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2 GIM Padova: Chi sei Dio?

dicembre 2004

Chi sei Dio?

2° GIM Padova -  dicembre 2004

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Catechesi

Teologia della Missione

Sfide per crescere

 

Chi sei, Dio?

 

In ascolto della Parola:


Giona 3,1–4,11

Fu rivolta a Giona una seconda volta questa parola del Signore: «Alzati, va' a Ninive la grande città e annunzia loro quanto ti dirò». Giona si alzò e andò a Ninive secondo la parola del Signore. Ninive era una città molto grande, di tre giornate di cammino. Giona cominciò a percorrere la città, per un giorno di cammino e predicava: «Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta». I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo.

Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere. Poi fu proclamato in Ninive questo decreto, per ordine del re e dei suoi grandi: «Uomini e animali, grandi e piccoli, non gustino nulla, non pascolino, non bevano acqua. Uomini e bestie si coprano di sacco e si invochi Dio con tutte le forze; ognuno si converta dalla sua condotta malvagia e dalla violenza che è nelle sue mani. Chi sa che Dio non cambi, si impietosisca, deponga il suo ardente sdegno sì che noi non moriamo?».

Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si impietosì riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.

Ma Giona ne provò grande dispiacere e ne fu indispettito. Pregò il Signore: «Signore, non era forse questo che dicevo quand'ero nel mio paese?

Per ciò mi affrettai a fuggire a Tarsis; perché so che tu sei un Dio misericordioso e clemente, longanime, di grande amore e che ti lasci impietosire riguardo al male minacciato. Or dunque, Signore, toglimi la vita, perché meglio è per me morire che vivere!».

Ma il Signore gli rispose: «Ti sembra giusto essere sdegnato così?».

Giona allora uscì dalla città e sostò a oriente di essa. Si fece lì un riparo di frasche e vi si mise all'ombra in attesa di vedere ciò che sarebbe avvenuto nella città.

Allora il Signore Dio fece crescere una pianta di ricino al di sopra di Giona per fare ombra sulla sua testa e liberarlo dal suo male. Giona provò una grande gioia per quel ricino.

Ma il giorno dopo, allo spuntar dell'alba, Dio mandò un verme a rodere il ricino e questo si seccò. Quando il sole si fu alzato, Dio fece soffiare un vento d'oriente, afoso.

Il sole colpì la testa di Giona, che si sentì venir meno e chiese di morire, dicendo: «Meglio per me morire che vivere».

Dio disse a Giona: «Ti sembra giusto essere così sdegnato per una pianta di ricino?».

Egli rispose: «Sì, è giusto; ne sono sdegnato al punto da invocare la morte!».

Ma il Signore gli rispose: «Tu ti dai pena per quella pianta di ricino per cui non hai fatto nessuna fatica e che tu non hai fatto spuntare, che in una notte è cresciuta e in una notte è perita: e io non dovrei aver pietà di Ninive, quella grande città, nella quale sono più di centoventimila persone, che non sanno distinguere fra la mano destra e la sinistra, e una grande quantità di animali?».


Testimonianza:


Charles Villaume è un sacerdote francese della diocesi di Epinal nel Vosgi che, dopo aver esercitato il ministero sacerdotale per diversi anni nel suo Paese sia in una parrocchia di città, sia come insegnante di religione nelle scuole, nel 1963 parte come missionario “Fidei Donum” nella parrocchia di Kati, diocesi di Bamako (Mali).

 

Gli uomini hanno creato degli dei che convengono loro, per rispondere ai loro bisogni, ma non è questo il mio Dio.

Il Dio al quale credo non lo hanno inventato i sognatori, perché Egli dice ai sognatori: invece di sognare la pace del Paradiso, cominciate a costruire la pace sulla terra. “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (Mt 5,9).


Non sono i pigri e i fiacchi che lo hanno inventato, perché a costoro Egli dice: ”vi ho dato la terra e vi ho detto: riempitela, soggiacetela e dominate… su ogni essere vivente” (Gn 1,28).

Vi ho dato un’intelligenza e due mani. Riflettete, dunque, e lavorate insieme. Non aspettate che Io venga a fare il lavoro al vostro posto.

Non sono i potenti che lo hanno inventato perché li aiutasse a sottomettere i popoli: infatti ai potenti Egli dice: ”chi vorrà diventare grande tra voi, si faccia vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi, si faccia vostro schiavo” (Mt 20, 26-27).


Dirò di più: il Dio in cui credo non conviene agli uomini.

Ha forse promesso di dare la salute a quelli che credono in Lui? Di dare loro la ricchezza o una lunga vita?

Ha forse promesso alle donne di dar loro dei figli e ai contadini di riempire loro i granai? Ecco quello che cercano gli uomini, ma Dio non ha mai promesso di dar loro tutto questo.


Si direbbe, piuttosto, che Egli vada contro i desideri degli uomini. Quale uomo avrebbe potuto inventare un Dio che vieta la poligamia? Che domanda di gioire della povertà? Che esige che lo si ami più del padre e della madre?

 

Ora, ciò che gli uomini inventano, l’inventano per rendersi la vita più facile, non per renderla più difficile.

Il mio Dio non facilita la vita agli uomini.

Al contrario, Egli è esigente con loro, perché vuole che siano grandi.

Questo gli uomini non lo hanno certo inventato.

Sì, gli uomini hanno creato degli dei, secondo i loro desideri e i loro bisogni. Ma il mio Dio, non è certamente tra questi dei”.


Spunti per la riflessione:


  1. Il profeta Giona scopre che Dio non è come lo vuole lui.
    Chi è il tuo Dio? È forse a tua immagine e somiglianza?
    È Colui che semplicemente dice di sì alle tue attese e decisioni?

    Rileggi la tua storia…

  2. Jahvè chiede a Giona di profetizzare ciò che non vuole.
    I desideri di Giona e le sue comode proiezioni su Dio si scontrano
    con la realtà della gente, tanta gente fragile che Dio ama.
    Cosa ti sta chiedendo Gesù? Ti porta forse dove tu non vuoi?

  3. Capita anche a te di dare più peso ad una pianta di ricino che a
    centoventimila persone?

Silenzio e condivisione


Preghiamo insieme

Ho percorso la terra e i mari alla sua ricerca,
l’ho cercato nel cielo, nel fitto delle foreste,
nell’aridità del deserto.
L’ho cercato nella bellezza e nella luce,
nella notte e nel silenzio.
L’ho cercato nella musica e nella poesia,
nella scienza e nella sapienza dei popoli.
E mi sono ritrovato, un giorno
Sfinito, povero e nudo.
Avevo dimenticato tutto e non sapevo più nulla.
Il cuore era estenuato e la mente vuota.
Avevo perso la speranza.
Avevo creduto di perdere la fede.
Mi sono seduto ed ho pianto.
Allora ho sentito la sua Voce:

Non temere, ci sono qui io.
Non sono stato mai così vicino a te”
Ascolta in me la parola interiore
che non posso dire.
Guarda il desiderio e la fame del mio cuore.
Ma soprattutto l’abisso senza fondo,
che silenzioso, in me Ti attende.
O Tu, che non possiamo nominare,
O Tu, che non possiamo dire,
O Tu, che non possiamo raccontare!
O Tu, CHE IN SILENZIO INVOCHIAMO!


(tratto da: Dio c’è ed è Amore, Charles Villaume)


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