*
Introduzione
*
Silenzio con musica
SAMUELE IL GIOVANE PROFETA
La Parola: Dal primo libro di Samuele
(3:1-10)
Il giovane Samuele continuava a servire il Signore sotto la
guida di Eli. La parola del Signore era rara in quei giorni, le
visioni non erano frequenti. In quel tempo Eli stava riposando in
casa, perché i suoi occhi cominciavano a indebolirsi e non
riusciva più a vedere. La lampada di Dio non era ancora
spenta e Samuele era coricato nel tempio del Signore, dove si
trovava l'arca di Dio.
Allora il Signore chiamò: “Samuele!” e quegli
rispose: “Eccomi”, poi corse da Eli e gli disse:
“Mi hai chiamato, eccomi!”. Egli rispose: “Non
ti ho chiamato, torna a dormire!”. Tornò e si mise a
dormire. Ma il Signore chiamò di nuovo:
“Samuele!” e Samuele, alzatosi, corse da Eli dicendo:
“Mi hai chiamato, eccomi!”. Ma quegli rispose di
nuovo: “Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a
dormire!”. In realtà Samuele fino allora non aveva
ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora
rivelata la parola del Signore. Il Signore tornò a
chiamare: “Samuele!” per la terza volta; questi si
alzò ancora e corse da Eli dicendo: “Mi hai
chiamato, eccomi!”.
Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovinetto. Eli
disse a Samuele: “Vattene a dormire e, se ti si
chiamerà ancora, dirai: Parla, Signore, perché il
tuo servo ti ascolta”. Samuele andò a coricarsi al
suo posto. Venne il Signore, stette di nuovo accanto a lui e lo
chiamò ancora come le altre volte: “Samuele,
Samuele!”. Samuele rispose subito: “Parla,
perché il tuo servo ti ascolta”.
Preghiera: Samuele risponde SI al Signore
senza averlo mai neanche conosciuto, e don Tonino Bello
come
Samuele dice SI abbracciando il Signore per volare verso quel
cielo che sa di libertà.
Voglio ringraziarti, Signore, per il
dono della vita.
Ho letto da qualche parte che gli uomini sono angeli con un'ala
soltanto:
possono volare solo rimanendo abbracciati.
A volte nei momenti di confidenza oso pensare, Signore,
che anche Tu abbia un'ala soltanto,
l'altra la tieni nascosta …
forse per farmi capire che Tu non vuoi volare senza me.
Per questo mi hai dato la vita, perché io fossi tuo
compagno di volo.
Insegnami allora a librarmi con Te perché vivere
non è trascinare la vita, non è strapparla, non
è rosicchiarla:
vivere è abbandonarsi come un gabbiano all'ebbrezza del
vento;
vivere è assaporare l'avventura della libertà
, vivere è stendere l'ala, l'unica ala
con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner grande come
Te.
Ma non basta saper volare con Te, Signore:
Tu mi hai dato il compito di abbracciare anche il fratello,
e aiutarlo a volare.
Ti chiedo perdono, perciò, per tutte le ali che non ho
aiutato a distendersi: non farmi più passare indifferente
davanti al fratello
che è rimasto con l'ala, l'unica ala, inesorabilmente
impigliata
nella rete della miseria e della solitudine
e si è ormai persuaso di non essere più degno di
volare con Te:
soprattutto per questo fratello sfortunato
dammi, o Signore, un'ala di riserva.
Segno: disegno di una colomba con una sola ala.
Il Profeta è colui che innanzitutto si mette
all’ascolto della Parola di Dio, colui che da Lei si lascia
provocare e con Lei vuole crescere e camminare. Il profeta non
può fare nulla da solo, ha bisogno di Dio per volare. Ecco
il perché di questa colomba a cui manca un ala.
******************
DAVIDE il re non
appariscente
La Parola: Dal primo libro di Samuele
(16,1.4a.5-13)
E il Signore disse a Samuele: “Riempi di olio il tuo
corno e parti. Ti ordino di andare da Iesse il Betlemmita,
perché tra i suoi figli mi sono scelto un re”.
Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato e venne a
Betlemme. “Sono venuto per sacrificare al Signore.
Provvedete a purificarvi, poi venite con me al sacrificio”.
Fece purificare anche Iesse e i suoi figli e li invitò al
sacrificio.
