Siamo
già nel 2004...colgo l’occasione per mandarvi mie notizie,
soprattutto in merito all’ultimo mese.
Sì,
è stato molto intenso, forte e ricco di esperienze per me. Vi
dico subito che San Vicente de Chucurí è un paese di 25000
abitanti circa, dei quali la metà nel centro e gli altri
distribuiti nelle 80 frazioni di cui è composto il suo territorio
comunale. Tale comune occupa un’estensione paragonabile a quella
di una grande provincia italiana.
In
particolare i miei due compagni ed io siamo stati destinati a
lavorare in una zona chiamata Lisama – Juan Pablo II, forse la
più lontana dal centro e la più difficile come situazione
ambientale. Fino a Natale abbiamo vissuto e lavorato separatamente
in tre frazioni (veredas) distinte. Dal 26 in poi abbiamo potuto
continuare in comunità, abitando nel centro chiamato CENPROCIC
– centro di promozione e capacitazione integrale comunitario. È
un centro voluto fortemente dal parroco precedente, ma con una
forte impronta laica, partecipazione del comune e della società
petrolifera ECOPETROL. Nacque soprattutto per esigenze educativo
– formative e vi si trova anche un centro di salute per la zona.
Vi
chiederete perché ha contribuito una società petrolifera (la
più grande della Colombia)?
La zona è estremamente ricca di
petrolio e gas naturale. Inoltre ha enormi coltivazioni di cacao,
caffè, banane, ananas, yuca; senza contare l’allevamento bovino
e la importante risorsa dell’acqua. Insomma una terra che sulla
carta possiede tutti i vantaggi. Esiste però l’altra faccia
della medaglia: le strade sono in condizioni pessime, non esiste
trasporto pubblico e il poco che c’è non è molto affidabile,
mancano i servizi primari, come la luce, l’acquedotto e la
fognatura che non arrivano in tutte le famiglie, o per lo meno non
sempre. Inoltre le distanze sono notevoli: da una casa all’atra
si può contare un km e da una vereda all’altra una decina,
sempre con strade pessime.
Ma veniamo più da vicino
alla mia esperienza. Mi veniva chiesto un contatto umano con le
famiglie per farmi un po’ tramite della parrocchia (a due ore di
macchina con strada sterrata) e un accompagnamento pastorale nel
tempo di Avvento. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, la
novità per me è stata la novena, in Colombia estremamente
importante, più dello stesso giorno di Natale. È l’occasione
perché le famiglie si ritrovino unite quotidianamente per nove
giorni a pregare in attesa della venuta del Bambino Gesù.
La
cosa più sorprendente è stata l’accoglienza della gente in
tutte le case....sempre ho incontrato la porta aperta, anche dove
vivevano evangelici, avventisti o persone di altre sette
protestanti. Mi presentavo con un saluto e sempre la risposta era
“Venga pure!”. Non importava chi fossi, ero una persona
qualsiasi che bussava
alla porta. Il secondo trattamento che ricevevo era sempre una
bibita: una limonata, una bibita gasata, un masato (bibita
ottenuta dalla fermentazione del riso). Una bevanda rinfrescante
è quello che ci vuole per un pellegrino che cammina sotto quel
sole (la temperatura di giorno approssimativamente oscilla tra i
35 e i 38 gradi), senza dubbio è molto evangelico.
Cercavo
di approfittare delle prime ore del giorno, le più fresche per la
visita alle famiglie. Non potevo usare il tardo pomeriggio,
perché qui, vicini all’equatore, il tramonto è molto veloce
(in 15 minuti, dalla luce al buio, e buio totale).
E’
stato molto arricchente confrontarmi e cercare di entrare nella
cultura locale. Una cosa incredibile è la musica: è occasione di
festa, di evasione, di compagnia, ed è l’emblema della
quotidianità. Dall’alba al tramonto le stesse canzoni, le
stesse melodie tra il romantico e il malinconico (musiche
ballabili come il "vallenato" e la musica "ranchera").
Potrei aggiungere
la mia prima cavalcata, i viaggi avventurosi in moto o camioncino,
le amicizie fatte, la presenza di esercito e paramilitari,....ma
rischierei di annoiarvi troppo; la lettera è già abbastanza
lunga.
Vi auguro di
iniziare in piena serenità questo nuovo anno, sicuramente ricco
di frutti abbondanti per ciascuno di voi.
Un ringraziamento
al Dios de la Vida che ogni giorno continua a sorprendermi,
e alla vostra vicinanza.
Sempre.
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