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GIM Pesaro: I Giovani nella Bibbia... Profeti, Re e Sacerdoti

dicembre 2004

 

I GIOVANI NELLA BIBBIA ...

... Profeti, Re e Sacerdoti

GIM Pesaro dicembre 2004

 

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Catechesi

Teologia della Missione

Sfide per crescere

 

* Introduzione

* Silenzio con musica

 

SAMUELE IL GIOVANE PROFETA

 

 

La Parola: Dal primo libro di Samuele (3:1-10)

Il giovane Samuele continuava a servire il Signore sotto la guida di Eli. La parola del Signore era rara in quei giorni, le visioni non erano frequenti. In quel tempo Eli stava riposando in casa, perché i suoi occhi cominciavano a indebolirsi e non riusciva più a vedere. La lampada di Dio non era ancora spenta e Samuele era coricato nel tempio del Signore, dove si trovava l'arca di Dio.
Allora il Signore chiamò: “Samuele!” e quegli rispose: “Eccomi”, poi corse da Eli e gli disse: “Mi hai chiamato, eccomi!”. Egli rispose: “Non ti ho chiamato, torna a dormire!”. Tornò e si mise a dormire. Ma il Signore chiamò di nuovo: “Samuele!” e Samuele, alzatosi, corse da Eli dicendo: “Mi hai chiamato, eccomi!”. Ma quegli rispose di nuovo: “Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!”. In realtà Samuele fino allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore. Il Signore tornò a chiamare: “Samuele!” per la terza volta; questi si alzò ancora e corse da Eli dicendo: “Mi hai chiamato, eccomi!”.
Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovinetto. Eli disse a Samuele: “Vattene a dormire e, se ti si chiamerà ancora, dirai: Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta”. Samuele andò a coricarsi al suo posto. Venne il Signore, stette di nuovo accanto a lui e lo chiamò ancora come le altre volte: “Samuele, Samuele!”. Samuele rispose subito: “Parla, perché il tuo servo ti ascolta”.

Preghiera: Samuele risponde SI al Signore senza averlo mai neanche conosciuto, e don Tonino Bello come Samuele dice SI abbracciando il Signore per volare verso quel cielo che sa di libertà.

Voglio ringraziarti, Signore, per il dono della vita.
Ho letto da qualche parte che gli uomini sono angeli con un'ala soltanto:
possono volare solo rimanendo abbracciati.
A volte nei momenti di confidenza oso pensare, Signore,
che anche Tu abbia un'ala soltanto,
l'altra la tieni nascosta …
forse per farmi capire che Tu non vuoi volare senza me.
Per questo mi hai dato la vita, perché io fossi tuo compagno di volo.
Insegnami allora a librarmi con Te perché vivere
non è trascinare la vita, non è strapparla, non è rosicchiarla:
vivere è abbandonarsi come un gabbiano all'ebbrezza del vento;
vivere è assaporare l'avventura della libertà
, vivere è stendere l'ala, l'unica ala
con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner grande come Te.
Ma non basta saper volare con Te, Signore:
Tu mi hai dato il compito di abbracciare anche il fratello,
e aiutarlo a volare.
Ti chiedo perdono, perciò, per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi: non farmi più passare indifferente davanti al fratello
che è rimasto con l'ala, l'unica ala, inesorabilmente impigliata
nella rete della miseria e della solitudine
e si è ormai persuaso di non essere più degno di volare con Te:
soprattutto per questo fratello sfortunato
dammi, o Signore, un'ala di riserva.

Segno: disegno di una colomba con una sola ala. Il Profeta è colui che innanzitutto si mette all’ascolto della Parola di Dio, colui che da Lei si lascia provocare e con Lei vuole crescere e camminare. Il profeta non può fare nulla da solo, ha bisogno di Dio per volare. Ecco il perché di questa colomba a cui manca un ala.