Quando furono entrati, egli osservò Eliab e chiese:
“È forse davanti al Signore il suo
consacrato?”. Il Signore rispose a Samuele: “Non
guardare al suo aspetto né all'imponenza della sua
statura. Io l'ho scartato, perché io non guardo ciò
che guarda l'uomo. L'uomo guarda l'apparenza, il Signore guarda
il cuore”. Iesse fece allora venire Abìnadab e lo
presentò a Samuele, ma questi disse: “Nemmeno su
costui cade la scelta del Signore”. Iesse fece passare
Samma e quegli disse: “Nemmeno su costui cade la scelta del
Signore”.
Iesse presentò a Samuele i suoi sette figli e Samuele
ripetè a Iesse: “Il Signore non ha scelto nessuno di
questi”. Samuele chiese a Iesse: “Sono qui tutti i
giovani?”. Rispose Iesse: “Rimane ancora il
più piccolo che ora sta a pascolare il gregge”.
Samuele ordinò a Iesse: “Manda a prenderlo,
perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto
qui”.
Quegli mandò a chiamarlo e lo fece venire. Era fulvo, con
begli occhi e gentile di aspetto. Disse il Signore: “Alzati
e ungilo: è lui!”. Samuele prese il corno dell'olio
e lo consacrò con l'unzione in mezzo ai suoi fratelli, e
lo spirito del Signore si posò su Davide da quel giorno in
poi.
Amami come sei: Gesù sceglie i puri di
Spirito, non guarda le apparenze e le esteriorità e questo
brano di Mons. Leburn è spettacolare, se visto per ognuno
di noi come la chiamata di quel Signore che ci Ama così
come siamo, con le nostre fragilità e paure.
In ogni istante e in qualunque situazione tu sia, nel fervore
o nell'aridità, nella fedeltà o
nell'infedeltà, amami... come sei. Voglio l'amore del tuo
povero cuore; se aspetti di essere perfetto, non mi amerai
mai.
Non potrei fare di ogni granello di sabbia un serafino radioso di
purezza, di nobiltà e di amore? Non sono io l'Onnipotente?
E se mi piace lasciare nel nulla quegli esseri meravigliosi e
preferire il povero amore del tuo cuore, non sono io il padrone
del mio amore? Figlio mio, lascia che ti ami, voglio il tuo
cuore.
Certo voglio col tempo trasformarti ma per ora ti amo come sei e
desidero che tu faccia lo stesso; io voglio vedere dai bassifondi
della miseria salire l'amore. Amo in te anche la tua debolezza,
amo l'amore dei poveri e dei miserabili; voglio che dai cenci
salga continuamente un gran grido: "Gesù ti amo". Voglio
unicamente il canto del tuo cuore, non ho bisogno né della
tua scienza, né del tuo talento.
Una cosa sola m'importa, di vederti lavorare con amore. Non sono
le tue virtù che desidero; se te ne dessi, sei così
debole che alimenterebbero il tuo amor proprio; non ti
preoccupare di questo. Avrei potuto destinarti a grandi cose; no,
sarai il servo inutile; ti prenderò persino il poco che
hai... perché ti ho creato soltanto per l'amore.
Oggi sto alla porta del tuo cuore come un mendicante, io il Re
dei Re! Busso e aspetto; affrettati ad aprirmi. Non allegare la
tua miseria; se tu conoscessi perfettamente la tua indigenza,
morresti di dolore. Ciò che mi ferirebbe il cuore sarebbe
di vederti dubitare di me e mancare di fiducia. Voglio che tu
pensi a me ogni ora del giorno e della notte; voglio che tu
faccia anche l'azione più insignificante solo per amore.
Conto su di te per darmi gioia…
Non preoccuparti di non possedere virtù; ti darò
le mie. Quando dovrai soffrire, ti darò la forza. Mi hai
dato l'amore, ti darò di saper amare al di là di
quanto puoi sognare… Ma ricordati... amami come
sei… Ti ho dato mia Madre; fa passare, fa passare tutto
dal suo Cuore così puro.
Qualunque cosa accada, non aspettare di essere santo per
abbandonarti all'amore, non mi ameresti mai... Và!
Segno: lanterna. Gesù ha detto che non
si accende una lampada per poi nasconderla. La luce che lui ci ha
dato, facciamola brillare: non è segno di presunzione o
altro, ma piuttosto di umiltà e abbandono tra le mani di
Dio, che si fida di noi.
******************
MARIA sacerdotessa della Nuova
Alleanza
La Parola: Dal Vangelo secondo Luca (1,26-38)
Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una
città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine,
promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato
Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse:
«Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con
te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che
senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non
temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco
concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai
Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo;
il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e
regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno
non avrà fine».
Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile?
Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito
Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua
ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà
sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche
Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un
figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti
dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore,
avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo
partì da lei.
