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Veglia di Preghiera sui pilastri del GIM

GIM1 Padova, 26 Ottobre 2013

 

Veglia di Preghiera sui pilastri del GIM

 

PD 26/10/13

 


La Veglia è un momento privilegiato del week end GIM. 
La sera è evocativa di molte realtà: le famiglie Ebree iniziano la celebrazione dello “Shabbat” il venerdì dopo il tramonto del sole. Lo Shabbat comincia nella notte!
Per noi Cristiani la sera del sabato è già il “Primo Giorno”, è già domenica: il “sun-day” in cui s'intravede già la Luce del Cristo Risorto, del Vivente ritto in piedi, che vince le tenebre e la morte. La Risurrezione comincia nella notte!
Di notte tutto tace e il silenzio chiama i sensi e la mente alla tranquillità e alla pace. Cercano riposo i corpi stanchi ed affaticati dal lavoro, quel ristoro che rigenera lo spirito e rinnova le energie per continuare a maturare i sogni di domani.
ACCOGLIAMO LA LUCE: si accendono i lumini mentre si canta il mottetto di Taizè:
“Questa notte non è più notte davanti a TE, il buio come luce risplende”


I PILASTRI DEL GIM

Come è già stato presentato, il GIM è un cammino di formazione e spiritualità missionaria, aperto a tutti i giovani che vogliono spalancare gli orizzonti mentali e del cuore, e dare concretezza alla loro fede tentando d’incarnarla nella loro Vita.
Il GIM si basa su quattro principali colonne:
1. La preghiera fondata sulla Parola di Dio, partendo dal Gesù Storico
2. L’accompagnamento personale di ciascun giovane
3. Il SERVIZIO concreto a partire dai più poveri
4. La formazione/informazione critica.


ACCOGLIAMO LA CLESSIDRA: audio canto: c’è un tempo per ogni cosa

 La maggioranza di noi siamo figli e figlie di una tradizione religiosa secolare. Quasi tutti siamo stati iniziati in una fede religiosa che ci ha introdotto a vivere momenti più o meno consapevoli di relazione con Dio e con la comunità cristiana, un esempio è la celebrazione dei sacramenti.
Nell'età giovane-adulta poi, spesso sorgono nuove domande e si scopre anche una sete di un “qualcosa di più”, come se tutto ciò che si è vissuto prima non bastasse più per dare senso alla propria esistenza e alle scelte da fare nella vita.

 Ricordiamo che la religione è un fatto antropologico, in tutte le culture l'uomo ha sempre compiuto atti religiosi. Religiosità è credere che tutto abbia avuto origine da un mondo divino che sostiene la vita di tutti e che dà ad essa un significato. Il termine religione deriva dalla lingua latina e del suo significato gli studiosi hanno dato due definizioni: c’è chi sostiene che Re-ligione derivi dal verbo re-legere cioè raccogliere, c’è chi invece sostiene che derivi dal verbo re-ligare che significa legare insieme.
Nel primo caso si vuole indicare l’insieme delle preghiere, dei riti, celebrazioni, feste, culto, usanze e delle leggi proprie di una religione. Nel secondo caso si vuole esprimere lo scopo di ogni religione che è quello di unire gli uomini al mondo divino.
 Potremo dire, quindi che le pratiche religiose che finora abbiamo compiuto, sono mezzi per trasmettere e celebrare la FEDE in Gesù, cioè per inserirci nella sua conoscenza, nella sua vita, per innestarci nel suo AMORE.
Ora però c'è da comprendere meglio cos'è la FEDE in Gesù, e se c'entra con la mia esistenza quotidiana, con le mie scelte di ogni giorno.
Il cammino GIM vuole offrire ai giovani l'opportunità di riscoprire la FEDE in Gesù non solo negli atti di culto (messa domenicale), ma anche nel resto delle dimensioni della vita quotidiana (studio, lavoro, servizio, relazioni, situazione mondiale).
I quattro pilastri quindi vogliono ricordarci che siamo cristiani impegnati su tutti i fronti, amanti della Vita, di Gesù di Nazaret, dell'umanità, del mondo intero.
Tutti i giorni, ovunque !!!


