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GIM Padova: Ristabilire l'armonia tra uomo e donna

aprile 2002

Ristabilire l'Armonia
tra maschio e femmina

Veglia del  I G.I.M. Padova 
13 aprile 2002

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Lo speciale: Ristabilire l'Armonia tra maschio e femmina

UOMO E DONNA AD IMMAGINE DI DIO.

RISTABILIRE  LÂ’ARMONIA

TRA MASCHIO E  FEMMINA.

Gen. 2, 1-25


13 APRILE 2002

<< Amare non è guardarsi lÂ’un lÂ’altro, ma guardare insieme nella stessa direzione >> Raoul Follereau 

Quanto ho amato

Parità

Spezziamo il pane della parola

La mia Fortuna più grande

Dio dice
Spunti per la Riflessione

In nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo

 

CANTO  

 

QUANTO HA AMATO

 

La donna e l’uomo, essenzialmente uguali, sono ambedue persone, chiamate come tali a partecipare alla vita intima di Dio e a vivere in reciproca comunione tra loro, nell’amore, sul modello di Dio, che è unità nella Trinità, e a rispecchiare nel mondo tale comunione d’amore. Che la donna sia pari per dignità all’uomo è una verità che, in pratica, in modi diversi, non è stata in genere riconosciuta. Ma oggi la situazione è notevolmente cambiata e molti segni fanno intravedere nuovi sviluppi. Penso che la donna sia chiamata in modo speciale all’amore. Non è che l’uomo non lo sia. La storia ci offre innumerevoli esempi di uomini giganti nell’amore, ma ciò non toglie che la donna abbia in questo una particolare attitudine. La carità evangelica, infatti, ha delle qualità specifiche: la concretezza e il sacrificio; non si ferma al sentimento o alla compassione, ma va al concreto; è servizio, si prodiga verso gli altri in ogni occasione. E la donna ha questi talenti, e spesso sa resistere alla sofferenza più dell’uomo. Comunque anche lei, all’esame finale, dovrà rispondere a Dio non tanto su come ha vissuto il suo essere donna, o su quali sfumature femminili ha avuto, il suo essere fidanzata, o ragazza… No. Uomini e donne saranno giudicati solo sull’amore. Alla fine saremo tutti uguali. Lassù, non ci sarà << ne uomo, ne donna >> (Gal 3,28).

 

 Chiara Lubich,  Città Nuova, Roma 1998, 45-46

 

CANTO

 

 

 

PARITAÂ’

 

Vivere un autentico amore evangelico. Così si realizza la parità, per cui non c’è ne l’uno sopra né l’altro sotto, e la donna è stimata come l’uomo. E se ciò non fosse vero, vuol dire che non si vive da cristiani, perché solo vivendo così si diventa quelle persone di cui san Paolo dice: << Non c’è ne uomo ne donna >>. Perché? Perché tutti sono Cristo.

Qualcuna potrebbe chiedersi: << Ma come fare ad essere Gesù, che è uomo, se io sono donna? >>. Gesù è stato, fino in fondo, anche << madre >>, quando sulla croce ha riscattato e rigenerato tutta l’umanità. E’ stato come una madre che, nell’abbandono grida per le doglie del parto. E da Lui è nata una realtà nuova, il popolo di Dio, in cui si vive in modo nuovo anche il rapporto uomo – donna.

 

C. Lubich, idem, 47

 


CANTO

 

 

 

SPEZZIAMO IL PANE DELLA PAROLA

 

 

 

 

 

 

Dal libro della Genesi 2,1-25
 

La distinzione dei sessi è voluta da Dio: << Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò >> (Gen. 1,27). E’ voluta come un bene: << Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona >> (Gen. 1,31).

La persona sessuata non basta a se stessa; è chiamata a uscire dalla solitudine, a entrare in dialogo con lÂ’altro: << Non è bene che lÂ’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile >> (Gen. 2,18). LÂ’uomo e la donna sono per costituzione rivolti lÂ’uno allÂ’altro: << Né la donna è senza lÂ’uomo, né lÂ’uomo è senza la donna >> (1 Cor 11,11). LÂ’alterità e lÂ’originalità consentono la reciprocità è lÂ’integrazione. In tutto il mondo creato, lÂ’armonia voluta dal Creatore implica distinzione e correlazione nello stesso tempo. Però le diverse caratteristiche, che siano naturali o dovute allÂ’educazione e alla cultura, presuppongono la pari dignità dellÂ’uomo e della donna, suggerita plasticamente dal gesto della creazione di Eva dalla costola di Adamo e sottolineata dalla gioiosa esclamazione di questÂ’ultimo:     << Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa >> (Gen. 2,23).

