A te, Oscar Romero, vescovo fatto popolo!
di Alessandro Santoro
A TE, OSCAR ROMERO, VESCOVO FATTO POPOLO
Ti imploriamo, fratello vescovo fatto popolo,
fa’ che il tuo sangue di martire possa scuotere e risvegliare le nostre fedi tiepide e rassicuranti, troppo prudenti e senza sussulti.
Ti imploriamo fratello vescovo fatto popolo,
fa’ che, come a te, nel vedere gli occhi di un uomo che muore, ci cambi la vita, ci si converta il cuore e le viscere.
Ti imploriamo fratello vescovo fatto popolo,
fa’ che la nostra vita si faccia carica di fedeltà, fedeltà a quell’alleanza di compassione tra Dio e il suo popolo, dacci la forza di una fedeltà disobbediente a tutte le scelte calcolate per non perdere il consenso e i favori.
Ti imploriamo fratello vescovo fatto popolo,
dacci la capacità di seguire la stella della notte che si posa e si ferma sulla casa dei piccoli e dei poveri e, come te, fa’ che si possa inginocchiarsi davanti a quelle culle di miseria e dignità.
Ti imploriamo fratello vescovo fatto popolo,
fa’ che la tua coscienza profetica riempia i nostri ventri molli e dacci il coraggio di stare dritti in piedi e di “gridare a squarciagola senza riguardo i delitti dei potenti”.
Ti imploriamo fratello vescovo fatto popolo,
insegnaci la parresia, la franchezza senza infingimenti e come te si possa parlare con coraggio e a viso aperto come solo chi si affida a Dio ha il coraggio di fare.
Ti imploriamo fratello vescovo fatto popolo,
fa’ che non ci facciamo irretire dalla paura e se i suoi fremiti sembrano paralizzarci fa’ che come te si possa dire “è normale che ci tremino le ginocchia, ma almeno che ci tremino nel posto in cui dobbiamo essere”.
Ti imploriamo fratello vescovo fatto popolo,
fa’ che le nostre chiese possano conoscere e incontrare la disumanità del mondo e si convincano una volta per tutte a farsi carne con tutti gli ultimi, gli oppressi, i senza niente; che possano dire come te, “il mondo dei poveri è il nostro posto”.
Ti imploriamo fratello vescovo fatto popolo,
fa’ che lo Spirito impedisca alla Chiesa di decurtare e ad-domesticare la Parola per paura e per riguardo dei potenti. Fa’ che deponga il manto del linguaggio misurato e calcolato e ritrovi il coraggio di dire con forza che la guerra è tabù,
che la corsa agli armamenti è immorale,
che il gioco della finanza è un oltraggio a tanti, troppi affamati del mondo,
che l’acqua è un bene comune pubblico che non si tocca,
che la terra è nostra madre e va rispettata e curata.
A Te Fratello vescovo fatto popolo,
ti chiediamo di poter tornare a risorgere nel tuo popolo e oggi, dopo trent’anni, nei nostri popoli silenziati dalla rassegnazione e dal quieto vivere.
Così saremo capaci di squarciare il velo del tempio e tutti i veli che rendono vili e inermi le nostre vite... e torneremo come a Primavera ad avere sussulti di Pasqua e di liberazione.