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At 15, 1-29: Convivialità delle differenze

GIM Roma e GIM Troia, aprile 2008

 

 

Convivialità delle differenze
(Atti 15, 1 – 29)


1Ora alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli questa dottrina: "Se non vi fate circoncidere secondo l'uso di Mosè, non potete essere salvi".
2Poiché Paolo e Bàrnaba si opponevano risolutamente e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Bàrnaba e alcuni altri di loro andassero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione. 3Essi dunque , scortati per un tratto dalla comunità, attraversarono la Fenicia e la Samaria raccontando la conversione dei pagani e suscitando grande gioia in tutti i fratelli. 4Giunti poi a Gerusalemme, furono ricevuti dalla Chiesa, dagli apostoli e dagli anziani e riferirono tutto ciò che Dio aveva compiuto per mezzo loro.
5Ma si alzarono alcuni della setta dei farisei, che erano diventati credenti, affermando: è necessario circonciderli e ordinar loro di osservare la legge di Mosè.
6Allora si riunirono gli apostoli e gli anziani per esaminare questo problema. 7Dopo lunga discussione, Pietro si alzò e disse:
"Fratelli, voi sapete che già da molto tempo Dio ha fatto una scelta fra voi, perché i pagani ascoltassero per bocca mia la parola del vangelo e venissero alla fede. 8E Dio, che conosce i cuori, ha reso testimonianza in loro favore concedendo anche a loro lo Spirito Santo, come a noi; 9e non ha fatto nessuna discriminazione tra noi e loro, purificandone i cuori con la fede. 10Or dunque, perché continuate a tentare Dio, imponendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri padri, né noi siamo stati in grado di portare? 11Noi crediamo che per la grazia del Signore Gesù siamo salvati e nello stesso modo anche loro."
12Tutta l'assemblea tacque e stettero ad ascoltare Bàrnaba e Paolo che riferivano quanti miracoli e prodigi Dio aveva compiuto tra i pagani per mezzo loro.
13Quand'essi ebbero finito di parlare, Giacomo aggiunse: 14"Fratelli, ascoltatemi. Simone ha riferito come fin da principio Dio ha voluto scegliere tra i pagani un popolo per consacrarlo al suo nome. 15Con questo si accordano le parole dei profeti, come sta scritto:

16Dopo queste cose ritornerò e riedificherò la tenda di Davide che era caduta; ne riparerò le rovine e la rialzerò, 17perché anche gli altri uomini cerchino il Signore e tutte le genti sulle quali è stato invocato il mio nome, 18dice il Signore che fa queste cose da lui conosciute dall'eternità

19Per questo io ritengo che non si debba importunare quelli che si convertono a Dio tra i pagani, 20ma solo si ordini loro di astenersi dalle sozzure degli idoli, dalla impudicizia, dagli animali soffocati e dal sangue. 21Mosè infatti, fin dai tempi antichi, ha chi lo predica in ogni città, poiché viene letto ogni sabato nelle sinagoghe"
22Allora gli apostoli, gli anziani e tutta la Chiesa decisero di eleggere alcuni di loro e di inviarli ad Antiòchia insieme a Paole e Bàrnaba: Giuda chiamato Barsabba e Sila, uomini tenuti in grande considerazione tra i fratelli. 23E consegnarono loro la seguente lettera: "Gli apostoli e gli anziani ai fratelli di Antiòchia, di Siria e di Cilicia che provengono dai pagani, salute! 24Abbiamo saputo che alcuni da parte nostra, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con i loro discorsi sconvolgendo i vostri animi. 25Abbiamo perciò deciso tutti d'accordo di eleggere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimo Bàrnaba e Paolo, 26uomini che hanno votato la loro vita al nome del nostro Signore Gesù Cristo. 27Abbiamo mandato dunque Giuda e Sila, che vi riferiranno anch'essi queste stesse cose a voce. 28Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi, di non imporvi nessun altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: 29astenervi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati a dalla impudicizia. Farete cosa buona perciò a guardarvi da queste cose. State bene".