 

 

LA MIA FORTUNA PIUÂ’ GRANDE

La più grande fortuna della mia vita, fu mia moglie. Quanto decidemmo di sposarci, avevano trent’anni fra tutti e due. I nostri genitori erano saggi, e ne sorrisero… . Più di 50 anni sono passati: sorrideremmo noi, oggi. Non feci mai alcun viaggio senza di lei. Mi ha accompagnato in tutti i lebbrosari del mondo. E’ stata il mio sostegno, sempre. E, talvolta, la mia consolazione. Lo confesso, freno a stento la mia irritazione quando una brava signora le dice, con una mal celata punta d’invidia: << Comunque, fate dei bei viaggi >>.

Per lo più, essa sorride senza rispondere. Forse allora pensa a quella notte che passammo in fondo alla Bolivia, in una capanna che gli Indiani Quichuas ci avevano ceduto… Essa venne improvvisamente colpita da una crisi di appendicite. E distavamo mille chilometri dal medico più vicino. Nella notte senza luna, io la scorgevo piegata in due e l’udivo gemere; non avevamo, per difenderci e per proteggerla, che una pistola inceppata, un mozzicone di candela e tre fiammiferi. Ebbi, in quella oscurità che ci schiacciava, l’impressione strana e un po’ terrificante che i miei capelli – ed avevo trent’anni – diventassero bianchi. O a quella sera in cui il motore del nostro canotto si fermò in mezzo all’Amazzonia e noi, nella notte rischiarata da lampi, ci sforzavamo di riguadagnare la riva remando con scatole di conserva, per raggiungere i canneti pullulanti di mille zanzare e di enormi caimani. O a quell’altra notte che avevo dimenticato e di cui ho ritrovato il ricordo – e il brivido – nel mio giornale di viaggio. Si era in un angolo un po’ sperduto del Kasai. Leggo: << Ieri sera avevamo, l’uno e l’altra, una fortissima febbre. Tutta la notte, fianco a fianco, siamo stati in delirio. Ma i nostri deliri e le parole che ispiravano erano così differenti che non arrivavamo a capirci: “ Che dici? – Non capisco nulla di ciò che tu dici – Prova…”. E ognuno volava di nuovo su un cammino segreto, ostile, inaccessibile… Fu un supplizio orribile >>.

Ma il giorno seguente, al mattino, ripartivamo.

E’ solo quando si è in due che si è invincibile.

 

Raoul Follereau, La sola verità è amarsi, EMI, Bologna 1982,  28-29

 

CANTO  

 

DIO DICE:

 

Fermati, e fa, in silenzio, un lungo pellegrinaggio

Sino al fondo del tuo cuore.

Cammina lungo questo tuo amore nuovo,          come si risale

Il ruscello per trovarne la sorgente,

e al termine, laggiù in fondo, nell’infinito mistero della tua anima turbata, mi incontrerai,

perché Io mi chiamo Amore, da sempre,

e l’Amore è in te.

 

 

Conservati per lei,

come lei si conserva per te.

Io vi custodirò l’un per l’altra

E, poiché tu hai fame d’amore,

ho posto sul tuo cammino

tutti i fratelli da amare.

Credimi, è un lungo tirocinio l’amore,

e non vi sono diverse specie di amore.

Amare, è sempre lasciare se stessi

per andare verso gli altri.

 

Michel Quoist

 

CANTO

 

 

SPUNTI DI RIFLESSIONE

- Quali sono i valori e quali i disvalori più riconosciuti e accolti nella mentalità circa la relazione uomo – donna ?

-  Hai già riconosciuto in te quelle sensibilità proprie del tuo sesso? Sai accoglierle e metterle a frutto?

-    La visione cristiana dellÂ’amore e della sessualità viene adeguatamente comunicata? Da quali cause dipende una certa difficoltà a comprenderla e ad accoglierla?
-Hai qualche esperienza di vita da condividere in cui si è manifestata particolarmente la complementarietà dei sessi?

 

ADESSO CONDIVIDIAMO

 

CANTO

 

 

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