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CARISSIMO LELE

Ricordo di sr. Teresa, a 28 anni dalla morte di p. Ezechiele Ramin

 

 

Carissimo Lele

mi hanno chiesto una testimonianza su di te, ma io preferisco rivolgermi direttamente a te… mi mette meno soggezione che parlare a tutte queste persone: sono parenti tuoi e tuoi amici che ti hanno conosciuto molto bene, che hanno accompagnato il tuo cammino o da te si sono lasciati accompagnare in tutti questi anni. Cosa ho io di particolare da condividere con loro, cosa posso raccontare di te che loro non conoscano già molto meglio di me??  Sicuramente niente, ma credo fermamente che comunque sia importante condividere senza fare calcoli di nessun tipo, mettere qui quello che siamo, poco o tanto, bello o brutto, interessante o banale… poi insieme affidarlo al Padre, perché sia lui a dare a ciascuno quello di cui ha bisogno.
Lele, ecco già un tuo regalo: darci questa ulteriore occasione per uscire dai nostri ‘calcoli’.

Un altro regalo è di averci riuniti per pregare con te, per fare memoria delle meraviglie che il Padre compie continuamente e in particolare ha compiuto attraverso la tua vita e ancora di più attraverso la tua morte. Io non conosco nessuno, conosco Filo, Gabriele e nessun altro, ma è per me un onore incontrare tutti questi tuoi amici che, attraverso di te, diventano anche miei, tutti questi fratelli accumunati dalla passione per il Regno, dal sogno di un mondo più bello e più giusto. Ho così accettato l’invito di Filippo per venire a ricevere questi regali da te.

Ma quanti regali che già avevo ricevuti!

Il primo che mi hai fatto è stato quello di accogliermi sorridente a S. Mango, quando ragazzina ero scesa qualche giorno, sempre con il desiderio di condividere con chi aveva perso tutto a causa di quel terribile terremoto in Irpinia. Il mio incontro con te ‘quaggiù’ si limita a quei pochi giorni, che sono stati giorni fondamentali per la mia vita.

Tutti giustamente hanno paura del terremoto, ultimamente si fa sentire spesso un po’ dappertutto qui in Italia e ovunque semina distruzione e morte. Per me è stato fonte di vita e di pienezza, un’occasione di incontro con persone che hanno segnato il mio cammino in modo indelebile e vi hanno seminato desideri di scelte radicali, di condivisione con i più poveri, in qualsiasi realtà. Ti ricordo appunto con il tuo sorriso e i tuoi stivaloni, quando ti muovevi in mezzo alla neve nell’accampamento dove erano ospitati coloro che avevano perso la casa o li andavi a trovare nei casolari dispersi da cui non si volevano allontanare e cercavi di portare un po’ di serenità, ascoltando e consolando.

Un altro tuo regalo è una lunga chiacchierata nella roulotte che tu e Nando avevate trasformato in abitazione, ‘ufficio parrocchiale’ e luogo caldo dove tutti noi cercavamo riparo, non solo dal freddo di quei giorni. Durante quella chiacchierata tu mi hai letto il Vangelo del giovane ricco, di quel giovane che se ne andava triste, perché aveva molti beni e me l’hai raccontato con le tue parole, facendomi rientrare in me, facendomi rileggere la mia vita. Evidentemente avevi fatto centro: mi ero spaventata perché mai avevo sentite quelle parole così direttamente rivolte a me come quella volta. Mi ero spaventata e ribellata…tanto da cercare di dimenticarmele per un po’. Ma quando sono riemerse con forza dopo poco più di un anno ho capito che il Signore teneva in mano il filo rosso della mia vita e che questo filo era passato attraverso di te. Era passato attraverso le tue parole e attraverso la gioia provata nella condivisione con i più poveri. Con i bimbi della scuola che mi avevi affidato, con gli anziani che avevano perso tutto e tutti, con  i giovani che desideravano ricostruire velocemente ciò che era andato distrutto e con i tanti nuovi amici che con noi avevano vissuto giornate di disagi, piene di precarietà, che portavano a cercare l’essenziale, giornate che lasciavano un segno indelebile in tutti. E tu ‘in mezzo’, a noi, a loro, senza confini, senza muri… la nostra sede, del resto, era una casa in costruzione con pareti non completate e alle finestre teloni di plastica…

Quanto avevo vissuto con forza l’ho ritrovato a casa in quel luogo che già conoscevo, la CdC, ma che dopo S. Mango mi parlava con un linguaggio che finalmente capivo.
 

‘Va', vendi quello che hai e dallo ai poveri. Poi vieni e seguimi’

 …e la gioia, la gioia di vivere così, di sentire pienezza, senso.

Tu sei passato un paio di volte a trovarci alla Casa della Carità prima di partire per il Brasile. Era stata una sorta di benedizione su tutti noi… il riconoscerci amici importanti e l’affidarci gli uni gli altri nella preghiera vicendevole… il nostro amico missionario partiva per il Brasile e noi condividevamo la tua gioia e speravamo un giorno di viverla anche noi, magari di raggiungerlo.

Poi è arrivata la notizia della tua morte…’Ma come: è appena partito, non è possibile!!!'... Sgomento, tristezza, dolore… ma era come se ce l’aspettassimo, conoscendo il tuo desiderio di radicalità e noi ci sentivamo onorati di averti conosciuto, di aver conosciuto un martire.

Tutto il Sud-America era segnato da morti violente e tu ti sei subito totalmente incarnato con il popolo che il Padre ti aveva affidato.

Qualche anno dopo dalle CdC siamo venuti a Padova a pregare sulla tua tomba, a celebrare il nostro Grazie per la tua vita e per la tua morte, a incontrare la tua mamma nella tua casa che, con estrema semplicità, ci ha parlato di te. Siamo venuti nei luoghi dove sei cresciuto, anche in questa chiesa, per respirare dai luoghi ma soprattutto dalle persone, la fede che ti ha alimentato e ti ha condotto al dono della vita per i tuoi fratelli.

Ultimamente Lele mi hai fatto un altro dono che è quello di padre Filo e, grazie a lui, sei riemerso nella mia vita. Quando, la prima volta che l’ho incontrato gli ho accennato di te, lui si è subito illuminato e ha capito che avevamo la stessa origine.

Avete la stessa passione per il Regno, vi accomuna lo stesso sogno e mi sembra di rincontrarti in lui, nel suo entusiasmo, nei suoi racconti, nel suo essere fratello nella semplicità. Da lui ho avuto libri che parlano di te, segni che mi ricordano la tua missione. Poi, quando ho scoperto che aveva scelto anche lui il Vangelo del giovane ricco per la sua ordinazione, quello stesso Vangelo che aveva segnato il nostro incontro, ci ho visto ulteriormente la mano di Dio.

La fantasia di Dio non smette di stupirci e tu, Lele, sai interpretarla e offrirla a noi con effetti speciali.

Che paniere pieno porto a casa questa sera! Tutti questi doni che si moltiplicano nella mia vita, mi sostengono nelle mie giornate. Li ho elencati, li ho condivisi e proprio così si sono moltiplicati.

Pregando con te e ricordandoti ho vissuto l’esperienza dei discepoli di Emmaus: ‘facendo memoria’, ora mi arde il cuore nel petto e rimango senza parole, stupita da tante meraviglie, con un profondo desiderio di contemplarle a fondo e di condividerle.
Grazie Lele: questa è la prova di quanto sei vivo e continui ad essere strumento nelle mani del Padre, perché ancora noi e altri possiamo godere dei suoi doni.

‘Davvero il Signore è risorto…’.

Con affetto

teresa

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