Il titolo della nostra riflessione sul capitolo 15 può lasciarci un po’ inquieti. Viviamo in un mondo segnato dalle differenze: di nazionalità, di fede, di lingua, di genere, di generazione, differenze politiche, sociali, economiche, ecc. Sembrerebbe che l’umanità sia sempre più dispersa, più frammentata. Continuamente sentiamo parlare della costruzione di nuovi muri che dividono i popoli: il muro a Gerusalemme, il muro nella frontiera tra Messico e USA, il muro in qualche quartiere di Roma, di Verona ecc. Ma allora non è strano domandarsi se la convivialità tra le persone sia solo un utopia! Un sogno! Solo un sogno!?
Definitivamente no
.
La Parola di Dio ci dice che è possibile e ci mostra la strada per fare realtà il sogno di Dio per l’umanità: fare di tutti una sola famiglia umana, che viva nella fraternità.

Il problema della convivialità è una vecchia storia. E apparso molto presto tra le comunità appartenenti alla  Chiesa nascente. Gli apostoli insieme ai  primi giudeo cristiani hanno dovuto riflettere seriamente al riguardo quando si sono trovati davanti ai cristiani provenienti dal paganesimo. Molti sono gli spunti che ci lasciano intravedere l’azione di Dio e la risposta dei primi credenti
La Chiesa di Antiochia evangelizzata da Paolo esperimenta nel suo seno una grande polemica. Alcuni giudei  esigono la circoncisione dei fratelli venuti dal paganesimo come condizione per essere salvi. Ciò provoca una grande agitazione e discussione ad Antiochia. Paolo e Barnaba sono in disaccordo e finalmente sono inviati a Gerusalemme per presentare tale questione alla comunità.
È da sottolineare la fede e il buon senso dei credenti, occorre un incontro leale sull’argomento e questo incontro  deve avvenire a Gerusalemme con gli apostoli, gli anziani e i rappresentanti della comunità di Antiochia che sono ancora Paolo e Barnaba. Giunti a Gerusalemme, furono ricevuti dalla comunità.

Davanti alle situazioni difficili molte volte cerchiamo di evitare il dialogo. Forse per dialogare abbiamo bisogno di credere che questo è utile e c’è bisogno di un pizzico di umiltà e coraggio per accettare che posso imparare qualcosa dall’altro. La comunità di Antiochia non si chiude in se stessa, ma cerca il dialogo per chiarire le cose. Va all’incontro. La comunità che ha difficoltà si apre alla chiesa madre per essere aiutata. In questo caso la difficoltà servirà di strumento per rafforzare l’identità e il senso di appartenenza della Chiesa di Antiochia. Il dialogo fatto in sincerità e apertura porta alla persona a riconoscere ancora di più la sua individualità e la sua dignità. Nell’accoglienza ricevuta riconosco il mio valore come persona.

A Gerusalemme sono alcuni della setta dei farisei, che avevano abbracciato la fede, a porre nuovamente il problema: bisogna circoncidere i pagani convertiti e far rispettare loro la legge di Mosè. A questo punto la comunità si raduna e prende un lungo tempo per discutere. La comunità da tempo per ascoltare tutte le parti e riflettere sul tema. Non ci sono prove, non ci sono condanne ne minacce. L’atmosfera di accoglienza e ascolto avvicina, unisce, stimola al dialogo.

A questo punto Pietro si alza e ricorda quanto era successo nella casa di Cornelio “fin dai primi giorni” e come lui è stato mandato ad annunziare la salvezza ai pagani. E aggiunge: Dio ha comunicato lo Spirito Santo ai pagani “come a noi”. Nella prima pentecoste lo Spirito Santo discende sui dodici apostoli e sugli altri che erano con loro. Della stessa maniera in casa di Cornelio. Pietro fedele all’azione dello Spirito si lascia guidare e riconosce anche in questa situazione la sua azione.
Lo Spirito Santo porta senza dubbio verso l’unità. Pietro dimostra un’attenzione vigilante verso la sua presenza e la sua azione. Chi si lascia guidare dallo Spirito diventa costruttore di pace e unità. Lo Spirito muove a vincere i pregiudizi, le barriere, le paure che allontanano dai fratelli.

Pietro userà un tono conclusivo “or dunque”. Lui pone il problema della salvezza di tutti in virtù della grazia del Signore Gesù. “Noi siamo salvati per grazia allo stesso modo che loro”.  I giudei credenti in Cristo si salvano come si salvano i pagani. “Noi crediamo che per la grazia del Signore Gesù siamo salvati allo stesso modo che loro”.
È insolita la posizione di Pietro affermando che i giudei credenti sono salvi in virtù della grazia del Signore Gesù al pari dei pagani. La conseguenza obbligata è che non si deve imporre il giogo della legge ad alcun discepolo di Gesù, ne ai pagani ne agli stessi giudeo – cristiani. Il discorso di Pietro è radicale e mostra la sua totale identificazione con lo Spirito.