ACCOGLIAMO LA PAROLA: canto come la pioggia e la neve

LA PREGHIERA

Nella notte Gesù si ritira a pregare in solitudine per far tacere il chiacchierio del giorno e cercare nel silenzio suo Padre. É vitale per lui questo rapporto di Amore con il Padre, vuole raccogliere tutto il vissuto della giornata: le persone incontrate, le parole pronunciate, i gesti compiuti, il dolore di chi soffre, la gioia di chi esulta, l'innocenza dei bambini, la fecondità della terra germogliata, la fatica dei pastori, delle mamme, dei poveri; tutto Gesù condivide con il Papà.
 Gesù vuole imparare a vedere tutte le cose in connessione ad una sola realtà: Il Sogno bello e grande che Dio ha per tutta l'umanità. Questo sogno impegna tutte le sue energie durante il giorno, impegna il suo cuore, la sua mente, le sue emozioni, le sue scelte, tutta la sua persona.
 Il giorno è per lavorare, per incontrare persone e realtà, per condividere sogni, per stare accanto a chi soffre, a chi gioisce, a chi spera, a chi sogna, a chi cammina e a chi è stanco di camminare.
Durante il giorno molte parole entrano in noi, molti messaggi a volte anche contrastanti tra di loro, che possono destabilizzare l'unità del nostro essere, l'integrità della nostra persona. A volte diventiamo confusi e non sappiamo più cos'è male, cos'è bene e cos'è meglio.
 É il rischio di vivere distratti, frammentati dalla fretta, dall'individualismo, dall'attivismo spasmodico, dall'ideologia dominante del “chi te la fa fare”, “fai i fatti tuoi”, “chi se ne importa”, “non sarò io di certo a risolvere i problemi del mondo, quindi me ne sto tranquillo”, etc, in una parola: non vedere al di là del nostro presunto IO impotente. É la tentazione di farci un mondo confortevole e su misura nostra... un profilo umano che punta in basso.
La preghiera è questione di AMORE. Si torna al Padre carichi di umanità per recuperare l'ottica giusta, il modo giusto d'interpretare la vita.


Gesù prega in solitudine 


Luca 6:12-13
Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli
Luca 5:16
“La sua fama si diffondeva ancor più; folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro infermità. Ma Gesù si ritirava in luoghi solitari a pregare”.

Domande per riflettere:
Che posto occupano il silenzio e i momenti di solitudine nella tua giornata?
Per vedere il mondo, la vita, te stesso ti viene data (imposta) l'ottica del sistema dominante. Quale modo alternativo ti dona il Vangelo?



TI CERCO SIGNORE 

Da tanto tempo, Signore, ti cerco ovunque: 
nelle persone, negli eventi e nelle cose.

A volte mi sento pieno d'amore per te 
e per il mondo che mi circonda. 
Tutto mi sembra facile da vivere, 
anche le prove che giungono dall'esterno.

Ma quando mi ritrovo impantanato 
nelle esitazioni e nelle aridità 
che credevo già scomparse per sempre, 
rimango facilmente deluso.

Allora, mio malgrado, dentro di me sorge 
il desiderio che tu non esista 
per poter seguire, a piacere, le mie inclinazioni 
senza controllo e senza rimorso.

In quei momenti non riesco più a credere 
che il tuo giogo è lieve e il tuo peso leggero. 
Preso dallo sconforto, grido come Pietro: 
"Signore, salvami ".

Come hai fatto con Pietro, mi prendi per mano 
e mi conduci al di sopra delle mie insicurezze.

A poco a poco, mi rischiari con la tua luce 
e capisco che quello che mi schiaccia 
non è il tuo giogo, né il tuo peso, 
ma i miei limiti che accetto a malincuore.

Mi assicuri che con il mio consenso, 
puoi tramutarli in beatitudini.

E ricomincio a cercarti, 
ancora una volta, pieno di speranza. AMEN!

 


L'ACCOMPAGNAMENTO PERSONALE

L'obbiettivo dell’accompagnamento personale è appunto accompagnare il processo di maturazione e autonomia della persona nel prendere decisioni importanti per la vita secondo lo stile di Gesù Cristo, conosciuto e amato. Si tratta i aiutare la persona a crescere verso una pienezza umana e spirituale. Questa “pienezza” tocca diverse dimensioni e si realizza gradualmente, certamente la persona accompagnata è chiamata a:
  • prendere la parola su di è, cioè imparare a dare un nome a emozioni e vicende vissute, a prendere coscienza di se stesso e delle proprie motivazioni;
  • integrare il piano umano e religioso, comprendendo che la fede non ・ una appendice della vita, ma una dimensione che attraversa l’esistenza e le diverse decisioni e opzioni che in essa si maturano;
  • fare verità in se stesso, cioè conoscersi adeguatamente, accettarsi nella propria realtà,  scoprire le potenzialità e talenti per progettare la vita in senso positivo;
  • far propri i criteri di valutazione etica e morale che si ispirano ai grandi valori del Vangelo e della coscienza dell’umanità;
  • discernere la propria vocazione tra le mille voci e proposte che sollecitano la fantasia e l’istinto dell’uomo/donna moderna;
  • crescere nell’autonomia e nella responsabilità;
  • imparare ad integrarsi sempre di più nella comunità civile e dei credenti, comprendendo che la comunità non è solo luogo dove usufruire dei servizi offerti, ma il luogo dove offrire il proprio servizio e contributo per il bene di tutti.