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DAVIDE il re non appariscente

La Parola: Dal primo libro di Samuele (16,1.4a.5-13)

E il Signore disse a Samuele: “Riempi di olio il tuo corno e parti. Ti ordino di andare da Iesse il Betlemmita, perché tra i suoi figli mi sono scelto un re”. Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato e venne a Betlemme. “Sono venuto per sacrificare al Signore. Provvedete a purificarvi, poi venite con me al sacrificio”. Fece purificare anche Iesse e i suoi figli e li invitò al sacrificio.
Quando furono entrati, egli osservò Eliab e chiese: “È forse davanti al Signore il suo consacrato?”. Il Signore rispose a Samuele: “Non guardare al suo aspetto né all'imponenza della sua statura. Io l'ho scartato, perché io non guardo ciò che guarda l'uomo. L'uomo guarda l'apparenza, il Signore guarda il cuore”. Iesse fece allora venire Abìnadab e lo presentò a Samuele, ma questi disse: “Nemmeno su costui cade la scelta del Signore”. Iesse fece passare Samma e quegli disse: “Nemmeno su costui cade la scelta del Signore”.
Iesse presentò a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripetè a Iesse: “Il Signore non ha scelto nessuno di questi”. Samuele chiese a Iesse: “Sono qui tutti i giovani?”. Rispose Iesse: “Rimane ancora il più piccolo che ora sta a pascolare il gregge”. Samuele ordinò a Iesse: “Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui”.
Quegli mandò a chiamarlo e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e gentile di aspetto. Disse il Signore: “Alzati e ungilo: è lui!”. Samuele prese il corno dell'olio e lo consacrò con l'unzione in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore si posò su Davide da quel giorno in poi.

Amami come sei: Gesù sceglie i puri di Spirito, non guarda le apparenze e le esteriorità e questo brano di Mons. Leburn è spettacolare, se visto per ognuno di noi come la chiamata di quel Signore che ci Ama così come siamo, con le nostre fragilità e paure.

In ogni istante e in qualunque situazione tu sia, nel fervore o nell'aridità, nella fedeltà o nell'infedeltà, amami... come sei. Voglio l'amore del tuo povero cuore; se aspetti di essere perfetto, non mi amerai mai.
Non potrei fare di ogni granello di sabbia un serafino radioso di purezza, di nobiltà e di amore? Non sono io l'Onnipotente? E se mi piace lasciare nel nulla quegli esseri meravigliosi e preferire il povero amore del tuo cuore, non sono io il padrone del mio amore? Figlio mio, lascia che ti ami, voglio il tuo cuore.
Certo voglio col tempo trasformarti ma per ora ti amo come sei e desidero che tu faccia lo stesso; io voglio vedere dai bassifondi della miseria salire l'amore. Amo in te anche la tua debolezza, amo l'amore dei poveri e dei miserabili; voglio che dai cenci salga continuamente un gran grido: "Gesù ti amo". Voglio unicamente il canto del tuo cuore, non ho bisogno né della tua scienza, né del tuo talento.
Una cosa sola m'importa, di vederti lavorare con amore. Non sono le tue virtù che desidero; se te ne dessi, sei così debole che alimenterebbero il tuo amor proprio; non ti preoccupare di questo. Avrei potuto destinarti a grandi cose; no, sarai il servo inutile; ti prenderò persino il poco che hai... perché ti ho creato soltanto per l'amore.
Oggi sto alla porta del tuo cuore come un mendicante, io il Re dei Re! Busso e aspetto; affrettati ad aprirmi. Non allegare la tua miseria; se tu conoscessi perfettamente la tua indigenza, morresti di dolore. Ciò che mi ferirebbe il cuore sarebbe di vederti dubitare di me e mancare di fiducia. Voglio che tu pensi a me ogni ora del giorno e della notte; voglio che tu faccia anche l'azione più insignificante solo per amore. Conto su di te per darmi gioia…
Non preoccuparti di non possedere virtù; ti darò le mie. Quando dovrai soffrire, ti darò la forza. Mi hai dato l'amore, ti darò di saper amare al di là di quanto puoi sognare… Ma ricordati... amami come sei… Ti ho dato mia Madre; fa passare, fa passare tutto dal suo Cuore così puro.
Qualunque cosa accada, non aspettare di essere santo per abbandonarti all'amore, non mi ameresti mai... Và!

Segno: lanterna. Gesù ha detto che non si accende una lampada per poi nasconderla. La luce che lui ci ha dato, facciamola brillare: non è segno di presunzione o altro, ma piuttosto di umiltà e abbandono tra le mani di Dio, che si fida di noi.

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MARIA sacerdotessa della Nuova Alleanza

La Parola: Dal Vangelo secondo Luca (1,26-38)

Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei.

