GIM Padova: Ristabilire l'armonia tra uomo e donna
aprile 2002
Ristabilire l'Armonia Veglia
del I G.I.M. Padova |
||||
|
Lo speciale: Ristabilire l'Armonia tra maschio e femmina
|
||||||||||
|
||||||||||
In nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo CANTO QUANTO HA AMATO La donna e l’uomo, essenzialmente uguali, sono ambedue persone, chiamate come tali a partecipare alla vita intima di Dio e a vivere in reciproca comunione tra loro, nell’amore, sul modello di Dio, che è unità nella Trinità , e a rispecchiare nel mondo tale comunione d’amore. Che la donna sia pari per dignità all’uomo è una verità che, in pratica, in modi diversi, non è stata in genere riconosciuta. Ma oggi la situazione è notevolmente cambiata e molti segni fanno intravedere nuovi sviluppi. Penso che la donna sia chiamata in modo speciale all’amore. Non è che l’uomo non lo sia. La storia ci offre innumerevoli esempi di uomini giganti nell’amore, ma ciò non toglie che la donna abbia in questo una particolare attitudine. La carità evangelica, infatti, ha delle qualità specifiche: la concretezza e il sacrificio; non si ferma al sentimento o alla compassione, ma va al concreto; è servizio, si prodiga verso gli altri in ogni occasione. E la donna ha questi talenti, e spesso sa resistere alla sofferenza più dell’uomo. Comunque anche lei, all’esame finale, dovrà rispondere a Dio non tanto su come ha vissuto il suo essere donna, o su quali sfumature femminili ha avuto, il suo essere fidanzata, o ragazza… No. Uomini e donne saranno giudicati solo sull’amore. Alla fine saremo tutti uguali. Lassù, non ci sarà << ne uomo, ne donna >> (Gal 3,28). |
Chiara
Lubich, Città Nuova, Roma
1998, 45-46
CANTO
Vivere un autentico amore evangelico. Così si realizza la parità , per cui non c’è ne l’uno sopra né l’altro sotto, e la donna è stimata come l’uomo. E se ciò non fosse vero, vuol dire che non si vive da cristiani, perché solo vivendo così si diventa quelle persone di cui san Paolo dice: << Non c’è ne uomo ne donna >>. Perché? Perché tutti sono Cristo.
Qualcuna potrebbe chiedersi: << Ma come fare ad essere Gesù, che è uomo, se io sono donna? >>. Gesù è stato, fino in fondo, anche << madre >>, quando sulla croce ha riscattato e rigenerato tutta l’umanità . E’ stato come una madre che, nell’abbandono grida per le doglie del parto. E da Lui è nata una realtà nuova, il popolo di Dio, in cui si vive in modo nuovo anche il rapporto uomo – donna.
C. Lubich, idem, 47
CANTO
SPEZZIAMO IL PANE DELLA PAROLA
Dal libro della Genesi
2,1-25
La distinzione dei sessi è voluta da Dio: << Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò >> (Gen. 1,27). E’ voluta come un bene: << Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona >> (Gen. 1,31).
La persona sessuata non basta a se stessa; è chiamata a uscire dalla solitudine, a entrare in dialogo con l’altro: << Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile >> (Gen. 2,18). L’uomo e la donna sono per costituzione rivolti l’uno all’altro: << Né la donna è senza l’uomo, né l’uomo è senza la donna >> (1 Cor 11,11). L’alterità e l’originalità consentono la reciprocità è l’integrazione. In tutto il mondo creato, l’armonia voluta dal Creatore implica distinzione e correlazione nello stesso tempo. Però le diverse caratteristiche, che siano naturali o dovute all’educazione e alla cultura, presuppongono la pari dignità dell’uomo e della donna, suggerita plasticamente dal gesto della creazione di Eva dalla costola di Adamo e sottolineata dalla gioiosa esclamazione di quest’ultimo: << Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa >> (Gen. 2,23).
