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Lettera da Carapina

di fratel Fabio dal Brasile

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Carapina, 24/09/00

 Carissimi tutti,

da poco ho festeggiato il mio primo anno di permanenza in Brasile, per cui ho pensato di sedermi un po’ davanti al computer e fare un breve bilancio di quello che ho visto e vissuto e condividerlo con voi in forma di una E-circolare.

Come sempre quando ci si guarda indietro si ha l’impressione che il tempo sia volato. Nel mio caso la sensazione é ancora piú forte visto che é da poco che sono all’opera. Arrivato in settembre 99, ho fatto vita di studente (di portoghese) fino a maggio 00, quando da Belo Horizonte mi sono trasferito a Carapina, casa dove sono stato destinato per i prossimi 6 anni (se tutto va bene).

La realtá qui é ben diversa da quella colombiana (che continuo a ricordare con molta nostalgia). Diciamo che in  piccolo si possono vedere le grandi contraddizioni del Brasile: si puó passare da un quartiere bellissimo ad un altro che é quasi una favela in poco tempo. Chiaramente questo passaggio bisogna volerlo fare, perché questi quartieri poveri sono quasi sempre nascosti in una valletta, dietro una collinetta. Chi percorre la superstrada Vitória-Salvador, puó anche non accorgersi della miseria; deve uscire dalla strada a 8 corsie ed entrare in una stradina, che poi diventa un vicolo sterrato; e lí trova la miseria nascosta.

Fa un po’ specie sentire che il Brasile é la ottava potenza mondiale, che ha un governo ed un presidente esemplare (tutti li in Europa lo invitano per fare discorsi sulla terza via e la socialdemocrazia) e vedere tanta povertá, tanti bambini senza poter né giocare né studiare, tante famiglie senza un lavoro e niente da mangiare, tante vite umane private di ogni dignitá e valore. Non fa solo specie: fa arrabbiare, fa indignarsi, mette in discussione tante certezze, mette a prova la fede e la speranza.

La realtá in cui vivo é questa: una cittá industriale, con grandi periferie (a volte sembra una periferia unica) stracolme di gente di classe medio bassa, bassa e bassissima, che vivono o sopravvivono come possono.

Guarda caso, in questa situazione di miseria é molto diffuso (ed attivo) il crimine organizzato, che oltre a mettere le mani su tutto ció che é commercio, ha profonde radici nel potere politico. Si pu;o dire che la maggior parte della politica di qui é in mano a questa mafia, che agisce come negli anni peggiori in Italia. Giusto settimana scorsa é stato assassinato l’autista del candidato sindaco con maggiori possibilitá di essere eletto. Qualcuno parla di un crimine passionale, ma no si capirebbe perché l’uomo sia stato ucciso con 12 colpi di pistola (il numero del candidato é 12) ed altre “piccole” coincidenze.

Dal punto di vista ecclesiale, questa zona é sempre stata uno dei grandi centri propulsori delle CEB, cominciate dai comboniani piú di 30 anni fa. Uno dei grandi frutti di questo modello di chiesa sono stati importanti lider politici e sociali, che oggi sono gli unici che si oppongono, rischiando la vita, al potere politico-criminale. Oggi la realtá é molto meno rosea: con l’entrata di molti movimenti ecclesiali si é distrutta questa rete di CEB, si é perso lo spirito di impegno sociale e politico, per dedicarsi solo ad impegni “sacri” o “religiosi”.

Ed io qui cosa ci faccio? In teoria sarei venuto qui per collaborare con il centro di Difesa dei Diritti Umani, ma alcuni problemi di congregazione (mancato arivo di altre persone) mi hanno lasciato in una situazione di sovraccarico di attivitá. Per cui sto aiutando a stabilirsi due neo cooperative (una di sarte e l’altra di riciclaggio di materiali riutilizzabili), sto coordinando la Pastorale Operaia e il suddetto Centro, CDDH. Il sovraccarico di lavoro é notevole, perché ho preso in mano da solo, senza la dovuta esperienza, le attivitá di due missionari che lavoravano qui da piú di 6 anni.

