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Lettera aperta da Korogocho

novembre 2002

LETTERA APERTA DA

 KOROGOCHO

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Questa lettera aperta di p. Daniele è indirizzata  a tutti coloro che, come  missionari, religiosi, diocesani, seminaristi, sono interessati ad una esperienza di impegno, di pastorale di condivisione con i poveri a Korogocho.

 "Per venire a Korogocho bisogna sceglierlo: è difficile esserci mandati."

 

per informazioni potete scrivere a p. Mosè: mosemora@libero.it


                                                                                                            Korogocho, 3/11/2002                                                                                                

  • A tutti i confratelli Comboniani
  • Alla Direzione Generale
  • A tutte le case di formazione (Postulati, noviziati, Cif, Scolasticati)
  • Agli amici “interessati” di altri Istituti Missionari, Religiosi e Diocesani

 Carissimo fratello! Jambo!

Pace a te!

In Italia si e’ conclusa recentemente la Carovana della Pace 2002, organizzata dagli Istituti e Laici Comboniani, che ha toccato importanti citta’ italiane e ha visto la presenza di vari testimoni da molte parti del mondo.

La Carovana, iniziata nel settembre 2000 e conclusasi a Verona con la celebrazione del Giubileo degli Oppressi, non si e’ fermata ma ha voluto riprendere in mano con più forza l’impegno per la Pace, in piena continuità con il Giubileo 2000.

Come Missionari sentiamo sempre la necessità e l’urgenza di annunciare un Vangelo di Pace e Giustizia perché abbiamo  la consapevolezza che oppressioni ed esclusioni su scala planetaria sono il frutto avvelenato di un ordine economico-politico e sociale profondamente ingiusto e violento.

Per questo sono e siamo determinati ad impegnarci – come singoli, Chiesa, Comunità, società civile – a modificare una situazione che ci ripugna e per inaugurare davvero un millennio senza esclusi!

Ed è proprio per questo che ti scrivo questa lettera-invito da Korogocho (Nairobi-Kenya), una baraccopoli di circa 120.000 persone che vivono in un’area di 2x1,5 km. Sicuramente uno dei peggiori slums del Kenya e dell’Africa. La capitale kenyana, con le sue oltre 100 baraccopoli, e’ anche una città con un’apartheid socio-economica de-facto. Poche persone pero’ denunciano questa grande ingiustizia e oppressione. In Sudafrica, l’ANC (African National Congress) fu capace di “vendere” al mondo, l’apartheid come “un crimine contro l’umanità!” Ma in Kenya non dire nulla è come dire tutto. Tutti sanno ma pochi agiscono.

C’e’ una crescita assurda della povertà e miseria, violenza e delinquenza. Su 4 milioni di abitanti di Nairobi, quasi 2,5 milioni vivono nell’1,5% della terra totale della capitale e l’80% di loro paga l’affitto e non possiede la terra.

Il fenomeno dell’urbanizzazione nel Sud del mondo e in particolare in Africa, sta esplodendo e gli esperti dicono che entro il 2005 per la prima volta nella storia dell’umanità, gli abitanti delle città supereranno la popolazione rurale con tutte le sue conseguenze.

E le città africane hanno I piu’ alti tassi di crescita al mondo! Nel nostro continente entro il 2025 il 51% della popolazione vivra’ nelle citta’, ma la maggioranza sara’ destinata a sopravvivere negli slums e nelle bidonvilles.

Diventeranno e alcune citta’ lo sono già, una delle più grandi frontiere di povertà, emarginazione e sofferenza umana. E’ una grande sfida alla Missione!

Noi come missionary siamo chiamati per vocazione e scelta ad essere là: esattamente alle frontiere della sofferenza umana.

In questo tempo ci stiamo preparando ancora una volta a celebrare il Capitolo Generale nel settembre 2003. Un tempo per riflettere, dialogare, discernere, come, dove e cosa vuol dire fare missione oggi! Ma anche un invito ulteriore ad essere consistenti anche per le scelte fatte gia’ in un passato recente!

Il Giubileo degli Oppressi 2000 fini’ con uno slogan e un manifesto che ha “avuto successo” dentro e fuori le sfere comboniane. Si intitolava: “Noi ci impegnamo!”.

