Si chiama Gesù (P. Casaldaliga)
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SI CHIAMA GESÙ Dio è venuto a casa, spogliandosi della sua gloria. Ha chiesto permesso al ventre di una bambina scosso da un decreto di Cesare e si è fatto uno di noi: un palestinese tra tanti nella sua strada senza numero, semiartigiano di ruvide occupazioni, che vede passare i romani e che muore, poi, malamente ucciso, fuori dalla Città . So già che è da molto che lo sapete, che ve lo dicono, che lo sapete freddamente perché ve lo hanno detto con parole fredde… io voglio che lo sappiate, subito, oggi, forse per la prima volta, assorti, sconcertati, liberi da ogni mito, liberi da tante meschine libertà . Voglio che ve lo dica lo Spirito Come un colpo d’accetta in un tronco vivo! Voglio che lo sentiate come un’ondata di sangue nel cuore della routine, in mezzo a questa corsa di ruote che si scontrano. Voglio che vi imbattiate in Lui come quando si inciampa nella porta di Casa, tornati dalla guerra, sotto lo sguardo e il bacio impaziente del Padre. Voglio che Lo gridiate come un grido di vittoria per la guerra perduta, o come il sanguinante parto della speranza nel letto del vostro tedio, in piena notte, spenta ogni dottrina. Voglio che Lo incontriate, in un abbraccio totale, Compagno, Amore, Risposta. Potrete dubitare che sia venuto a casa, se attendete che vi mostri la patente dei prodigi, se volete che vi approvi l’accidia della vita. Ma non potete negare che si chiama Gesù, con patente di povero. E non potete negarmi che Lo state aspettando con la folle mancanza della vostra vita ripudiata come si aspetta il respiro per uscire dall’asfissia quando già la morte si attorciglia al collo, come un serpente di domande. Si chiama Gesù. Si chiama come ci chiameremmo Se fossimo, veramente, noi.
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