Preghiera: litanie mariane tratte dagli scritti di don Tonino Bello

Maria donna feriale
rendimi allergico ai tripudi di feste che naufragano nel vuoto
Maria donna dell’attesa
distruggi in me la frenesia di volere tutto e subito
Maria donna innamorata
affrancami dalla voglia di essere sempre capito e amato
Maria donna gestante
donami la gioia di sentire nel grembo i fremiti del mondo
Maria donna accogliente
dilata a non finire in me la tenda dell'accoglienza
Maria donna missionaria
rendi polverosi i miei piedi per il lungo calcare sentieri del mondo
Maria donna di parte
rendi costante in me il rigetto di ogni compromesso
Maria donna del pane
affina in me il gusto dell’essenziale nella semplicità
Maria donna di frontiera
snidami dalle retroguardie della mia codardìa spirituale
Maria donna in cammino
provoca in me il rifiuto definitivo della poltrona e delle pantofole
Maria donna del vino nuovo
regalami un cuore traboccante di gioia e di letizia
Maria donna del silenzio
stabilisci il mio domicilio nella contemplazione di Dio
Maria donna del servizio
prestami il tuo grembiule preparato a Nazareth e mai dismesso
Maria donna vera
strappami le plastiche facciali che sfregiano l’immagine di Dio
Maria donna del popolo
abolisci in me ogni traccia di privilegio e annullane anche il desiderio
Maria donna che conosce la danza
fa’ di me un rigo musicale su cui ognuno possa cantare la sua vita
Maria donna elegante
donami un sorriso per ogni gesto di amore
Maria donna dei nostri giorni
depenna eventuali rimpianti del passato, perché renda già presente il futuro
Maria donna dell’ultima ora
affretta il mio passo verso il fratello che mi attende, verso il Cristo che mi precede, verso il Padre pronto ad accogliermi nell'Amore dello Spirito.

Segno: un piccolo presepe che rappresenta la Natività e il SI di Maria alla volontà del Signore. Ci stiamo preparando al Natale ed è bello sottolineare e riscoprine il valore e il senso, guardandolo con gli occhi di Maria nel cui cuore e nella cui vita Cristo si è incarnato.

Silenzio

Condivisione

Padre Nostro

Preghiera conclusiva: Tutti i popoli portano in loro la dignità di figkli di Dio. Insieme danzeranno al Dio della Vita, che con gioia c’invita al suo banchetto, alla sua festa. Come giovani siamo chiamati a credere, impegnarci, affinché questo avvenga: è il modo più bello e concreto per esserre Profeti, sacerdoti e Re.

Le fondamenta della Terra sono sacre,
sono nella sua stessa sacra Genesi,
il sacro inizio del mondo,
che era « cosa buona » agli occhi del Creatore.
Di tè mi dicono cose stupende, pianeta Terra.
Il Signore ama le porte delle città
che fanno la sua giustizia e la sua pace.
Ricorderò gli Usa e l'Europa, la Palestina e Israele,
l'Africa, l'Asia e l'America Latina,
ricorderò il Giappone, la Cina, l'Australia e l'Oceania,
e anche l'Artide e l'Antartide.
Ricorderò i figli di Israel e quelli di Ismael,
ebrei e musulmani, cristiani, buddisti, induisti e animisti,
ricorderò i figli delle praterie e quelli delle foreste,
e tutti i popoli che conoscono o meno il nome del Signore,
perché tutti sulla stessa Terra sono nati
e il Signore la tiene salda, la sua Terra, nelle sue stesse mani.
il Signore scriverà nella Costituzione dell'Organizzazione
di tutte le nazioni e i popoli della Terra:
« Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti.
Essi sono dotati di ragione e di coscienza
e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
A ogni individuo spettano tutti i diritti e libertà
senza distinzione alcuna per ragioni di razza, di colore, di sesso,
di lingua, di religione, di opinione politica o altro genere,
di origine nazionale o sociale, di ricchezza,
di nascita o di altra condizione».
Perché ogni essere umano è nato nell'unico pianeta, è nato sulla Terra.
E tutti i popoli danzando canteranno:
« Signore, siamo usciti da tè, nostra unica sorgente,
siamo tutti tuoi figli, siamo tutti gemelli anche se non omozigoti,
e tu sei il Padre nostro, provvidente e misericordioso,
e la madre tenera di tutti».

Canto finale

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