In tutto questo la GUIDA è LO SPIRITO SANTO!

LIBERARE LA PAURA
DI 
ESSERE PIENAMENTE SE STESSI

La nostra paura più profonda non è di essere inadeguati
la nostra paura più profonda è di essere potenti oltre misura.

È la nostra luce, non il nostro buio che ci fa paura.
Noi ci chiediamo: "Chi sono io per essere così brillante, così grandioso?
Pieno di talenti, favoloso?"
In realtà chi sei tu per non esserlo?
Tu sei un figlio di Dio.

Se tu voli basso, non puoi servire bene il mondo
non si illumina nulla in questo mondo se tu ti ritiri, appassisci.
Gli altri intorno a te non si sentiranno sicuri.

Noi siamo nati per testimoniare la gloria di Dio dentro di noi
non soltanto in qualcuno, ma in ognuno di noi.

Nel momento in cui noi permettiamo alla nostra luce di splendere
noi inconsciamente diamo agli altri il permesso di fare lo stesso.

Nel momento in cui noi siamo liberi dalla nostra paura
la nostra presenza stessa, automaticamente, libera gli altri. Nelson Mandela


ACCOGLIAMO LE CATENE: un volontario le spezza


IL SERVIZIO

Dal Vangelo di Giovanni 13, 1ss
Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Mentre cenavano, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo». Gli disse Simon Pietro: «Non mi laverai mai i piedi!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!» ...
Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica.

ACCOGLIAMO L'ACQUA E IL GREMBIULE: canto “Ubi Caritas”
Il servizio agli ultimi, ai più poveri, ai bisognosi non è qualcosa che facciamo quando ci garba per fare qualcosa di diverso o per ricevere un ritorno gratificante.
É soprattutto un atto di “amore sino alla fine”. Il Vangelo infatti parla di Servizio come atteggiamento costante del modo di amare di Gesù. Lui non si toglierà mai più quel asciugatoio, riprenderà le vesti, ma l'asciugatoio se lo porta fino alla morte. L'atteggiamento del servizio non è nato all'ultima cena, non è stato un colpo di scena, per Gesù il servizio era stato da sempre espressione della sua naturale forma di amare.

GESTO: ci laviamo le mani gli uni gli altri in ricordo di Lui e volendo significare il nostro desiderio di Amare servendo e di Servire amando.


LA FORMAZIONE/INFORMAZIONE CRITICA

La vita del cristiano autentico non si gioca nelle sacrestie ne fondamentalmente nei tempi, ma si gioca negli spazi della società, della politica, negli spazi dove si decide la sorte di popolazioni intere, dove si tutelano i diritti dei cittadini, dove la finanza, il mercato e l'economia impongono un certo ritmo di “vita” alle società. Il sistema odierno, retto dagli interessi finanziari, ci sta riuscendo abbastanza bene nel produrre di cittadini fragili, con senso d'impotenza: “chi sono io per cambiare le cose?, si chiedono in tanti.
Produrre gente depressa, pessimista, rassegnata e conformista, è parte la strategia del sistema perverso. Una persona che pensa di non valere nulla, di non essere degna di nulla di meglio, che non sogna altro da quello che passa il sistema, che non aspira a qualcosa di meglio, che non esce dal suo individualismo per creare rete e organizzarsi con gli altri e far circolare i sogni di un cambiamento possibile è il trionfo dell'ideologia del sistema che uccide!
Leggere criticamente la realtà con Gesù, significa scoprire che in ciascuno di noi c'è un enorme potenziale per fare cose grandi, e che la via è la comunità, nessuno fa cose grandi da solo. Serve organizzazione, circolarità, serve condivisione, serve pensare, ragionare con altri parametri.

Questo ci dona il Vangelo: un sogno. Il Regno è già in mezzo a voi!

Film: Felicità comune, di Michele Dotti


Silenzio e Risonanze + Padre Nostro

Canto finale

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