Mille vite per l’Africa
Veglia Gim Pesaro 16/05/2009
Veglia Gim Pesaro 16/05/2009
Mettiamoci in un atteggiamento di ascolto e silenzio per dare inizio a questa veglia di preghiera che questa sera è dedicata all’Africa…ci immergiamo in una atmosfera africana aiutati dalla musica
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TAM-TAM,TAM-TAM-TU Matial Sinda, poeta dell'Africa centrale,
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Dagli scritti di Daniele Comboni
Khartum, 11/5/1873
Sono ben felice, o carissimi, di trovarmi finalmente reduce a voi dopo tante vicende penose e tanti affannosi sospiri. Il primo amore della mia giovinezza fu per l'infelice Nigrizia, e lasciando quant' era per me di più caro al mondo, venni, or sono sedici anni, in queste contrade per offrire al sollievo delle sue secolari sventure l'opera mia. Appresso, l'obbedienza mi ritornava in patria, stante la cagionevole salute che i miasmi del Fiume Bianco presso S. Croce e Gondocoro avevano reso impotente all'azione apostolica. Partii per obbedire: ma tra voi lasciai il mio cuore, e riavutomi come a Dio piacque, i miei pensieri ed i miei passi furono sempre per voi.
Ed oggi finalmente ricupero il mio cuore ritornando fra voi per dischiuderlo in vostra presenza al sublime e religioso sentimento della spirituale paternità…Sì, io sono di già il vostro Padre, e voi siete i miei figli, e come tali, la prima volta vi abbraccio e vi stringo al mio cuore… L'anima mia vi corrisponde un amore illimitato per tutti i tempi e per tutte le persone. Io ritorno fra voi per non mai più cessare d'essere vostro, e tutto al maggior vostro bene consacrato per sempre. Il giorno e la notte, il sole e la pioggia, mi troveranno egualmente e sempre pronto ai vostri spirituali bisogni: il ricco e il povero, il sano e l'infermo, il giovane e il vecchio, il padrone e il servo avranno sempre eguale accesso al mio cuore. Il vostro bene sarà il mio, e le vostre pene saranno pure le mie.
Io prendo a far causa comune con ognuno di voi, e il più felice de' miei giorni sarà quello, in cui potrò dare la vita per
voi… (omelia in occasione del suo ingresso come vescovo a Khartum)
Canto: Il suon nome e colore
Sentirti signore parlare d’Africa
Sembra di sentirne già la pelle e il sole
Quello sguardo vivo che ti fa
Sopra le tue labbra palpita il suo nome
E’ …un canto che nasce da così lontano
Vive di te, sopra di lei…e vederti, così innamorato di lei
Gridare il suo nome e colore: Africa
Rit. E allora prendici se vuoi
Rendici tutti uniti come sai
Metti nei nostri cuori la tua musica
Prendi i nostri cuori prendi e fanne africa
Tu che sei morto per lei, Tu che non la dimentichi mai, Africa …Africa
E se il mondo mai lo capirà
Signore quanto sangue su di lei!
Onde di un mare d’anime un’eternità,
Un popolo che vive lotta e spera solo in te
È un canto che vive della tua mano…
Vive di te, vive per lei…
E vederti così innamorato di lei, gridare il suo nome e colore: Africa
Rit.
E un nuovo canto nasce già
Fiorisce dalle mani e salta al cielo
È il grido della libertà
Dalle sabbie di un deserto giunge fino a noi…
È…un canto che batte ed è così umano…
Dentro di te, dentro di noi…
E vederti così innamorato di lei, gridare il suo nome e colore: Africa…Africa!
L’Africa oggi
La povertà è una caratteristica diffusa di gran parte dell'Africa moderna. La maggior parte dei paesi africani si collocano agli ultimi posti di tutte le principali classifiche di ricchezza nazionale, come quelle basate sul reddito pro capite o sul PIL pro capite, pur disponendo spesso di ingenti risorse naturali. Gli ultimi 25 posti della classifica stilata dall’ ONU sulla qualità della vita sono da sempre appannaggio di nazioni africane.
L'Africa è uno dei continenti più tormentati da conflitti armati, sia nella forma di guerre civili (come quelle in corso in Darfur e nella Repubblica Democratica del Congo) che di scontri fra nazioni. Il fenomeno dei rifugiati è diffuso in gran parte del continente; in generale, i rifugiati riparano da una nazione in quelle confinanti non essendo in condizione di emigrare altrove (per esempio in Europa); questo causa spesso ulteriori conflitti. Per i paesi africani più poveri, già in difficoltà a gestire i problemi della popolazione locale, l'asilo ai rifugiati rappresenta spesso un problema di difficile soluzione dal punto di vista economico, logistico, sanitario e così via. I conflitti spesso hanno l'ulteriore effetto di paralizzare o danneggiare l'economia dei paesi in cui si svolgono e spesso anche di paesi confinanti che dipendono in qualche misura da traffici internazionali.