LA MIA FORTUNA PIUÂ’ GRANDE
La più grande fortuna della mia vita, fu mia moglie. Quanto decidemmo di sposarci, avevano trent’anni fra tutti e due. I nostri genitori erano saggi, e ne sorrisero… . Più di 50 anni sono passati: sorrideremmo noi, oggi. Non feci mai alcun viaggio senza di lei. Mi ha accompagnato in tutti i lebbrosari del mondo. E’ stata il mio sostegno, sempre. E, talvolta, la mia consolazione. Lo confesso, freno a stento la mia irritazione quando una brava signora le dice, con una mal celata punta d’invidia: << Comunque, fate dei bei viaggi >>.
Per lo più, essa sorride senza rispondere. Forse allora pensa a quella notte che passammo in fondo alla Bolivia, in una capanna che gli Indiani Quichuas ci avevano ceduto… Essa venne improvvisamente colpita da una crisi di appendicite. E distavamo mille chilometri dal medico più vicino. Nella notte senza luna, io la scorgevo piegata in due e l’udivo gemere; non avevamo, per difenderci e per proteggerla, che una pistola inceppata, un mozzicone di candela e tre fiammiferi. Ebbi, in quella oscurità che ci schiacciava, l’impressione strana e un po’ terrificante che i miei capelli – ed avevo trent’anni – diventassero bianchi. O a quella sera in cui il motore del nostro canotto si fermò in mezzo all’Amazzonia e noi, nella notte rischiarata da lampi, ci sforzavamo di riguadagnare la riva remando con scatole di conserva, per raggiungere i canneti pullulanti di mille zanzare e di enormi caimani. O a quell’altra notte che avevo dimenticato e di cui ho ritrovato il ricordo – e il brivido – nel mio giornale di viaggio. Si era in un angolo un po’ sperduto del Kasai. Leggo: << Ieri sera avevamo, l’uno e l’altra, una fortissima febbre. Tutta la notte, fianco a fianco, siamo stati in delirio. Ma i nostri deliri e le parole che ispiravano erano così differenti che non arrivavamo a capirci: “ Che dici? – Non capisco nulla di ciò che tu dici – Prova…”. E ognuno volava di nuovo su un cammino segreto, ostile, inaccessibile… Fu un supplizio orribile >>.
Ma il giorno seguente, al mattino, ripartivamo.
E’ solo quando si è in due che si è invincibile.
Raoul Follereau, La sola verità è amarsi, EMI, Bologna 1982, 28-29
CANTO
DIO
DICE:
Fermati, e fa, in silenzio, un lungo pellegrinaggio
Sino
al fondo del tuo cuore.
Cammina
lungo questo tuo amore nuovo,
come si risale
Il
ruscello per trovarne la sorgente,
e
al termine, laggiù in fondo, nell’infinito mistero della tua anima
turbata, mi incontrerai,
perché
Io mi chiamo Amore, da sempre,
e
l’Amore è in te.
Conservati
per lei,
come
lei si conserva per te.
Io
vi custodirò l’un per l’altra
E,
poiché tu hai fame d’amore,
ho
posto sul tuo cammino
tutti
i fratelli da amare.
Credimi,
è un lungo tirocinio l’amore,
e
non vi sono diverse specie di amore.
Amare,
è sempre lasciare se stessi
per
andare verso gli altri.
Michel
Quoist
CANTO
SPUNTI DI RIFLESSIONE
-
Quali sono i valori e quali i disvalori più riconosciuti e accolti
nella mentalità circa la relazione uomo – donna ?
-
Hai già riconosciuto in te quelle sensibilità proprie del tuo
sesso? Sai accoglierle e metterle a frutto?
-
La visione cristiana dell’amore e della sessualità viene
adeguatamente comunicata? Da quali cause dipende una certa difficoltà a
comprenderla e ad accoglierla?
-Hai
qualche esperienza di vita da condividere in cui si è manifestata
particolarmente la complementarietà dei sessi?
ADESSO CONDIVIDIAMO
CANTO