addosso a una persona. La libertà non è uno spazio che venga offerto, uno spazio in cui è possibile scorrazzare a piacimento, ma una conquista interiore, lenta, ostinata. La libertà , prima di essere un privilegio, è un prezzo da pagare in termini di coraggio, distacchi laceranti, purificazioni, prove. La prova del deserto è la prova della libertà . Nel deserto non si può vivere di rimpianti per ciò che si è lasciato, ma unicamente di nostalgia che si traduce in una tensione continua verso la Terra Promessa. Prima della libertà , bisogna conquistare il gusto della libertà . Fare l’esperienza, progressiva, ruvida, impegnativa della liberazione. Il
deserto è la pedagogia della libertà . A mano a mano che si cammina nel
deserto, se il fascino della libertà prevale sul ricordo dei piccoli comforts
della schiavitù, se l’aspirazione verso la Terra Promessa è più forte dei
disagi e degli imprevisti del viaggio, allora si è maturi per la libertà . La
libertà la si conquista “dentro”. Altrimenti anche mettendo piede nella
Terra Promessa, si conserverà un atteggiamento da schiavi, non da uomini e
donne liberati. A. Pronzato (“Le provocazioni di Dio”) Gli uomini e le donne libere che vogliamo ricordare questa sera sono per noi provocazione e sfida. Attraverso il loro sacrificio capiamo (intuiamo…?) cosa vuole dire essere innamorati e come Dio scelga strade incomprensibili per liberare il popolo e l’uomo… Un uomo non si improvvisa Martire… il loro cammino di Libertà parte da lontano… Accensione delle 5
candele
Mt 10, 26-39: Non li temete dunque, poiché non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato. Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri! Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà : e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà . Silenzio Condivisione
(“Dammi un cuore Signore grande per
amare, dammi un cuore Signor pronto a lottare con Te”) Maria della liberazione Maria di Nazareth, sposa prematura di Giuseppe il falegnamePaesana di una
colonia sempre sospetta, contadina anonima di
una vallata dei Pirenei, spaventata devota
della Lituania proibita, india massacrata di
El Quiché, abitante di una
favela a Rio de Janeiro, nera segregata
nellÂ’Apartheid, paria dellÂ’India, gitana del mondo, operaia senza
qualifica, madre nubile, monaca di clausura, bambina, fidanzata,
madre, vedova, donna. Cantatrice della
Grazia che è data ai piccoli, perché solo i
piccoli sanno accoglierla; profetessa della
liberazione che solo i poveri conquistano, perché solo i poveri
possono essere liberi: vogliamo credere come
te, vogliamo pregare con
te, vogliamo cantare il
tuo stesso Magnificat. Insegnaci quel Gesù
vero, carne del tuo ventre,
razza del tuo popolo, verbo del tuo Dio; più nostro che tuo,
più del popolo che di casa, più del mondo che di Israele, più del Regno che
della Chiesa. Quel Gesù che per il
Regno del Padre, si allontanò dalle tue braccia di madre E si consegnò alla
moltitudine, solo e
compassionevole, potente e servitore, amato e tradito, fedele davanti ai
sogni del popolo, fedele contro gli
interessi del tempio, fedele sotto le lance
del pretorio, fedele fino alle
solitudini della morte insegnaci a portare
questo Gesù vero per i muti sentieri
del giorno per giorno, nella montagna
esultante di acclamazioni, assieme alla cugina
Elisabetta e di fronte ai popoli
umiliati, che nonostante tutto lo aspettano. P. Casaldaliga (“In cerca di giustizia e libertà ”) Canto: SIGNORA DELLA PACE
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