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Elisa ed Elena raccontano il flash mob del 25 luglio organizzato spontaneamente da un gruppo di giovani di Padova in solidarietà alle persone che cercano in Italia e in Europa una vita migliore.

La gioia di sentirsi umani

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…e se quel bicchiere che gusti chiacchierando con quel tuo amico immerso nella tranquillità più assoluta non esistesse più, se tutta la gente attorno a te iniziasse a scappare per la paura di una guerra concreta o per sfuggire a ingiustizie troppo pesanti…staresti ancora lì seduto? Non riesci proprio a voltarti un secondo e quantomeno ad accennare ad un sorriso… non pensare per un momento agli articoli di giornale che hai letto, alle foto che vedi su Facebook, alla tua paura di non riuscire a costruirti un futuro ideale, alle tue debolezze... guarda solo il volto di quella ragazza che, diversamente da te, si è alzata con due bimbi dalla sua comoda sedia per venire a cantare con noi, sentendosi parte di un gruppo vero… guarda quel ragazzo distrutto da una giornata passata a camminare sotto il sole che in un istante ha raccolto tutte le energie rimaste per mettersi a suonare il bongo con noi.

Ma tranquillo, non sei l’unico a essere ancora un po’ troppo immerso nella propria solitudine e ad aver paura di uscire dall’indifferenza, ci sono anche persone ben più adulte che, come te, ci passano accanto e continuano i loro importanti discorsi senza interromperli nemmeno per un istante; solo uno di quel gruppetto ci ha guardato sorridendo ma con uno sguardo che sfiorava il senso di colpa. Forse, se in quel momento non fosse passato di lì in abito elegante e in compagnia dei suoi colleghi, si sarebbe fermato. Perché non l’ha fatto? Come fa una persona a sentirsi costretta a rimanere nell’indifferenza?

Non stavamo costringendo nessuno a schierarsi politicamente. Stavamo semplicemente cantando delle canzoni capaci di trasmettere la forza dell’unione e mostrando dei cartelloni con le nostre riflessioni… ma tu niente, indifferente e immobile, sembri quasi non più abituato a sorridere con il cuore!

Se anche tu ti accorgessi di quanto è bello sentirsi umani, inseriti in un mondo di esseri umani e dotati di un cuore umano, forse, indipendentemente da tutto, ti schiereresti contro le scelte disumane che il nostro Governo, insieme ad altri, sta prendendo.

Una scelta politica non si limita alla questione migratoria, ci sono molte cose che da anni non funzionano, hai ragione, andrebbero cambiate… ma senza toccare la vita di persone che con questo non c’entrano proprio nulla e che sono state costrette ad abbandonare il loro Paese per vagabondare per l’Africa prima di scegliere/essere costretti a migrare qui a causa di quello che noi continuiamo a rubare loro. La cosa peggiore è la scelta di strumentalizzare la vita di queste persone, al fine di guadagnare consensi.

Il nostro intento è interrogare sull’opportunità di questo consenso. Alla base delle scelte che si stanno operando, c’è, infatti, questo parlare alla pancia, per far passare atti che forse, almeno in parte, non soddisfano i criteri della giustizia e dell’umanità. Ma, a volte, è più facile condividere post di ragazzi africani senza magari averne mai conosciuto uno, spaventarsi se un ragazzo africano ci saluta, credere a chi dice che non si trova lavoro a causa dei troppi immigrati, aderire agli stereotipi di chi raffigura gli immigrati come criminali e delinquenti, lasciarsi ingannare dalle informazioni distorte che parlano di “un’invasione” in realtà inesistente, giudicare senza aver mai ascoltato altri punti di vista o senza aver provato a mettersi nei panni di chi, in cerca di sicurezza o di migliori opportunità, ha rischiato più volte la vita per fermarsi nel primo luogo in cui poter vivere una vita dignitosa.

Non sono pericoloso, sono in pericolo” è una delle frasi che abbiamo scritto nei cartelloni.

Desideriamo invitare ciascuno a voltarsi, invitiamo l’uomo in abito elegante a fermarsi un secondo, invitiamo i nostri coetanei a non sognare solo di viaggiare fisicamente, ma anche di lasciare che qualche ragazzo incontrato, magari in stazione mentre si aspetta il treno, li faccia viaggiare attraverso la propria storia… invitiamo la ragazza con i due bimbi e il ragazzo con il bongo a sorridere sempre, perché la loro ricchezza e la loro felicità contagino chi, per paura o indifferenza, crede sia “giusto” non accogliere o costruire muri.

Elisa ed Elena

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