Carissimo amico/a,
da troppo tempo non mi faccio sentire, ma ti spiego subito la ragione di
questo lungo silenzio: ero in stage pastorale in una parrocchia di
Kinshasa durante gli ultimi due mesi e poi la settimana scorsa abbiamo
avuto gli esercizi spirituali... ma ora eccomi di nuovo in scolasticato
con la possibilità di riprendere i contatti con te ed altri numerosi
amici e amiche che seguono questo piccolo giovane in cammino sulla terra
africana.
Aspettando la tua risposta e il tuo racconto di vita su quanto stai
vivendo in famiglia, al lavoro, con gli amici... ti racconto un po' di me.
Forse non ne sei al corrente ma mi preparo a vivere un anno decisivo per
la mia vita: a novembre i voti perpetui, a gennaio l'ordinazione diaconale
e poi, se Dio vuole, l'ordinazione sacerdotale a settembre dell'anno
prossimo (sarò di ritorno in Italia per la fine di giugno, penso). Sono
momenti importantissimi per me e ti chiedo di accompagnarmi con la tua
preghiera perché sappia rendermi sempre più disponibile alla chiamata di
Tata.
Ma lascia che ti racconti un poco come ho vissuto queste grandi vacanze
allo stage, la gente incontrata, le avventure vissute... e lo faccio con
questa lettera circolare che ho preparato per raccontare a te e a tanti
amici questi due mesi di incredibile inserzione missionaria.
Scusami se per il momento non ho il tempo di scriverti personalmente, ma
abbi fiducia, piano piano troverò il tempo di scrivere a ciascuno
personalmente. Per ora buona lettura e... a risentirci presto!!!
Kinshasa, 27-09-2002
Mbote ndeko na ngai!
Salve carissimo amico/a, fratello/sorella,
ho da poco finito due mesi intensissimi di esperienza nella parrocchia di
San Gyavira (uno dei martiri dell'Uganda) che mi hanno aperto ancora di più
alla condivisione con la gente semplice di questa mia giovane vita. Questi
mesi mi hanno permesso di approfondire la conoscenza dei valori africani,
della ricchezza di questo popolo congolese che purtroppo non puo'
esprimere tutta la sua creatività a causa di una guerra infame che dura
da cinque lunghissimi anni.
Ho fatto tanto di quel camminare in queste settimane, nel quartiere, nelle
stradine sabbiose di Camp Munganga, nelle visite alle Comunità Ecclesiali
Viventi di Base (CEVB), che alla fine non ho certo rimpianto le
scampagnate in montagna che caratterizzavano le mie passate estati.
Per descriverti tutti i doni ricevuti mi ci verrebbero ancora un paio di
mesi e tante di quelle mail... ma non vorrei abusare della tua pazienza.
Vorrei trasmetterti il mio desiderio di "prendere il largo",
di inabissarmi in questo mare che è l'Africa per capirne la filosofia, la
cultura, la lingua, e amare questi occhi così neri che ti osservano con
dignità anche nelle situazioni di assoluta miseria.
E allora ti lascio un'icona da contemplare, da rispettare e da capire...