Pietro ha vissuto un camino di conversione profonda, se bene aveva vissuto con Gesù e lo aveva visto risorto, lui dovrà crescere fino a questa identificazione con lo Spirito. Il suo cammino di crescita lo porta a rompere con i suoi propri schemi mentali. Come buon giudeo si sentiva scelto, parte del popolo di Dio. Adesso riconosce nell’altro uno alla pari con lui. Non sarà più la religione, né la razza, né il sangue a creare fratellanza ma la fede in Gesù Cristo. Gli schemi si rompono ma rimane l’essenziale che è la fede nel Figlio di Dio.

Se siamo docili allo Spirito sperimentiamo mille volte come lo Spirito rompe i nostri schemi e ci porta per cammini inimmaginabili verso l’altro, sia rumeno, indiano o marocchino. Sono molte le cose essenziali che ci accomunano come persone: la vita, la dignità, il diritto a crescere in libertà ed uguaglianza, ecc.  Lo Spirito ci fa vedere l’altro nella sua essenza, nel suo valore reale, nella sua profonda somiglianza con me e crea relazioni umane più profonde e autentiche.

Dopo aver  ascoltato Pietro, Paolo e Barnaba, Giacomo chiede di parlare. Riassume il discorso di Pietro e lo chiama con il suo nome ebraico, Simone per ricordargli il suo passato religioso. Giacomo subordina la salvezza dei pagani alla restaurazione di Israele, che si conosce dall’eternità. Dopo questo discorso dichiara: “per questo io giudico”. La situazione assomiglia a un processo giuridico. Pietro difende la chiesa di Antiochia, Barnaba e Paolo raccontano le meraviglie che Dio ha fatto tra i pagani e nella giovane chiesa. E Giacomo capo della Chiesa madre si alza come guida  per prendere una decisione.
Il ruolo di Giacomo è di proporre un compromesso che risulti accettabile a tutti. Lui crea il ponte, conosce le comunità e cerca il bene di tutti.

Per questo Giacomo non propone un consenso teologico ma un modus vivendi ecclesiale, nel reciproco rispetto delle differenze. Giacomo non dice che i giudei e i pagani sono divenuti un solo popolo, ma afferma che “Simone ha spiegato come all’inizio Dio ha visitato le nazioni per prendere fra di esse un popolo per il suo nome”. Egli mantiene la distinzione fra i giudeo cristiani e questo nuovo popolo suscitato da Dio. Nella soluzione proposta da Giacomo: ai pagani convertiti non si esige la circoncisione  ma si limita a chiedere rispetto per alcuni divieti, quelli richiesti allo straniero residente in Israele, perché la coabitazione non comporti il rischio dell’impurità.

La decisione di quello che si deve esigere dai cristiani provenienti dal paganesimo è una decisione condivisa: “Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi”. È una soluzione di compromesso. Ognuno ha ceduto qualcosa. Pietro ha accettato le leggi di purità legale per permettere la convivenza tra giudei e pagani convertiti, mentre Giacomo ha accettato di non imporre la circoncisione ai pagani convertiti. Un consenso finale è solo possibile quando Pietro e Giacomo sottopongono la sua autorità ecclesiale alla azione dello Spirito. Il camino della convivialità implica un dare e un ricevere, un donare e un accogliere. Questo perché crediamo che ogni persona ha qualcosa da donare, ognuno racchiude in se stesso una grande ricchezza. Grazie a che la Chiesa madre riconosce e accoglie la diversità della Chiesa di Antiochia, questa sarà confermata nella sua identità e nella sua appartenenza.
La cosa più importante per la Chiesa universale e anche la più difficile è la sua unità e armonia. Un’armonia che non soffoca le varie esperienze e esigenze, ma che si ricerca e va raggiunta a ogni costo.

Lungo la storia i credenti hanno trovato delle grande sfide che la portano ad aprirsi sempre più verso l’umanità. Senza altro ognuno di noi ha esperimentato questo appello. Sono molte le persone di altre confessioni che si sono rese disponibili: Giovanni Paolo II, Frere Roger, Martin Luther King, Mahatma Ghandi, Chiara Lubich. In tutti loro possiamo vedere che l’amore fatto vita nei piccoli gesti quotidiani e la azione dello Spirito sono le armi più potenti per distruggere i muri che separano le persone e i popoli.


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