Preghiera: litanie mariane tratte dagli
scritti di don Tonino Bello
- Maria donna feriale
- rendimi allergico ai tripudi di feste che naufragano nel
vuoto
- Maria donna dell’attesa
- distruggi in me la frenesia di volere tutto e subito
- Maria donna innamorata
- affrancami dalla voglia di essere sempre capito e amato
- Maria donna gestante
- donami la gioia di sentire nel grembo i fremiti del mondo
- Maria donna accogliente
- dilata a non finire in me la tenda dell'accoglienza
- Maria donna missionaria
- rendi polverosi i miei piedi per il lungo calcare sentieri del
mondo
- Maria donna di parte
- rendi costante in me il rigetto di ogni compromesso
- Maria donna del pane
- affina in me il gusto dell’essenziale nella
semplicità
- Maria donna di frontiera
- snidami dalle retroguardie della mia codardìa
spirituale
- Maria donna in cammino
- provoca in me il rifiuto definitivo della poltrona e delle
pantofole
- Maria donna del vino nuovo
- regalami un cuore traboccante di gioia e di letizia
- Maria donna del silenzio
- stabilisci il mio domicilio nella contemplazione di Dio
- Maria donna del servizio
- prestami il tuo grembiule preparato a Nazareth e mai
dismesso
- Maria donna vera
- strappami le plastiche facciali che sfregiano l’immagine di
Dio
- Maria donna del popolo
- abolisci in me ogni traccia di privilegio e annullane anche il
desiderio
- Maria donna che conosce la danza
- fa’ di me un rigo musicale su cui ognuno possa cantare la
sua vita
- Maria donna elegante
- donami un sorriso per ogni gesto di amore
- Maria donna dei nostri giorni
- depenna eventuali rimpianti del passato, perché renda
già presente il futuro
- Maria donna dell’ultima ora
- affretta il mio passo verso il fratello che mi attende, verso il
Cristo che mi precede, verso il Padre pronto ad accogliermi
nell'Amore dello Spirito.
Segno: un piccolo presepe che rappresenta la
Natività e il SI di Maria alla volontà del Signore.
Ci stiamo preparando al Natale ed è bello sottolineare e
riscoprine il valore e il senso, guardandolo con gli occhi di
Maria nel cui cuore e nella cui vita Cristo si è
incarnato.
Silenzio
Condivisione
Padre Nostro
Preghiera conclusiva: Tutti i popoli portano in loro la
dignità di figkli di Dio. Insieme danzeranno al Dio della
Vita, che con gioia c’invita al suo banchetto, alla sua
festa. Come giovani siamo chiamati a credere, impegnarci,
affinché questo avvenga: è il modo più bello
e concreto per esserre Profeti, sacerdoti e Re.
Le fondamenta della Terra sono
sacre,
sono nella sua stessa sacra Genesi,
il sacro inizio del mondo,
che era « cosa buona » agli occhi del Creatore.
Di tè mi dicono cose stupende, pianeta Terra.
Il Signore ama le porte delle città
che fanno la sua giustizia e la sua pace.
Ricorderò gli Usa e l'Europa, la Palestina e Israele,
l'Africa, l'Asia e l'America Latina,
ricorderò il Giappone, la Cina, l'Australia e
l'Oceania,
e anche l'Artide e l'Antartide.
Ricorderò i figli di Israel e quelli di Ismael,
ebrei e musulmani, cristiani, buddisti, induisti e animisti,
ricorderò i figli delle praterie e quelli delle
foreste,
e tutti i popoli che conoscono o meno il nome del Signore,
perché tutti sulla stessa Terra sono nati
e il Signore la tiene salda, la sua Terra, nelle sue stesse
mani.
il Signore scriverà nella Costituzione
dell'Organizzazione
di tutte le nazioni e i popoli della Terra:
« Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in
dignità e diritti.
Essi sono dotati di ragione e di coscienza
e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di
fratellanza.
A ogni individuo spettano tutti i diritti e libertà
senza distinzione alcuna per ragioni di razza, di colore, di
sesso,
di lingua, di religione, di opinione politica o altro
genere,
di origine nazionale o sociale, di ricchezza,
di nascita o di altra condizione».
Perché ogni essere umano è nato nell'unico
pianeta, è nato sulla Terra.
E tutti i popoli danzando canteranno:
« Signore, siamo usciti da tè, nostra unica
sorgente,
siamo tutti tuoi figli, siamo tutti gemelli anche se non
omozigoti,
e tu sei il Padre nostro, provvidente e misericordioso,
e la madre tenera di tutti».
Canto finale
|