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GIM Padova - Veglia di Riconciliazione

Il peccato? Un fallimento da cui l'amore del Padre ci libera - Lc 15,11-32

IntroduzioneCari amici questa sera vogliamo proporre una veglia un po' speciale, in sintonia con il tempo in cui viviamo e ciò che saremo chiamati a vivere domani con la via crucis della Pordenone Aviano,...

 Canto Iniziale

 Invocazione allo spirito sotto forma di una grazia da chiedere personalmente

Lc15,11-32

11 Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. 12 Il più giovane di loro disse al padre: "Padre, dammi la parte dei beni che mi spetta". Ed egli divise fra loro i beni. 13 Di lì a poco, il figlio più giovane, messa insieme ogni cosa, partì per un paese lontano, e vi sperperò i suoi beni, vivendo dissolutamente. 14 Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una gran carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. 15 Allora si mise con uno degli abitanti di quel paese, il quale lo mandò nei suoi campi a pascolare i maiali. 16 Ed egli avrebbe voluto sfamarsi con i baccelli che i maiali mangiavano, ma nessuno gliene dava. 17 Allora, rientrato in sé, disse: "Quanti servi di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! 18 Io mi alzerò e andrò da mio padre, e gli dirò: padre, ho peccato contro il cielo e contro di te: 19 non sono più degno di essere chiamato tuo figlio; trattami come uno dei tuoi servi". 20 Egli dunque si alzò e tornò da suo padre; ma mentre egli era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione: corse, gli si gettò al collo, lo baciò e ribaciò. 21 E il figlio gli disse: "Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio". 22 Ma il padre disse ai suoi servi: "Presto, portate qui la veste più bella, e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei calzari ai piedi; 23 portate fuori il vitello ingrassato, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, 24 perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita; era perduto, ed è stato ritrovato". E si misero a fare gran festa.

 

Spiegazione dell'immagine della parabola del padre misericordioso di Rembrandt

 Canto di esposizione dell'Eucarestia

 ( silenzio per riflettere con  musica di sottofondo)

Lettura e riflessione personale

Possibilità di  vivere e celebrare il sacramento della riconciliazione.

Per chi è questa parabola?

Come possiamo chiamare questa parabola? E' la parabola del Figliol prodigo? No, perché trascurerebbe il secondo figlio narrato nella seconda parte e il padre, il vero protagonista. Meglio allora : parabola dell'amore del padre o del padre misericordioso.

Ma per chi lo racconta Gesù questa parabola? Per i peccatori o per chi si ritenevano "giusti" ( farisei e scribi) ? Essa è per i farisei e scribi che sono in pericolo per aver falsato il vero rapporto con Dio, non hanno capito che egli ama tutti indistintamente e gratuitamente e davanti a lui non si possono accampare meriti. Qui Gesù è insieme a pubblicani e peccatori, anzi sembra che li abbia invitati a casa sua. Una scelta scandalosa che provoca l'indignazione dei "giusti" che per questa scelta non lo ritengono "venuto da Dio".  Ecco allora che Gesù per giustificare il suo comportamento  racconta la parabola alla classe dei maestri della legge ( farisei e scribi) che si sono avvicinati a Lui. Essi sono rappresentati nella seconda parte del racconto con l'esempio del fratello maggiore, sono proprio loro che devono cambiare per non rimanere esclusi.

Un errore di fondo: l'immagine distorta che il figlio ha  di suo padre. Lc 15,11-16

-  Un giorno il figlio più giovane  chiede al padre la sua eredità (il. Siracide, 33,22-24, sconsiglia di dare l'eredità quando i figli lo chiedono e invita a farlo solo al momento della morte del padre, per non incorrere nel rischio di lasciare in difficoltà i loro genitori...).
Ma il  padre non oppone resistenza, addirittura non dice nessuna parola: = il rispetto di Dio nei confronti delle scelte dell'uomo. Egli esorta, consiglia, accompagna, ma lascia la libertà, anche di sbagliare.
Perché il figlio minore decide di abbandonare in fretta la famiglia?

Egli ha un'immagine distorta di suo padre, vedendo in lui un tiranno, che impone la sua volontà e non lascia spazio di vita. Forse lui stesso ha anche notato che l'atteggiamento del suo fratello maggiore con le sue convinzioni, con il suo ritmo frenetico di lavoro, con la sua intolleranza a chi pensa diversamente da lui, non permette di vivere serenamente.