per dirti che quella che ho incontrata è :
l'Africa dei 'pagne' coloratissimi che avvolgono mamme
robuste,
l'Africa dei mille bimbi che giocano su strade sabbiose e che al vederti
ti porgono queste manine,
l'Africa del vento caldo e della pioggia che rinverdisce ogni cosa,
l'Africa di papà Kutaluka che mi accoglie in casa sua come se fossi il
suo primogenito,
l'Africa di Tchico che ogni sabato notte veglia in chiesa con altre
ottanta persone,
l'Africa dell'abbé Philemone che consola e prega 'con' la gente e non
solo 'per' la gente,
l'Africa delle giovani ragazze che con coraggio si donano ai più piccoli
durante le colonie parrocchiali,
l'Africa di Jean Marie, professore, che guadagna 25$ al mese e 15$ li
spende per l'affitto,
l'Africa dei cellulari e degli spazi Nintendo sulle strade,
l'Africa della sabbia che ti entra dappertutto e dell'acqua che
scarseggia,
l'Africa di Steve, 4 anni (e che guanciottone!), ragazzo di strada col
quale ogni mattina ho pregato le lodi,
l'Africa di ma! mma Odito che divide sempre il su o pane con tutti gli
affamati che vengono in parrocchia,
l'Africa della gente che ti dice in faccia di ritornartene in Europa,
l'Africa dei giovani che scherzano con me considerandomi come uno di loro,
l'Africa della prostituzione nascosta e di tante ragazzine di 15-16 anni
incinte,
l'Africa dei preti con le amanti ma che fanno delle belle omelie la
domenica,
l'Africa della miseria che azzera la dignità degli esseri umani,
l'Africa delle promesse di pace che servono solo a sedare gli animi,
l'Africa dei giovani che vogliono andarsene, scappare in Canada, Francia,
Italia...
l'Africa dei missionari che arrivano dall'America e dall'Europa,
l'Africa delle preghiere a mani alzate quasi a tirar giù quel Dio che a
volte sembra assente,
l'Africa delle danze intorno all'altare e delle danze intorno alla bara
nelle 'matanga',
l'Africa del cantare con tutto il corpo che segue il ritmo dei tamburi,
l'Africa dei giovani che ascoltano il Rap americano ! ma che contestano
gli americani, l'Africa che ascolta, riflette, si interroga e
condivide con generosità.
Questa è l'Africa che ho conosciuto durante questi due
mesi di stage e che mi invita ancora a lasciarmi amare con maggior libertà.
Se mi permetti vorrei inoltre raccontarti quattro momenti veramente
speciali di quei giorni in cui ero a contatto con la gente 24 ore su 24.
Innanzitutto l'esperienza di preghiera che ho vissuto durante la novena
all'Archangelo Michele che la parrocchia aveva organizzato in luglio. Tu
pensa, per nove giorni, ogni sera alle 17 una folla immensa di gente (più
o meno 1500-2000 persone) che si ritrovano in parrocchia per pregare,
seguire della catechesi e lodare il Signore con una fede incredibile! Ho
scoperto un modo africano di pregare con una religiosità che sembra
quella europea degli anni trenta unita a vivacità, battiti di mani, 'milolo'
rumorosissimi (il tipico canto della donna africana). Insomma, non solo
una bella atmosfera ma una vera esperienza di liberazione per questa gente
che portano nel loro cuore problemi e delusioni inimmaginabili . E poi
dovevi vedere l' ultima sera in cui abbiamo celebrato una messa di più di
4 ore, che partecipazione e che generosità durante la 'mabonza'
(offertorio). Ciascuno veniva col suo sacchetto di riso o di zucchero, con
abiti e scarpe smesse... il tutto per i poveri... allora non capisci più
nulla: ma come possono dei poveri dare ai poveri? Ero veramente commosso
quella sera... E che 'omelia' hanno fatto questi amici. La fraternità è
veramente l'unica soluzione alla povertà, mica tutti i Piani di
Aggiustamento Strutturale di Banca Mondiale e 'compagnia bella '.
Secondo momento forte di quei messi è stato il tempo della colonia
parrocchiale in cui abbiamo accolto 130 ragazzi in parrocchia, dalla
mattina al pomeriggio. Con la collaborazione di 25 giovani li abbiamo
fatti giocare, pregare e abbiamo dato da mangiare a tutta questa piccola
folla.
Ma quello che più mi ha reso contento è il fatto di essere riuscito a
fare un miracolo. Ogni giorno i bambini mangiavano solo 'poto-poto' (una
specie di ! pappetta di semola) e un pezzo di pane. E il mio sogno era
quello di dargli qualcosa di più sostanzioso almeno l'ultimo giorno.