E io mi sentii invitato concretamente a scendere qui a Korogocho e vivere dentro lo slum (ghetto-life) in continuità con il lavoro grande e prezioso iniziato da p.Alex Zanotelli e condiviso negli anni successive con p.Gianni Nobili, p. Antonio D’Agostino, p.Alex Matua e dall’amico Francescano Conventuale p.Arcadio Sicher, che e’ rimasto per circa 2 anni ed ora è ad Accra (Ghana) a continuare una simile esperienza di missione.

Il Giubileo del 2002 e’ terminato con un’altro slogan e documento a cui auguro di avere lo stesso “successo” del precedente: “Noi Proponiamo!”.

E cosi’ anch’io unito alla Carovana della Pace 2002, mi sento di proporti qualcosa di concreto per la Missione di oggi e per il futuro. Ti vorrei invitare a venire a Korogocho (che e’ una outstation a 3 km dalla nostra parrocchia di Kariobangi) e rimanere a vivere qualche tempo con noi (qualche settimana o mese) per renderti conto di persona della complessità sociale ma anche della ricchezza umana e spirituale della realtà in cui viviamo. E perchè no? Magari a restare con noi!

E’ una situazione assurda e disumana ma se Missione vuole dire portare la “Buona Novella” ai più poveri e abbandonati allora dobbiamo prendere seriamente la sfida degli slums e delle citta’ africane. Yahweh è il Dio degli oppressi, dei poveri, degli emarginati e Gesu’ ha incarnato questa Logica! Allora….qui mi sento al posto giusto!

La mia e nostra fede deve riscoprire sempre di più anche la dimensione sociale, economica, culturale e politica che sperimenta la nostra gente, i poveri soprattutto.

Mi auguro che in futuro siano numerose le esperienze che possano nascere in altri slums e citta’ africane, senza nulla togliere al lavoro nascosto e prezioso di chi lavora nelle zone rurali o tra I pastoralisti. E’ lì che dobbiamo arginare la fuga della nostra gente verso le città. Ma il fenomeno migratorio è purtroppo destinato ad aumentare con cifre assured e con conseguenze disastrose sulle famiglie, bambini, giovani, donne, educazione, sanità, disoccupazione ecc..

Da un anno vivo nello slum con una piccola comunita’: Gino Filippini, un laico missionario che da oltre 35 anni è in Africa e da quasi 10 in Korogocho; una mano e mente preziosa per la sua esperienza di vita e di missione. E con Gerald Moses un candidato gesuita che rimarrà con noi 1 anno prima di entrare in noviziato. Come missionario comboniano sono solo dopo la partenza di Alex ad aprile scorso. Sembra che non vi sia nessun altro compagno di viaggio che desideri condividere questo tipo di missione! Così dicono! Non ci voglio credere!

Questa lettera quindi vuole essere un invito caloroso e una provocazione a tutto il nostro ambiente comboniano e ad altri istituti, missionari, religiosi o diocesani. Noi siamo sempre stati aperti a tutti, senza distinzione, l’importante è che ci sia la voglia e desiderio di condividere la propria vita, passione missionaria e vocazione con i poveri.

Quindi scrivo a voi sacerdoti, fratelli, postulanti, novizi, scolastici in formazione perche’ mettiate nelle vostre future  scelte anche questa opzione, importante per la Missione del 21 secolo ma che vi ricordo è già attualissima oggi!

Sono contento di essere qui e vi confesso che è dura, ma ne vale la pena! Korogocho non è più un’esperienza ma una realtà di missione dopo 13 anni di presenza accettata e accolta dalla gente, dalla direzione generale dei comboniani e dalla provincia comboniana del Kenya. Ma per venire a Korogocho bisogna sceglierlo: è difficile esserci mandati.

Vi invito a rifletterci, a metterlo nella vostra preghiera, nei vostri dialoghi in comunità o con amici e soprattutto nelle vostre scelte. Vi aspetto!

Sono certo che lo Spirito di Audacia del Comboni e il Battesimo dei poveri ci aiuterà a riscoprire la nostra umanità e vita al Servizio del Dio della Pace e della Vita!

La Pace e la Giustizia è veramente nelle mani di tutti….e non è solo utopia! Qui a Korogocho portiamo la nostra piccola goccia….ogni giorno! La Carovana continua……

 

Mungu akubariki!!!                 Con un abbraccio fraterno e un sorriso

                                                                                     p. Daniele Moschetti, mccj


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