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Il sogno che mi spinge a cercare

GIM 1 Padova - maggio 2013

 

 

Il sogno che mi spinge a cercare…

Veglia di preghiera GIM 1 – Maggio 2013

Canto iniziale:

Guida: segno della croce

 

 Introduzione

 

 Sognare… “La vita non è altro che la realizzazione del sogno della giovinezza”, diceva il Papa Giovanni XXIII. La nostra vita richiede uno scopo, un fine, una meta, una vocazione per cui vivere. Credo che il sogno sia quel “desiderio forte”, da realizzare, qualcosa di grande, di importante e di bello che ti motiva, ti spinge ad agire e dà un senso alla tua vita. 

 

 

 Lettore: l tema del nostro percorso GIM di quest’anno, “con Gesù un altro uomo e un'altra donna è possibile”, non può prescindere dalla nostra capacità di sognare. Per costruire una società alternativa e diversa dobbiamo prima sognarla. Solo chi sogna è in grado di guardare oltre ciò di cui si dispone oggi, di andare al di là della disillusione che li porta a chiedersi se ha ancora un senso impegnarsi, se “ne vale la pena, tanto non cambierà nulla”. In questa veglia di preghiera vogliamo ritrovare quel sogno che da energia ai nostri passi, quel “filo conduttore” che accomuna la varietà delle nostre scelte.

 

Parola di vita nuova

 Come i magi, cercatore verace della “stella”

 Lettore: +Dal vangelo secondo Matteo

“Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo”, dissero i magi. All’udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Allora Erode li esorto: “Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo”. Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco, la stella che i magi avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Quando riapparve la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra”. (Mt 2, 9-10).

  Lettore: che cosa cercavano nella “stella di Gesù” i magi? Il senso della vita, qualcosa per cui vale la pena vivere, e la felicità: incontrare Gesù bambino. Come i magi, io ho un sogno “alto” e bello che mi spinge a cercare qualcosa fuori di me, qualcosa che mi realizza. Alle volte non lo so se la rotta verso il mio sogno è giusta; voglio avere delle certezze, sapere come andrà a finire, insomma molto spesso convive nel mio cuore il desiderio di buttarmi in cose nuove e grandi ideali e allo stesso tempo voglio già sapere, in partenza, come mi cambieranno, dove mi porteranno. Tutti gli impegni “per la vita” mi mettono paura. Paura di me stesso, delle mie proprie debolezze; la paura di non riuscirne e della mutabilità.

Sognare comporta la decisione di partire, metterti in cammino, lasciare la tua “normalità” per affrontare qualcosa che però non conosci ancora bene, ma di cui percepisci l’importanza, e qualcosa ti dice che vale la pena di rischiare.

 

“Non abbiate paura del futuro!,

Lettore: Non abbiate paura del futuro!, dice il Papa Giovanni Paolo II. “In Cristo voi potete credere nel futuro, anche se non potete distinguerne i contorni. Voi potete affidarvi al Signore del futuro, e superare così il vostro scoraggiamento di fronte alla grandezza del compito ed al prezzo da pagare”. (Giovanni Paolo II, Messaggio per la XVIII Giornata Mondiale della Pace). “Colui che ha iniziato in voi quest’opera buona la porterà a compimento” (Fil 1,6)

 Breve momento di silenzio

 

Preghiamo insieme: “Amici Magi, insegnateci la curiosità che spinge a cercare, a capire, a incontrare, ad allargare i nostri orizzonti. Insegnateci il rischio di guardare in alto, di partire, di metterci in gioco e non arrenderci anche quando non sentiamo niente. Insegnateci a fare sempre domande, ad essere giovani di ampie vedute a percorrere nuove strade, a camminare ogni giorno per le vie della nostra vita di giovani, ad aiutare gli altri che incontriamo, guidati dalla luce della stella. Signore, aiutaci a guardare la “stella” giusta da seguire”.

 

“Se hai un sogno, lo devi proteggere” 

 Lettore: Oggigiorno l’impero del profitto, il Dio-mercato, e i datori di lavoro ci vogliono far credere che noi giovani non abbiamo competenze e siamo incapaci di assumere un impegno duraturo nell’ambito sociale, politico o familiare. Questo per convincere la società che davvero non c’è più nulla da fare, non si aspetta molto contributo dai giovani di questa generazione.

Noi giovani siamo, invece, per nostra natura, entusiasti e sognatori. Sappiamo di non essere sempre all´altezza delle esigenze della vita, però ci crediamo tantissimo nel “regno della possibilità” e la capacità di cambiare le cose, e fare funzionare questo sistema. Pero è di fondamentale importanza custodire il sogno della nostra vita, prefissarci delle mete “ambiziose”, dedicarci ad un ideale, e non restare “a terra” incapaci di spiccare il volo. Anche se gli altri ci dicono, che siamo incapaci, senza esperienza e le competenze necessarie per un determinato impegno, mai rassegnarci o rinunciare il sogno che orienta la nostra vita.

In ascolto dei testimoni: “Certo che alcuni giovani ce ne sono rassegnati… Invece no, ci sono quei giovani che ci credono tantissimo, che lavorano che sono molto operativi che porterà avanti progetti importanti…”  (Giovanni Impastato - Cinisi)

 

Video: “Se hai un sogno, lo devi proteggere” (tratto da “Alla ricerca della felicità”)

 Giovani e lavoro: tra sogni e speranze

 Lettore: ci chiediamo nell’attuale contesto di crisi economica, come può un giovane costruire la carriera dei suoi sogni? La realtà, in cui questo sogno si deve in via prioritaria realizzare, è nelle famiglie senza un reddito minimo vitale, di giovani privati persino da un futuro lavorativo e una vita da sposi e genitori. La “disoccupazione, lavoro nero, precariato, mancata conciliazione lavoro famiglia, fuga dei cervelli: sono aspetti attuali dell’emergenza occupazionale italiana oggetto di un'analisi del progetto culturale”. (CEI, 2012) Nonostante la laurea, per gran parte di noi giovani in Italia, la caccia al lavoro dei nostri sogni è un compito che può causare molta ansia. A volte corriamo il rischio di cadere nello scoraggiamento o stancarsi di cercare il sogno che orienta la nostra vita, ma poi un bel giorno soffia lo Spirito e riappare la stella, cioè rinasce la visione.

