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“Beati
i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli”
“I
poveri sono coloro che non hanno appoggi terreni: né ricchezze
economiche, né amicizie che contano, né risorse personali tali
da imporsi alla pubblica attenzione. Sono coloro che non sono
difesi da nessuno e per i quali nessuno è disposto a spendere una
parola”
(Don Tonino)
canto:
Nada te turbe
(silenzio
e contemplazione della prima icona)
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“Beati
gli afflitti, perché saranno consolati”
“Ho
quasi vergogna a parlare di questo: potrebbe sembrare che ne
faccia uno show ascetico-spirituale, che la sofferenza di un
vescovo diventi, come dire, una sofferenza un poÂ’ aristocratica.
Io non faccio altro che partecipare –non so se l’offertorio è
valido- alle sofferenze di Cristo, ma anche alle sofferenze della
gente. C’è tante gente che soffre, come me, senza gli aiuti che
ho io. Qualcuno rimane colpito. Come anche il vescovo?! Ma di
fronte alla malattia il vescovo è un comune mortale, come
tutti”:
(Don Tonino)
canto:
Nada te turbe
(silenzio
e contemplazione della seconda icona)
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“Beati
i miti, perché erediteranno la terra”
“Toccare
il Signore significa rimanere estatici, “exstasis”, cioè
uscire fuori dal proprio sedentarismo, significa avere
l’atteggiamento dell’innamorato. Toccare Gesù significa
piantare la tenda della propria vita attorno a lui, assumere la
logica delle beatitudini come una travatura di tutto il nostro
comportamento”.
(don Tonino)
canto:
Nada te turbe
(silenzio
e contemplazione della terza icona)
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“Beati
quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché
saranno saziati”
“Dobbiamo
sentire la necessità di collaborare con le istituzioni pubbliche
e con i servizi sociali presenti nel nostro territorio,
stimolandoli alla tenacia, precedendoli nella battuta, intuendo
risposte nuove ai bisogni nuovi, non gareggiando, come se
volessimo dimostrare che siamo più bravi noi della parrocchia che
non i servizi sociali del Comune. Il nostro compito è quello di
incoraggiarli; schierarsi lealmente con chi si impegna a rimuovere
le situazioni di violenza, di ingiustizia, denunciare
profeticamente le strutture di sopraffazione presenti nel nostro
territorio, ma soprattutto collaborare con le istituzioni. Data
una mano non importa a quale partito appartengono o di quale
provenienza siano. Siate coscienza critica in queste strutture”.
(don Tonino)
canto:
Nada te turbe
(silenzio
e contemplazione della quarta icona)
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“Beati
i misericordiosi, perché troveranno misericordia”
“Essere
uomo capace di misericordia oggi, significa accettare il rischio
della carità politica, sottoposta per sua natura alla lacerazione
delle scelte difficili, alla fatica delle decisioni non da tutti
comprese, al disturbo delle contraddizioni e delle conflittualitÃ
sistematiche, al margine più largo dell’errore sempre in
agguato”.
(don Tonino)
canto:
Nada te turbe
(silenzio
e contemplazione della quinta icona)
·
“Beati
i puri di cuore, perché vedranno Dio”
“O
ci mettiamo nell’appellativo di “beati” facendoci poveri, o
conquistiamo sul campo quello di “benedetti” amando e servendo
i poveri. Come titolo valido per lÂ’usufrutto del Regno esiste
un’alternativa al titolo di “povertà ”: quello della
“solidarietà ” con i poveri. Diventare cioè così solidali
con loro da esserne il prolungamento. Fare tuttÂ’uno con loro,
così da esserne considerati quasi la protesi”.
(don Tonino)
canto:
Nada te turbe
(silenzio
e contemplazione della sesta icona)
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“Beati
gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio”
“Anzitutto
la gente della pace. Mi commuove e mi edifica la contemplazione di
tante persone che credono, sperano, amano, camminano, annunciano:
con la vita prima che con le parole. È un mondo sommerso
incredibile di testimoni della speranza, dalla cui forza io
attingo tantissimo. E infine, ci sono i poveri che con il loro
abbandono in Dio e con la loro fiducia nella provvidenza hanno
tonificato la mia vita interiore”.
(don
Tonino)
canto:
Nada te turbe
(silenzio
e contemplazione della settima icona)
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“Beati
i perseguitati per causa della giustizia,
perché
di essi è il regno dei cieli”
“Un
uomo che ha creduto nell’umanità e che ha saputo vivere il
rapporto con questa alla luce del Vangelo in maniera integrale,
senza compromessi e nel rispetto della libertà interiore. Un uomo
di comunione, non di separazione. Di carezze, non di offese. Un
uomo che anche nei momenti in cui i contrasti si sono fatti più
forti, non ha mai abdicato a questo ruolo dÂ’amore nei confronti
del prossimo. Al suo sentirsi in sintonia con tutti, anche con
quelli che si trovavano su posizioni differenti. Il suo sorriso
accattivante era lÂ’arma con la quale affrontava i problemi,
senza dogmatismi, senza posizioni preconcette, sempre con un
grande amore per l’uomo”.
(Claudio
Ragaini)
canto:
Nada te turbe
(silenzio
e contemplazione dellÂ’ottava icona)
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