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Domenica 7 ottobre 2018 si è svolta la marcia per la Pace. Anna e Federico ci raccontano le loro emozioni e le loro riflessioni su quanto vissuto durante i chilometri percorsi.

Perugia Assisi: marcia della Pace 2018

Un'ondata di gioia lungo un arcobaleno di persone

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Un'ondata di gioia e fraternità

Finalmente, dopo parecchio tempo in cui desideravo partecipare alla marcia per la Pace, sono riuscita a salire sul pullman diretto a Perugia! Che emozione, che esperienza magnifica!!

La giornata ha avuto inizio con la S. Messa presieduta da padre Alex Zanotelli e Don Ciotti: un momento di Fede importante alla luce delle parole di due personaggi importanti ed esemplari.

Il cammino è iniziato sotto una bella quantità di pioggia, che però non ha fermato il fiume di persone che desideravano urlare all’unisono che un mondo di pace è possibile ed è migliore. Ognuno ha marciato per la propria causa: chi per condannare l’arresto del sindaco di Riace Mimmo Lucano, chi per Giulio Regeni, chi per la liberazione della Palestina, chi per fermare il nucleare, chi per l’integrazione dei migranti, chi per l’ambiente… Insomma ognuno era lì, carico di energia e gioia per condannare tutte le ingiustizie, le contraddizioni e le indifferenze che stanno rendendo il nostro mondo difficile, pericoloso e inumano.

Mi ha particolarmente colpito la presenza di numerose scolaresche, locali e non, con i loro insegnati, i quali stavano svolgendo il loro compito di Educatori su base del tutto volontaria, probabilmente dopo aver affrontato mille ostacoli posti da colleghi e presidi. Questa è la Buona Scuola che può esserci in Italia.

L’ondata di persone ha riempito le strade e attraversato i paesini proprio come un fiume in piena; un mare di attivisti stanchi di vivere in un mondo cieco e sordo! Nessuno poteva fermarci, nessuno.

L’arrivo a Santa Maria degli Angeli è stato emozionante: la piazza ricoperta da bandiere colorate, sorrisi ovunque, felicità ed energia positiva, colori e musica, sole e caldo.

Mi sono sentita Onorata ad aver avuto la possibilità di stringere la mano a padre Alex Zanotelli, seguire i suoi passi fino al palco, ammanettarmi le mani e denunciare l’ingiusto arresto di Mimmo Lucano, esempio di solidarietà. Ho pianto durante il suo discorso: parole vere, crude e incisive, senza paura e senza vergogna. Padre Alex ha sottolineato il fatto che la marcia debba avere una dimensione politica, altrimenti rimane solo una “bella scampagnata” e ha parlato di tre punti cruciali: l’arresto del sindaco di Riace, l’ambiente e la vendita di armi da parte dell’Italia all’Arabia Saudita. Parole forti! Tuttavia una cosa mi ha profondamente amareggiato e infastidito: le telecamere della Rai si sono abbassate quando Alex è salito sul palco. Perché? Non era degno di essere almeno ripreso?

Ho avuto la fortuna di conoscere persone speciali durante il cammino, gimmini ed educatori da tutta Italia con storie uniche e magnifiche. Il mio amore per la spiritualità comboniana non ha fatto altro che crescere e rafforzarsi. Questa marcia mi ha dato la carica e mi ha fatto capire che nel mondo esistono moltissime persone capaci di amare, attente al prossimo e assetate di Pace.


Anna Angarano Villa

 

 

Un arcobaleno di Pace

Nel raccontare questa marcia voglio partire da un’immagine: ore 6.45, autogrill in prossimità di Perugia, dietro di me sento questa domanda “ma chi sono tutte queste persone?”, l’amica risponde: “non vedi come sono colorati? Sicuramente parteciperanno alla marcia per la pace”!