 

In ascolto dei testimoni: “Consultare ogni giorno gli annunci di lavoro è angosciante e triste, non è divertente, è molto duro. Molte datori di lavoro non ti comunicano né anche perché non sei stato scelto. Comunque la mia strategia di sopravvivenza stata il bussare continuamente e chiedere aiuto. La cosa peggiore che un può fare è restare seduto a lamentarsi di non avere trovato un lavoro. Piangersi addosso non serve…” (A., 26 anni, laureata in Psicologia). 

 

Salmo 139 (138) - inno a Dio, che tutto conosce: i nostri sogni e desideri.

 

Signore, tu mi scruti e mi conosci,

tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,

intendi da lontano i miei pensieri,

 

Osservi il mio cammino e il mio riposo,

ti sono note tutte le mie vie.

 

La mia parola non è ancora sulla lingua

ed ecco, Signore, già la conosci tutta.

 

Sei tu che hai formato i miei reni

e mi hai tessuto nel grembo di mia madre.

 

Scrutami, o Dio, e conosci il mio cuore,

provami e conosci i miei pensieri;

 

Vedi se percorro una via di dolore

e guidami per una via di eternità.

 

 

Che cosa sogna Dio per i giovani?

 Lettore: il Dio della vita vede in ogni giovane un visionario e un sognatore, cioè uno capace di immaginare e realizzare pienamente la sua vita, e, a sua volta, impegnarsi per il bene, la felicità degli altri e prendersi cura dei più deboli e dimenticati. Dio sa che nel cuore dei giovani c’è una visione, il desiderio di costruire un mondo di bellezza e giustizia; una società diversa dove al posto della logica dell’accumulo ci sia la condivisione. E il vangelo ci chiede di fare spazio alla cultura del dono, dell’accoglienza, e della solidarietà.

Lettore: Per stare bene ogni uomo, ogni donna, deve donare: questa è la legge della vita. Questo è il sogno di Dio per noi. Il segreto della vita consiste nello spezzare e condividere la vita. Quindi il sogno di ciascuno si realizza, ed è portato avanti senza mettere da parte quello degli altri. Questo l”aveva capito benissimo il ragazzino che, per realizzare il suo sogno, ha mezzo a disposizione di 5000 persone il suo spuntino: i cinque pani e due pesci. (Gv 6, 1-13). Lui non fa calcoli matematici, semplicemente dona tutto. Ecco: il grande sogno di Dio è orientare i giovani a guardare verso gli ultimi, costruire un mondo più giusto, cominciando dai più dimenticati; seminare gesti di bontà per alleviare la loro sofferenza.

 In ascolto dei testimoni:

  Lettore: “Una cosa vorrei dirvi. È una cosa speciale per chi è sensibile alle cose belle. Abbiate un sogno. Abbiate un bel sogno. Seguite soltanto un sogno. Il sogno di tutta la vita. La vita che è un sogno è lieta. Una vita che segue un sogno si rinnova di giorno in giorno. Sia il vostro un sogno che miri a rendere liete non soltanto tutte le persone, ma anche i loro discendenti. È bello sognare di rendere felice tutta l'umanità. Non è impossibile...” (P. Ezechiele Ramin, missionario comboniano)

 

 Silenzio

 Condivisione spontanea (con ritornello)

 1. E qual è il sogno più grande che hai nella tua vita? 

 2. Cosa sei disposto a fare pur di poterlo realizzare?

 3. Quali sono gli “Erode” nella tua vita che vogliono uccidere il tuo sogno?

 4. Cosa ti blocca quando si tratta di metterti in gioco? 

 5. Conta molto quello che pensano gli altri di te?

 6. Che cosa pensano i tuoi genitori del tuo sogno? Quanto gli altri influenzano il tuo sogno?

 7. Quali strade stai intraprendendo per custodire il tuo sogno? (la preghiera, l’accompagnamento spirituale, il servizio ai poveri e l’informazione critica?)

 8. Qual è il posto di Dio nel tuo sogno?

 


Preghiera conclusiva

 

Le Barche...

 

Conosco delle barche che restano in porto per paura che il mare le trascini via con violenza. Conosco delle barche che arrugginiscono in porto per non aver mai rischiato di issare una vela.

 Conosco delle barche che hanno paura del mare, e onde non le hanno mai portate al largo. Conosco delle barche che restano ad ondeggiare, per essere sicure di non capovolgersi.

 Conosca delle barche talmente incatenate che hanno dimenticato come liberarsi. Conosco delle barche che si graffiano sulle rotte dell’oceano.

 Conosco delle barche che escono dal porto in gruppo per affrontare insieme il vento forte. Conosco delle barche che non hanno mai smesso di uscire dal porto ogni giorno della loro vita.

 Conosco delle barche che tornano lacerate dappertutto, ma più coraggiose e più forti.  Conosco delle barche straboccanti di sole perché hanno condiviso viaggi meravigliosi.

 Conosco delle barche che hanno navigato fino al loro ultimo giorno e sono di nuove pronte a spiegare le loro grandi vele perché hanno un cuore a misura dell’oceano.

 


 

Padre nostro

 

 

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