Natale 2004 in Sudan
di p. Giovanni Ferracin dal Sudan
Natale 2004 in Sudan
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Carissimi, Buon
Natale. Sento che è un
augurio molto grande e molto necessario per tutti noi. Qui in Sudan
sono quasi tre anni che si dice che la PACE e' alle porte ...
"forse il prossimo mese ... si firmerà l'accordo", si
continua a dire. Invece sono passati tanti mesi. Ora ci hanno
assicurato che senz'altro l'accordo sarà concluso e firmato prima
della fine dell'anno?! Tutti
speriamo che sia il 2004. Le difficoltà per un accordo sono
ancora molte e gli interessi molto contrastanti, per non dire
opposti. Non
solo, ma ora ci si trova di fronte ad un altro focolaio di guerra
con conseguenze drammatiche, forse più gravi della guerra
precedente: il Darfur. La gente, prima tanto entusiasta, comincia
a dubitare, perde la fiducia e dice: "la Pace può ancora
venire?". Questo
e' il Sudan oggi; ma le cose non sono migliori altrove ... Le
notizie le conosciamo tutti. Vorrei piuttosto riflettere partendo
proprio dal Natale. Tutto quello
che succede, sotto forme diverse, non è una constatazione
dolorosa che non siamo capaci di vivere come "Figli/e di
Dio"? Anzi ci troviamo in una contraddizione profonda. La
Parola di Dio ci assicura che siamo stati voluti, direi, inventati
con una identità e vocazione ben chiara: "essere figli/e che
rivelano l'Amore stupendo del Padre e la capacità di condividere
nella gioia tutto quello che il Padre ci ha offerto come dono
comune. Invece, il possesso, la ricerca egoista e la voglia di
dominio sugli altri, che rivela una grande paura di non essere
amati e ci rende profondamente incapaci di amore, ci acceca e ci
mette gli uni contro gli altri, fino ad arrivare alla pazzia di
investire enormi risorse umane in armi e strumenti terribili di
morte. Non e' forse giunto il momento di riflettere, e di
rientrare seriamente in noi stessi per cambiare totalmente rotta e
"tornare decisamente al Casa del Padre"? Con questo stupendo tempo dell'anno, Avvento e Natale, è Dio stesso che ci viene incontro e ci chiama a riassumere la nostra vera dignità: "Siete Figli/e". E’ l'unica via per diventare grandi come Dio. Per questo ci chiama ancora una volta a fermarci davanti all'avvenimento unico in tutta la storia umana: al Figlio di Dio, l'Amato di Dio, che, in Maria nostra sorella, si e' fatto Figlio dell'uomo. La cosa più impossibile e' diventata realtà: la Divinità ha sposato l'Umanità. Solo l'Amore di Dio, lo Spirito Santo, poteva rendere possibile questo sposalizio da cui e' venuto Gesù Cristo, nato in mezzo a noi per ricordarci che tutti siamo stati creati per diventare come Lui, capaci, nel suo Spirito di Figlio, di vivere come lui e di riconoscerci veramente fratelli e sorelle universali, verso tutti, anche verso quelli che sembrano molto diversi da noi. Daniele
Comboni, 150 anni fa, si esprimeva cosi: "Il
cristiano non guarda all'Africa attraverso il miserabile prima di
interessi umani, ma alla pura luce della fede che viene dall'Alto.
Là vi scorge una miriade infinita di fratelli appartenenti alla
sua stessa famiglia, aventi un comune Padre su in cielo... E
trasportato da un impeto di quella stessa carità uscita dal
costato di un Crocifisso ... sente battere più forte il suo
cuore; si sente spinto a quelle terre lontane per stringere tra le
braccia e dare il bacio di pace e di amore a quei fratelli e
sorelle che ancora non riescono a rendersi conto che sono sotto
una così grande benedizione e buona notizia". Penso che il
Natale ha senso ed è, per noi che lo celebriamo, una grande
benedizione, se ci ritroviamo riportati in modo nuovo "nella
Casa del Padre, nella Casa della Festa" molto più Figli/e di
prima, molto più fratelli e sorelle di prima. Allora la Pace sarà
la nostra casa. E' il
mio augurio a tutti voi dal Sudan, unito ad un grande grazie per
il ricordo che avete per me nella preghiera e per l'aiuto fraterno
che condividete con i nostri fratelli e sorelle di questa terra al
centro dell'Africa. Ciao e
un 2005 di benedizione.
p.
Giovanni Ferracin Comboni College P. O. Box 114, Khartoum - Sudan Natale 2004 |
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