Sono Federico, del GIM di Verona, ed ho partecipato alla marcia Perugia-Assisi; risalendo sull’autobus ho pensato che bello pensare che essere per la pace voglia dire essere colorati, dare colore, poi ho fatto pure un altro pensiero: sono a questa marcia per i “colored” che ho conosciuto a Lampedusa e per solidarietà con Riace e la sua realtà di accoglienza, accoglienza a persone migranti, molto spesso di “colore”, che vengono da nazioni dove gli abiti belli, gli abiti della festa, della cerimonia, sono coloratissimi e con colori solitamente assai vivaci. Questo pensiero a tutto tondo mi ha fatto pensare che un mondo colorato oltre ad essere bello, proprio perché nel suo arcobaleno di colori accetterebbe gli altri, i “diversi”, deve per forza essere un mondo in pace.

Arrivato a Perugia mi sono riunito agli altri gimmini provenienti da tutta Italia, che avevano avuto la fortuna di cominciare la giornata con la Santa Messa presieduta da Alex Zanotelli. Ci siamo ritrovati dietro uno striscione che ci recitava: CI SIAMO SCOCCIATI, ARRESTATECI TUTTI ed ad uno striscione GIM, che fosse di Venegono Superiore poco importa visto che eravamo lì in tanti rappresentanti di tutta Italia: Padova, Bari, Verona, Roma, Napoli e appunto Venegono. Tutto intorno tante persone, tantissimi giovani, ragazzi delle scuole, tutti con striscioni e bandiere. Il tutto ovviamente molto colorato in perfetta antitesi con il cielo grigio ed la pioggia sopra le nostre teste. Non ci siamo fermati, anzi abbiamo cominciato a camminare, un po’ ridendo ed un po’ scherzando, chiacchierando con gli amici e nello stesso tempo interagendo con le persone che incontravamo lungo il percorso, spiegando con il sorriso chi eravamo.

Il nostro colore ha vinto il grigio del cielo ed è perfino spuntato un timido sole, ma il sole più grande per quanto mi riguarda è stato nel mio cuore, nel vedere bambini camminare in fianco ad anziani, nel vedere addirittura chi partecipava alla marcia in carrozzella, nel sentirmi parte di un popolo che nella diversità di età, di fede politica e religiosa, di nazione di provenienza o di regione di provenienza, era lì in qualche modo unito per uno scopo, quello di un senso di pace e giustizia che purtroppo nei proclami di questo tempo sui giornali, che cercano sempre e comunque un nemico sia esso i migranti, l’Europa, i poveri, i rom, sembra stia scomparendo da questa nostra Italia e da questa nostra Europa.

Abbiamo camminato con semplicità ed ogni tanto pure arrancato per la fatica di un passo non allenato, ma alla fine siamo giunti a quella che doveva essere la nostra meta parziale, prima dell’arrivo ad Assisi, Santa Maria degli Angeli. In realtà lì ci siamo fermati e siamo saliti sul palco, con il nostro striscione e le mani “ammanettate” con lo scotch. Credo sia chiaro il riferimento a Mimmo Lucano e alle sue vicende giudiziarie in qualità di sindaco di Riace e di sostenitore di umanità che stiamo perdendo. Padre Alex, uomo di sicura fibra, visto che ha percorso pure lui l’intera marcia a piedi, con veemenza ha richiamato noi e tutti i presenti alla “drammatica situazione in cui viviamo” ed ha invitato tutti a rendere politica la marcia, per chiedere come marcia della pace al parlamento di non vendere più armi, con l’invito insomma a fare di pace e giustizia una scelta etica, religiosa e politica.

Poco dopo sono risalito sull’autobus che mi portava a casa e là, in alto ho visto la Basilica di san Francesco; immediatamente ho provato rammarico per non essere riuscito a salire. Poi però un altro pensiero mi è passato per la testa ed era: “Pace in terra agli uomini di buona volontà e gloria nell’alto dei cieli”, e niente mi è sembrata la metafora perfetta per la giornata: “Uomo impegnati per un mondo multicolore di pace e giustizia e davanti a te avrai la meta, l’incontro con Gesù e la semplicità e forza del suo Vangelo”, quella semplicità che là in alto, come è giusto che sia, ci ricorda sempre il Poverello di Assisi.

Federico

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