Le attivitá con le due coop sono interessanti. Tutte e due risolvono diversi problemi. Prima di tutto quello della disoccupazione (sono 30 lavoratori tra le 2) e poi quello del medio ambiente (ecololgia) e del sostegno al CDDH, a cui passano una parte del guadagno di fine mese. Ci sono alcune piccole difficoltá di organizzazione e di incomprensioni da risolvere, ma tutta fa sperare che queste coop vadano avanti. Ho giá fatto una proposta allle coop sociali di Varese (tramite Solco) di fare un gemellaggio con queste coop, per assicurare un appoggio morale e materiale, necessario perché qui la legge non appoggia questo tipo di iniziative, anzi.....

L’attivitá con la P.O. é ben difficile, perché dopo anni di lotte, adesso si é svuotata. E non potrebbe essere altrimenti: con la privatizzazione delle grandi industrie si é perso il diritto di sciopero, oltre che il posto di lavoro, in molti casi. Questo ha fatto si che la P.O. debba cambiare quasi tutto: stile di presenza, attivitá ecc. Il problema é che i pochi lider rimasti sono stanchi e pieni di impegni, cosí per me adesso il problema é trovare qualcuno per formare un’equipe per risollevare le sorti della P.O.

E con il CDDH le cose vanno a rilento; ma non potrebbe essere altrimenti. In primo luogo la situazione di corruzione e violenza deve essere bene conosciuta per poter agire; soprattutto devono essere ben conosciute le persone ed istituzioni che possono aiutare e quelle che, facendo parte del marciume, possono uccidere. In secondo luogo, avendo ancora il visto provvisorio, devo starmene buono, perché se no alla prima volta che dico qualcosa contro gli interessi di qualcuno dei potenti, mi sbattoo definitivamente fuori! Comunque ci sono cose interessanti che sto facendo, per esempio la partecipazione a due Forum (gruppi di organizzazioni), uno ecumenico a favore del pagamento dei debiti sociali; l’altro chiamato “reagisci Espirito Santo”, contro l’impunitá e la violenza. O per esempio anche la collaborazione con il Consiglio Statale di Diritti Umani, incaricato di investigare denuncie di violazioni ai D.U. e di avviare i processi pertinenti; sto collaborando ufficialmente come autista e fotografo, ma é una buona maniera di entrare e capire come funzionano le cose, per poter poi fare qualcosa di piú.

Oltre tutto questo aiuto anche l’altro padre che c’é qui in comunitá nella Pastorale Vocazionale.

Da fare ce n’é. Il rischio di stressarmi c’é. Per fortuna la spiaggia é qui a 10 minuti in macchina, per cui una volta ogni tanto vado a farmi una nuotata ed a prendere un po’ di sole per rilassarmi.

Tutto questo mi lascia sempre piú convinto che o tutto é in funzione del Regni di Dio, o non serve a niente. E quando parlo di Regno parlo di giustizia e dignitá per tutti. Faccio sempre piú fatica ad interpretare il Vangelo spiritualmente; la realtá me lo fa interpretare in un modo piú concreto, sociale. Gesú non é venuto a dire resistite un po’ che poi nell’altra vita sará tutto piú bello. É venuto a dire che cosí com’era (e com’é) il mondo non andava bene, perché non stava realizzando il progetto di Dio, rivelato attraverso il popolo di Israele. Per cui come fratello (ma anche come cristiano o piú semplicemente uomo) mi sento sempre piú chiamato a dedicarmi totalmente a questo. Il come non é sempre chiaro (soprattutto quando certe strutture religiose sembrano impedire un certo stile di pastorale invece di favorirlo), ma che questo tipo di missione sia la mia vocazione ho sempre meno dubbi.

Difficoltá ce ne sono e ce ne saranno. Una di queste é mantenere sempre viva la speranza e la fede, nonostante la stanchezza e le bastonate che quotidianamente arrivano. Pensanso a Comboni mi rassicuro: lui diceva che le opere di Dio nascono e crescono sotto il segno della croce, per cui le difficoltá fanno ben sperare e danno piú motivi per andare avanti.

Chiedo una preghiera a tutti/e, perché ce n’é proprio bisogno. Senza dimenticare di pregare per il Brasile e per la Colombia, che ne hanno piú bisogno. Aspetto, come sempre vostre notizie, per poter poi rispondervi personalmente.

Un grazie a tutti/e per l’amicizia che, vi assicuro, anche da qui si sente forte.

Caminhem todos com Deus.

Fabio 

Fr. Fabio Frigerio
Missionàrios Combonianos
C.P. 04-0115 Carapina
29160-970 SERRA, ES
(Brasil)


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