Sullo sviluppo economico dell'Africa, e sulle condizioni di vita delle fasce meno abbienti della popolazione, grava anche una situazione sanitaria in molti casi drammatica. La diffusione dell'AIDS in Africa costituisce da oltre un decennio una vera e propria crisi sanitaria, con un numero di morti stimato intorno alle 3.000 unità al giorno, e una percentuale di contagio che registra 11.000 nuovi casi giornalieri, e che in alcune aree si avvicina al 30% della popolazione sessualmente attiva; solo l'1% dei malati di AIDS ha accesso a cure mediche specifiche.
Tuttavia, l'AIDS e altri virus letali come Ebola hanno un effetto sulla mortalità in Africa meno significativo rispetto a quello derivante da patologie da lungo tempo debellate nel mondo occidentale, come la malaria, la tubercolosi, la dissenteria e il verme solitario. A queste si aggiungono malattie native del continente, come la malattia del sonno. In molte regioni, la scarsità o assenza di acqua incontaminata contribuisce al diffondersi di patologie pericolose soprattutto per i bambini e i giovani.
E infine, oggi l’Africa è segnata dalle morti di chi per un futuro migliore, per rispondere alle necessità della famiglia, tenta l’avventura difficile delle migrazione. Per molti di loro il deserto è la prima caduta della loro pesante via crucis, caduta dalla quale non si rialzano più; altri giungo a una seconda caduta quella del Mediterraneo tomba profonda e oscura che, nauseata da tante morti ogni tanto vomita qualche cadavere sulle sue sponde o ce lo restituisce impigliato nelle reti dei pescatori; la terza caduta, per cui supera le prime due, sono le frontiere e gli steccati come quello di Melilla dove chi vi cade viene spogliato di tutto e spesso della propria dignità e integrità fisica. Migliaia di donne e di uomini segnati dall’emarginazione e dalla nostra egoistica e comoda indifferenza.
La parola del Signore è retta
e tutta l'opera sua è fatta con fedeltà.
egli ama la giustizia e l'equità;
la terra è piena della benevolenza del Signore.
i cieli furono fatti dalla parola del Signore,
e tutto il loro esercito dal soffio della sua bocca.
noi aspettiamo il Signore;
egli è il nostro aiuto e il nostro scudo.
in lui, certo, si rallegrerà il nostro cuore,
perché abbiamo confidato nel suo santo nome.
la tua benevolenza, o Signore, sia sopra di noi,
poiché abbiamo sperato in te.
*Macchie bianche *
Ricordo un’amica nera molto sensibile
e riflessiva
orgogliosa del suo “essere nera”.
Un giorno, dopo essersi confessata,
mi diceva: “Sai, Elena, sono contenta
di essermi confessata,
adesso la mia anima è tornata ben pulita, bella nera,
ho tolto quelle macchie bianche
che la sporcavano”.
Lei, nera, pensava che anche la sua anima dovesse essere nera
è che più la sua anima fosse stata nera
più sarebbe stata pulita.
Per lei i peccati erano delle macchie bianche
che sporcavano la purezza
della sua bella anima nera.
Per lei nero è pulito,
nero è puro, nero è bello, perché nero
è il colore che ha ricevuto in dono da Dio.
Lo diceva sorridendo, quasi per provocarmi. Ma capivo che aveva ragione:
se per noi bianchi sembra normale considerare bello e buono
ciò che ci assomiglia e brutto e cattivo
ciò che è all’opposto, ciò che è nero,
deve essere anche normale per un nero considerare bello e buono
ciò che è nero e brutto e cattivo
ciò che è bianco.
Tempo di silenzio e condivisione
Daniele Comboni ha donato la sua vita per l’Africa, riuscendo a guardare lontano e a tracciare segni di profezia e speranza che arrivano fino a noi …
- Cosa mi provoca dell’esperienza di Comboni, del suo amore per “l’infelice Nigrizia”?
- Ho anche io un sogno che non riguarda solo me stesso, ma si apre alla storia di un altro popolo, di un altro paese?
Simboleggiamo con un gesto il nostro sogno per l’Africa e per il mondo
PREGHIERA FINALE
Dammi il supremo coraggio dell'Amore,
questa è la mia preghiera,
coraggio di parlare,
di agire, di soffrire,
di lasciare tutte le cose,
o di essere lasciato solo.
Temperami con incarichi rischiosi,
onorami con il dolore,
e aiutami ad alzarmi ogni volta che cadrò.
Dammi la suprema certezza nell'amore,
e dell'amore,
questa è la mia preghiera,
la certezza che appartiene alla vita nella morte,
alla vittoria nella sconfitta,
alla potenza nascosta nella più fragile bellezza,
a quella dignità nel dolore,
che accetta l'offesa,
ma disdegna di ripagarla con l'offesa.
Dammi la forza di amare
sempre
e ad ogni costo.
Canto finale
Segni nuovi
crollare muri e barriere fin dal profondo.
Vedo gente che vive la vita,
vedo in alto un cielo chiaro.
Ormai non è così strano sentir parlare
di una “casa comune”, dove abitare,
e l’amore fra noi lo farà
invadendo il mondo intero.
...e segni nuovi…