Allora sono andato a parlare col mio formatore, padre Gaetano, che ha
capito e mi ha dato 15$. Ma certo con quella somma non avrei potuto fare
un gran che. Allora, dato che i poveri mi hanno insegnato ad avere la
faccia tosta di chiedere, beh, sono andato all'Ambasciata Italiana (non
sapevo neanche dove fosse). Là sono stato accolto molto bene e alla fine
mi hanno portato in parrocchia, come dono, un sacco di riso da 50kg. Ti
lascio solo immaginare i volti di quei bimbi nel vedere la
'trasformazione' che abbiamo realizzato l'ultimo giorno: un bel piattone
di riso e di fagioli per tutti.
Allora avevo pensato anche a te... Certo che se ci dai una mano, questi
miracoli potranno essere anche più frequenti!
Subito dopo la colonia siamo partiti con 75 giovani in una parrocchia
salesiana per fare un ritiro di quattro giorni. E' stato un po' duro
adattarsi ai banchi che fungevano d! a letti ma in cambio ho ricevuto
fiducia da molti giovani che mi hanno aperto il loro cuore raccontandomi
le loro storie. Per esempio, ricordo ancora Stella, 17 anni, che grazie
all'esperienza della novena mi domanda di essere battezzata perchè sente
che gli manca qualche cosa per poter approfondire la conoscenza de 'Tata
wa biso'.
O Gaby che è aspirante nel monastero dei benedettini e ha fatto un bel
cammino di donazione. Ancora Jorge, 23 anni, che ama molto bere e
ubriacarsi con gli amici e che ha esperienze con donne di ogni tipo, che
è stufo di questa vita e vuole cambiare e impegnarsi in parrocchia. E
Pitchou che dopo un momento di allontanamento dalla chiesa, tenta il
suicidio a causa della fidanzata che l'aveva lasciato... E non è finita,
mette in cinta un'amica e insieme decidono per l'aborto. Quindi viene da
me e mi chiede cosa deve fare per essere di nuovo in comunione con Dio. E
non so cosa fare e cosa rispondere. Che situazioni, ragazzi!!!
Da ultimo vorrei renderti partecipe della mia gioia per le tre ultime
settima ne trascorse a visitare i giovani delle 16 Comunità di Base (CEVB)
della parrocchia. Cinque giorni alla settimana, parto alle otto di mattina
e accompagnato da un 'moyangeli' (responsabile) cammino per le viuzze del
quartiere. Ci fermiamo a incontrare i giovani a casa loro, per sapere come
stanno e soprattutto incoraggiarli ad entrare nei gruppi di formazione che
abbiamo a Gyavira. Più di 400 giovani contattati con i quali ho potuto
condividere un po' del mio tempo. E a volte abbiamo finito solo alle due
del pomeriggio, con le gambe a pezzi e lo stomaco piuttosto 'agitato'.
Soprattutto verso la fine ho vissuto quello che dice San Paolo:
"quando sono debole, è allora che sono forte". Ero veramente
stanchissimo ma ho provato la forza che viene da un Altro. E anche i
giovani mi hanno accolto non come un semplice 'mondele' (bianco) di nome
Matteo, ma come un uomo di Dio che porta grazie a chi lo riceve con cuore.
E quanto mi sono sentito indegno molte volte di tutte le attenzioni che
mi rivolgevano. Ho scoperto che non sono poi cosi' importante ma che è
essenziale Colui che porto alla gente.
Bene, mi accorgo di avere esagerato un po' ma avevo
proprio bisogno di condividere questa esperienza/vita unica.
Mi congedo da te assicurandoti la mia vicinanza con la preghiera mia e di
tutta la mia comunità.
Ricevi un abbraccio intenso da questa terra congolese, ndeko Matteo.
Merletto Matteo
MISSIONNAIRES COMBONIENS
B.P.724 - Limete - Kinshasa - R.D.CONGO
Tel/fax: (243)880.0928 - Celtel: (243)9818.8140
e-mail: <theokongo@yahoo.fr>
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