La meta del giovane è  un paese lontano, rompe con la sua famiglia il suo popolo, con le tradizioni religiose e va stabilirsi fra i pagani, allevatori di porci, gli animali impuri per eccellenza, = immagine dell'allontanamento da Dio per israele:" maledetto l'uomo che alleva i porci", dicevano i rabbini del tempo.

Ma lontano dal padre non trova la gioia desiderata e la pace, anzi la ricerca di piaceri, le aberrazioni di ogni genere anche sessuali, finiscono per nauseare. Le avventure non saziano, l'uomo ha bisogno di un equilibrio interiore, di sapersi dominare, altrimenti si sente morire di fame,  vivendo una condizione disperata di solitudine, sebbene  circondato da tante persone e beni.

Ma l'esperienza della delusione è provvidenziale, fa cadere in sé stessi. I rabbini dicevano: "quando gli israeliti sono costretti a mangiare carrube si convertono". 

 Un cuore  calcolatrice Lc 15,17- 19


Ma questo ragazzo era pentito oppure no? 
 Sembra che la vera risposta è no. Egli torna per fame non per conversione, perché non accenna minimamente al dolore che ha provocato al padre e la sua unica preoccupazione è di trovare un pezzo di pane, così anche il suo discorso preparato prima di tornare ha solo lo scopo di convincere il padre a dargli da mangiare. Parte e va ..... 
Per me: Cosa vedo in comune tra me e questo figlio? Vedi gli  atteggiamenti nei confronti del padre (Dio), la convinzione di dove trovare e cercare la felicità, il calcolo freddo di cercare i vantaggi personali, l'esperienza della solitudine, del vuoto e di una fame di    vita vera.

 Lo sguardo e i gesti del padre,  immagine del suo cuore Lc 15,20- 24

Padre: lo vide da lontano: lo vede per primo perché da sempre lo sta aspettando.
Si sente sconvolgere le viscere: sentimento della madre, viene citato 12 volte nel vangelo questa commozione, essa  e' solo riferita a Dio e a Gesù ( solo Dio può provare questa forma di amore).
Si mise a correre:  gesto poco dignitoso per un vecchio,...agisce di cuore, non si importa di cosa diranno i vicini e coloro che lo vedono. E'segno di una forte speranza dopo una lunga attesa sofferta, che si fa ora vita e fa scaturire una gioia incontenibile.
Gli si gettò al collo:= gli cadde sul collo che è molto di più che abbracciare.
Non smetteva più di baciarlo: segno della gioia e del perdono, il padre non permette al figlio di inginocchiarsi e di umiliarsi.

I segni dell'accoglienza: la Veste lunga, l'anello, i sandali, il banchetto, la festa e la gioia.

Veste lunga: vedi nell'apocalisse i salvati, i santi, i purificati dal sangue dell'Agnello (Gesù), = Dio lo reintegra nella sua famiglia e gli dona la sua vera eredità.
Anello al dito: non è quello dello sposo ma del sigillo, = ridata l'autorità sui servi e il potere sui beni del padre. Segno di una dignità di figlio riavuta per sempre.
I sandali ai piedi: segno dell'uomo libero, gli schiavi andavano scalzi. Dio padre nella sua casa non vuole servi, ma persone libere.
Una festa per chi non se lo merita: =  punto di attrito di Gesù con le guide ebraiche, un amore non compreso perché gratuito e pericoloso per la legge ebraica.

Per me: Mi lascio guardare con gli occhi del padre? Provo compassione e tenerezza per chi si è ingannato e ha sprecato la sua vita? Ho la tendenza a incasellare le persone per ciò che fanno e per ciò che dicono? Ho la volontà di offrire a tutti l'amore di Dio o lo riservo per chi mi gratifica o la pensa come me?

Il volto triste del fratello maggiore, segno di un cuore chiuso, incapace di amare.

Il ritorno del fratello maggiore e le sue parole distaccate: quel tuo figlio (non dice: il mio fratello)
Padre continua a supplicarlo con insistenza, vedi il verbo all'imperfetto, cioè, c'è un' insistenza perché l'altro figlio capisca e accetti di far festa e partecipi alla sua gioia.Sembra che il figlio maggiore ha l'immagine impressa nel suo cuore  che chi commette peccato è un furbo, se la gode e non si rende conto della tragedia che ci sta dietro, così nasce l'invidia, la gelosia e il desiderio che venga punito.

La porta aperta: segno che anche tu sei chiamato ad entrare. Lc 15, 31-32

La parabola non è conclusa = i due figli rappresentano ognuno di noi.

