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di fr. Fabio Frigerio dal Brasile

Saluto di fr. Fabio Frigerio

In partenza per il Brasile

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Il lebbroso colpito dalla lebbra porterà vesti strappate e il capo scoperto, si coprirà la barba e andrà gridando: Immondo! Immondo!

Sarà immondo finché avrà la piaga; è immondo, se ne starà solo,

abiterà fuori dall’accampamento.

(Lv 13,45-46)

 

C’era una volta, anzi: c’è ancora, una ragazza latinoamericana. Dopo aver concluso con molti sforzi l’università ed aver trovato un buon lavoro, ha cominciato a mettere da parte dei soldi per coronare uno dei suoi sogni: visitare l’Italia. In tre anni di risparmi e tirare la cinghia è riuscita a risparmiare il sufficiente per pagarsi il viaggio in aereo e rimanere in Italia 1 mese, ospite di alcuni amici di Castiglione Olona.

Si prepara, parte ed arriva alla Malpensa. Dopo alcuni giorni, come d’obbligo, va alla questura di Varese per fare il permesso di soggiorno: è extracomunitaria! Arriva presto, un’ora prima dell’apertura, ma ci sono già più di 30 persone ad aspettare; i numeri disponibili sono 30. All’apertura confusione, spinte ed urli, perché ormai più di 60 persone, extracomunitari, si contendono i 30 numeri. Ma ce la fa: prende il numero ed aspetta seduta nella sala d’attesa strapiena che arrivi il suo turno. Dopo 2 ore e mezza ha consegnato i documenti necessari. Dovrà solo aspettare 3 settimane per ritirare il permesso.

Al giorno stabilito torna, consegna il tagliando e in malo modo e con prepotenza viene “invitata” a sedersi, non si sa dove perché tutte le sedie sono occupate e nella sala d’attesa non ci si sta più neanche in piedi. Dopo 3 ore le dicono che deve tornare 4 giorni dopo, per rifare la fila e prendere il permesso di soggiorno. Al protestare per il trattamento disumano a cui lei (che in fondo è solo una turista, di passaggio, per solo 1 mese) è stata sottoposta rispondono, con la prepotenza di sempre, che è così e basta: è un’extracomunitaria.

Viene da pensare che essere extracomunitari è come essere lebbrosi. Una caratteristica diventa più importante della persona e della sua dignità. Con la differenza che la lebbra è contagiosa, mentre l’essere extracomunitari no!

Forse ci si dimentica di un’altra parte della Bibbia, che ha annullato il Levitico:

"Ecco venire un lebbroso e prostrarsi a lui dicendo:

'Signore, se tu lo vuoi, tu puoi sanarmi'.

E Gesù stese la mano e lo toccò dicendo:

'Lo voglio, sii sanato'”

(Mt 8,2-3)

Scrivo queste righe come saluto e ringraziamento per tutti quelli/e che in questi tre mesi di vacanze mi hanno accolto ed aiutato.

Ho sempre detto, e non mi stancherò di ripeterlo, che non vado in missione da solo, ma che mi sento accompagnato dal ricordo, dalla preghiera e dall’aiuto di tutti/e voi. Quello che è successo a questa amica dimostra ancora di più che abbiamo la stessa missione e che dobbiamo portarla avanti, ognuno al proprio posto. È la missione cominciata da Dio e proseguita e spiegata meglio da Gesù: fare di ogni persona un Figlio di Dio, una persona alla quale sia riconosciuta la propria dignità e alla quale siano concesse le condizioni di vita che permettano lo sviluppo delle proprie potenzialità.

Io faccio questo nel Centro di Difesa dei Diritti Umani e con le cooperative e le associazioni popolari del comune di Serra.

Voi qui sapete cosa c’è da fare. E se qualcuno non lo sapesse… si fermi a pensare ed a pregare.

"Tutti voi infatti siete Figli di Dio per la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo,

vi siete rivestiti di Cristo.

Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero;

non c’è più uomo né donna,

poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù”

(Gal 3,26-29)

 

 

Se vuoi scrivi a fr. Fabio:

Fr. Fabio Frigerio Missionàrios Combonianos

c.p. 04-0115, Carapina, 29160.970 Serra/ES Brasil

Tel: 00-55-27-3228.4817    Fax: 00-55-27-3281.3711  fabio_frigerio@bol.com.br

 

 

Leggi la lettera da Carapina di fr. Fabio

 

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