Il figlio maggiore? Si può presumere che entrerà di sicuro nella festa, egli è troppo abituato a obbedire,... ma continuerà a criticare chi annuncia un amore gratuito, perché non riesce ad accettare questa novità.
Il figlio minore? Cominciarono a far festa per il suo ritorno, ma  ogni volta che un figlio esce la festa si interrompe.
La festa sarà definitiva e senza fine solo quando la porta sarà chiusa e tutti , proprio tutti i figli saranno dentro.

In sintesi possiamo racchiudere la parabola in questo modo:

La figura del padre nella parabola può rappresentare il sogno di Dio che ogni  fratello possa vivere insieme senza pregiudizi e false immagini, con un atteggiamento di accoglienza e perdono reciproco. 
Il figlio maggiore può rappresentare bene l'atteggiamento di chi si sente sempre nel giusto, solo per le regole che ha rispettato e che desidera rispettare, ma il suo cuore  è nell'incapacità di lasciarsi amare, egli è anche incapace di amare l'altro come un vero fratello o sorella al di là dei loro meriti. Chi si ritiene giusto solo per il fatto di rispettare alcune norme, spesso si ritiene nel dovere di giudicare ed esprime giudizi di condanna e di rifiuto, così da allontanare chi gli vive accanto .

La figura del figlio minore infine ci richiama l'atteggiamento di tante persone che hanno ingannato sé stessi e anche gli altri, cercando la felicità nei luoghi e modi errati, nella convinzione che le gioie e i piaceri  della vita si potessero comprare con il denaro. Questo atteggiamento e modo di agire  può anche rappresentare le nazioni ricche del pianeta, che cercano di accaparrarsi  le risorse del pianeta e finiscono per sperperarle, vedi "eredità del padre", senza preoccuparsi di coloro che avrebbero gli stessi diritti di usufruire dei beni della terra, ma di fatto sono messi fuori gioco per non dover "spartire la torta in troppe parti". Tutto ciò può avvenire se c'è un controllo forte da parte dei paesi ricchi e arricchiti dai beni altrui. E' facile allora capire che le armi sono il mezzo per mantenere vari e iniqui privilegi, spesso facendo pagare a caro prezzo e con una vita miserabile e disumana l'esistenza di tanti popoli.
Ritornare allora alla casa paterna e lasciarci plasmare il cuore e la mente dalla luce e dal calore umano e divino del padre, che desidera per tutti un banchetto condiviso di felicità, è un'opportunità offerta e allo stesso tempo una chiamata a ciascuno di noi.

Riuniti insieme si legge la seconda parte  Lc 15,25

Or il figlio maggiore si trovava nei campi, e mentre tornava, come fu vicino a casa, udì la musica e le danze. 26 Chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa succedesse. 27 Quello gli disse: "È tornato tuo fratello e tuo padre ha ammazzato il vitello ingrassato, perché lo ha riavuto sano e salvo". 28 Egli si adirò e non volle entrare; allora suo padre uscì e lo pregava di entrare. 29 Ma egli rispose al padre: "Ecco, da tanti anni ti servo e non ho mai trasgredito un tuo comando; a me però non hai mai dato neppure un capretto per far festa con i miei amici; 30 ma quando è venuto questo tuo figlio che ha sperperato i tuoi beni con le prostitute, tu hai ammazzato per lui il vitello ingrassato". 31 Il padre gli disse: "Figliolo, tu sei sempre con me e ogni cosa mia è tua; 32 ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita; era perduto ed è stato ritrovato"».


Presentazione dei segni: veste, anello, sandali,...

Benedizione vicendevole del compagno\a accanto con un gesto sulla fronte (segno di croce...)

Abbraccio di pace con tutti per esprimere la riconciliazione come dono ricevuto ed accolto

Beati noi Giovani

Se avremo il coraggio dell'autenticità quando falsità e compromesso sono più comodi: la verità ci renderà liberi.

Se costruiremo la giovinezza nel rispetto della vita e nell'attenzione dell'uomo e della donna in un mondo malato di arrivismo e carrierismo: daremo testimonianza di amore.

Se , in una società deturpata dall'odio e dalla violenza, sapremo accogliere e amare tutti: saremo costruttori e artigiani di pace.

Se sapremo rimboccarsi le maniche davanti al male, al dolore, alla disperazione: saremo , come Maria, presenza amica e discreta che si dona gratuitamente.

Se  avremo coraggio di dire in famiglia, nella scuola, nell'università, tra gli amici che Gesù è la certezza  per una vita ben riuscita: saremo il sale della terra e la luce del mondo.


Benedizione finale con l'eucarestia e canto finale 

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